mercoledì 29 ottobre 2014

La rinascita di John Guidetti


E' il minuto 87 di Svezia - Francia Under 21, valida per la qualificazione al prossimo europeo di categoria. Gli svedesi hanno completato una grande rimonta e stanno per entrare nella storia, ma un gol estemporaneo di Kurzawa mischia nuovamente le carte facendo pendere la bilancia dalla parte della Francia. Il terzino del Monaco si rivolge ad un avversario portandosi il palmo aperto della mano alla fronte, come per dire "noi andiamo, voi a casa, ci si vede". Pochi istanti dopo, quello svedese, con un destro spacca la porta e segna il gol qualificazione per i suoi. La reazione è ovvia: corsa davanti a Kurzawa e sfottò restituito: "non dire gatto, se non ce l'hai nel sacco", diceva il Trap.


Quello svedese è John Guidetti, uno che dalla battaglia non si è mai tirato indietro ed oggi - con la maglia dei Celtic Glasgow - si sta togliendo diverse soddisfazioni. Le stesse soddisfazioni che la sfortuna ha provato a negargli a più riprese, soprattutto durante le due stagioni scorse, passate a lottare contro un maledetto virus intestinale che sembrava poterlo mandare per sempre lontano dai campi da calcio. Il fatto è che la natura di questo virus non si spiegava; John va addirittura in America a farsi controllare, ma niente, fino a quando un belga trova la cura giusta e lo restituisce alla vita normale, fatta prettamente di casa e allenamenti.

La storia di Guidetti inizia a Stoccolma, capitale svedese nella quale nasce il 15 aprile del 1992. Inizia a giocare nel piccolo Brommapojkarna, ma all'età di otto anni deve seguire il padre in Kenya, impegnato in un progetto scolastico. Dopo qualche anno passato in Africa (dove il ragazzo si diverte a giocare nelle "bidon ville" di Nairobi: "Ero il più forte e tutti mi invidiavano, quasi mi veneravano"), Guidetti torna in patria e viene tesserato definitivamente dal Bromma. Con il club rossonero percorre parecchia strada a livello giovanile, venendo notato ad un torneo da un emissario del Manchester City, che decide - nel 2008 - di portarlo in Inghilterra appena fresco di esordio in Allsvenskan. Da qui per John inizia un giro di prestiti; il primo è (ancora) al Brommapojkarna, seguono poi Burnley (dove gioca poco) e Feyenoord. A Rotterdam arriva finalmente l'esplosione; dopo un difficile adattamento, Guidetti si sblocca e alla fine dell'anno vince la classifica dei cannonieri segnando 20 reti in 23 presenze. Il City lo riporta a casa, nonostante la richiesta da parte del ragazzo di rimanere ancora un anno in Olanda, e da qui inizia il calvario durato due anni e terminato a gennaio, quando - finalmente in forma - Guidetti lascia Manchester per l'ennesimo prestito. Stavolta è lo Stoke City a scommettere su di lui, ma le gerarchie sono stabilite da un pezzo ed al "Britannia Stadium" c'è poco posto per lui.


Che fare? Con la società che non intende cederlo (respingendo discrete offerte di Fiorentina e Southampton), Guidetti si allena con le riserve dei Citizens per tutta l'estate, partecipando alle trasferte in Oriente ma rifiutando qualsiasi proposta di prestito. Fino alla fine di agosto, quando Ronni Delia - tecnico norvegese del Celtic - non lo chiama per scambiarci due parole. "Ho bisogno di uno come te - sarebbero state le parole dell'ex tecnico dello Stromgodset - i gol tu li sai fare, dobbiamo solo cercare di capire da dove ricominciare". Detto, fatto. Arrivato a Glasgow, Guidetti capisce subito che la dimensione può essere la sua; città relativamente tranquilla, tifosi caldissimi e, soprattutto, un impianto di gioco a lui congeniale, dove tutti gli portano i palloni che lui deve finalizzare. Il suo esordio al "Celtic Park" arriva il 13 settembre, nel 2-1 contro l'Aberdeen, match nel quale Guidetti non va in gol ma fa intravedere le proprie capacità. Due settimane dopo ecco la doppietta decisiva sul St. Mirren, seguita a ruota da altri due gol decisivi (con tanto di esultanza "adottata" post Francia); per ora fanno quattro in sei gare, ma settimana dopo settimana anche il tanto criticato Delia (la cui colpa principale pare quella di non essere scozzese come McNamara, profilo acclamato dai tifosi) sta risalendo la china in classifica capendo l'importanza di Guidetti. Con uno così, là davanti, i gol li fai.


La tendenza del segnare a raffica non è comunque una novità per John, che oltre all'anno d'oro di Rotterdam, vanta un ruolino di marcia invidiabile a livello di nazionali giovanili. Basti pensare che - dopo la media invidiabile maturata con under 17 e 18 - nel biennio dell'under 19 ha segnato 14 gol in altrettante presenze, guadagnandosi pochi mesi dopo la chiamata in nazionale. Il prossimo appuntamento da non perdere sarà però l'Europeo del 2015, nel quale la Svezia arriva come mina vagante e davanti può presentare uno degli attaccanti più completi a livello di under 21. Potente ma agile (nonostante il fisico imponente) Guidetti segna in diversi modi, spesso in maniera pregevole. Come un certo Zlatan, che di cognome fa Ibrahimovic, e che in nazionale occupa il posto che un domani potrebbe essere di John.

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