martedì 6 giugno 2017

Mali estremi



Mentre il Mondiale under 20 è quasi giunto al passo d'addio, c'è un'altra manifestazione iridata in via di composizione proprio in questi giorni. Si tratta della FIFA World Cup under 17, torneo che si terrà in autunno nell'affascinante scenario dell'India, una terra che in questi
ultimi anni sta riscoprendo una vera e propria passione per il calcio.

Il Mondiale under 17 è da sempre fucina di talenti in erba. Negli ultimi vent'anni hanno calcato questa scena giocatori di altissimo talento come Toni Kroos, Landon Donovan e Cesc Fabregas. L'ultimo, in ordine cronologico, è stato Kelechi Iheanacho, capocannoniere nell'edizione di quattro anni fa.

Al sorteggio che si terrà il 7 luglio in quel di Mumbai mancavano solo le rappresentanti africane.

La Coppa d'Africa conclusasi una settimana fa in Gabon ci ha regalato la straordinaria doppietta del Mali, che dopo l'edizione del 2015 vinta in Niger, ha bissato il successo quest'anno, confermandosi come una delle realtà più interessanti del panorama africano. La vittoria arrivata in finale contro il Ghana è stata costruita piano piano, passo dopo passo; Les Aiglettes hanno vinto il proprio girone, arrivando davanti a Niger, Tanzania ed Angola, avendo poi la meglio in semifinale contro un'ostica Guinea, battuta solo ai rigori.

La finale contro il Ghana è stata anche la gara più bella del torneo, giocata probabilmente dalle due compagini più forti; a prevalere, grazie ad un gol segnato a metà del primo tempo da Seme Camara, è il Mali, che ha suggellato con questo trionfo un percorso quasi netto.


Il successo del Mali parte però da lontano. A spiegarlo è il ct fresco campione d'Africa, Jonas Komla.

"In Mali c'è sempre stata tradizione a livello giovanile - ha spiegato il tecnico - da tanti anni la federazione cerca di mettere i vivai al centro di tutto".

Ed in effetti i risultati sono sempre arrivati con costanza: prima della doppia vittoria nell'ultimo biennio, il Mali si era già portato a casa un secondo, due terzi ed un quarto posto. Komla si è presentato in Gabon con una squadra completamente formata nel paese di origine, permettendosi due sole eccezioni. Si tratta di Seybou Senou e Sibiry Keita, tesserati dall'Aspyre Academy del Qatar, una delle tante società che preleva giovani africani con il fine di naturalizzarne il più possibile.

Il blocco centrale proviene invece dalla capitale, con una forte rappresentanza portata da Real Bamako e AS Bamako, le due realtà più solide del paese. Grazie a loro siamo riusciti ad ammirare due tra i giocatori più decisivi del torneo, Fode Konate e Mohammed Camara; entrambi difensori centrali, hanno di fatto contribuito in maniera decisiva al trionfo finale, blindando quella che si è dimostrata la miglior retroguardia del torneo. Dopo le prime partite però Camara è stato spostato a metà campo per fare spazio Mamadi Fofana, centrale dell'FC Diarra molto fisico e già sotto la lente di ingrandimento per quanto riguarda il mercato. 


Camara, che pur essendo un classe 2000 gioca titolare nel Real Bamako, ha impattato benissimo anche da mediano, dove oltre al fattore fisico ha fatto valere anche la sua tecnica in impostazione. 

Davanti alla difesa ha retto benissimo il 4-3-3 che Komla ha deciso di cucire addosso alla squadra; il tridente offensivo, molto veloce, ha creato diversi grattacapi alle avversarie, tanto che anche il Ghana - in finale - ha avuto diversi problemi ad arginare la continua ricerca del gioco palla a terra dei futuri campioni. Hadji Dramè (Yelen Olimpique) è stato un fattore anche in chiave realizzativa: con tre reti segnate, il sedicenne attaccante esterno si è imposto come miglior marcatore della sua squadra. Tra gli "Eroi di Libreville" - come ha titolato il sito sportivo Maliactu il giorno successivo alla vittoria - c'è anche Youssuf Koita, portiere de Les Aiglettes decisivo in semifinale contro la Guinea con tre rigori parati.

In Gabon si sono messi in mostra diversi talenti interessanti, molti dei quali ci ritroveremo in India ad ottobre. Bomber del torneo si è laureato Djibril Tourè (CEFOMIG), guineano nato addirittura nel 2002.



Tra gli Elefanti vanno segnalati anche altri due ragazzi di cui potremo sentir presto parlare: Elhadji Bah, centrocampista offensivo dell'Espérence Kaloum, e Mohamed Cherìf Camara, centrale difensivo in forza all'Acadèmie St.Marie. Eric Ayiah (Charity FC), Ibrahim Sulley (New Life), il fantasista Emmanuel Toku (Cheetah FC) ed il difensore Najeeb Yakubu (New town Youth FC) sono invece le punte di diamante proposte dal Ghana, secondo ma qualitativamente superiore alle altre nazionali che rappresenteranno l'Africa al mondiale under 20. Tra queste ci sarà anche il Niger, arrivato quarto: nonostante la pessima situazione del paese, la compagine diretta da Hamidou Haruna ha avuto la meglio su Angola e Tanzania, strappando il pass per l'India tra la sorpresa generale.

Dare un giudizio complessivo sulla Coppa d'Africa, di qualunque categoria si parli, rimane un esercizio molto complicato. La disorganizzazione regna sovrana: se in Zambia, in occasione della CAF under 20, alcuni giornalisti erano stati sistemati davanti ad un palo che impediva la visione della finale, a Libreville la stampa è stata fatta entrare dall'ingresso sbagliato. Conseguenze? Niente internet, niente prese elettriche e visibilità ridotta.

Nulla comunque che i social non abbiano catturato in tempo reale. Già, i social: quasi un paradosso per un continente in cui internet spesso viene negato ai popoli, negando loro quella visibilità di cui avrebbero bisogno per sperare in un mondo migliore. 

Una speranza che il calcio, per fortuna, continuerà ad alimentare.


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