martedì 21 ottobre 2014

L'Olanda ed i gol inaspettati


L'ADO Den Haag stenta a decollare, il Cambuur è la sorpresa di questo primo scorcio di Eredivisie. Entrambe sono accumunate da una cosa, l'aver rilanciato due bomber un po' persisi per strada.
Che, con i loro gol, potrebbero risistemare le cose.




Una partenza così stentata non se l'aspettava nessuno. O almeno, non all'Aia. L'ADO Den Haag ha vinto una sola partita fino ad oggi, e la tifoseria organizzata ha già iniziato a chiedere spiegazioni. Dopo la sconfitta brutale patita dal Vitesse (6-1), gli ultras gialloverdi hanno aspettato la squadra al suo ritorno assalendo il pullman che riportava i giocatori a casa. Uscire da questa situazione potrebbe essere complicato, soprattutto perchè nessuno si immaginava una stagione di sofferenza; così al Den Haag puntano forte sui gol di Michiel Kramer, centravanti che le sue movenze ricorda molto un Pellè più grezzo, autore fino ad oggi di sette gol sui dodici totali segnati dalla squadra. Kramer è sicuramente diventato un fattore per il tecnico Fraser, ormai avvinghiato all'ultimo appiglio possibile per la risalita. Classe 1988, Kramer fino a qualche anno fa era designato come uno degli astri nascenti del calcio olandese, salvo poi essere fermato da diversi infortuni complicati da risolvere. Cresciuto nelle giovanili del NAC Breda, è poi passato al Volendam nel 2009 fermandosi nel Waterland per ben sei stagioni, l'ultima delle quali ha rappresentato la sua esplosione (22 gol e promozione fallita ai playoff). Il passaggio al piano di sopra era scontato, così dopo aber rifiutato Groningen e Twente ("Volevo salire di categoria per giocare", farà sapere in seguito), decide che l'ADO è il club ideale. Si gioca per la salvezza, ma il minutaggio non dovrebbe essere in discussione. Infatti per Kramer arrivano 26 gettoni di presenza, conditi da molto lavoro di sponda per i compagni e 7 reti. Le stesse messe a segno in queste nove partite di campionato, nelle quali ha fatto vedere numeri importanti sotto porta, come quelli che lo avevano lanciato ai tempi del Volendam. Centravanti vecchio stile, con i suoi 196 centimetri è il punto di riferimento di un reparto abulico nei numeri, che da solo sta cercando di tenere su. Se è vero che la classifica oggi piange, è altresì certificato che - se Kramer continua a viaggiare su certe medie realizzative - una grossa fetta di salvezza potrebbe arrivare dai suoi piedi.


Quattro vittorie, altrettanti pareggi ed un solo inopinato stop. E' lo score incredibile del neopromosso Cambuur, che oltre ad aver allestito una squadra interessante, ha pescato il jolly addirittra a parametro zero. Bartolomew Ogbeche è il volto di questa compagine: sei reti totali fino ad oggi, molto movimento per i suoi compagni, e soprattutto una gratifica da parte della critica, che ormai lo additava solo come ex ragazzo prodigio. Infatti Ogbeche, nato a Lagos (Nigeria) nel 1984, da ragazzino faceva faville spaccando le porte con le varie nazionali giovanili e imponendosi nel vivaio del PSG, che per portarlo in Francia dovette battere la concorrenza importante di Real Madrid e Barcellona. Dopo l'esordio in Ligue 1 a 17 anni, la carriera di "Bart" (come lo chiamano adesso i compagni, facendo riferimento alla passione per i Simpson del ragazzo) è diventata una perenne parabola discendente, che lo ha portato a diventare un autentico giramondo. Il PSG lo presta prima al Bastia e poi al Metz, ma i colpi di testa fuori dal campo costringono i parigini a liberarsene per mandarlo negli Emirati. Dopo l'avventura all'Al Jazira, arriva la chiamata dell'Alaves che dà inizio ad un lustro "spagnolo", nel quale Ogbeche veste anche le maglie di Valladolid, Cadiz e Xerez, con in mezzo una fallimentare avventura al Middlesbrough. Lo scorso anno arriva la chiamata del Cambuur, che lo tessera da svincolato e lo firma per un solo anno, in cui però molti infortuni lo limitano, portando la società di Leeuwarden a non confermarlo. Fino ai primi di settembre, quando il suo agente riceve la telefonata del club che pochi mesi prima lo aveva scaricato. Ogbeche conosce l'ambiente, e decide di accettare la sfida, per ora ampiamente positiva. Questa stagione è iniziata alla grande, tanto che l'attaccante nigeriano è uno dei più prolifici in Europa. Il segreto? Poca pressione, come lui stesso ha confidato a Voetbal poche settimane fa: "Quando sono tornato qui sapevo che i tifosi non erano convinti. Era un'occasione per farli ricredere, e tutti insieme arriveremo a grandi traguardi".

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