mercoledì 25 gennaio 2012

Hernànes, qualità in casa Lazio

Andiamo alla scoperta dell’ultimo acquisto in casa laziale, uno dei centrocampisti che ha tutto per diventare il migliore del mondo nel suo ruolo.

Hernanes (all'anagrafe Anderson Hernanes de Carvalho Andrade Lima) in  Brasile ha di fatto sostituto Josué nel cuore del centrocampo “sanpaolino”, attirando l’attenzione di Milan, Inter e Barcellona, anche se alla fine è stata la società romana di Lotito a spuntarla. Lo scomodo paragone con Pirlo che ne ha accompagnato i primi lampi forse non si addice appieno, vista la maggiore attitudine del giocatore di Recife, rispetto al regista bresciano, nella fase di interdizione: più giusto allora accostarlo a mediani come l’interista Cambiasso o il francese Flamini, rispetto ai quali però ha una maggiore tecnica individuale, che gli permette di giocare anche qualche metro più avanti. Quello che sorprende del suo repertorio è però il dinamismo, caratteristica inconsueta per un “volante” sudamericano.

A League 2010/2011, si riparte a caccia di Sidney!



Giovedì 5 agosto 2010 riparte l’A-League, il massimo campionato australiano; un campionato sottovalutato che negli ultimi anni è cresciuto parecchio, tanto è vero che la nazionale maggiore ha ottenuto, negli ultimi 4-5 anni, molti risultati positivi tra cui due partecipazioni al Mondiale.Da sempre il campionato australiano, dove pubblicità e sponsor la fanno da padroni, è famoso come torneo dove vanno a “svernare” alcune celebrità a fine carriera: l’esempio più eclatante è quello del bomber, ex Liverpool e Manchester City, Robbie Fowler, sbarcato in Australia per giocare nei North Queensland Fury FC e passato, nella sessione di mercato, al Perth Glory.; la novità di quest’anno si chiama Melbourne Heart, società nata nel 2008 che partecipa per la prima volta alla A League  che, per l’occasione, passa da dieci ad undici squadre e, dopo anni, ritroverà un derby (appunto, quello di Melbourne).
Gli altri di Melbourne, i Victory, sono assieme a Sidney e Central Coast Mariners i favoriti per il trionfo finale; l’anno scorso persero proprio in finale, contro Sidney, in maniera sfortunata dopo aver disputato un campionato al di sopra delle attese.
Undici squadre al via dunque…andiamo a conoscerle.









ADELAIDE UNITED
La squadra dell’olandese Coolens, dopo l’ultima piazza dello scorso torneo, è chiamata al rilancio; il problema è che la società finanziariamente non è messa bene e questo ha impedito al General Manager Beck di intervenire sul mercato in modo massiccio, per cercare di cambiare volto ai biancorossi e liberarsi di zavorre  che bene non fanno ad ambiente e spogliatoio.
Solo 2 giovani in entrata a fronte di tre cessioni abbastanza pesanti: il difensore centrale Griffiths è volato in Cina, il 23enne centrocampista centrale Sarkies è stato comprato dai Melbourne Victory e il terzino destro Jamieson è andato a Sidney.
I punti di forza sono sicuramente il portiere Galekovic, che ha collezionato diverse presenze in nazionale; il difensore centrale della selezione Under 20 Daniel Mullen, 187 centimetri di forza nel gioco aereo ed esplosività ed il centravanti Sergio Van Dijk, 14 gol in 29 presenze lo scorso anno, con un passato in Belgio e dal doppio passaporto olandese-indonesiano.

Leonel Vangioni, il gioiello che piace a Maradona



Seguito con attenzione dai collaboratori più fidati del ct Diego Armando Maradona, Leonel Vangioni è un’altra delle novità proposte finora dal campionato argentino: è un esterno sinistro di ventuno anni, gioca nel Newell’s Old Boys, ha scatto e fantasia, arriva al cross, salta l’uomo, ma si preoccupa anche di coprire la fascia.
 

IL SUO RUOLO IDEALE - Può agire in un centrocampo a quattro (si muove di solito davanti al fluidificante Juan Leandro Quiroga) oppure in una linea a tre: è bravo in fase di inserimento, partecipa alla costruzione della manovra, con le sue accelerazioni garantisce ai compagni preziose varianti a livello tattico ed è molto utile nei recuperi, perché ha corsa, resistenza ed è abituato a fare pressing. E’ un giocatore che ha evidenziato notevoli progressi negli ultimi mesi e il tecnico Nestor Sensini lo considera una pedina fondamentale.

CURRICULUM - Nato a Villa Constitucion il 5 maggio del 1987, Leonel Jesus Vangioni è un centrocampista dal fisico compatto, imprevedibile nei cambi di direzione, geniale nel dribbling, e nello stesso tempo attento in copertura. Ha cominciato la carriera nelle giovanili del Club Atletico Riberas del Paranà, che l’ha ceduto al Newell’s nell’inverno del 2006. E’ alto un metro e 81 per un peso di 70 chili. All’inizio veniva utilizzato quasi sempre nel ruolo di terzino sinistro. Ha esordito nel Newell’s Old Boys il 5 novembre del 2006 contro l’Independiente (0-1, gol di German Denis, ora al Napoli). La sua prima partita da titolare, invece, l’ha disputata il 26 maggio del 2007 a La Plata, di fronte all’Estudiantes, allenato in quel periodo da Diego Simeone: una sfida spettacolare, finita 4-4. Fu schierato dall’inizio dal tecnico Pablo Marini: il modulo era un 4-3-2-1 e Vangioni giocava in difesa, con il compito di avanzare spesso e di sovrapporsi al centrocampista Adrian Maximiliano Peralta.

Coutinho, a scuola da Sneijder




Nel calcio si vive spesso di etichette: o le cavalchi, oppure ti affondano. Mille nuovi Maradona, e un solo Messi. Mille nuovi Messi e un solo... Coutinho. Piano, piano. Philippe Coutinho è sì il più promettente campioncino classe '92 che si è visto su un campo di calcio, ma è ancora un diamante grezzo, seppur purissimo, in attesa di essere tagliato (per il calcio europeo) e levigato (da un sapiente artista della panchina).
Tuttavia, non trovi un osservatore competente insensibile al talento di questo ragazzo cresciuto nella squadra del suo cuore, il Vasco da Gama, dove tra giovanili e prima squadra ha mostrato più di uno spunto interessante, regalando perle di classe che hanno trascinato in Brasile eserciti di scout. L'ha spuntata l'Inter soffiandolo due anni fa, a 16 anni al Real Madrid.
La storia di Philipe con il pallone ha inizio nel 1998 nel campo di “futsal (il calcio a 5) del condominio in cui viveva. Durante una partita con i suoi coetanei, il nonno di un altro bambino che giocava nella stessa squadra lo notò e segnalò ai genitori che Coutinho aveva una marcia in più. È così che Coutinho iniziò a giocare a “futsal” nella squadra del quartiere all’età di 6 anni, dimostrando da subito il proprio talento. L’anno successivo, durante un’amichevole contro la squadra di futsal del Vasco de Gama, Coutinho viene notato da uno dei dirigenti della squadra e, superato un provino, iniziò a giocare per quella che era la squadra per la quale tutta la famiglia faceva il tifo.

Funes Mori, dove arrivano i reality



Il River da troppi anni non porta a casa un trofeo e per una squadra importante come il club”Millonarios” è una cosa inaccettabile.
L’anno scorso, nell’ultima partita di un pessimo Apertura, ha esordito un funambolico attaccante classe 1991 con una storia molto particolare alle spalle e tanto talento da mettere a disposizione del River.
Si chiama Gabriel Funes Mori e quest’anno si è già conquistato un posto da titolare nello scacchiere di Astrada che vuole provare a conquistare il titolo, affidandosi alle giovani leve che il vivaio biancorosso offre quest’anno.

Mendoza – Texas - Buenos Aires.
Questo è l’itinerario che la famiglia Funes Mori ha affrontato negli ultimi anni; infatti il giovane talento è cresciuto calcisticamente a Dallas assieme al gemello (difensore di professione) e nei Dallas FC ci è arrivato vincendo un reality show.
Subito dopo fu invitato ad uno stage col Chelsea dove però non venne selezionato per entrare a far parte dell’Accademy dei Blues.
Ad inizio 2009 viene cercato dal River per rinforzare la squadra Primavera e da li inizia la sua scalata al successo.

martedì 24 gennaio 2012

Simone Benedetti: " Voglio arrivare più in alto possibile!"



Mundo Futebol ha raggiunto Simone Benedetti, difensore centrale classe 1992 che milita nella Primavera del Torino.
Un breve intervista, piacevole, che ci fa scoprire qualcosina in più sul giovane talento granata, perno difensivo della Primavera di Asta.

Quali sono le tue ambizioni professionali?
Simone Benedetti: "Beh sicuramente cercare di arrivare il più in alto possibile, ogni giocatore credo voglia ambire a questo tipo di aspettative..."

Il settore giovanile del Torino ha fatto parecchi cambiamenti, che oserei definire stravolgimenti, in questi ultimi anni: tu come ti trovi nell'ambiente granata?
Simone Benedetti: "Io per adesso mi trovo bene nulla da dire..."

Cosa si prova a giocare per una squadra dove fino a qualche anno fa giocava tuo padre, che tutt'ora lavora ancora nel Torino come responsabile del settore giovanile?
Simone Benedetti: "Sinceramente son tranquillo.. per fortuna non sento questo tipo di pressioni..meno male da un lato..."

Come ti trovi e che esperienza ti lascia far parte delle selezioni giovani italiane?
Simone Benedetti: "Beh un onore immenso, sono molto contento di far parte di questa nazione.. non la cambierei con nessuna."

Annan, il motorino di Trondheim

Anthony Annan è la vera rivelazione del campionato norvegese; il centrocampista ghanese del Rosenborg ha fatto innamorare molti Top-club d’Europa, tra i quali Manchester United ed Arsenal.
Andiamo a conoscere il talento di Accra.

Un nome, una garanzia: Anthony Yeboah, uno dei goleador ghanesi più prolifici di sempre e manager di Annan, ha dichiarato apertamente che il suo assistito è pronto per il grande salto in una”grande”.
Anthony Annan sbarca in Norvegia nel gennaio del 2007 per giocare nello Start, dopo che in Ghana ha fatto incetta di trofei, sia individuali che di squadra.
Infatti il giovane centrocampista, classe 1986, è cresciuto nel florido vivaio degli Hearts of Oak, uno dei migliori dell’Africa intera; si è rapidamente conquistato un posto da titolare in squadra durante le amichevoli prestagionali, però durante la prima parte dell'anno si è infortunato e al suo ritorno, complice la poca affinità col tecnico, non è riuscito ad evitare la retrocessione della propria squadra.
Così Annan passa allo Stabaek in prestito, fino all’agosto 2008 quando, a quanto pare, viene chiamato dallo staff di Paul Ince al Blackburn per un provino: dopo aver ben impressionato, gli viene detto che sarà visionato ancora per un po’.
Al ritorno in Norvegia si scatena un’asta su di lui perché lo Stabaek tenta di acquistarne l’intero cartellino ottenendo dallo Start un netto rifiuto e così, all’improvviso, il Rosenborg si inserisce nella trattativa e porta a Trondheim il talento di Accra, pagandolo 1 milione e duecentomila sterline.

Gianmario Comi: "Il Toro è casa mia!"


Di seguito troverete una mia intervista al giovane talento della Primavera del Torino, Gianmario Comi, nel dicembre 2009, ripresa da più siti e blog come Generazione di Talenti e Tuttomercatoweb.
Ve la ripropongo a distanza di sei mesi....

Quali sono le tue ambizioni professionali?
Gianmario Comi: "Le mie ambizioni sono quelle di crescere il più possibile e riuscire a coronare il mio sogno di giocare in Serie A! Per riuscirci ci vogliono tanti sacrifici: impegno negli allenamenti, un pizzico di fortuna e naturalmente le qualità...".

Il settore giovanile del Torino ha fatto parecchi cambiamenti, che oserei definire stravolgimenti, in questi ultimi anni: tu come ti trovi nell'ambiente granata?
Gianmario Comi: "Il Toro è casa mia! Ci gioco da 9 anni quindi ormai mi trovo molto bene... Purtroppo con la retrocessione in Serie B si sono fatti tagli! Perciò abbiamo una squadra molto giovane, è un'anno di transizione e di crescita".

Cosa si prova a giocare per una squadra dove fino a qualche anno fa giocava tuo padre, che tutt'ora lavora ancora nel Torino come responsabile del settore giovanile?
Gianmario Comi: "Da un lato è una fortuna perchè vieni subito notato. Dall'altra devi tenere in alto un nome importante. Finchè dimostri nessuno puo criticarti, però appena hai un calo che in un giovane ci puo essere vieni subito criticato malamente! L'importante è essere consapevoli delle proprie forze e continuare ascoltando consigli giusti".

Andrè, dalla strada all'Europa



E’il nome nuovo del campionato brasiliano; si chiama Andrè Filipe Ribeiro de Souza, per tutti semplicemente Andrè, vent’anni ancora da compiere, ma già sulla cresta dell’onda con la maglia bianconera del Santos.


Mai come quest’anno l’accademia della squadra di San Paolo sta mettendo in mostra le migliori giovani promesse verdeoro: negli ultimi mesi il Santos ha espresso il miglior gioco probabilmente di tutto il Sudamerica grazie, oltre che al ritorno a “Vila Belmiro” del figliol prodigo Robinho, a Paulo Henrique “Ganso”, Neymàr, Arouca, Ze Eduardo e Madson, tutta gente che avrà, o in alcuni casi ha già, mercato in Europa.
Si è parlato poco di Andrè, classe 1990, centravanti brevilineo già praticamente bloccato, a quanto pare, da Marco Branca per l’Inter che, sempre stando ad alcune fonti giornalistiche, lo girerebbe in prestito al Chievo per un anno di ambientamento in Italia.
Nato in un quartiere periferico di Rio de Janeiro, Andrè ha una storia simile a molti altri: il calcio infatti lo ha salvato da una quasi sicura vita di strada dato che, come ha detto lui stesso in una recente intervista, la famiglia era molto povera e viveva in condizioni precarie fin quando, un emissario del Santos lo nota in una partita nelle vicinanze di Cabo Frio e blocca subito il ragazzo portandolo a studiare nelle giovanili bianconere.

La storia del Superclasico: dalla Maquina a Martin Palermo, 97 anni di derby!


E' tutto pronto per il Superclasico d'Argentina tra Boca Juniors e River Plate, che si svolgerà alle ore 21 di domenica sera in Italia in una "Bombonera" ricolma di entusiasmo e pronta ad esplodere. In attesa del grande giorno, riviviamo le emozioni di quasi 100 anni di storia di calcio argentino.




Domenica sera, Boca e River si affronteranno per quello che sarà il Superclasico numero 186, un derby che appassiona tutto il mondo, e di cui tutto il globo parla . La premessa da fare è una, ed è importantissima; bisogna assolutamente dire che le due società, acerrime nemiche, sono figlie dello stesso quartiere: La Boca. Sorelle quindi? Macché, al massimo sorellastre, di quelle che si snobbano continuamente ma quando hanno un obiettivo in comune si accapigliano per avere la meglio sulla rivale! Boca Juniors e River Plate nascono, appunto, nello stesso barrio ma ben presto si troveranno a competere tra di loro.

La prima volta che le due squadre si affrontarono in campo fu il 24 agosto del 1913, sul campo del Racing. Il River vinse 2 a 1 e diede inizio ad una rivalità che non ha eguali al mondo. LA NACION, quotidiano della capitale, fu l'unico media che si occupò dell'evento; a pagina 13 della sezione Sport del 25 agosto 1913 esordì così: “L' inizio del gioco era previsto per le 14.30, ma si è stati costretti a cominciare in ritardo per l'assenza dell'arbitro, arrivato oltre mezz'ora dopo”.

Inoltre, la cronaca raccontava di un match duro, violento, con l'apice che si toccò al 25 minuto del secondo tempo quando le due compagini diedero vita ad una rissa in mezzo al campo, dopo la quale fu espulso Amoral (River). La rissa si protrasse e degenerò nelle tribune, dove le due tifoserie vennero a contatto e diedero vita ad alcuni attimi di terrore.