giovedì 15 novembre 2012

AFC, ROAD TO FIFA WC BRASIL 2014 - Il Giappone non si ferma più, equilibrio nel Gruppo A


Nella settimana infarcita di amichevoli tra Nazionali, in Asia è andata in scena la sesta giornata della quarta fase di qualificazione in vista di Brasile 2014. Ormai le gerarchie sembrano chiare soprattutto nel gruppo B, dove il Giappone ha preso ormai il largo e pare viaggiare decisamente in carrozza verso il Sudamerica, ma attorno alle altre selezioni regna l'incertezza.
Nel mercoledì in cui Australia e Corea del Sud riposavano (si sono affrontate in amichevole, vinta dagli Aussie per 2-1), è proprio il Giappone di alberto Zaccheroni a dare probabilmente la spallata finale ad un percorso fino ad oggi praticamente netto.

Rangers e San Lorenzo: quando il calcio diventa fede


Quando si parla di calcio, si parla di sport. Uno sport che ha unito, in poco più di cento anni, popoli in ogni angolo del mondo facendone un ideale comune, con un semplice pallone che da oggetto imprescindibile nella riuscita di una semplice partita diventa un simbolo. Un pallone è simbolo di libertà, nel senso più ampio del termine. Perché può capitare che il calcio riesce anche dove nemmeno le menti più geniali della storia ce l’hanno fatta. Un pallone è uguale dappertutto, dall’Islanda all’Australia, passando per Israele e Palestina o per Iraq e Kuwait.
Studiando attentamente la storia di questa disciplina si possono scoprire però i molteplici significati che nel globo ha assunto ciò che in origine gli inglesi avevano inventato come passatempo. Inserito in contesti sociali più svariati, il calcio può diventare fenomeno di aggregazione come copertura – soprattutto in certe parti del mondo – per il malaffare, così come rifugio da una vita di strada che sembra sentenziare dalla nascita gente che ha avuto la sfortuna di nascere “dalla parte sbagliata”. Una domanda però si sono posti in pochi: e se il football fosse una fede? Esatto, avete capito bene: fede. Pensiamoci un attimo: alla parola “fede” si associa fondamentalmente una religione, qualunque essa sia, quindi dopo tanti anni in cui si “professa” l’amore per una squadra, perché non ci si può definire “fedeli”? 

martedì 6 novembre 2012

Diego Rolan: 1993 - Uruguay

Credito: tenfield.com.uy

Nome: Diego Alejandro
Cognome: Rolàn Silva
Data di nascita: 24/03/1993
Luogo di nascita: Montevideo (Uruguay)
Squadra: Defensor Sporting
Ruolo: attaccante
Altezza: 179 cm
Peso: 77 kg


Grande annata, il 1993. Un anno di successi, non solo sportivi, per tutto il mondo. 
Calcisticamente parlando, è l'Uruguay ad essersi sfregato per bene le mani per la nascita, a distanza di pochi mesi, di alcuni tra i ragazzi più promettenti che oggi vengono esposti all'attenzione mondiale di tutti i talent scout.

In vetrina, come in una gioielleria di lusso, perchè l'Uruguay - a differenza di qualche anno fa - non è più un paese infilato tra Argentina e Brasile dove il livello del campionato e dei suoi giocatori venivano puntualmente oscurati. L'Uruguay oggi non è più un supermarket, è un grande magazzino. Ed ecco che allora a gente come Gonzalo Mastriani, Sebastian Cristoforo o Gonzalo Bueno non è facile mettere sopra le proprie unghie perchè dietro c'è ora organizzazione, programmazione, e poca fretta di disfarsi dei propri talenti.

giovedì 1 novembre 2012

Feyenoord vs Ajax - Eredivisie 2012/13, 10/a giornata, 28/10/2012


Il cinquantasettesimo klassieker che si gioca a Rotterdam non delude le aspettative di tutti gli appassionati di calcio olandese. Koeman fa esordire Jean Paul Boetius, classe 1994, campione d'Europa con la nazionale olandese under17, per sostituire Schaken, rimasto in panchina. La scelta dell'allenatore del Feyenoord, come vedremo più avanti, si dimostrerà azzeccata. L'Ajax arriva alla partita da imbattuto in Eredivisie, con l'intenzione di vendicare il pesante 4 a 2 subito l'anno scorso ad opera dei Rotterdammers. 

In quell'occasione, grande protagonista fu John Guidetti, oggi presente allo stadio per un saluto ai tifosi e per assistere alla gara nel ruolo di commentatore tecnico per Eredivisie Live. Frank de Boer deve fare a meno dei soliti Sigthorsson, Boilesen, Serero e Klaassen, mentre nel Feyenoord mancano Mulder, Kongolo, Cissè. L'Ajax si schiera con lo stesso undici che ha battuto mercoledi sera il Manchester City: Siem de Jong ed Eriksen si alterneranno nel ruolo di falso centravanti, mentre Ryan Babel viene riproposto defilato sulla sinistra, là dove sembra trovarsi meglio. Il Feyenoord sarà sicuramente più fresco, mentre nell'Ajax il morale alto dovrà compensare la stanchezza dell'impegno europeo infrasettimanale. Arbitra Bas Nijhuis, da molti considerato come il miglior fischietto della Eredivisie. 

Chelsea vs Manchester United - Premier League, 9/a giornata,28/10/2012


Il Big Match della 9° giornata di calcio inglese comincia inaspettatamente con un Manchester United atomico che, grazie alla doppietta di Van Persie, si trova subito sul 0-2. I macunian gestiscono fino al 35’ quando l’orgoglio Blues scoppia in tutta la sua grandezza portando i padroni di casa del Chelsea ad accorciare, prima, e a sfiorare il pareggio, dopo. 

La ripresa è frenetica, Ramires di testa trova il pareggio, poi ,al 62’, Ivanovic e, al 67’, Torres vengono espulsi. È il solito Chicharito rapinatore, questa volta però in offside, a siglare il 2-3 a un quarto d’ora dalla fine. Importante vittoria per i Red Devils che raggiungono in testa proprio il Chelsea.

Di Matteo parte con 4-2-3-1 che per ora ha portato i blues al primo posto di prepotenza. Tra i pali giocherà il solito Cech, la linea difensiva sarà composta da Ivanovic, Cahill, Luiz e Cole. In mediana Ramires farà coppia con Obi Mikel, mentre i due neoacquisti Hazard e Oscar e il talento iberico Mata avranno il compito di inventare per le incursione dell’unica punta Fernando Torres.
Pesanti le assenze in difesa di Terry, squalificato, e a centrocampo di Lampard, infortunato. L’allenatore italiano è costretto a rinunciare ai sui veterani, protagonisti assoluti in positivo, delle sfide con lo United degli ultimi anni.Il manager scozzese opta per un 4-4-1-1, più classico e meno offensivo, almeno sulla carta. In porta viene preferito De Gea, vista la non eccesiva fisicità dei rivali. Davanti al giovane portiere si muoveranno Rafael, Ferdinand, Evans ed Evra.

Everton vs Liverpool - Premier League 2012/13, 9/a giornata, 28/10/2012


Al Goodison Park quest’anno non ci si annoia mai, 'Toffees' e 'Reds', come due fratelli divisi da un sottile filo di erba, quello dello Stanley Park, si danno battaglia fino all’ultimo secondo. Uno spento Liverpool si porta avanti di due reti grazie ad un autogol di Baines e una punizione di Gerrard corretta da Suárez di testa. Ma l’Everton macina gioco e trova il pari prima della fine del primo tempo con Osman e Naymisth. A una quarantina di secondi dalla fine E'l Pistolero' illude i propri tifosi ma la rete non viene convalidata, forse è più giusto così. 

David Moyes deve rinunciare a Pienaar squalificato e a Gibson convalescente, ma recupera all’ultimo Fellaini, incursore di sfondamento del suo 4-4-1-1 con Jelavić unica punta. Brendan Rodgers invece non può contare su Pepe Reina, Lucas Leiva e Fabio Borini, perciò spazio a Brad Jones tra i pali, Șahin è preferito a Shelvey dietro a Suárez, punta di diamante del 4-2-3-1 che ha in Suso e Sterling gli esterni d’attacco.