giovedì 2 marzo 2017

Il calcio del futuro



MLS = futuro. Titolava così lo speciale del New York Times dedicato alla nuova stagione calcistica statunitense. Il futuro del calcio americano pare aver imboccato definitivamente la strada giusta per consacrarsi. Ci andrà ancora un po' di tempo, ma il trend intrapreso negli ultimi anni fa ben sperare: la Major League Soccer sta sbocciando.


Don Garber, numero uno della federazione, è l'artefice di questa crescita esponenziale.

Arrivato dal mondo NFL, Garber ha cercato di riproporre sin dall'inizio il modello sportivo americano anche nel calcio. La MLS era reduce da una fase di stallo potenzialmente pericolosa quando, nel 1999, l'attuale commissioner salì in carica al posto di Doug Logan. Tre anni dopo il campionato toccò i minimi storici, con sole dieci squadre al via: "Una situazione che paradossalmente ci è servita - ha detto recentemente Garber al Times - da lì abbiamo capito che si poteva solo migliorare e abbiamo lavorato di conseguenza".

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: seconda lega dell'intero continente americano per valore delle rose dopo il Messico, ottimi introiti da sponsor e diritti tv (anche qui dopo i vicini messicani, che però meriterebbero un capitolo a parte quando si parla di televisioni) oltre - soprattutto - ad una ritrovata appetibilità della lega, oggi trasmessa con regolarità anche in Europa, Asia, Oceania, Africa (dove recentemente Fox Sport ha comprato i diritti) ed America Latina. Secondo l'autorevole rivista Forbes, il valore delle squadre cresce ininterrottamente da un decennio attestandosi attualmente sui 185 milioni di dollari medi.

Numeri importanti, che fanno gol a molti. A riprova di ciò vi è l'enorme domanda per entrare a far parte del meccanismo MLS: quest'anno le squadre al via saranno 22, ma diventeranno 26 entro il 2020 e successivamente almeno 28.

Le new entry di quest'anno sono i Minnesota United ma soprattutto Atlanta, franchigia con a capo Arthur Blank, co-fondatore degli Atlanta Falcons. Il progetto nato in Georgia sembra molto interessante e ambizioso sia dal punto di vista tecnico che strutturale. Come main sponsor è infatti sceso in campo Mercedes, attualmente impegnato a costruire lo stadio della squadra - il futuro Mercedes-Benz Stadium, un gioiellino futuristico da 40 mila posti - che sarà pronto entro la fine del 2017. 

Per il campo invece si è costruita una rosa da zero. E che rosa.

Ad allenare la squadra è stato chiamato Gerardo Martino. El Tata non ha avuto dubbi nell'accettare l'incarico, ingolosito anche dal fatto di essere coinvolto in prima persona sulla campagna acquisti. La squadra costruita è di assoluto spessore, con ottimi giocatori per ogni reparto, tanto che secondo le cifre calcolate dal sito Transfermarkt Atlanta si proietta subito al terzo posto come valore assoluto della rosa (dopo Toronto e Los Angeles Galaxy). 

Per la difesa è stato preso Leandro Gonzalez Pirez, ex centrale del River Plate, che con Parkhurst, Garza e Mears dovrebbe andare a comporre una linea difensiva di tutto rispetto. In mezzo è arrivato l'ex atalantino Carmona a cui si aggiunge Miguel Almiron, vero colpo di mercato perché cercato con insistenza anche in Europa. Possibilità d'oro davanti per Josef Martinez, in cerca di rilancio, Héctor Villalba e per il veterano Kenwyne Jones.

Davanti a tutti però partono sempre i Seattle Sounders, campioni in carica. All'ombra dello Space Needle Brian Schmetzer è stato promosso a head coach, dopo aver preso il posto dell'esonerato Sigi Schmid nel mese di novembre. Le porte girevoli hanno coinvolto diversi giocatori, ma non Nicolas Lodeiro, mvp della stagione scorsa e una delle stelle di questa MLS.

Spodestare i Sounders (che recuperano Clint Dempsey dal terribile infortunio patito durante la scorsa stagione) sarà complicato, ma è la missione principale di almeno tre squadre: Toronto, Los Angeles Galaxy e New York Red Bull, con Portland e Orlando ad interpretare il ruolo di outsiders pericolose. Tutte squadre in cui, non a caso, giocano i potenziali protagonisti di questa ventiduesima edizione di MLS: da Kakà a Giovani Dos Santos, passando ovviamente per Sebastian Giovinco.

Giovinco, in MLS, ha trovato la sua dimensione e oggi rappresenta uno dei motivi per seguire il campionato.

Le sue giocate accendono le serate americane da un biennio, e i numeri della Formica Atomica parlano chiaro: 35 presenze, 23 gol e 16 assist nella stagione 2015, migliorati nell'annata successiva con 37 presenze, 22 gol e 18 assist. In mezzo a tutto ciò anche diversi premi individuali, che lo portano ad entrare di diritto nella categoria dei giocatori più decisivi della lega.

Una lega sempre più seguita, come testimoniano i dati raccolti nelle ultime stagioni: nel 2016, gli stadi della MLS hanno fatto registrare una media di 21692 spettatori, e non è un caso che nella top 10 delle partite più viste allo stadio siano presenti per ben otto volte i Sounders (anche se il primato rimane ad Orlando, che il 6 marzo 2016 ha sfondato il tetto dei 60000 nel match casalingo contro il Real Salt Lake City). Stadi che, ovviamente, sono diventati esclusivamente di proprietà dopo un processo durato anni, ma rivelatosi a posteriori proficuo.

La nuova via intrapresa recentemente ha portato i club a valorizzare giovani locali o comprare dall'estero seguendo una logica, che non è più quella del nome famoso fine a sé stesso. E' su queste basi che la MLS rappresenta un progetto ambizioso. Basi imperniate sul pragmatismo, completamente differenti da quelle su cui siamo abituati a ragionare in Europa. Questo metodo qui può funzionare, soprattutto se Garber dovesse continuare il suo metodico lavoro al comando di una federazione che - fino a qualche anno fa - sembrava compromessa.

Sabato sera si riparte. Buon divertimento.

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