tag:blogger.com,1999:blog-84527853218053350022024-02-22T17:08:50.331+01:00.Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.comBlogger927125tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-89907733799805566882019-05-15T20:26:00.002+02:002019-05-15T20:26:56.451+02:00È tornato il San Paolo?<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs-0z1PIK5C_WloBDU9yZOkJeJTHOka0ybv0a2yUxTnwSf0DbFKS7zt4HgyVcHo-0o1BVd7M214_W1UJDr9pgpn7YAI_6GNCfei7TPEkOHgx8NI_onbpniN30rlCW0j9-vHU-YsJqAW0M/s1600/sp.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs-0z1PIK5C_WloBDU9yZOkJeJTHOka0ybv0a2yUxTnwSf0DbFKS7zt4HgyVcHo-0o1BVd7M214_W1UJDr9pgpn7YAI_6GNCfei7TPEkOHgx8NI_onbpniN30rlCW0j9-vHU-YsJqAW0M/s400/sp.jpeg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;"><i>I giocatori del San Paolo festeggiano un gol</i></span></td></tr>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In Brasile c'è una grande che sta provando a ritornare... grande. Le ultime stagioni del San Paolo non sono state delle migliori: il club paulista ha passato tre anni di debilitante recessione dovuta a una situazione societaria abbastanza complicata, soprattutto dal punto di vista economico. Qual è la novità, direte voi? Nessuna, se contestualizziamo il tutto al modus operandi sudamericano, troppo spesso volto al tirare a campare puntando esclusivamente sugli inesauribili vivai che, anche in tempi di carestia, producono talenti a profusione. In casa del <i>Tricolor </i>però le difficoltà si sono acutizzate maggiormente, esondando e prendendo la forma di seri problemi in particolare negli ultimi sei mesi, come testimonia in pieno la grossa confusione della dirigenza nello scegliere un tecnico al quale affidare un vero progetto di ripartenza.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A fine 2018 il San Paolo si leccava le ferite e piangeva per un quinto posto nel Brasileirão che è valso sì la qualificazione alla Copa Libertadores attuale, ma solo partendo dalla fase a gironi. Proprio sul più bello la squadra si è sfaldata, non riuscendo a dare l'affondo decisivo in una rimonta al quarto posto nella quale, durante gli ultimi mesi di campionato, la compagine paulista aveva recuperato parecchie posizioni fino ad arrivare a soli tre punti dal Gremio. La rincorsa alla fase a gruppi del più importante torneo continentale per club portava il volto di André Jardine, 39enne tecnico di Porto Alegre che al San Paolo ha speso tutta la (breve) carriera di formatore per giovani. A fine ottobre Jardine si è trovato catapultato tra i grandi per condurre la nave in porto: in due mesi la squadra ha reagito bene al periodo di crisi che stava attraversando prima del suo arrivo, un cambiamento che ha portato un impatto decisivo a tal punto da permettergli di conservare la panchina anche in vista della nuova stagione.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A distanza di pochi mesi però Jardine è solo un lontano ricordo: il classe 1979 adesso è finito a lavorare in federazione e sulla panchina del <i>Tricolor Paulista</i> siede Cuca, allenatore esperto e - giudicando a posteriori - il classico uomo giusto al momento giusto. Gli ultimi mesi del San Paolo sono fatti di intrecci, poche certezze e tanta confusione: dopo tre anni di assenza la squadra era nuovamente riuscita a tornare in quella Libertadores dalla quale mancava dal 2016, ovvero dalla maledetta <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Ceczm69CU_w" target="_blank">semifinale persa</a> contro i futuri campioni dell'Atletico Nacional.</span><br />
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/nJErxNtGcpI" width="480"></iframe><br /></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La doppia sfida contro il Talleres sembrava un impegno abbastanza abbordabile, invece i brasiliani si sono prima sgretolati nell'inferno di Cordoba, dove hanno subito un 2-0 fin troppo stretto in paragone alle occasioni create dagli argentini, per poi non riuscire a segnare nemmeno un gol davanti al popolo del Morumbi. L'eliminazione è costata l'incarico all'ex tecnico e, dopo un interregno di Vagner Mancini, la società ha finalmente convinto Cuca ad accettare l'incarico. Tutta questa disastrosa cronistoria oggi fa un po' sorridere, soprattutto se si va a guardare l'attuale classifica del Brasileirão, dove il San Paolo fa capolino in cima e si candida per essere una delle <i>underdog </i>del campionato.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Cuca, rientrato dopo uno <a href="https://www.lance.com.br/sao-paulo/cuca-opcao-para-lugar-jardine-mas-nao-tem-liberacao-medica.html" target="_blank">stop forzato</a> a causa di un'operazione al cuore, ha preso in mano il gruppo da meno di due mesi e ne ha già cambiato completamente volto e prospettive future: dopo la <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Nd2tyTSzTfk" target="_blank">finale del Paulistão</a> persa sfortunatamente contro i rivali del Corinthians, il San Paolo ha finalmente cominciato a credere nei propri mezzi andando in campo per imporre il proprio gioco senza speculare troppo sui risultati, cosa che aveva contrassegnato tutte le ultime gestioni tecniche. Merito, soprattutto, di un manico che ha normalizzato l'ambiente e caricato la squadra in modo positivo, andando a toccare i tasti giusti e sfruttando i tanti giovani saliti in prima squadra dalla selezione under 20. Campione continentale nel 2013 <a href="https://www.youtube.com/watch?v=b8ftAL1wTfs" target="_blank">con l'Atletico Mineiro</a>, l'ex allenatore del <i>Galo </i>è uno dei professionisti più preparati di tutto il Sudamerica, propone un calcio improntato principalmente sul possesso palla e sulle verticalizzazioni volto sempre a privilegiare i piedi buoni. Per questo in poco tempo il San Paolo è definitivamente sbocciato: dopo aver provato a variare più moduli, la squadra aveva bisogno delle certezze che Cuca gli ha saputo prontamente dare. In campo adesso si segue il 4-3-3 come filone principale di un modulo che già nel 2016, quando il tecnico vinse il campionato alla guida del Palmeiras, aveva ampiamente dato i propri frutti.</span><br />
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/zwTUVDgHT2Q" width="480"></iframe><br /></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se al centro del suo Verdão c'è sempre stato Zé Roberto, oggi tempi e ritmi di gioco li detta Hernanes, uno dei giocatori che ha più beneficiato dell'approdo di Cuca al <i>Tricolor</i>. L'ex centrocampista di Lazio, Inter e Juventus è rientrato dalla Cina lo scorso anno per terminare una carriera che lo ha sempre tratteggiato un po' come un perenne equivoco tattico. Regista basso o trequartista? In molti se lo sono chiesti, ma la risposta esatta pare essere - come accade in molti casi - la più semplice: non essendo un elemento particolarmente rapido, va messo nelle condizioni <a href="https://www.youtube.com/watch?v=9Q1BkiFoNW8" target="_blank">di giocare più con la testa che con i piedi</a>. La prima cosa fatta dall'allenatore è stata quindi quella di cucirgli intorno un abito tattico in grado di metterlo a suo agio, in cui gli sono stati affiancati un mastino come Hudson e l'eclettico Tché-Tché, due profili più di quantità che di qualità che fanno parte di un reparto dove le soluzioni sono sempre tante. Hernanes negli ultimi tempi è partito spesso in panchina a causa dei postumi di un infortunio abbastanza noioso, ma più volte Cuca ha speso parole di elogio per lui. La società ha condotto una campagna acquisti finalmente sensata e mirata a migliorare il valore della rosa.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Solo negli ultimi mesi, <a href="https://www.transfermarkt.it/fc-sao-paulo/startseite/verein/585/saison_id/2018" target="_blank">secondo Transfermarkt</a>, la dirigenza ha speso l'equivalente di 15 milioni di euro per portare al Morumbi gente di spessore assoluto, in grado di alzare il tasso tecnico della squadra. Per esempio, oltre ai 8 milioni investiti per i già citati Hernanes e Tché-Tché, nella metropoli brasiliana sono arrivati anche l'esperto portiere Tiago Volpi, il jolly di centrocampo Vitor Bueno e una coppia di attaccanti di primissimo livello come Alexandre Pato e il classe 1992 Pablo, ex Atletico-PR e giocatore più pagato in questa sessione di mercato. La cosa paradossale è che, per vari motivi, il <i>Papero </i>si è visto solo per una manciata di spezzoni mentre il secondo è fermo ai box, bloccato da problemi fisici che hanno aperto la strada alle tante stelline lanciate ultimamente dal settore giovanile paulista.</span><br />
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/PwlTiQv5seM" width="480"></iframe><br /></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Uno di questi è Jonas Toró, mancino terribile che di recente ha fatto parte della spedizione brasiliana al Sudamericano sub'20: classe 1999, ama partire largo a sinistra per ubriacare di finte e dribbling il diretto avversario, spesso creando la superiorità numerica. Di un anno più giovane è Antony, 2000 fresco fresco di esordio in prima squadra, esterno destro brevilineo con una tecnica di base decisamente invidiabile. Della categoria nuove proposte fanno parte anche il centrale Walce (1999), la punta centrale Brenner (2000) e il mediano Luan (1999), oltre ovviamente al più sponsorizzato 21enne <a href="https://www.youtube.com/watch?v=JcYYRsdGQ58" target="_blank">Liziero</a>, capace di giostrare in più zone centrali del campo.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un discorso a parte lo merita Igor Gomes, trequartista che di anni ne ha appena compiuti 20 e viene usato da Cuca come prima alternativa quando la squadra passa al 4-2-3-1. Gomes, grazie alle prestazioni messe in campo durante il Paulistão, ha tolto il posto a un'istituzione come Nené, strappato lo scorso anno al Vasco da Gama non senza polemiche. Rosa profonda, si diceva, che Cuca sta cercando di ruotare il più possibile, basti pensare che nelle prime partite del nuovo campionato sono già 18 i calciatori scesi almeno una volta in campo. Ora bisognerà capire quali prospettive possa avere il San Paolo sul lungo periodo, una vera e propria incognita perché in Sudamerica gli scenari - soprattutto causa mercato - possono cambiare facilmente. Nel frattempo però la squadra sembra essere tornata a buoni livelli: l'obiettivo è quello di centrare un'altra qualificazione alla prossima Libertadores, con Cuca come architetto per ricostruirsi nuovamente un'identità, la cui perdita ha portato il <i>Tricolor </i>a essere messo in ombra dalle tre rivali cittadine.</span>Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-58003651874712664752019-02-23T11:12:00.001+01:002019-05-16T16:33:37.060+02:00Dieci cose che non sai sul Clásico di Avellaneda<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP2250tFboDYgDoT2NewVLKU9iQ2A4wLyYML9Gica4WKoyf2ZRIxGrlLydn_P_NvpZTvgLfaaOKdDoJOEgNdgV93xyYBg5XLmes53rMLuxfKlgtHce1W4cMVsxbf5_LTHdmHMLvwdpQfU/s1600/clasico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP2250tFboDYgDoT2NewVLKU9iQ2A4wLyYML9Gica4WKoyf2ZRIxGrlLydn_P_NvpZTvgLfaaOKdDoJOEgNdgV93xyYBg5XLmes53rMLuxfKlgtHce1W4cMVsxbf5_LTHdmHMLvwdpQfU/s400/clasico.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: xx-small;">Independiente - Racing: una sfida lunga più di un secolo</span></i></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il <i>Clásico </i>di Avellaneda numero 224 mette di fronte due squadre con ancora tante ambizioni di classifica. L'Independiente in campionato è appena rientrato in zona Copa Sudamericana, ma la classifica è talmente corta che in queste ultime giornate il <i>Diablo </i>può ragionevolmente ambire a tornare in lotta per una clamorosa qualificazione in Copa Libertadores. Il Racing, invece, si sta giocando il titolo con il Defensa y Justicia: per l'<i>Academia </i>questo derby è quasi decisivo, soprattutto perché la squadra di Coudet ci arriva in forma smagliante grazie alle cinque vittorie ottenute nelle ultime sei partite.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A livello di campo il <i>Rojo </i>ha cambiato tanto: l'ultima sessione di calciomercato ha portato nella parte rossa di Avellaneda gente di spessore assoluto come Cecilio Dominguez e Pablo Pérez, due pezzi da novanta che hanno rinforzato ulteriormente la rosa già in possesso di Ariel Holan. Il Racing, che la scorsa estate ha perso Lautaro Martinez, ha invece confermato tutto il gruppo sul quale il <i>Chacho </i>sta puntando per arrivare a vincere il titolo. Negli ultimi giorni è scoppiata la grana legata a Ricardo Centurion, ora vicino alla cessione al Godoy Cruz. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le due squadre alla vigilia hanno deciso di tenere assieme le conferenze stampa, soprattutto per stemperare gli animi che da sempre avvolgono questa partita. Nonostante ciò, non sono mancate le punzecchiature tra allenatori e capitani. L'impressione è che questo match, oltre all'importanza extracampo, rappresenti un viatico decisivo per entrambe. Sia Holan che Coudet si presentano in formazione tipo, con il <i>Diablo </i>che conferma il suo 4-3-3 improntato unicamente sulla ricerca della verticalità e sulla velocità dei suoi interpreti. L'<i>Academia</i> invece ripresenta il 4-1-3-2, in cui molto probabilmente sarà Dario Cvitanich ad affiancare Lisandro Lopez in attacco.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><span style="color: yellow;">| 10 COSE CHE NON SAI SUL CLASICO DI AVELLANEDA |</span></b></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Z_G_Q642I9bNsWtlva-1NJu_0O_mwrsPw5WKfuOE60Px6h0Kvrs1Ohv84cGFVmu34BlK460a9ImrfD3HeEwZRIev_D1MU_PIKIYt4LTN8OZXFKJ49kJksnWJJnOC_oXYF6EzhyphenhyphenYuDPo/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Z_G_Q642I9bNsWtlva-1NJu_0O_mwrsPw5WKfuOE60Px6h0Kvrs1Ohv84cGFVmu34BlK460a9ImrfD3HeEwZRIev_D1MU_PIKIYt4LTN8OZXFKJ49kJksnWJJnOC_oXYF6EzhyphenhyphenYuDPo/s400/1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Il primo Clasico di Avellaneda</i></span></td></tr>
</tbody></table>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>LA "PRIMA" ASSOLUTA</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La storia del <i>cl</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>á</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>sico de barrio</i> più grande del mondo è cominciata 110 anni fa, quando l'Independiente vinse 3-2 contro il Racing al termine di una partita molto nervosa, valevole per la terza divisione della Asociacion Argentina. Il grande protagonista della serata fu Rosendo Degiorgi, centravanti e goleador del <i>Diablo Rojo</i>, oltre a essere uno dei fondatori della istituzione sportiva ufficialmente avvenuta nel 1905.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>LA PARTITA CON PIU' GOL</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">il 27 settembre 1931 si giocò il <i>Cl</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>á</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>sico </i>di Avellaneda con più gol in assoluto. A vincerlo fu il Racing, che si impose sui rivali cittadini con un pirotecnico 7-4. Undici reti in novanta minuti non si vedranno mai più nella storia di questa partita: in quell'occasione il bomber Del Giudice fu il mattatore della partita grazie a una tripletta, alla quale seguirono la doppietta di Mellone e le reti di Fassora e De Vicenzi. Per l'Independiente segnarono Seoane, Porta, Cherro e Bertinoti.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>I MASSIMI GOLEADOR</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'Independiente è la squadra che ha avuto l'onore di annoverare tra le proprie fila il grande Arsenio Erico. L'attaccante paraguayano è il record man di gol segnati in questa stracittadina, con 19 delle 302 realizzazioni in maglia rossa. Per l'<i>Academia </i>invece è Llamil Simes, con 8 gol, il miglior marcatore storico del <i>Cl</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>á</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>sico</i>: la differenza con i numeri di Erico è abbastanza rimarcata, ma il Saltarin è ancora oggi uno dei maggiori realizzatori di sempre del calcio sudamericano.</span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPfurJDfKy8J12N2xMSb0YRIrL530gY-59IxkUJcxRIIDRTlTF3emFYSIXooDIRVXPjGQCidOakchR0S7P2VhgBMVVOzPNIcNyYeDoxumb6lpFPDFWdXc6O2sL7kXZFsQbYoPI4cdDy4U/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPfurJDfKy8J12N2xMSb0YRIrL530gY-59IxkUJcxRIIDRTlTF3emFYSIXooDIRVXPjGQCidOakchR0S7P2VhgBMVVOzPNIcNyYeDoxumb6lpFPDFWdXc6O2sL7kXZFsQbYoPI4cdDy4U/s400/2.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Arsenio Erico e Llamil Simes</span></i></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>LA GOLEADA DEI RECORD</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La maggior goleada in un <i>Cl</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>á</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>sico </i>arrivò nel 1940, quando il <i>Rojo </i>spazzò via i rivali con un rotondo 7-0. La curiosità sta però in un altro fattore: questo risultato non solo è un record per la sfida di Avellaneda, ma è il risultato più largo della storia di tutti i derby argentini. L'Independiente di quegli anni è stata una delle squadre più influenti del calcio latinoamericano. E, viste certe prestazioni, non stentiamo a crederlo.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>ARBITRI PROTAGONISTI</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Durante un derby molto teso giocato nel 1961 i giocatori decisero di inscenare una vera e propria guerra in campo. Dopo l'ennesimo contatto mirato a spezzare il gioco cominciarono a volare calci e pugni tra le due fazioni, con l'arbitro che - una volta riportata la calma - tirò fuori quattro cartellini rossi contemporaneamente. Quattro anni più tardi il signor Dellacasa regalò due rigori all'Independiente permettendo al <i>Diablo </i>di pareggiare la partita: le proteste dei giocatori del Racing costarono cinque espulsi, col <i>Rojo </i>che a quel punto vinse il match a tavolino.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>IL TRIONFO AL CILINDRO</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il Racing non ha mai potuto festeggiare un titolo all'<i>Estadio Libertadores de America</i>. Lo stesso non si può dire dell'Independiente, che al <i>Cilindro </i>ha invece vinto un derby decisivo per la conquista del campionato 1970. Il 3-2 che il <i>Diablo </i>rifilò a domicilio all'<i>Academia</i> fu una grande festa, simile a quella del 1984 quando, sempre in casa del Racing, l'Independiente vinse 2-0 e spedì i rivali cittadini in seconda divisione.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiEINxXIv2N-K-I1gkGoRHd6tNieL_mxc3papKD0z99dCogW_7wRGHgtm6ePOII9iRTe6bARx994JIWpUYjaxqXKeCdt6_wlD1rg_Ik2nl89TVeoozr5-o9bIoQGy4HTYaDalcWuzGlg0/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiEINxXIv2N-K-I1gkGoRHd6tNieL_mxc3papKD0z99dCogW_7wRGHgtm6ePOII9iRTe6bARx994JIWpUYjaxqXKeCdt6_wlD1rg_Ik2nl89TVeoozr5-o9bIoQGy4HTYaDalcWuzGlg0/s400/3.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Racing - Independiente, 1983</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>STRISCE INVINCIBILI</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nella storia l'Independiente vanta il maggior numero di partite vinte consecutivamente contro il Racing (5) e la striscia di imbattibilità casalinga più lunga (11). Dall'altra parte invece l'<i>Academia</i> è rimasta imbattuta ininterrottamente dal 1984 al 1994, dove è riuscita a portarsi a casa 4 derby pareggiandone la bellezza di 12. Quest'ultimo dato è significativo del periodo in cui è maturato, quando le due squadre qualitativamente si equivalevano abbastanza.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>LA GUERRA TRA FRATELLI</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Diego Milito è stata una gloria del Racing. Nelle vene del fratello Gabriel invece scorre sangue del <i>Diablo</i>. Durante un <i>Cl</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>á</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>sico </i>valido per il Clausura del 2003, con gli <i>albiazules </i>avanti per 1-0, <i>Gaby </i>fermò Diego lanciato a rete con un bruttissimo intervento da dietro. I due si misero le mani addosso e l'ex centravanti dell'Inter chiese addirittura l'espulsione del capelluto difensore, con l'arbitro che faticò a riportare la calma in campo.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_fNLKrlgfOreOh2Sm7wsLMpWGza9yCNNW6vIIXS2y8zfbDp6cZS8YU1DpukGmzPJjfCsVrg-OS3hY4q5d5gcOLX2mKtveK2XNOkNoF0Ym__hUwbksT7HIPbYK2h_vCA9EqfD9z5199IQ/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_fNLKrlgfOreOh2Sm7wsLMpWGza9yCNNW6vIIXS2y8zfbDp6cZS8YU1DpukGmzPJjfCsVrg-OS3hY4q5d5gcOLX2mKtveK2XNOkNoF0Ym__hUwbksT7HIPbYK2h_vCA9EqfD9z5199IQ/s400/4.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>I due impianti cittadini: distano solo 300 metri tra loro</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>UNA RIVALITA' LUNGA 300 METRI</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È questa la distanza che separa i due stadi di Avellaneda. Da una parte c'è il <i>Libertadores de America</i>, l'impianto che ospita le partite del <i>Rey de Copas</i> (l'Independiente è la squadra che ha vinto più Libertadores di tutti), recentemente riammodernato secondo il sistema inglese grazie alle cessioni del <i>Kun </i>Aguero e di German Denis. Dall'altra invece troviamo il <i>Juan Domingo Peron</i>, meglio conosciuto come <i>Cilindro </i>per la sua forma circolare. Al suo interno ci potete trovare a fare il tifo una delle <i>barras </i>più calde del mondo, la celebre <i>Guardia Imperial</i>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>DERBY MONDIALE</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La rivista <i>World Soccer</i> ha inserito Independiente - Racing nella classifica dei derby più caldi del mondo. <i>Four-four-two</i> invece gli ha assegnato il quindicesimo posto nella graduatoria riservata alle partite più importanti del mondo. Per quanto riguarda l'Argentina, il <i>Cl</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>á</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>sico </i>di Avellaneda è secondo solo a River Plate - Boca Juniors, ma precede Rosario Central - Newell's Old Boys, Estudiantes - Gimnasia La Plata, Lanus - Banfield e San Lorenzo - Huracan.</span>Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-7123888999290599452019-02-18T15:24:00.000+01:002019-02-18T15:25:54.485+01:00La caduta degli Dei<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiPsBpRhYZ8tnBMaiy9gaZoUBThGWSCuA2MKPGWbgQbl3PKLFz9Wz8H2mSekw0BDGkUmUao5x8V7XvyuTNThEQVoSudGkGo9qBdsZdrKP7snbFYsq0KddEiBBhN17mflVsR8Js573jBmk/s1600/bra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiPsBpRhYZ8tnBMaiy9gaZoUBThGWSCuA2MKPGWbgQbl3PKLFz9Wz8H2mSekw0BDGkUmUao5x8V7XvyuTNThEQVoSudGkGo9qBdsZdrKP7snbFYsq0KddEiBBhN17mflVsR8Js573jBmk/s400/bra.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>L'Amarelinha festeggia l'inutile vittoria contro l'Argentina</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A pochi giorni dalla fine del Sudamericano sub'20 una notizia ha scosso l'ambiente brasiliano: il talentino del Santos Rodrygo avrebbe affrontato l'intera <a href="https://www.foxsports.it/2019/02/16/calciomercato-caso-rodrygo-real-madrid-santos/" target="_blank">manifestazione da infortunato.</a> La colpa sarebbe da attribuire a un vecchio colpo a una spalla non curato a dovere, con il ragazzo che per non perdere la possibilità di giocare ha preferito non fermarsi e rischiare la puntuale ricaduta. Di tutto ciò erano informati Real Madrid, il nuovo club nel quale Rodrygo si trasferirà a partire dal prossimo mese di luglio, e la federazione brasiliana, che secondo le indiscrezioni trapelate dalla stampa locale avrebbe addirittura nascosto la cosa alla dirigenza del <i>Peixe </i>su pressione del Real Madrid.</span><br />
<a name='more'></a><br />
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Potrebbe essere questo uno dei tanti motivi alla base del fallimento del Brasile nella rassegna continentale cilena. La <i>Canarinha </i>ha superato a fatica la prima fase e, nell'esagonale finale, si è piazzata al quinto posto solo grazie all'ultima vittoria (inutile) nella partita contro l'Argentina. I ragazzi di Carlos Amadeu non sono riusciti a centrare nemmeno la qualificazione al prossimo Mondiale di categoria, in programma la prossima estate in Polonia. Un vizio che il Brasile, negli ultimi otto anni, sembra aver preso come abitudine: nelle quattro edizioni più recenti del Sudamericano di categoria, i verdeoro solo due volte hanno passato la prima fase e in un solo caso sono anche riusciti a qualificarsi per la rassegna iridata. Tutto ciò, va specificato, dopo essere stati presenti quindici volte consecutivamente. Per trovare un Brasile bello e vincente bisogna infatti tornare al 2011, quando a guidare l'<i>Amarelinha</i> c'era Neymar supportato da secondi violini di grandissimo spessore come Casemiro, Lucas Moura e Coutinho.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/rEtPYFn1d0I" width="480"></iframe></span><br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tempi lontani, insomma, soprattutto oggi che la qualità sembra non voler andare di pari passo con il semplice risultato sportivo. La spedizione in Cile ha certificato ancora una volta che mettere insieme tanti ottimi singoli non restituisce la certezza matematica di successo, soprattutto se alla viglia del torneo da Madrid ti fanno sapere che colui il quale avrebbe dovuto essere la stella della squadra - un "certo" Vinicius Junior - <a href="https://rpp.pe/futbol/futbol-mundial/brasil-vinicius-junior-no-ira-al-sudamericano-sub-20-tras-negativa-de-real-madrid-noticia-1169517" target="_blank">non può partire</a> perché il club lo ha ormai inserito stabilmente in prima squadra. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Così, durante la preparazione, Amadeu ha lavorato per cercare di trovare una chiave diversa nella proposizione di una squadra che si presentava al via con una prima linea di tutto rispetto, nonostante l'assenza dell'asso madridista. Eppure, per vari motivi, tutti hanno fallito: da Rodrygo, acciaccato e nervoso, che si è addirittura fatto espellere contro il Venezuela per condotta violenta fino a Lincoln, tutto l'attacco brasiliano ha giocato sotto tono, con il risultato finale che tutti conosciamo.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sensazione è che il ct non avesse bene in mente come giocarsi la competizione, attirando su di sé molte critiche da parte dei media locali. Prendendo spunto dal suo collega argentino Batista, che però aveva la scusa di essere subentrato in extremis senza poter fare la preparazione con la squadra, Amadeu ha cercato di cambiare vari interpreti da un match all'altro senza però riuscire a venirne a capo. Prova ne sia l'andamento globale, un cammino che ha visto il Brasile terminare con lo stesso numero (tre) di vittorie, pareggi e sconfitte: quella decisiva è arrivata alla terza giornata dell'esagonale contro l'Uruguay, ma quello che fa più male è senza dubbio il 2-0 incassato dal Venezuela, unica vittoria nella fase finale della <i>Vinotinto</i>. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/u8I6b6pp48w" width="480"></iframe></span><br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un vero peccato, perché il materiale per tornare a primeggiare nel continente sulla carta c'era. Il fatto però che a mettersi maggiormente in mostra in una squadra dalla spiccata vocazione offensiva siano stati un terzino destro e un mediano, forse, la dice ancora più lunga rispetto ai semplici risultati. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le brutte prestazioni del gruppo non hanno offuscato il talento di <a href="https://www.youtube.com/watch?v=0RPLZgfl-3U" target="_blank">Emerson </a>né quello di <a href="https://www.youtube.com/watch?v=skk1Lhh0gpA" target="_blank">Gabriel</a>, uniche due note liete di una <i>Canarinha </i>coralmente nulla. Il primo, terzino destro dalle spiccati doti di spinta, è il classico laterale destro capace più di offendere che di difendere. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pochi giorni fa è stato acquistato per 12 milioni di euro dal Barcellona, deciso a investire su questo prospetto che adesso passerà un anno e mezzo a crescere sotto le sapienti mani di Quique Setién sulla sponda biancoverde di Siviglia. Il secondo invece è un mediano appena promosso in prima squadra dal Palmeiras, sul quale è disposto a scommettere in prima persona Felipe Scolari. Due luci in mezzo a tante ombre, nel bel mezzo di un cielo in cui da troppo tempo non risplende più nulla. Chi si aspettava il ritorno in grande stile del Brasile ne sarà rimasto deluso: gli Dei, almeno per il momento, non meritano di riprendersi un posto nell'Olimpo del calcio giovanile.</span></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-20208350294651301102019-02-15T16:09:00.000+01:002019-02-15T16:09:31.387+01:00La perla messicana<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg5I-djlLokEfHkZmr6OvRivCc1Po4FfsCaD7Lz6xJFYo9ceVTSo4wYXwE6XwSdXTWS4K1rocdwksV-L01UqeLL8qeOGqz0OrSlU-xUPqox7XC8j5gameZuzJmKJodbAtHKMcKviNbCsw/s1600/LAINEZ.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg5I-djlLokEfHkZmr6OvRivCc1Po4FfsCaD7Lz6xJFYo9ceVTSo4wYXwE6XwSdXTWS4K1rocdwksV-L01UqeLL8qeOGqz0OrSlU-xUPqox7XC8j5gameZuzJmKJodbAtHKMcKviNbCsw/s320/LAINEZ.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Diego Lainez, messicano classe 2000 acquistato per 14 milioni di euro dal Betis</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da acquisto last minute del calciomercato invernale alla prima rete segnata all'ultimo secondo del suo esordio in Europa League. Non poteva cominciare meglio l'avventura europea di Diego Lainez, talento messicano che <a href="http://www.mediotiempo.com/futbol/liga-mx/lainez-venta-cara-historia-liga-mx-europa" target="_blank">il Betis ha portato in Spagna a gennaio</a>, strappato a suon di milioni al Club America dopo aver battuto la concorrenza dell'Ajax. Lainez è stato al centro di una vera e propria asta, con i biancoverdi che alla fine hanno avuto la meglio sui Lancieri. </span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">A vederlo muoversi in campo si capisce perfettamente il motivo per il quale gli andalusi cercavano Lainez con così tanta insistenza: il suo ingresso in campo a Rennes ha trasformato la squadra di Quique Setien, che nel secondo tempo è stata in grado di rimontare due reti e di portarsi a casa un pareggio preziosissimo in chiave qualificazione. L'ultimo gol lo ha segnato proprio il giovane messicano, bravo a colpire i francesi con <a href="http://www.mediotiempo.com/futbol/europa-league/rennes-vs-betis-3-3-resumen-gol-diego-lainez-cronica-video" target="_blank">uno dei suoi pezzi di repertorio migliori</a>: sugli sviluppi di calcio d'angolo Lainez trova un ottimo movimento sul secondo palo leggendo in anticipo la traiettoria del pallone, che poco gli cadrà addosso per permettergli di sganciare il sinistro del 3-3 finale. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Già, il sinistro. Su quel piede il classe 2000 di Villahermosa ci ha costruito questa prima parte di carriera, un'ascesa che gli addetti ai lavori avevano predetto ben prima del suo esordio nel professionismo bagnato con una rete al primo pallone toccato. La sua progressione sulla destra con sterzata sul mancino fa il giro del web ancora oggi e getta nello sconforto gli <i>aficionados </i>del Pachuca, club che lo ha cresciuto fino al 2012 per poi perderlo improvvisamente. Quel giorno, a bagnare la doppietta del primo <i>millennial </i>nel campionato messicano, sono proprio i <i>Tuzos</i>.<br /></span><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/Wvdlhn8ZnBM" width="480"></iframe><br /></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Scherzi del destino, scriveranno il giorno dopo i giornali celebrando quel ragazzino capace di incantare le platee locali fino a entrare, ancora minorenne, nel giro della nazionale maggiore. Lainez è cresciuto in provincia e prima ancora di sapere camminare, come racconta il padre <a href="http://www.mediotiempo.com/futbol/liga-mx/padre-futbolistico-diego-lainez-cuidar-volpe" target="_blank">in un'intervista</a> rilasciata al sito MedioTiempo, ha imparato a calciare il pallone. Cresciuto nel mito di Cuauthemoc Blanco, il talento messicano ha costretto la famiglia a emigrare a Città del Messico per coronare il sogno di vestire i colori <i>americanistas</i>. Nella capitale messicana ha bruciato le tappe, giocando nelle selezioni giovanili della società praticamente sotto età. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nonostante un fisico non particolarmente formato, Lainez ha saputo supplire a questa mancanza sviluppando una tecnica di base perfetta e lavorando molto sullo spunto in velocità. Quando parte palla al piede è difficile fermarlo, come testimoniano le statistiche maturate in Liga MX secondo le quali è lui il calciatore ad aver fatto ammonire più avversari nel corso dell'anno solare 2018.<br /></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/Slkvvfygceo" width="480"></iframe></span><br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La scorsa stagione è stata fondamentale per compiere un'ulteriore step di crescita: oltre a essersi conquistato stabilmente una maglia da titolare con le <i>Aguilas</i>, ha giocato da protagonista il Torneo di Tolone e, a settembre, Ricardo Ferretti gli ha regalato l'esordio assoluto con la <i>Tricolor </i>nel finale di un'amichevole contro l'Uruguay. Lainez è pronto per spiccare il salto definitivo in Europa: l'Ajax lo avvicina e trova l'accordo, ma quando il Betis gli propone la Liga come palcoscenico e Quique Setien come formatore, la <i>joya </i>messicana non ha dubbi e acquista subito un biglietto aereo per l'Andalusia. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il Betis lo ha pagato 14 milioni di euro e lo ha subito aggregato alla prima squadra, precludendogli però l'esordio a San Sebastian a causa di un <a href="http://www.mediotiempo.com/futbol/la-liga/diego-lainez-usara-numero-22-25-betis" target="_blank">errore di maglia</a>. Lainez voleva la 25, ma la federazione ha bloccato la scelta perché per regolamento non si possono scegliere numeri superiori all'effettivo totale di giocatori iscritti in rosa. Così, per evitare errori che avrebbero portato a probabili sanzioni, il Betis ha preferito non schierarlo in campo e rimandare il suo esordio al match casalingo vinto contro il Girona, dove l'ex Club America è stato abbracciato da tutto il Benito Villamarin. Un battesimo che lui stesso ha definito emozionante da parte di una delle tifoserie più calde d'Europa. Il che, per un messicano, equivale a sentirsi a casa propria.</span>Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-18251603843446954892019-02-13T09:38:00.000+01:002019-02-13T09:38:38.234+01:00La Top 11 del Sudamericano sub'20<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8gkb4-ggLjnwmuNALq-rG12eoozziEwx26RZZ8GNcQWPtPCMsHfoT7X_qSFTIIe20rozTxjGvEdULHl9zX9tBMHI9K_5bnKoOIGOqSv5C47_DZYlMeNFemaKCDQcLXnPMJ_MM5hGw4qM/s1600/SUB20.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8gkb4-ggLjnwmuNALq-rG12eoozziEwx26RZZ8GNcQWPtPCMsHfoT7X_qSFTIIe20rozTxjGvEdULHl9zX9tBMHI9K_5bnKoOIGOqSv5C47_DZYlMeNFemaKCDQcLXnPMJ_MM5hGw4qM/s320/SUB20.jpg" width="480" /></a></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alla fine ha vinto l'Ecuador. La <i>MiniTri </i>di Jorge Célico si è portata a casa il suo primo Sudamericano sub'20 della storia, arrivato alla fine di una campagna quasi perfetta, durante la quale la selezione <i>tricolor </i>ha avuto la meglio sulle tre favorite della viglia. Trascinato dalle giocate del folletto Rezabala e dalle 6 reti del bomber Campana, già al centro di diverse voci di calciomercato, l'Ecuador ha messo in campo organizzazione e una tenuta fisica invidiabile.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'altro lato della medaglia è il Brasile, grande delusione di questa manifestazione: l'<i>Amarelinha</i> arriva a stento alla seconda fase nonostante le tante stelle presenti nella rosa di Carlos Amadeu: da Rodrygo a Lincoln, passando per Luan e Gabriel, tutti - per un motivo o per l'altro - hanno giocato sotto gli standard che ci saremmo attesi. Discreto il torneo giocato da Argentina e Uruguay, che assieme alla Colombia e ai freschi campioni hanno strappato la qualificazione al Mondiale di categoria, che si giocherà la prossima estate in Polonia.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma quali sono stati i migliori giocatori del Sudamericano sub'20? Metterne insieme solo undici è stato decisamente difficile, ma alla fine ne è uscita una formazione che -cda buona tradizione sudamericana - gioca un 4132 a trazione anteriore, imperniato sulla fantasia e sull'imprevedibilità degli interpreti scelti per centrocampo e attacco.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<div style="text-align: center;">
<span style="color: yellow; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><b>| TOP 11 SUDAMERICANO SUB'20 CILE 2019 |</b></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqWB-86UxpBk2KrTiPhYuU5ZIueuCGBGdikYK6s13eNjiga4WWDkZDUyVItJBdmSLUD4zcy5U_E5KM1e9HoWVKwAMpsmVZrF7OUo2oWunASCHYN6LlCDdnge5kI2UxXxhR2ZqFx96MkTk/s1600/mr.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqWB-86UxpBk2KrTiPhYuU5ZIueuCGBGdikYK6s13eNjiga4WWDkZDUyVItJBdmSLUD4zcy5U_E5KM1e9HoWVKwAMpsmVZrF7OUo2oWunASCHYN6LlCDdnge5kI2UxXxhR2ZqFx96MkTk/s400/mr.jpeg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Moisés Ramirez, numero 1 dell'Ecuador sub'20</span></i></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Moisés Ramirez (</b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>2000, Ecuador) |</b> Preferito al brasiliano Phelipe, col quale ha vinto un duello a distanza decisamente avvincente. Ramirez è stato il portiere meno battuto della manifestazione, chiusa con solo 6 gol al passivo. Soprannominato Arana (il ragno) per la sua esplosività tra i pali, è stato acquistato pochi giorni fa dalla Real Sociedad: il club basco lo ha preso in prestito e lo ha aggregato alla squadra B. In estate dovrebbe riscattarlo per una manciata di milioni, denari fresche per le casse dell'Independiente del Valle che, con questi soldi, andrà a rafforzare ulteriormente uno dei settori giovanili più interessanti del Sudamerica. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È stato il secondo portiere con più tiri ricevuti al Sudamericano sub'20 (33 contro i 36 di Phelipe).</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Pablo Bonilla (1999, Venezuela) |</b> Nomina difficile perché Emerson (Brasile, appena acquistato dal Barcellona) ed Ezequiel Busquets (Uruguay) hanno girato su grandi ritmi, nonostante le difficoltà espresse dai loro contesti. Bonilla è un numero "dos" brevilineo, fisicamente compatto, non particolarmente rapido ma molto bravo in marcatura. Si è messo in mostra in particolare nella prima fase del Sudamericano sub'20, dove ha fornito diversi assist grazie alla sua progressione verso il fondo del campo, da dove fa partire dei traccianti molto pericolosi. Purtroppo per lui, nessuno è riuscito a sfruttarli. Gioca in patria nella Portuguesa e vanta già quasi 40 presenze con la prima squadra.</span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIdzrLvFNVvp7Yu6TNmDL01fWzNttbMNBK0r_Fm40dqnvBYEfCQl-E04i91riffkp5PeEiBpxO3uGrJoAdZDO2F1OxCuAYAhr-5i8eaDy7XtA99s1u4t_Cgpo-O9Lix6-7Gm5S5uZ2PXs/s1600/cuesta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIdzrLvFNVvp7Yu6TNmDL01fWzNttbMNBK0r_Fm40dqnvBYEfCQl-E04i91riffkp5PeEiBpxO3uGrJoAdZDO2F1OxCuAYAhr-5i8eaDy7XtA99s1u4t_Cgpo-O9Lix6-7Gm5S5uZ2PXs/s400/cuesta.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Carlos Cuesta, difensore della Colombia sub'20</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Carlos Cuesta (1999, Colombia) |</b> Cuesta vince il ballotaggio con altri tre centrali destri di valore assoluto come Jackson Porozo (Ecuador), Vitao (Brasile) e Bruno Méndez (Uruguay). Il suo Sudamericano è stato di grande spessore, nonostante la Colombia non abbia brillato particolarmente. Sia chiaro, il pass per il Mondiale è stato strappato ugualmente, quindi va bene così. Cuesta ha portato in dote una grandissima esperienza, maturata con l'Atletico Nacional sia a livello locale che internazionale. La sua leadership ha permesso ai Cafeteros di chiudere con la miglior difesa del torneo. Cuesta è rapido in anticipo e sa giocare sull'uomo, accorcia e guida la difesa con personalità. E, a corredo, ha messo anche un gol molto importante, utile a decidere la sfida contro il Cile padrone di casa.</span><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/DiHVyd_FP9Q" width="480"></iframe><br /></div>
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nehuén Pérez (2000, Argentina) |</b> L'assenza di Leonardo Balerdi ha lanciato definitivamente questo interessantissimo centrale difensivo cresciuto nel vivaio dell'Argentinos Juniors. Pérez ha comandato la difesa della Seleccion facendo le veci del nuovo acquisto del Borussia Dortmund. Anche lui gioca in Europa, ma in Spagna: la scorsa estate l'Atletico Madrid lo ha comprato dall'Argentinos Juniors, lasciandolo poi in prestito al Bicho per permettergli di giocare con continuità. Cresciuto nel semillero che ha svezzato Maratona, Riquelme e Redondo, Pérez si è dimostrato un elemento molto solido, quasi imbattibile nel gioco aereo. In questa stagione ha già messo insieme tre presenze, esordendo nella sfortunata sconfitta contro il Tigre.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Diego Palacios (1999, Ecuador) |</b> Palacios vince il confronto con l'uruguayano Maximiliano Araujo. Nonostante le misure ridotte, il mancino in forza agli olandesi del Willem II ha giocato un Sudamericano di caratura superiore a molti altri interpreti del ruolo. La sua spinta costante ha permesso alla MiniTri di avere una catena di sinistra straordinariamente efficace, in coppia con Alexander Alvarado. Brevilineo e molto rapido negli spazi, Palacios ha recentemente ricevuto i complimenti di un "certo" Roberto Carlos, campione brasiliano che lo ha definito un terzino "molto interessante". In Olanda è titolare e in Eredivisie ha già messo insieme tre assist decisivi. È un prodotto del vivaio dell'Aucas.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it">
<div dir="ltr" lang="es">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">¡La campaña del Campeón!<br /><br />Repasa los hitos importantes del campeón <a href="https://twitter.com/FEFecuador?ref_src=twsrc%5Etfw">@FEFecuador</a> en la siguiente nota 👇<a href="https://twitter.com/hashtag/DondeComienzaLaHistoria?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#DondeComienzaLaHistoria</a><a href="https://t.co/C4RU4PrTn5">https://t.co/C4RU4PrTn5</a></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">— Sudamericano Sub 20 - Chile 2019 (@Sub20Chile2019) <a href="https://twitter.com/Sub20Chile2019/status/1095069999226605574?ref_src=twsrc%5Etfw">11 febbraio 2019</a></span></blockquote>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<script async="" charset="utf-8" src="https://platform.twitter.com/widgets.js"></script>
</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>José Cifuentes (1999, Ecuador) |</b> Con Cifuentes l'Ecuador potrebbe aver finalmente trovato l'erede del leggendario Edison Méndez, gloria del calcio locale che tanto bene ha fatto con la maglia della nazionale. Centrocampista difensivo schierato in una mediana a due - in coppia con Quintero - Cifuentes è il classico pivote sudamericano bravo a schermare difesa e centrocampo. È il centrocampista che ha vinto più duelli difensivi di tutto il torneo (114) e quello con più palloni intercettati nella metà campo difensiva (102): numeri molto interessanti, che ne tratteggiano i pregi con dovizia di particolari. A tutto ciò aggiungiamoci una discreta dose di coraggio nel tentare il tiro da fuori. Per informazioni chiedere all'Argentina, abbattuta da un suo missile dalla distanza. Gioca in patria nella Universidad Catolica.</span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/nFIyYyvDs4U" width="480"></iframe></span><br /></div>
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Ivan Angulo (1999, Colombia) |</b> La trequarti è la zona di campo in cui questo Sudamericano ha espresso più qualità in assoluto. A destra la slot è riservata per Ivan Angulo, moto perpetuo della fascia colombiana che in questo torneo ha fatto vedere per quale motivo il Palmeiras lo ha strappato in fretta e furia all'Envigado. Destro naturale, fisicamente ben strutturato, Angulo è imprendibile quando parte in velocità per saltare l'uomo. In Brasile verrà aggregato direttamente alla prima squadra, proseguendo così una crescita iniziata a Bogotà in uno dei club colombiani più meticolosi nella crescita dei giovani prodotti locali.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Jordan Lenin Rezabala (2000, Ecuador) |</b> Rezabala è probabilmente l'mvp di questa manifestazione. Il trequartista dell'Independiente del Valle nell'ultimo anno si è preso il centro del progetto MiniTri a forza di grandi prestazioni: dopo aver avuto un ruolo centrale nei due secondi posti ottenuti da IDV e sub'20 rispettivamente in Copa Libertadores e Juegos Bolivarianos, Rezabala ha dato spettacolo anche in questo primo appuntamento del 2019. I suoi 3 gol sono stati fondamentali per passare la prima fase, mentre durante l'esagonale per il titolo il numero 10 ecuadoriano si è messo più a disposizione dei compagni. Che, come testimoniano i gol di Campana, ne hanno ampiamente beneficiato. Ora il ragazzo verrà portato dalla IDV in prima squadra, dove potrà finalmente misurarsi in un contesto professionistico.</span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/nwM3duK-lvk" width="480"></iframe></span><br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Brayan Palmezano (2000, Venezuela) |</b> Palmezano è stato uno dei giocatori più interessanti messi in vetrina dal Venezuela. Esterno mancino molto rapido e letale in campo aperto, è stato per diverso tempo uno dei ragazzi più chiacchierati del calcio venezuelano. Con la Vinotinto ha giocato in tutte le categorie giovanili, mentre a livello di club è cresciuto nello Zulia, che lo ha fatto esordire in Primera Division a soli 16 anni. È di poche settimane fa l'annuncio del suo passaggio all'Huachipato, realtà di media classifica in Cile, dove il ragazzo può continuare il proprio processo di maturazione. Pare peraltro che Palmezano, prima di accettare l'offerta degli Acereros, abbia rifiutato un paio di offerte dall'Europa. Il suo Sudamericano si è chiuso senza gol, ma con diversi contributi decisivi in termini di assist.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nicolas Schiappacasse (1999, Uruguay) | </b>Schiappacasse è il giocatore che ha tentato più tiri nello specchio di porta avversario e, soprattutto, quello che ha subito più falli durante tutto l'arco del Sudamericano. Il talento dell'Uruguay è di recente passato in prestito dall'Atletico Madrid al Parma, un'operazione tanto curiosa quanto interessante che ci permetterà di vedere in Italia uno dei talenti migliori della nuova nidiata uruguayana. Schiappacasse è al suo secondo sub'20, visto che due anni fa era stato convocato sotto età. I suoi movimenti sono sempre letali, soprattutto quando Schiappacasse decide di sfruttare la sua rapidità partendo defilato sulla fascia sinistra. Ha segnato 4 gol, ma nel complesso è stato il vero leader della Celeste.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it">
<div dir="ltr" lang="es">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">¡Tenemos Campeón!<br /><br />Felicitamos a <a href="https://twitter.com/FEFecuador?ref_src=twsrc%5Etfw">@FEFecuador</a> por su primer título en un Sudamericano Sub 20 <br /><br />¡Felicidades TRI!<a href="https://twitter.com/hashtag/DondeComienzaLaHistoria?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#DondeComienzaLaHistoria</a> <a href="https://t.co/0AznzXiICY">pic.twitter.com/0AznzXiICY</a></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">— Sudamericano Sub 20 - Chile 2019 (@Sub20Chile2019) <a href="https://twitter.com/Sub20Chile2019/status/1094795610589487105?ref_src=twsrc%5Etfw">11 febbraio 2019</a></span></blockquote>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<script async="" charset="utf-8" src="https://platform.twitter.com/widgets.js"></script>
</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Leonardo Campana (1999, Ecuador) |</b> Da terza scelta a capocannoniere del sudamericano sub'20. La parabola di Campana ha tutti i crismi della favola calcisticia: convocato all'ultimo dal ct argentino Célico, il centravanti del Barcelona di Guayaquil ha segnato 6 gol molto importanti, quattro dei quali sono arrivati nella fase finale. La sua doppietta contro il Venezuela ha permesso alla MiniTri di alzare il suo primo trofeo della storia e, di rimbalzo, il nome di questo ragazzone figlio di un ex tennista ha cominciato a fare il giro del mondo. Le ultime notizie danno Milan e Inter sulle sue tracce, ma l'unica certezza adesso è che Campana rientrerà in gruppo con i Toreros per esordire finalmente in prima squadra. Punta fisicamente ben strutturata, è ideale per le squadre che giocano un calcio principalmente improntato sulla verticalità. Bravo di piede, discreto di testa, dà il meglio di sé quando viene lanciato in progressione, dove utilizza il fisico per crearsi autonomamente i presupposti per segnare. Sarà lui l'erede del grande Alberto Spencer? Ai posteri l'ardua sentenza.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYTlGHhv0nW1nvPzpN7rVJHBmSlVx9b9axluIuZ5-KUchFBX6pn_67enfK8wryD56eVH6Tz20e30fn35hOKqJErFMFMQBxZLA1N9MQ4COs6qiu79AktQRrN-bYNw-PyJsolG7QTdzWIvA/s1600/lineup.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYTlGHhv0nW1nvPzpN7rVJHBmSlVx9b9axluIuZ5-KUchFBX6pn_67enfK8wryD56eVH6Tz20e30fn35hOKqJErFMFMQBxZLA1N9MQ4COs6qiu79AktQRrN-bYNw-PyJsolG7QTdzWIvA/s1600/lineup.png" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-44676068822497947932019-02-11T16:26:00.001+01:002019-02-11T16:26:47.748+01:00La prima volta dell'Ecuador<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh42Aen6gcJ5BG697ejROKtH5-WVR-7qSPvCBrHJn59UvRJDkgb4r2moLst8sInuxv2fdfmXQ8WR-BRuU3-PdBAQ9LDehyphenhyphenqT-BQONJOutgz9P9jkM-Zw0X0u0AiBQZIoEu75bGQRipLeCk/s1600/ecuador_480x290.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh42Aen6gcJ5BG697ejROKtH5-WVR-7qSPvCBrHJn59UvRJDkgb4r2moLst8sInuxv2fdfmXQ8WR-BRuU3-PdBAQ9LDehyphenhyphenqT-BQONJOutgz9P9jkM-Zw0X0u0AiBQZIoEu75bGQRipLeCk/s400/ecuador_480x290.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La prima volta non si scorda mai. Devono aver pensato questo Jordan Rezabala, Gonzalo Plata e Moisés Ramirez <a href="https://www.youtube.com/watch?v=X4zKOEyGjSE" target="_blank">alla fine di Ecuador - Venezuela</a>, partita che ha incoronato la <i>MiniTri </i>campione del continente a livello sub'20 per la prima volta della propria storia. I tre si sono abbracciati poco prima della premiazione immortalando un momento da tramandare ai posteri. Se per il paese questo successo è importante, per loro è il coronamento di un'ascesa cominciata spalla a spalla a livello di club.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Rezabala, Plata e Ramirez si sono conosciuti molti anni fa a Sangolqui, dove le loro strade sono converse incrociandosi nel settore giovanile dell'Independiente del Valle, uno dei vivai più floridi dell'intero continente sudamericano. Jordan Lenin Rezabala, mancino sopraffino e secondo nome che svela le preferenze politiche del padre, ha preso per mano la <i>Tricolor </i>del nuovo corso Jorge Célico guidandola alla vittoria finale: i suoi 3 gol corredati da diversi assist decisivi si sono rivelati fondamentali soprattutto nella prima fase, quando in pochi avrebbero puntato sul destino vincente di questo Ecuador.</span><br />
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it">
<div dir="ltr" lang="es">
¡Tenemos Campeón!<br />
<br />
Felicitamos a <a href="https://twitter.com/FEFecuador?ref_src=twsrc%5Etfw">@FEFecuador</a> por su primer título en un Sudamericano Sub 20 <br />
<br />
¡Felicidades TRI!<a href="https://twitter.com/hashtag/DondeComienzaLaHistoria?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#DondeComienzaLaHistoria</a> <a href="https://t.co/0AznzXiICY">pic.twitter.com/0AznzXiICY</a></div>
— Sudamericano Sub 20 - Chile 2019 (@Sub20Chile2019) <a href="https://twitter.com/Sub20Chile2019/status/1094795610589487105?ref_src=twsrc%5Etfw">11 febbraio 2019</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="https://platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo aver bruciato le tappe con la <i>IDV</i>, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=A_IKoVz8Xz4&t=8s" target="_blank">Rezabala si è preso con forza i riflettori</a> anche in chiave nazionale, dove aveva già fatto vedere grandissime cose durante gli scorsi Juegos Bolivarianos organizzati dalla Colombia. Il numero 10 della <i>MiniTri </i>ha guidato una spedizione che alla fine verrà premiata soprattutto dai numeri: delle nove partite giocate in questo Sudamericano sub'20 l'Ecuador ne ha vinte ben sei, pareggiandone una e perdendo le restanti due. Oltre a ciò, la selezione allenata da Célico ha messo insieme la bellezza di 14 gol totali, sei dei quali sono stati segnati da Leonardo Campana.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Centravanti classe 2000 originario di Guayaquil, il numero 9 ha fatto le veci di Rezabala durante l'esagonale finale, mettendo a segno gol pesantissimi contro Argentina, Colombia e soprattutto Venezuela, giustiziato da una sua doppietta nel match decisivo per il titolo. <a href="https://www.youtube.com/watch?v=86RrVqLurz0" target="_blank">Campana si è laureato capocannoniere</a> del torneo mettendosi dietro quelli che alla vigilia erano considerati come i protagonisti annunciati. I vari Lincoln, Rodrygo e Colidio sono stati letteralmente oscurati dai colpi di questo ragazzone cresciuto nel Barcelona: con i <i>Toreros </i>ha cominciato nelle <i>inferiores </i>e, lo scorso anno, ha girato su medie realizzative impressionanti a livello di sub'18. I suoi numeri non sono passati inosservati, tanto che Guillermo Almada ha deciso di aggregarlo alla prima squadra. E pensare che in Cile non doveva nemmeno esserci, chiamato solo al fotofinish per mettere una pezza su alcune gravi defezioni.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Campana è risultato il terminale offensivo ideale per il calcio verticale e intenso proposto da Célico, che in Cile ha cucito attorno alla squadra un 4-2-3-1 molto camaleontico, capace di variare a seconda delle circostanze. I punti fermi - oltre al centravanti e al già citato Rezabala - sono stati gli esterni e il portiere, gli altri elementi più futuribili dell'intera rosa a disposizione del ct argentino. Moisés Ramirez, numero uno della <i>MiniTri</i>, si è rivelato come <a href="https://www.youtube.com/watch?v=bY-Fj4OMucI" target="_blank">il miglior portiere del torneo</a>, anche davanti ai più sponsorizzati Gabriel Brazão e Manuel Roffo: le sue prestazioni gli sono già vale la chiamata europea, visto che durante il Sudamericano un emissario della Real Sociedad è volato a Talca per fargli firmare il suo passaggio al club <i>txuri-urdin</i>. Ramirez, soprannominato <i>Ara</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>ña </i>(il ragno),</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> è un classe 2000 come Gonzalo Plata, eclettico esterno sinistro capace di far girare la testa alle difese avversarie grazie alle sue sgasate sulla fascia. Di un anno più vecchio è Alexander Alvarado, laterale destro e talento cristallino prodotto dalle giovanili dell'Aucas.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it">
<div dir="ltr" lang="es">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">¡Felicidades Campeones!<br /><br />A los fanáticos de <a href="https://twitter.com/FEFecuador?ref_src=twsrc%5Etfw">@FEFecuador</a> les dejamos unas imágenes que jamás olvidaran en la concepción de primer título sudamericano a nivel Sub20<br /><br />¡Éxito en el Mundial SUb20 <a href="https://twitter.com/fifaworldcup_es?ref_src=twsrc%5Etfw">@fifaworldcup_es</a> Polonia 2019!<a href="https://twitter.com/hashtag/DondeComienzaLaHistoria?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#DondeComienzaLaHistoria</a> <a href="https://t.co/8KwcWR90VW">pic.twitter.com/8KwcWR90VW</a></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">— Sudamericano Sub 20 - Chile 2019 (@Sub20Chile2019) <a href="https://twitter.com/Sub20Chile2019/status/1094913776330133504?ref_src=twsrc%5Etfw">11 febbraio 2019</a></span></blockquote>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<script async="" charset="utf-8" src="https://platform.twitter.com/widgets.js"></script>
</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Individualità sottovalutate che si sono rivelate importanti. Così sono stati definiti i calciatori <i>ecuadoreños </i>dalla stampa locale, letteralmente impazzita per l'impresa portata a termine dai suoi eroi. A Quito e dintorni sono già pronti alla canonizzazione di Jorge Célico: arrivato in Ecuador diversi anni fa, sta ricoprendo l'incarico di coordinatore per tutte le nazionali giovanili. La sua storia calcistica parte dal <i>barrio </i>di Parque Patricios, dove Célico è nato e cresciuto, militando nel settore giovanile dell'Huracan. <i>Porteño </i>e tifosissimo del <i>Globo</i>, non è mai riuscito a esordire in prima squadra. Nel 2002 però si è preso la sua rivincita personale, andando a vincere 2-1 da allenatore al Monumental di Buenos Aires alla guida del club <i>quemero</i>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il suo successo è frutto di una <a href="https://www.ole.com.ar/futbol-internacional/america/jorge-celico-ecuador-sudamericano_0_3dndEFZJ1.html" target="_blank">carriera</a> passata a studiare e a migliorarsi dal punto di vista tattico e umano. Sa valorizzare al meglio tutti i calciatori a sua disposizione e, soprattutto, li mette sempre al centro dei suoi ragionamenti. Nella conferenza stampa post vittoria del Sudamericano si è scrollato ogni merito di dosso, <a href="https://es.onefootball.com/jorge-celico-vive-un-gran-momento-con-ecuador/" target="_blank">complimentandosi </a>con i suoi ragazzi: "<i>Se l'Ecuador è un paese con così tanti bravi calciatori il merito non è di certo mio</i>".</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Adesso arriva il bello: vincendo il torneo la <i>Tricolor </i>ha strappato il pass per il Mondiale di categoria che si terrà l'estate prossima in Polonia. Una manifestazione importante, che l'Ecuador giocherà per la quarta volta: l'obiettivo è migliorare gli ottavi di finale raggiunti nel 2011 e ripetuti nel 2011, quando la selezione delle stelline Juan Cazares e Fernando Gaibor si arrese alla Francia.</span><br />
<br />Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-86926770792504164032019-02-09T12:18:00.002+01:002019-02-09T12:19:41.279+01:00Cinque talenti da seguire al Sudamericano sub'20<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRFUxmPJKZOkaPZEewGOwhR5KEgxsNxT84twS6FvLDChcuwXQUdthYAW3pvlN2Ivzg0qJLyO_oS9zWjDDiVXj9iWdM-Yi5xzktzsNmLBPBRJfc9YhVi7DzY3ATHsuk1DvVjfe6p2A7lK8/s1600/Sudamericano-Sub-20-Chile-2019-logo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="480" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRFUxmPJKZOkaPZEewGOwhR5KEgxsNxT84twS6FvLDChcuwXQUdthYAW3pvlN2Ivzg0qJLyO_oS9zWjDDiVXj9iWdM-Yi5xzktzsNmLBPBRJfc9YhVi7DzY3ATHsuk1DvVjfe6p2A7lK8/s320/Sudamericano-Sub-20-Chile-2019-logo.jpg" width="480" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il Sudamericano sub'20 ancora una volta ha messo in mostra tutto il meglio che il calcio mondiale ha da offrire. Nonostante le difficoltà del Brasile, squadra che si presentava al via con tonnellate di qualità da offrire, la kermesse cilena ci ha permesso di vedere all'opera molti dei giocatori più attesi del 2019. Se, come d'abitudine, quelli con più <i>hype </i>sono stati paradossalmente anche quelli più deludenti, il torneo ha riservato alcune conferme e soprattutto diverse piacevoli sorprese.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/A_IKoVz8Xz4" width="480"></iframe></span></span><br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></b></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">JORDAN REZABALA (Ecuador</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">)</span></b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<ul>
<li><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Anno di nascita: 2000</span></li>
<li><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Club: Independiente del Valle</span></li>
<li><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ruolo: trequartista</span></li>
</ul>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<ul>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Rezabala è probabilmente <a href="https://www.foxsports.it/2019/01/25/sudamericano-under-20-ecuador-jordan-rezabala/" target="_blank">uno degli mvp</a> di questa manifestazione. Il suo apporto nell'economia di gioco dell'Ecuador è stato straordinario. Classe 2000, in patria è considerato un talento cristallino pronto a esplodere nell'immediato futuro. Gioca nell'Independiente del Valle, uno dei vivai più floridi dell'intero continente che, di recente, ha regalato alla prima squadra una grandissima infornata di gioiellini con i quali il club si è spinto fino alla finale di Libertadores del 2016, poi persa contro l'Atletico Nacional. Rezabala è il classico trequartista sudamericano, tecnicamente sublime ed esteticamente godibile, bravo soprattutto a muoversi tra le linee del 4-2-3-1 che il ct argentino Jorge Célico ha cucito addosso alla <i>Mini Tri</i>. </span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Destro naturale, sa giocare molto bene anche con il piede debole e negli ultimi tempi ha sviluppato un grande feeling con l'ultimo passaggio. Il 2018 lo ha definitivamente consacrato, seppure a livello giovanile: grazie alle sue prestazioni ha vinto il premio come miglior giocatore nei <a href="https://www.youtube.com/watch?v=He0WcamMkd8" target="_blank">Juegos Boliviarianos</a> di Santa Marta, in Colombia, città che ha dato i natali a Carlos Valderrama. Nato a Portoviejo, Rezabala è approdato alla IDV da adolescente e con i nerazzurri ha raggiunto <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Jd5qnyzlS2o" target="_blank">una finale di Copa Libertadores sub'20</a>, un traguardo che certifica il grande lavoro fatto sui giovani dal piccolo club di Sangolqui.</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/zjNon_zyhAo" width="480"></iframe></span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><b>ADOLFO GAICH (Argentina)</b></span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"></span></div>
<span style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"></span><br />
<ul>
<li><span style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Anno di nascita: 1999</span></span></li>
<li><span style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Club: San Lorenzo de Almagro</span></span></li>
<li><span style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ruolo: attaccante</span></span></li>
</ul>
<span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Da terza scelta a elemento fondamentale. Potrebbe riassumersi così il Sudamericano sub'20 di Adolfo Gaich, centravanti dell'Argentina che - dopo le prime panchine - si è preso una maglia da titolare a suon di gol. A permettergli di scalzare Maximiliano Romero e Facundo Colidio è stata<a href="https://www.youtube.com/watch?v=aOXra6X622A" target="_blank"> la tripletta messa a segno contro il Venezuela</a>, tre reti all'interno di una prestazione straripante che hanno permesso all'<i>Albiceleste</i> di strappare un pass per il mondiale di categoria. Gaich è un classe 1999 che gioca nel San Lorenzo, club al quale è arrivato nel 2014 <a href="https://www.foxsports.it/2019/02/07/sudamericano-under-20-argentina-gaich-san-lorenzo/" target="_blank">dopo essere stato scartato da River Plate e Lanus</a>. Il problema? Un fisico che, a detta degli scout, lo penalizzava troppo. </span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Il che fa ridere, visto che oggi il centravanti del Ciclón supera i 190 centimetri di altezza, distribuiti su una corporatura dalla forma abbastanza particolare, comprendente un'evidente gobba e la somiglianza clamorosa con Incrediboy, personaggio di un noto cartone animato della Disney. Gaich ha un bagaglio tecnico abbastanza completo, come dimostrano i suoi gol alla <i>Vinotinto</i>: calcia bene con entrambi i piedi e si fa rispettare di testa, ma soprattutto riesce a tenere a bada i difensori avversari permettendo ai compagni di buttarsi negli spazi. Nel 2018 ha vinto con la <i>Selección </i>il prestigioso Torneo Alcudia e, di recente, ha trovato <a href="https://www.youtube.com/watch?v=ePzt04XK-18" target="_blank">il suo primo gol nel professionismo</a> con la maglia del San Lorenzo.</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/nTOGbCWnKFY" width="480"></iframe></span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><b>GABRIEL</b> <b>(Brasile)</b></span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"></span><br />
<ul><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">
<li>Anno di nascita: 2000</li>
<li>Club: Palmeiras</li>
<li>Ruolo: centrocampista</li>
</span></ul>
<span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">
</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Uno dei pochi a salvarsi della deludente spedizione brasiliana in terra cilena è senza dubbio Gabriel Menino, centrocampista del Palmeiras e della <i>Canarinha</i>. Classe 2000, Gabriel ha dimostrato di avere delle doti fuori dal comune, che gli hanno permesso di mettersi in mostra all'interno di una selezione nella quale erano presenti pezzi da novanta come Rodrygo, Lincoln ed Emerson. Carlos Amadeu lo ha utilizzato in tutti i modi, facendolo giocare prima da mediano e poi spostandolo da interno. Destra o sinistra non fa differenza, perché Gabriel ha nella duttilità una delle sue caratteristiche principali.</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Nonostante conceda qualcosa di troppo dal punto di vista fisico, Gabriel supplisce a questa mancanza<a href="https://www.youtube.com/watch?v=r1fbpiqmlIM" target="_blank"> con una buona tecnica di base</a> e un'ottima visione periferica del gioco, che ne fa un grande passatore soprattutto nel dare verticalità all'azione. Per lui stravede Luiz Felipe Scolari: durante la gestione di Felipão, Gabriel è stato aggregato alla prima squadra, dove ha potuto apprendere i segreti del mestiere dai senatori come Felipe Melo. Per assicurarselo, il Palmeiras nel 2016 ha messo sul piatto addirittura cinque giocatori, spediti a Campinas come parziali contropartite nell'affare chiuso con il Guaraní.</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/Y6_e5M2FHlE" width="480"></iframe></span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><b>BRAYAN PALMEZANO (Venezuela)</b></span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"></span><br />
<ul><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">
<li>Anno di nascita: 2000</li>
<li>Club: Huachipato</li>
<li>Ruolo: esterno sinistro</li>
</span></ul>
<span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">
</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Continua la tradizione giovanile del Venezuela. Nonostante la situazione interna al pese non aiuti il contesto sportivo, a livello giovanile la <i>Vinotinto </i>sta sfornando talenti a ripetizione. L'ultimo in ordine di tempo è Brayan Palmezano, folletto formato tascabile che per lavoro si occupa di fare danni sulla fascia sinistra. Esterno di un 4-3-3 molto offensivo, cucito da Dudamel proprio per esaltare le doti dei suoi attaccanti. Il Sudamericano sub'20 è stata un'ottima occasione per presentarsi al grande pubblico dopo il suo recente <a href="https://www.diarioconcepcion.cl/deportes/2018/11/26/brayan-palmezano-venir-a-huachipato-fue-la-mejor-opcion-aca-quiero-ser-feliz.html" target="_blank">passaggio ai cileni del Huachipato</a>. Palmezano ha esordito nel professionismo a 16 anni. </span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">A puntare su di lui è lo Zulia, club della sua città natale Maracaibo, col quale il classe 2000 gioca quasi due stagioni intere prima di decidere di lasciare il paese. Già pilastro della selezione sub'17, il talento della <i>Vinotinto </i>ha continuato a crescere <a href="https://www.youtube.com/watch?v=1JXPubNC66k" target="_blank">diventando uno dei giovani più chiacchierati del paese.</a> Sinistro naturale, Palmezano è letale in campo aperto, una caratteristica che lo rende imprescindibile per il Venezuela, squadra che sulle giocate in verticale ha costruito - mattone dopo mattone - il suo cammino nel torneo. Tecnicamente dotato, è molto bravo nell'uno contro uno, fondamentale nel quale sfrutta il suo baricentro basso. Con la maglia dei <i>Petroleros </i>ha segnato 4 gol in 23 partite.</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="290" src="https://www.youtube.com/embed/_z3ke9blFIc" width="480"></iframe></span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><b>CARLOS CUESTA (Colombia)</b></span><br />
<ul><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">
<li>Anno di nascita: 1999</li>
<li>Club: Atletico Nacional</li>
<li>Ruolo: difensore centrale</li>
</span></ul>
<span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">
</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">Contrariamente agli altri giocatori presenti poco più su, Cuesta è semplicemente un elemento che le promesse le ha mantenute. L'imponente centrale colombiano <a href="https://www.foxsports.it/2019/01/17/sudamericano-under-20-10-talenti-da-seguire/" target="_blank">era uno dei protagonisti più attesi </a>alla vigilia e, nonostante qualche battuta a vuoto, non ha affatto deluso. Chi lo conosce bene assicura che non manchi molto per <a href="https://ligadeportiva.com/carlos-cuesta-tiene-ofertas-del-futbol-europeo/" target="_blank">vederlo in Europa</a>, anche se le ultime voci di calciomercato lo vorrebbero prossimo all'approdo nel campionato messicano. Cuesta fisicamente ha tutto per sfondare nel breve periodo: la sua struttura gli permette di affrontare qualsiasi situazione di gioco, dal semplice contrasto ai duelli aerei (suo il gol allo scadere <a href="https://www.youtube.com/watch?v=SqEzGgQQ7-Q" target="_blank">nella partita contro il Cile</a>).</span><span style="clear: left; float: left; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">In patria viene insistentemente accostato a Yerri Mina, altro difensore che con le selezioni giovanili dei <i>Cafeteros </i>ha maturato delle ottime esperienza, tanto da mettersi guadagnarsi la chiamata del Barcellona. Cuesta gioca preferibilmente in una difesa a quattro e si esprime al meglio con un centrale brevilineo schierato al suo fianco. Nonostante debba ancora compiere 20 anni, comanda già la retroguardia con una discreta autorità mettendo in evidenza un carisma talvolta esagerato, che spesso gli costa qualche cartellino di troppo. Le sue prestazioni con i <i>Verdolagas </i>in Copa Libertadorss lo hanno messo in vetrina, il Sudamericano sub'20 lo ha consacrato. La sensazione è che Cuesta, in Sudamerica, non si fermerà ancora per molto.</span>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-25611395526950249272018-10-08T15:26:00.001+02:002019-01-14T10:59:15.607+01:00Lille tra le grandi<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4-XEYSpoFc2NV7xs_gf-y0ve8H-filfzyVrcjEa5TQfagDbN5AybM44wh86eBuvMOTkjs0i8ZXALb40uOFLbbKOQ7PQGHmoPdh3v-TrUofkdBjjfIqI-4U0mVlthPwoSDpqRZ6GyY4Uo/s1600/LOSC.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="151" data-original-width="334" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4-XEYSpoFc2NV7xs_gf-y0ve8H-filfzyVrcjEa5TQfagDbN5AybM44wh86eBuvMOTkjs0i8ZXALb40uOFLbbKOQ7PQGHmoPdh3v-TrUofkdBjjfIqI-4U0mVlthPwoSDpqRZ6GyY4Uo/s400/LOSC.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Lille festeggia il 3-1 all'ASSE</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Marsiglia? Lione? Monaco?
No, la vera sorpresa di questa prima parte di Ligue 1 è il <b>LOSC Lille</b>.
<i>Les Dogues</i> si stanno ritrovando dopo un paio di stagioni abbastanza anonime, l'ultima delle quali passata nei bassifondi della classifica alla caccia di punti salvezza. Una</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> salvezza arrivata in extremis nelle ultima giornate del campionato scorso, quando il Lille - grazie all'inversione di tendenza dovuta, in primis, all'arrivo di Christophe Galtier in panchina - ha trovato i punti necessari per mantenere la categoria. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lottare con le piccole di Francia non era, non è e non sarà mai l'obiettivo di <b>Gérard López</b>, vulcanico numero uno del club, che ha rilevato la società da Michel Seydoux nell'ottobre del 2016.
Di origine spagnola, ma nato e cresciuto in Lussemburgo, López è un imprenditore di successo. Dopo essersi laureato in ingegneria di sistemi alla Miami University, è tornato in Lussemburgo per fondare la Mangrove Capital Partners assieme a due altri soci, costruendo - in pochi anni - un vero e proprio impero nel settore della tecnologia. La compagnia, in poco tempo, riesce a entrare da azionista in Skype ed Ebay con investimenti che superano i 3.2 bilioni di dollari. Nel 2008, parallelamente, López fonda anche la Genii Capital, un fondo di investimento che come attività principale decide di buttarsi nel mondo della Formula Uno, rilevando la maggioranza delle azioni della Lotus.
L'attuale presidente del LOSC è un profondo amante dello sport: da ragazzino ha fatto tutta la trafila delle giovanili nel <b>CS Fola Esch</b>, una delle grandi di Lussemburgo e, quando gli si presenta la possibilità di comprare la società, non se la fa sfuggire. La cosa funziona, così López decide di fare il grande salto nel calcio che conta: dopo aver sondato alcune disponibilità in Inghilterra, decide di comprare il Lille a fine 2016 e, dopo soli tre mesi, fa il primo grande annuncio da neo presidente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sua missione è quella di riportare il club ai fasti del 2011 quando, guidato da <b>Rudi Garcia</b> in panchina e dalla coppia <b>Hazard - Gervinho</b> in attacco, il Lille si laureò campione di Francia. Per farlo, e per infiammare allo stesso tempo una piazza in attesa spasmodica di emozioni, López mette sotto contratto <b>Marcelo Bielsa</b>. In realtà l'hype che la città ripone nel Loco non rispetterà le attese: Bielsa dura fino a fine novembre, perché dopo tredici partite - e nonostante il bell'esordio contro il Nantes di Ranieri - la squadra non gira ancora e soffre per le troppe modifiche del mercato estivo, quando il tecnico argentino decide frettolosamente di mettere alla porta ben undici senatori. Tra questi figurano il portiere nigeriano Enyeama, il centrocampista Mavuba, l'esperto centrale Baša e l'eroe dello Stade de France, il portoghese Eder, colui che solo un paio di mesi prima aveva regalato Euro 2016 alla nazionale lusitana. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'arrivo in panchina di <b>Christophe Galtier</b> ha normalizzato l'ambiente, compattandolo e resettando tutte le scorie negative lasciate dalle gestione Bielsa.
Il tecnico ha prima salvato la squadra e poi, con l'aiuto del direttore sportivo Franck Béria, ha condotto un mercato mirato e intelligente.
In estate a Lille sono arrivati Loïc Rémy, Rui Fonte, Jérémy Pied e Zeki Celik, ma i veri colpi di mercato sembrerebbero essere i più giovani del lotto. Da una parte c'è <b>Jonathan Bamba</b>, esterno offensivo mancino classe 1996 arrivato a parametro zero dal Saint Etienne; dall'altra invece c'è <b>Jonathan Ikoné</b>, ventenne ed ex baby talento made in PSG acquistato per cinque milioni di euro. Il loro inizio di stagione è stato esplosivo, all'interno di un reparto offensivo che - perso Anwar El Ghazi - ha trovato in <b>Nicolas Pépé</b> il vero punto di riferimento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pépé è una delle poche eredità lasciate da Bielsa, che lo ha fortemente voluto a Lille dopo averlo seguito a lungo nella sua militanza all'Angers. Pépé, 23 anni, è nato e cresciuto in Francia, ma recentemente ha scelto di rappresentare la Costa d'Avorio su suggerimento dei genitori, emigrati nell'Île-de-France oltre vent'anni fa alla ricerca di lavoro. Nasce esterno destro ma per Galtier, che ha saputo farlo esplodere definitivamente, è ormai un vero e proprio jolly offensivo. Per gli avversari, invece, una costante spina nel fianco per come riesce a giocare negli spazi senza dare alcun punto di riferimento. Dopo la bella vittoria sul Saint Etienne, Pépé ha detto chiaramente che l'obiettivo stagionale è quello di riportare il club in alto. A questi ritmi, le notti europee allo Stade Pierre-Mauroy torneranno ben presto a essere realtà.</span></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-79063105449435530642018-09-24T15:03:00.000+02:002019-01-14T11:00:14.071+01:00Sponsor, marketing e nuovi media: l'ascesa della Saudi Premier League<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJDAuRnWrUbdG8ibprPwWkG4POuBFyZalt3R5duHw7LbdrfYi2mdCULE8kJsV2QxjnswRKqG3VHVv8ST7lnUyHvTrdTTeESJXrLeS5bcNOJupC5FU2sCVfwwrK79WxNq4VTM3AsaCzc2c/s1600/SPL.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="184" data-original-width="274" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJDAuRnWrUbdG8ibprPwWkG4POuBFyZalt3R5duHw7LbdrfYi2mdCULE8kJsV2QxjnswRKqG3VHVv8ST7lnUyHvTrdTTeESJXrLeS5bcNOJupC5FU2sCVfwwrK79WxNq4VTM3AsaCzc2c/s400/SPL.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il logo ufficiale della Saudi Professional League</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">L'assegnazione
della Coppa del Mondo 2022 al Qatar ha aperto definitivamente una
finestra sul calcio medio-orientale. Negli ultimi anni Qatar, Emirati
Arabi e Arabia Saudita hanno avuto un forte impatto sull'economia
sportiva del continente asiatico, tanto</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-size: medium;"> che – a livello di club e
di risultati – i tre movimenti calcistici locali sono cresciuti
esponenzialmente. Una crescita tangibile, direttamente proporzionale
all'aumento degli investimenti e degli sforzi economici profusi da
società e federazioni.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Contrariamente
ad altri paesi asiatici, che hanno investito molto su calciatori di
dubbia qualità disinteressandosi del contorno, la strada intrapresa
da Emirati Arabi e Qatar verte principalmente al valorizzare le
infrastrutture. Questi ultimi, tra l'altro, sono alle prese con una
vera e propria missione impossibile, ovvero quella di consegnare per
tempo tutti gli impianti promessi in vista del mondiale, che si
disputerà tra soli quattro anni. Al momento le cose non procedono
affatto bene, tra ritardi sulla tabella di marcia e denunce di
Amnesty International su presunte violazioni dei diritti umani.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">L'Arabia
Saudita invece ha scelto una via di mezzo. Nell'ultima finestra di
mercato la Saudi Premier League si è assestata al quinto posto nella
speciale classifica delle leghe nazionali che più hanno speso nel
calciomercato. Quella estiva è stata una sessione molto importante,
che ha smosso – secondo l'ultimo report redatto dalla FIFA - la
cifra record di oltre 152 milioni di dollari. A Riyadh e dintorni
sono arrivati giocatori ancora nel pieno della carriera, in un
processo di crescita che punta, tra qualche anno, a far tornare
protagonisti i club locali a livello internazionale. La società che
ha speso di più è stata l'Al Nasr: nella capitale è stato
investito l'equivalente di quasi 46 milioni di euro per cinque
cartellini. Il più importante, quello del nigeriano Ahmed Musa, è
costato oltre 16 milioni. Poi, a scendere, sono stati messi a
bilancio gli ingaggi del brasiliano Giuliano (10.5 milioni di euro),
Nordin Amrabat (8.5), Abderazak Hamdallah (6) e Petros (5).</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">L'acquisto
più importante lo hanno però messo a segno i campioni in carica
dell'Al Hilal: dai vicini Emirati è arrivato Omar Abdulrahman che, a
27 anni, ha deciso di lasciare la sua comfort zone di Dubai per
cimentarsi in un nuovo contesto. Oltre a essere un grandissimo
giocatore, il fantasista di origine yemenita è una vera e propria
macchina da soldi: considerato il giocatore più forte e
rappresentativo del continente nonostante non abbia mai giocato in
Europa, “Moory” è testimonial Nike dal 2012 e ha vinto il
Pallone d'Oro asiatico nel 2016, un titolo che gli ha regalato la
copertina del famoso videogioco Pro Evolution Soccer. Il matrimonio
tra Al Hilal e Abdulrahman ha portato ulteriore visibilità a un club
che, già da anni, ha investito forze e risorse nella valorizzazione
del proprio brand, nel marketing e nei media. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Oltre a
essere una delle società asiatiche più pagate dalla Nike, sponsor
tecnico dal 2013, l'Al Hilal ha recentemente stretto accordi
commerciali col colosso automobilistico Wolfswagen, con Bupa Arabia
(una società assicurativa) e soprattutto con Kingdom Company, una
delle holding di investimento più famose al mondo. L'immissione di
nuovi capitali, oltre alla presenza di uno sponsor storico come
Mobily – che, poco tempo fa, ha rinnovato la partnership col club
biancoblu per un totale di 138 milioni di dollari in sei anni –
hanno permesso all'Al Hilal di espandersi su territorio locale. Nel
2011 la società ha aperto il primo fan shop di tutta l'Arabia
Saudita, acquistando un intero edificio nel centro di Riyadh per 4
milioni di dollari. A fine 2013 altri due store ufficiali sono stati
inaugurati tra Khor e Jeddah, in un processo di espansione che si
pone come obiettivo la promozione a livello nazionale del marchio Al
Hilal. Un'altra innovazione riguarda l'introduzione della membership
card, una sorta di carta fedeltà creata sul modello inglese, con la
quale i soci possono ottenere varie agevolazioni sulle iniziative del
club. Tutto questo ha generato un circolo virtuoso al quale,
ovviamente, si è aggrappata anche la federazione, che ogni anno paga
circa 2 milioni di dollari per trasmettere in esclusiva le partite
dell'Al Hilal. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">A margine, è
stato inaugurato anche il canale tematico della società, con gli
studi situati all'interno del camp costruito dall'ex presidente
Abdulrahman bin Musa'ad; si tratta di una piccola cittadella situata
alle porte di Riyadh con alberghi, campi da calcio, meeting rooms,
una biblioteca, ristoranti e una clinica medica, oltre agli impianti
dove si allena la prima squadra. Altri club sauditi stanno per
seguire questo esempio: l'Al Ittihad, club con sede a Jeddah che nel
2014 ha inaugurato il nuovo King Abdullah Sports City Stadium, a
breve costruirà un nuovo centro sportivo e aprirà il suo primo
store ufficiale al centro della città, nelle vicinanze di quello dei
rivali dell'Al Hilal. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Un occhio al
campo, ma non solo: la strada imboccata dall'Arabia Saudita sembra
proprio quella vincente.</span></div>
<br />Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-84362992669090053052018-09-01T14:55:00.000+02:002019-01-14T11:00:49.189+01:00The Resolutor<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidoPIfEJGZmb3T38qpjrGrbY9-EfuMM6KZvbIFwBu7QW88xH87vIjWRMkx6JR8lgj_JVCynxo-YHvSjmdXCh9jJDdngt6hp_fl4enscPGm-EwP9dOvVDSiRI-tuziHCDBKKsJIQSEXQng/s1600/RICHA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="342" data-original-width="620" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidoPIfEJGZmb3T38qpjrGrbY9-EfuMM6KZvbIFwBu7QW88xH87vIjWRMkx6JR8lgj_JVCynxo-YHvSjmdXCh9jJDdngt6hp_fl4enscPGm-EwP9dOvVDSiRI-tuziHCDBKKsJIQSEXQng/s400/RICHA.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 12.8px;">Richarlison</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial";">Tra le tante produzioni che spopolano attualmente negli Stati Uniti c'è Better Call Saul. La serie tv racconta le vicende di un avvocato squattrinato che, dopo essere stato messo alla porta da un importante studio legale, decide di mettersi in proprio per provare a salvarsi la</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial";"> carriera, ormai in picchiata. Per farlo, James Mc Gill usa mezzi non troppo convenzionali: mente per conquistarsi i casi su cui lavorare, inganna, si mette nei guai, ma alla fine trova sempre una via d'uscita. Nella versione originale del telefilm l'avvocato Mc Gill, che più avanti prenderà l'identità del ben più celebre Saul Goodman in Breaking Bad, viene spesso nominato come “</span><i><span style="font-family: "arial";">The Resolutor</span></i><span style="font-family: "arial";">”, il risolutore.</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Già, il risolutore, lo stesso termine usato dal Liverpool Echo, uno dei quotidiani più venduti del Merseyside, il giorno dopo l'acquisto di Richarlison da parte dell'Everton. Annunciato in pompa magna come rinforzo top dell'estate dei </span><i><span style="font-family: "arial";">Toffees</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> l'attaccante brasiliano, vista la cifra pagata dal </span><i><span style="font-family: "arial";">chairman</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> iraniano Fahrad Moshiri per acquistarlo dal Watford, è atteso alla stagione della consacrazione. Oltre 40 milioni di sterline più cinque legati a bonus vari, una cinquantina di milioni se parliamo di euro, è il prezzo strappato dalla famiglia Pozzo all'Everton. Troppo? Forse, ma Richarlison è stato fin dall'inizio un'espressa richiesta di Marco Silva, nuovo manager del club, che proprio al Watford ha avuto l'occasione di conoscere il talento brasiliano, lavorarci su e sgrezzarlo fino alla definitiva esplosione, avvenuta nei primi mesi della stagione scorsa. Una stagione in chiaro scuro, cominciata molto bene sulla scia di un fattore sorpresa che ha portato Richarlison a segnare cinque gol tra fine agosto e novembre. Dopo l'ultima rete, timbrata </span><a href="https://www.youtube.com/watch?v=Zoqr4PxppEw"><u><span class="15" style="color: navy; font-family: "arial";">nel match vittorioso</span></u></a><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> contro il West Ham, il suo rendimento ha cominciato a calare di pari passo con quello di tutta la squadra, che nel girone di ritorno ha totalizzato solo 19 punti – peraltro mal distribuiti – contri i 22 dell'andata.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Ciononostante, Richarlison a fine anno è stato inserito nella formazione degli under 21 più promettenti della Premier League, segno di come – dopo Marco Silva - anche l'intero ambiente inglese abbia percepito le potenzialità di questo ragazzo.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b><span style="font-family: "arial";">Un jolly offensivo</span></b><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Il tecnico portoghese è il suo primo e più grande estimatore. In primis per le sue doti tecniche, che fanno di Richarlison un attaccante completo, capace di utilizzare con la stessa efficacia entrambi i piedi ma anche di rendersi pericoloso nel gioco aereo, nonostante il fisico non propriamente da corazziere.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Poi tocca alla parte tattica, sulla quale Marco Silva ha lavorato in prima persona. Richarlison nasce come esterno d'attacco, un ruolo che è sempre sembrato l'ideale per un giocatore con le sue caratteristiche atletiche: la sua corsa, la capacità di giocare verticalmente e in profondità e l'abilità nel dribbling, in particolare nello stretto, lo rendono un esterno molto efficace, soprattutto per le squadre che giocano principalmente sulle ripartenze.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Partendo da queste certezze, l'attuale manager dell'Everton ha cominciato il suo percorso di costruzione su un calciatore molto particolare. Arrivato dal Brasile portando con sé una buona dose di anarchia, Richarlison aveva bisogno di trovare una collocazione fissa, qualcosa che potesse valorizzarlo anche in un calcio profondamente diverso da quello a cui era abituato. Così la prima parte di stagione con il Watford, il classe 1997 l'ha passata tutta a sgommare sulla fascia sinistra, in un ruolo che – fino a dicembre – lo ha visto mettere assieme la bellezza di cinque gol e cinque assist decisivi. Col passare del tempo, e la necessità del tecnico di cambiare qualcosa a causa di squalifiche e infortuni, Richarlison si è poi adattato anche sulla fascia opposta, terminando infine la stagione 2017/18 da centravanti.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Nonostante i numeri dicano che il talento di Nova Venécia sia calato alla distanza, è curioso notare come questo stesso calo sia coinciso con un miglioramento del singolo dal punto di vista tattico. Col passare dei mesi, Richarlison è diventato fondamentale anche in fase difensiva, imparando a gestire meglio le proprie forze durante i novanta minuti e sacrificandosi spesso in ripiegamento, anche a costo di perdere un po' di smalto negli ultimi metri.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Un miglioramento sensibile, che ha portato Marco Silva ad appuntarsi il nome del ragazzo in cima alla lista della spesa da presentare alla dirigenza dell'Everton: «</span><i><span style="font-family: "arial";">Richarlison è un ragazzo straordinario</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> – </span><a href="http://www.skysports.com/football/news/11671/11469043/evertons-marco-silva-defends-richarlison-transfer-fee-criticism"><u><span class="15" style="color: navy; font-family: "arial";">ha dichiarato</span></u></a><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> il portoghese a Sky Sports, dribblando i dubbi sul prezzo pagato per il cartellino – </span><i><span style="font-family: "arial";">e le polemiche sul suo acquisto personalmente non mi interessano. Sono cifre normali nel calcio di oggi, e comunque non mi pare foste così critici lo scorso anno quando il club comprò Pickford</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">». Parole dure, che certificano però il rapporto di stima tra i due, </span><a href="https://www.theguardian.com/football/2018/aug/08/richarlison-everton-value-transfer-fee"><u><span class="15" style="color: navy; font-family: "arial";">confermato</span></u></a><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> dallo stesso Richarlison al The Guardian: «</span><i><span style="font-family: "arial";">Marco Silva è un ottimo motivatore, ma soprattutto uno dei più grandi allenatori al mondo</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">».</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b><span style="font-family: "arial";">Gol da predestinato</span></b><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Per portarlo in Inghilterra il Watford ha speso oltre 12 milioni di euro, una cifra importante che – oltre a far felice il Fluminense – ha portato ossigeno alle casse di America Mineiro e Real Noroeste, i due club che lo hanno calcisticamente formato.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Nato nello stato dell'Espirito Santo, famoso per le sue spiaggie e per le le fabbriche che producono acciaio e lavorano il petrolio, Richarlison si è approcciato al </span><i><span style="font-family: "arial";">fútbol</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> come tanti suoi connazionali, ovvero cominciando dal futsal, disciplina che richiede una grandissima tecnica di base, velocizzandone contestualmente lo sviluppo.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Cresciuto in una zona del Brasile molto povera, per pagarsi il bus che lo portava agli allenamenti col Real Noroeste il talento brasiliano vendeva per strada delle praline di cioccolato preparate dalla madre. La famiglia ha avuto un ruolo fondamentale nella sua crescita: mentre papà e mamma cercavano di non fargli mancare nulla per tenerlo fuori da giri pericolosi, soprattutto legati allo spaccio di droga, lo zio lo fece innamorare della Premier League: «Ero impressionato</span><i><span style="font-family: "arial";"> dalla velocità del gioco, la palla non si fermava mai. Era uno spettacolo incredibile, che mi teneva incollato alla tv</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">».</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che Liverpool, solo qualche anno dopo, sarebbe diventata la sua casa. Nemmeno lui, che a sedici anni si vide la vita passare davanti agli occhi dopo lo spiacevole incontro con un boss della droga: «</span><i><span style="font-family: "arial";">Mi puntò la pistola alla testa perché avevamo invaso il loro territorio giocando a calcio. Non ce n'eravamo accorti: se avesse premuto quel grilletto, oggi non sarei qui</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">» </span><a href="https://lifebogger.com/it/richarlison-infanzia-story-plus-untold-biografia-fatti/"><u><span class="15" style="color: navy; font-family: "arial";">racconterà</span></u></a><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> in un'intervista.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Poco dopo arrivò la svolta della sua carriera: Renato Velasco, uno scout del Real Noroeste, lo portò a sostenere un provino con l'America Mineiro, club nel quale Richarlison giocherà due anni prima di passare al Fluminense. Sbarcato a Rio de Janeiro, non ci mette molto a prendersi un posto da titolare: il 26 giugno del 2016, durante il suo primo </span><i><span style="font-family: "arial";">FlaFlu</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">, </span><a href="https://www.youtube.com/watch?v=Zoqr4PxppEw"><u><span class="15" style="color: navy; font-family: "arial";">segna agli odiati rivali cittadini</span></u></a><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> sul campo neutro di Natal, approfittando di un'incertezza difensiva e regalando così il </span><i><span style="font-family: "arial";">clássico</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> al </span><i><span style="font-family: "arial";">Fluzão</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">Un brasiliano con l'Inghilterra, ma soprattutto Liverpool, nel destino. Al suo esordio in Premier League, contro i Reds, Richarlison entra a inizio ripresa con i suoi sotto di un gol, guidando il Watford alla rimonta e mettendo lo zampino nel 3-3 definitivo di Britos. Poche settimane dopo segna all'Everton, club poi abbracciato quest'estate in cambio di una cifra record, che ha fatto storcere il naso all'opinione pubblica e nello stesso tempo esaltato i tifosi dei </span><i><span style="font-family: "arial";">Toffees</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">.</span><o:p></o:p></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;">La sua </span><a href="https://www.youtube.com/watch?v=LN2Mn6GbUrk"><u><span class="15" style="color: navy; font-family: "arial";">doppietta</span></u></a><span style="font-family: "arial"; font-size: 12 0000pt;"> al Wolverhampton, nonostante l'inferiorità numerica, ha permesso alla squadra di uscire con un punto dal Molineux. È proprio a questo che serve un risolutore, a togliere le castagne dal fuoco quando la situazione si fa complicata. Lo sa bene Marco Silva, che ha deciso di affidarsi al suo asso brasiliano, proprio come la gente di Albuquerque si appoggiava all'avvocato James Mc Gill. E lo sa anche Tite, che lo ha chiamato in occasione delle due amichevoli giocate dal Brasile contro Stati Uniti ed El Salvador, quest'ultimo battuto 5-0 grazie anche a una sua doppietta. <i>The Resolutor</i>, come lo hanno già rinominato a Liverpool, è solo agli inizi.</span></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-33972211269487569602018-05-07T19:45:00.000+02:002018-05-07T19:47:02.755+02:00Guida agli ottavi di finale di AFC Champions League<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF_KlYeo38NTDggOwpd_2LH2TCsy7tTrUhbz8L590mzBFB1Z7ssYiuwNSz3EvPgr5-fGJU2RWRs9Q57BbZMjZ0PTtqCJ5Ed1aQW7eVIcp0qpv25vZoq3PjJi488JyXtOIqcd4bXkgukiY/s1600/AFC.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="392" data-original-width="700" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF_KlYeo38NTDggOwpd_2LH2TCsy7tTrUhbz8L590mzBFB1Z7ssYiuwNSz3EvPgr5-fGJU2RWRs9Q57BbZMjZ0PTtqCJ5Ed1aQW7eVIcp0qpv25vZoq3PjJi488JyXtOIqcd4bXkgukiY/s400/AFC.jpg" width="400" /></a></div>
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Otto partite, sedici squadre e un solo obiettivo: succedere agli Urawa Reds sul tetto dell'Asia. La Champions League della AFC, la confederazione asiatica, entra nel vivo con gli ottavi di finale in programma tra lunedì 7 e mercoledì 9 maggio. Come ormai da qualche anno a questa parte, il livello della competizione è decisamente salito, e nonostante la fase a gironi abbia mietuto vittime più (l'Al Hilal, finalista del 2017, e lo Shanghai Shenhua) o meno (Cerezo Osaka) illustri, in questa seconda fase di torneo troviamo quasi tutto il meglio del calcio asiatico attuale.<br />
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1e6-1f1ea.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">AL JAZIRA vs PERSEPOLIS <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1ee-1f1f7.png" width="20" /></span></b> </div>
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Pochi giorni fa l'<b>Al Jazira</b> ha concluso il proprio campionato chiudendo con un anonimo settimo posto. E' proprio "anonimo" il termine adatto per descrivere brevemente l'ultima annata del club emiratino, passato sotto la guida dell'olandese Ten Cate nell'ormai lontano dicembre del 2015. Il tecnico ultimamente parte non avere più in mano il polso della situazione, come confermano i numeri maturati di recente: dopo aver regolato l'Al Gharafa nello scorso aprile, l'Al Jazira ha perso quattro delle ultime cinque partite, chiudendo con un 1-2 casalingo subito dall'Al Ahli, che ha assicurato alla squadra il secondo posto in virtù della differenza reti migliore rispetto proprio ai qatarioti. Otto partite, sedici squadre e un solo obiettivo: succedere agli Urawa Reds sul tetto dell'Asia. La Champions League della AFC, la confederazione asiatica, entra nel vivo con gli ottavi di finale in programma tra lunedì 7 e mercoledì 9 maggio. Come ormai da qualche anno a questa parte, il livello della competizione è decisamente salito, e nonostante la fase a gironi abbia mietuto vittime più (l'Al Hilal, finalista del 2017, e lo Shanghai Shenhua) o meno (Cerezo Osaka) illustri, in questa seconda fase di torneo troviamo quasi tutto il meglio del calcio asiatico attuale.</div>
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Nell'ultimo turno di campionato invece è arrivata una sonora sconfitta per 4-1, nella quale è andato in gol il marocchino <b>Mbark Boussoufa</b>, una delle due stelle in forza al club. Con i suoi gol ha risolto diverse situazioni intricate, ma è soprattutto con gli assist che ha fatto la differenza: a beneficiarne è stato Ali Mabkhout, bomber della nazionale e punta di diamante. Mabkhout, oltre ai tredici centri nella Premier League emiratina, ha segnato quattro reti delle nove totali alla fase a gruppi di Champions League. Altri quattro portano la firma di Romarinho, suo partner d'attacco.<br />
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A loro tre sarà affidata l'impresa di battere il <b>Persepolis</b>, compagine iraniana che ha dominato il Gruppo C e che ha fatto registrare la miglior difesa del torneo, con soli tre gol subiti in sei partite. Merito dell'assetto difensivo costruito da <b>Branko Ivankovic</b>, tecnico croato che anche in campionato ha saputo trasmettere le sue idee alla squadra, laureatasi campione davanti alle altre due rappresentanti dell'Iran in questa competizione, Zob Ahan e Esteghlal.
Il Persepolis gioca un 4-3-3 molto offensivo, affidandosi alle geometrie di Siamak Nemati, classe 1994, in mezzo al campo, e soprattutto ai gol del bomber <b>Ali Alipour</b>, 22 anni e senso del gol smisurato, che lo ha portato a vincere la classifica dei cannonieri in Iran con 19 reti in 28 partite, con tre centri a corredo in Champions League.
Alipour è un attaccante molto bravo a giocare con la squadra, apre spazi e tiene la linea alta quando ce n'è bisogno, ma soprattutto vede la porta come pochi altri in questo preciso momento.
Il suo stato di grazia non è passato inosservato, visto che dall'Europa alcuni scout si sarebbero mossi per vederlo dal vivo.
Nel match di andata il Persepolis non potrà contare sul suo leader difensivo, nonché capitano, Jalal Hosseini.</div>
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1f6-1f1e6.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">AL SADD vs AL AHLI</span> <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1f8-1f1e6.png" width="20" /></b> </div>
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Campione nel 2011 quando a guidarlo c'era il guru uruguagio Jorge Fossati, l'<b>Al Sadd</b> è una delle due rappresentanti del Qatar ancora rimaste in gioco.
Perso lo scontro diretto per il primo posto all'ultima giornata, la compagine di Doha si è dovuta accontentare della seconda piazza, cosa che ha fatto indispettire il club, già indispettito per la piazza d'onore in campionato nel quale si pensava di poter puntare al titolo.
L'Al Sadd è la squadra di una vecchia conoscenza europea, un grande campione come Xavi, alle ultime battute della carriera.
L'ex centrocampista del Barcellona dovrebbe lasciare a fine manifestazione, ma nella fase a gruppi ha dato ancora modo a tutti di constatare come - nelle serate di grazia - sia di gran lunga il miglior centrocampista del continente. La squadra ruota attorno a lui, che vista l'età è stato esautorato da qualsiasi compito in fase di non possesso: il suo raggio d'azione si è alzato di qualche metro, fino a diventare una sorta di rifinitore per l'algerino Bounedjah, il bomber della squadra.
L'allenatore è <b>Jesualdo Ferreira</b>, vecchio volpone della panchina e tecnico giramondo con esperienza in Portogallo, Spagna, Grecia, Marocco e soprattutto Egitto, dove - seppure per un breve tempo - ha allenato lo Zamalek. </div>
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Fermare l'<b>Al Ahli</b> sarà comunque un'impresa ardua: ancora imbattuto, con 14 punti in sei partite la compagine saudita ha vinto in scioltezza il proprio raggruppamento.
La squadra di Jeddah è un insieme di ottimi giocatori, classe e qualità distribuita in maniera omogenea per tutto il terreno di gioco. La difesa si appoggia interamente sulle spalle del possente centrale nigeriano Godfrey Oboabona, mentre in mezzo al campo dettano i tempi Mark Milligan, australiano, e soprattutto <b>Claudemir</b>, ex mediano del Copenaghen che a queste latitudini fa davvero la differenza. Deluso dall'esito dello spareggio che avrebbe portato la sua Siria al Mondiale, Omar Al Somah arriva da una stagione in cui ha segnato con molta continuità. La punta di Damasco si integra molto bene con i compagni di reparto, l'esperto Mohanad Aseri o il frizzante Salman Al Moasher, ma soprattutto ha sviluppato un grande feeling con <b>Ioannis Fetfazidis</b>, ex croce e delizia del calcio greco e del Genoa. Fetfazidis è uomo assist e leader carismatico: nella massima competizione saudita è stato eletto miglior straniero della stagione, e Serhiy Rebrov - in panchina dal giugno scorso, dopo essere stato strappato alla Dinamo Kiev - spera possa ripetersi anche nella fase più delicata della stagione.</div>
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1f9-1f1ed.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">BURINAM vs JEONBUK MOTORS</span> <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1f0-1f1f7.png" width="20" /></b> </div>
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La sorpresa del momento <b>Burinam </b>contro i due volte campioni d'Asia sudcoreani.
Tornato alla seconda fase di Champions League dopo cinque anni, la squadra thailandese cerca di sfruttare il buon momento storico che sta passando in questo periodo.
In patria i Thunder Castles (per capire il significato di questo nickname basta guardare il loro logo) dominano, mentre in campo internazionale pagano spesso le poche risorse a loro disposizione, soprattutto se raffrontate alle dirette rivali.
In questa edizione però gli uomini allenati dal serbo Bozdinar Bandovic si sono messi alle spalle niente meno che il Cerezo Osaka, piazzandosi dietro solo al colosso cinese Guanghzou Evergrande, contro il quale si sono anche presi il lusso di pareggiare in entrambi gli incontri. <b>Andres Túñez</b> è il giocatore di spicco della squadra: difensore centrale venezuelano, ha anche fatto parte per diverso tempo della nazionale <i>Vinotinto</i>, prima di prendere la decisione di trasferirsi in Thailandia: "<i>Volevo fare un'esperienza diversa </i>- ha raccontato recentemente al sito dell'AFC - <i>così ho pensato di accettare l'offerta del Burinam. Mi trovo bene, la gente ama il calcio e ho l'occasione di confrontarmi con ottimi giocatori</i>". </div>
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Il centrale del Burinam avrà il suo bel da fare per arginare la potenza di fuoco dei <b>Jeonbuk Motors</b>, che agli ottavi di finale arrivano gasati a mille dopo aver infranto record su record. Quello più significativo riguarda i gol fatti nel girone eliminatorio, 22, la striscia migliore degli ultimi anni.
Di questi, due a testa li hanno fatti Kin Jin-Su e il brasiliano Fabio Lopes, mentre gli altri diciotto portano altrettante firme diverse. Un risultato impressionante, una vera cooperativa del gol in salsa sudcoreana.
La rosa dei Motors è composta interamente da giocatori locali, con la sola eccezione di tre giocatori brasiliani, tutti referenti offensivi della squadra. Loro mettono la qualità, gli altri si muovono in blocco in uno dei sistemi meglio funzionanti dell'intero continente.
Merito soprattutto di Choi Kang-Hee e del suo 4-4-2 molto ibrido, che in fase offensiva si trasforma in un 4-2-3-1 con Lee Donk-Gook pronto ad allargarsi sulla fascia sinistra.</div>
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1e8-1f1f3.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">TIANJIN QUANJIAN vs GUANGZHOU EVERGRANDE</span> <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1e8-1f1f3.png" width="20" /></b> </div>
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Il primo dei tre derby in programma in questi ottavi di finale vede opposti il <b>Tianjin Quanjian</b> e il <b>Guangzhou Evergrande</b>, ovvero il passato e il presente di <b>Fabio Cannavaro</b>.
Dopo l'ottima campagna alla guida del Tianjin, culminata con la qualificazione in AFC Champions League, Cannavaro è sbarcato a Guangzhou grazie al lavoro svolto in passato al fianco di Marcello Lippi.
Il grande salto è stato complicato, non tanto in ambito internazionale, quanto nel contesto del campionato cinese, dove attualmente il Guangzhou ha riscontrato qualche problema.
In attesa di capire se il peggio sia (già) passato, l'ex difensore della nazionale italiana può comunque contare su un gruppo di valore altissimo, rinforzato dall'arrivo di <b>Nemanja Gudelj</b>, uno dei migliori centrocampisti del campionato cinese nella passata stagione.
Oltre a Gudelj, l'Evergrande può contare sulla consolidata coppia offensiva brasiliana composta da Alan e <b>Ricardo Goulart</b>, oltre ad avere in rosa lo zoccolo duro della selezione nazionale cinese. In particolare Gao Lin e Zhang Lingpen rappresentano due certezze non da poco, e sono forse tra i migliori interpreti del ruolo dell'intero panorama asiatico. </div>
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Dall'addio di Cannavaro il Tianjin è stato rifondato, tanto è vero che per iniziare a girare sui ritmi giusti c'è voluto un po' di tempo. La Champions era cominciata con una sola vittoria e quattro punti al giro di boa, prima di vincere le ultime tre partite, nelle quali gli uomini di <b>Paulo Sousa</b> hanno raggiunto il secondo posto strappando il pass per gli ottavi.
Il Tianjin è fondamentalmente la squadra di <b>Alexandre Pato</b> e <b>Anthony Modeste</b>: il primo, quando sta bene, è ancora un fattore; il secondo, rappresenta invece un lusso vero e proprio per la dimensione cinese. La punta originaria di Cannes ha già segnato 16 reti in 22 uscite con questa maglia addosso, ha una media straordinaria e, vedendo le ultime sue prestazioni, i numeri sono destinati a migliorare nel breve periodo.
Sousa ha lavorato sull'impianto di gioco lasciato in eredità dalla precedente gestione, un 4-4-1-1 nel quale Pato agisce tra le linee in appoggio al centravanti o - in alternativa - si piazza davanti con il compito di svariare su tutto il fronte offensivo per aiutare gli inserimenti senza palla dei compagni.
La difesa è comandata dal sudcoreano Kwon Kyung-Won, una vera e propria certezza.</div>
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1ee-1f1f7.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">ZOB AHAN vs ESTEGHLAL</span> <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1ee-1f1f7.png" width="20" /></b> </div>
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La seconda forza del calcio iraniano sfida la terza, in un derby che certifica - assieme all'ottimo cammino del Persepolis - come il movimento locale, nonostante mille difficoltà, stia crescendo a dismisura.
Partiamo subito col dire che lo <b>Zob Ahan</b> si è qualificato solo per il rotto della cuffia, avendo la meglio per differenza reti sulla Lokomotiv Tashkent. Poco male, perché l'importante è esserci, o almeno così ha detto qualche giorno fa Amir Ghalenoei commentando il passaggio del turno, arrivato in extremis proprio in Uzbekistan.
E pensare che all'inizio la squadra girava molto bene, con due vittorie nelle prime tre uscite che facevano ben sperare. Dopo, il blackout, dovuto principalmente all'inceppamento di <b>Morteza Tabrizi</b>, luce offensiva di un gruppo senza particolari stelle in grado di fare la differenza. Un suo gol ha portato avanti gli iraniani sul campo della Lokomotiv: il resto lo ha fatto Mohamad Mazaheri, l'estremo difensore partito come riserva ad inizio stagione, ma oggi titolarissimo dopo aver scalzato Mohamad Sadeghi. </div>
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Anche l'<b>Esteghlal</b> ha dovuto attendere il verdetto finale fino all'ultimo turno, ma il primo posto conquistato con la vittoria sul campo dell'Al Hilal, capolista nelle prime cinque giornate, potrebbe essere quell'iniezione di fiducia che ai ragazzi del tedesco <b>Winfried Schafer</b> mancava da tempo.
Terzo in campionato, la compagine di Teheran è quella paradossalmente più attrezzata per fare strada in ambito internazionale: Schafer ha un'ampia scelta in ogni ruolo, e nonostante non sia affatto facile portare in Iran dei giocatori stranieri in grado di fare la differenza, nella metà biancoazzurra della capitale possono godersi i colpi dell'uzbeko <b>Sergej Djeparov</b>, stella della propria nazionale e uno dei talenti più cristallini degli ultimi anni in terra sovietica.
La sua carriera non è mai decollata, non si sa per scelta sua o di altri, fatto sta che Djeparov oggi fa la differenza in in campionato come quello iraniano, dove probabilmente è il giocatore più forte in assoluto.
L'altro straniero del gruppo è Mame Thiam, attaccante senegalese con trascorsi recenti in Italia tra Empoli, Avellino e Lanciano. Dopo un brutto infortunio è rientrato in squadra per riprendersi il suo posto da titolare. Un'arma in più a disposizione di Schafer.</div>
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1e6-1f1ea.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">AL AIN vs AL DUHAIL</span> <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1f6-1f1e6.png" width="20" /></b> </div>
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L'hype scatenato dalla figura di Omar Abdulrahman contro la miglior squadra di questa Champions League. Questi sono i presupposti sui quali si giocherà la sfida tra l'<b>Al Ain</b>, Emirati Arabi, e l'<b>Al Duhail</b>, fresco campione qatariota e soprattutto protagonista, fin qui, di una cavalcata pazzesca.
In numeri della squadra allenata da Djamel Belmadi parlano da soli: 18 punti in sei partite, punteggio pieno e tanta, tanta qualità espressa in campo.
D'altronde basta scorrere i nomi della rosa qatariota per rendersi conto di come qui si sia di fronte a una sera candidata per il titolo.
Nell'Al Duhail troviamo un attaccante implacabile come <b>Youssef El Arabi</b>, marocchino preso un anno fa dal derelitto Granada, che a questa latitudini sposta le montagne; poi ci sarebbe anche <b>Yousouf Msakni</b>, talento tunisino che avrebbe potuto avere ben altra carriera qualora avesse fatto scelte più sagge, senza inseguire solo i soldi.
Già solo questi due nomi valgono il prezzo del biglietto, e abbinati all'ottima organizzazione data da Belmadi, portano a risultati straordinari.
Da fuori arrivano anche le due stelle negli altri reparti, l'ex OM Lucas Mendes per la difesa e il nazionale sudcoreano Nam Tae-Hee, entrambi perni di questa squadra alla quale basterebbero ancora un paio di ritocchi giusti per diventare la corazzata da battere. </div>
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Difficile sarà dunque il compito per l'Al Ain, che però può contare sul fattore <i>Noory</i>: <b>Omar Abdulrahman</b> non è solo il capitano, il leader o il giocatore più in voga nel continente asiatico. Abdulrahman rappresenta gli interi Emirati a livello calcistico, prigioniero del suo stipendio faraonico che in Europa difficilmente qualche club interessato a lui potrebbe pareggiare.
Così, alla soglie dei ventotto anni, <i>Noory </i>è ancora a casa, tormentato tra la scelta di mettersi alla prova in Europa o quella di lasciare l'attuale club per rimanere in patria cambiando maglia.
Due anni fa l'Al Ain arrivò ad un passo da alzare il trofeo, ma perse in finale.
Omar Abdulrahman ha recentemente ricordato l'evento: "<i>Ci credevamo davvero, abbiamo dato tutto ma non è bastato. Molto spesso il calcio ti mette di fronte a delusioni come quella. Nel mio piccolo, ho sempre cercato di rialzarmi senza rimproverarmi nulla</i>".
Mamic ha a disposizione una rosa ricca di talento, che sfocia nella furia offensiva di Marcus Berg, sbarcato a Dubai dal campionato greco e elemento dominante per l'Al Ain, fresco campione in carica del torneo locale.
Un titolo che ha smosso un po' l'ambiente, l'ideale per affrontare una sfida così difficile.</div>
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1ef-1f1f5.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">KASHIMA ANTLERS vs SHANGHAI SIPG</span> <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1e8-1f1f3.png" width="20" /></b> </div>
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Una delle favorite, almeno sulla carta, alla vittoria di questa Champions League è senza dubbio lo <b>Shanghai SIPG</b>.
Dopo l'addio di Villas Boas, la società è ripartita da un suo connazionale: Vitor Pereira. Reduce da un'infelice esperienza al Monaco 1860, Pereira si è buttato a capofitto sulla nuova avventura, ereditando una squadra qualitativamente eccellente, impreziosita dalla classe dei suoi brasiliani e dal fatto che non sia stato ceduto nessuno.
<b>Oscar </b>e Hulk rimangono i due punti fermi di questo collettivo: gol, assist, giocate spettacolari sono all'ordine del giorno per entrambi, e se lo scorso anno Oscar aveva palesato limiti comportamentali (ricordate le otto giornate di squalifica?), oggi sembra finalmente diventato un vero uomo squadra.
L'ex Chelsea agisce da mezzala nel 4-3-3 che Vitor Pereira ha disegnato attorno alla sua squadra come abito tattico principale, un modulo flessibile che si evolve spesso in un 4-2-3-1, con <b>Hulk </b>che scala trequartista e Oscar si alza sugli esterni, alternandosi con <b>Wu Lei</b>.
Il gioiellino cinese lo scorso anno ha vinto il premio come miglior giocatore del campionato, e in inverno c'erano molti club intenzionati a strapparlo al SIPG, ma alla fine non se n'è fatto nulla.
Davanti furoreggia ancora, nonostante l'età, Elkeson. Non c'è che dire: di qualità c'è n'è tanta. </div>
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Decisamente diverso il percorso fatto fino a qui dai <b>Kashima Antlers</b>, che pagano anche l'inizio della J League decisamente in ritardo rispetto agli altri campionati.
Dopo due vittorie nelle prime tre partite, gli Antlers ne hanno pareggiate altrettante nelle tre seguenti, perdendo addirittura l'ultima pur col risultato ininfluente.
La squadra di mister Oiwa parte decisamente sfavorita e può poggiarsi all'unica arma a sua disposizione: il collettivo. Un gruppo rodato e mai stravolto nelle ultime stagioni, che Oiwa schiera con un 4-4-2 basico e principalmente accorto. Idee e esecuzione semplici, per ottimizzare tutto l'ottimizzabile.
Anche perché, con soli otto gol segnati nel fase a gruppi, i giapponesi sono uno dei peggiori attacchi tra quelli rimasti in gara.
Il centrale Naimichi Ueda, l'esterno Atsutaka Nakamura e la punta Yuma Suzuki sono i tre dai quali il SIPG dovrà guardarsi maggiormente.</div>
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<b><img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1f0-1f1f7.png" width="20" /> <span style="font-size: large;">ULSAN vs SUWON BLUEWINGS</span> <img height="20" src="https://pic.sopili.net/pub/emoji/twitter/2/72x72/1f1f0-1f1f7.png" width="20" /></b> </div>
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Il terzo derby di questi ottavi di finale si giocherà in Corea del Sud, dove <b>Ulsan </b>e Suwon si affronteranno dopo essersi già incontrate pochi giorni fa in K League.
In campionato è finita 0-0, e non c'è molto da stupirsi visto che parliamo di un ottimo attacco, quello degli Ulsan, rapportato all'ottima difesa dei Bluewings.
Già vittoriosi nel 2012, gli Ulsan tornano agli ottavi per la prima volta proprio da quell'edizione. Lo fanno straripando contro i neo campioni australiani dei Melbourne Victory, spazzati via 6-2 in Corea del Sud. La prolificità della squadra di Kim Do-Hoon è molto presto spiegata davanti c'è un cannibale dell'area come <b>Miroslav Orsic</b>, punta croata che trasforma in gol ogni minima occasione, terminale di un 4-2-3-1 nel quale parte largo a sinistra per sprigionare tutta la sua potenza in progressione. Il suo feeling con Junior Negao, guizzante brasiliano che indossa il numero 30, sta migliorando col passare delle partite. </div>
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Assenti dagli ottavi dal 2015, i <b>Suwon Bluewings</b> sono una delle migliori difese continentali. La squadra gestita da Samsung si è presa il primo posto del girone nell'ultimo turno, andando a vincere lo scontro diretto in casa dei Kashima Antlers. Merito, in particolare, della punta macedone Dejan Damjanovic, uno che in Corea del Sud ci gioca da molti anni, con la sola eccezione di una breve (e non molto fortunata) fuga cinese.
Damjanovic è la punta di diamante della compagine diretta dall'ex nazionale Seo Jung-Won, uno dei due stranieri presenti in rosa assieme al brasiliano Waguininho.
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Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-20093814912630316832018-03-27T10:33:00.000+02:002019-01-14T11:05:15.870+01:00Le speranze del Perù<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZglu3yufOE46bo3EuKfjdLqM1VpOSjscZP7Vj14m2uV6p_ggCeDGmVnWd-AaCL1gPLE0uvFMBO9lzgwj09RgEuSrRpxWBe9WLnoqtZxRFkpBUOuZqRhwWWg0fFbuhFqZonXnRtlGeta8/s1600/peru.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="285" data-original-width="510" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZglu3yufOE46bo3EuKfjdLqM1VpOSjscZP7Vj14m2uV6p_ggCeDGmVnWd-AaCL1gPLE0uvFMBO9lzgwj09RgEuSrRpxWBe9WLnoqtZxRFkpBUOuZqRhwWWg0fFbuhFqZonXnRtlGeta8/s320/peru.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Romanzare il calcio è la
prerogativa base di tutto il calcio sudamericano. I peruviani, in
particolar modo, sono riusciti a elevare questo concetto all'ennesima
potenza. Se poi si parla di nazionale, il rapporto tra <i>futbol </i>e <b>Perù</b> diventa viscerale, un vero e proprio</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> sentimento
popolare che unisce tutti indistintamente, prevaricando ogni rivalità
storica. Quando nell'ottobre del 2015 il Perù doveva ancora vincere
la sua prima partita nel girone di qualificazione per il mondiale
russo, Libero – il quotidiano più venduto del paese – uscì con
una prima pagina tanto audace quanto bizzarra. Al centro c'era una
foto gigante raffigurante Paolo Guerrero, capitano e goleador della
<i>Bicolor</i>, accerchiato da tutti i suoi compagni in assetto da
battaglia e, sotto di loro, un titolo contenente un messaggio ben
preciso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">“<i>Garra y corazón
para la calificaci</i><i>ón.
Arriba Perù!”</i>. La
partita contro il Paraguay era l'ultima spiaggia per provare a
rientrare nel gruppo delle inseguitrici al quinto posto, così Libero
chiedeva alla squadra grinta e cuore, caratteristiche che
rappresentano la base sulla quale il Perù, nella storia, ha
costruito i suoi (pochi) successi. L'altro ingrediente è
l'ottimismo, che non deve mai mancare. Anche quando il discorso
Russia 2018 sembrava definitivamente archiviato, i giornali e le tv
di Lima richiamavano all'ordine Ricardo Gareca e i suoi ragazzi,
pubblicando quotidianamente tabelle di marcia per spronarli e per
dimostrare che nulla era ancora deciso. Il concetto che doveva
passare era semplice: finché la matematica non ci condanna, dobbiamo
provarci. Insomma, si chiedeva quell'ottimismo necessario per portare
a termine una vera e propria impresa. Il Perù quella partita la
vincerà, e da lì comincerà a costruire la sua rimonta.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/tXPqBYNGhb0" width="460"></iframe>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Due
anni dopo, la <i>Franja Roja</i> si ritrova seduta al tavolo
principale di Russia 2018. La qualificazione a un mondiale mancava da
trentasei anni; era infatti il 1982 quando il Perù, alla fine della
<i>generación dorada</i>, salutò per l'ultima volta una fase finale
di coppa del mondo. La partita persa 5-1 con la Polonia rappresentò
un po' il canto del cigno per un gruppo dalle qualità immense, che
in quegli anni era stato capace di far sognare tutta l'America Latina
grazie al suo calcio fresco e innovativo. Sul Perù di Teófilo
Cubillas, Héctor Chumpitaz, Juan Carlos Oblitas e César Cueto calò
quindi il sipario, e nei decenni successivi nemmeno santoni della
panchina come Paulo Autuori e il <i>Pacho</i>, al secolo Francisco
Maturana, riusciranno a riportare la squadra ai fasti degli anni '70.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>La
rivoluzione del <i>Tigre</i></b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dove
non sono riusciti loro, è arrivato <b>Ricardo Alberto Gareca</b>. Il
tecnico argentino ha preso in mano la nazionale peruviana nel marzo
2015, iniziando il suo ciclo da ct con la preparazione della Copa
América che, di lì a poco, si sarebbe svolta in Cile. Nativo di
Tapiales, provincia di Buenos Aires, Gareca ha costruito la sua
intera carriera sulle sfide impossibili. Dopo tre esperienze sulla
panchina del Talleres, inframezzate da parentesi sfortunate con
Independiente e Argentinos Juniors, Gareca si è trasferito in
Colombia per allenare l'América de Cali. Al club <i>escarlata</i>,
il <i>Tigre</i> – soprannome che si porta dietro fin dagli inizi
nel settore giovanile del Boca Juniors – viene accolto come un
eroe, per via dei quattro anni passati a Cali da giocatore, dove ha
aiutato la società a vincere tre titoli e sfiorare per ben tre volte
la Libertadores. In realtà il suo ritorno si rivelerà fallimentare,
così come il suo biennio successivo passato tra Santa Fe e
Universitario.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span>
</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
Gareca che arriva al Vélez è quindi un allenatore che deve
rilanciarsi in tutto per tutto, ed è proprio in questa circostanza
che le sue qualità escono, permettendogli di scrivere un piccolo
pezzo di storia del club di Liniers. Il </span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Fortín</i></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
sotto la sua gestione, si trasforma in una della squadre più
temibili del continente e, soprattutto, fa incetta di titoli (tre
campionati e una coppa nazionale). Dopo il matrimonio fallito in
fretta con il Palmeiras, ecco arrivare la chiamata da Lima. Il Perù
è alla ricerca di un nuovo selezionatore che possa rappresentare un
</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">upgrade</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
rispetto a Sergio Markarián e Pablo Bengoechea, e dopo settimane di
trattative l'ingaggio del </span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Tigre</i></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
diventa finalmente ufficiale: «</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Volevamo
fortemente Gareca perché sappiamo che con lui possiamo crescere e
sfruttare al meglio tutto il talento a nostra disposizione</i></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">»,
disse Edwin Oviedo, presidente della federazione, durante la
presentazione del ct.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Gareca
è il classico antidivo, un tipo dai modi poco appariscenti e molto
riflessivi. Un uomo che davanti alle telecamere lascia trasparire
poche emozioni, siano esse positive o meno, ma nel contempo molto
bravo nel trasmettere all'ambiente tutta la sua intelligenza e la
passione per il proprio lavoro. Il <i>Tigre</i> viene ingaggiato per
costruire un gruppo dalla mentalità vincente, lavorando sui pochi
risultati positivi ottenuti negli ultimi anni. Tutti, va detto,
maniera estemporaena. Qualificarsi al mondiale stava diventando
un'<i>obsesión</i>, un'ossessione, un sentimento che andava preso e
trasformato in input positivo. Come fare? Riscoprendo le proprie
qualità tramite la ricetta di casa Gareca, basata sulle motivazioni:
«<i>Credo nel calciatore peruviano. Ci credo perché so che è
l'unica cosa da fare se si vuole creare un contesto competitivo</i>»
dice il ct al momento del suo insediamento, aggiungendo poi che «<i>ciò
che è successo in passato è passato, quindi non è importante</i>».
Ottimismo e consapevolezza, appunto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo
il terzo posto in Copa América, il Perù però perde le prime due
partite di qualificazione a Russia 2018, e la vittoria contro il
Paraguay mitiga solo in parte la sconfitta casalinga incassata dagli
storici rivali cileni, che per festeggiare – come se non bastassero
i quattro gol segnati – devastano gli spogliatoi dell'Estadio
Nacional. Gareca è in difficoltà: la squadra lo segue, ma lui non
ha ancora deciso su quali giocatori puntare definitivamente. Il
problema è rappresentato principalmente dalle tante figure
ingombranti ancora nel giro della <i>Selección</i>. Gente come
Claudio Pizarro, Carlos Zambrano e Juan Manuel Vargas vengono
richiesti a gran voce dai tifosi, che nel cuore hanno ancora le
emozioni trasmesse dai <i>cincos fantásticos</i> nel 2011, quando in
Argentina la <i>Franja Roja</i> accarezza il sogno di vincere il
trofeo continentale. Di questi però solo Paolo Guerrero e Jefferson
Farfán risultano ancora utili alla causa. In difficoltà, il <i>Tigre</i>
organizza una riunione in federazione dove spiega i suoi problemi
nella gestione di certi personaggi. Oviedo gli concede totale libertà
d'azione e, da lì in poi, la musica cambierà. Il ruolino di marcia
della <i>Bicolor</i> subisce l'impennata decisiva dopo lo 0-3 a
tavolino ottenuto in Bolivia: da quel momento, il Perù raccoglierà
22 dei 26 punti totali, che gli varranno il quinto posto e il diritto
di giocarsi l'accesso al mondiale contro la Nuova Zelanda.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span>
</span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/poYJrBkde0o" width="460"></iframe>
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In
questi tre anni però Gareca si è dimostrato anche un ottimo
comunicatore. Durante le sue conferenze stampa ha sempre cercato di
spiegare e motivare le sue idee e i suoi metodi, cosa mai avvenuta
con i predecessori. Il Perù è patrimonio di tutti, così il suo ct
lo ha reso accessibile a chiunque abbia dimostrato di averlo a cuore:
«<i>Se siamo al mondiale è perché abbiamo fatto tutti un gran
lavoro: io, il mio staff, i giocatori ma soprattutto la gente che ci
ha supportato e ha creduto in noi, anche quando la qualificazione
sembrava impossibile</i>», ha dichiarato Gareca subito dopo la
partita vinta contro la Nuova Zelanda. Adesso viene la parte più
difficile: per affrontare il percorso di avvicinamento a Russia 2018,
il <i>Tigre</i> ha dettato regole generali che i giocatori saranno
obbligati a rispettare. Si va da un codice di comportamento, dove
viene specificato che non saranno tollerati colpi di testa dentro e
fuori dal campo, fino a quello sul range di ore entro le quali è
consentito presentarsi in ritiro per rispondere alla convocazione.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Dubbi
e certezze</b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quella
che si è trovata tra le mani Gareca è una rosa con valori tecnici
importanti, ma anche con attorno un grosso punto interrogativo,
legato al fatto che la maggior parte degli “stranieri” in rosa
fatichi a giocare titolare a livello di club.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per
fortuna del <i>Tigre</i>, da questa categoria è recentemente uscito
Jefferson Farfán, bravo a ritagliarsi uno spazio da protagonista
nella Lokomotiv Mosca. In Russia la <i>Foquita</i> è rinata,
diventando uno dei leader del club moscovita e, soprattutto, tornando
a essere lontano parente di quel giocatore che frequentava più
l'infemeria del campo durante il suo biennio negli Emirati Arabi.
Secondo un recente sondaggio lanciato da El Bocón, Farfán è
considerato uno dei calciatori peruviani più forti della storia, e
probabilmente sarà lui una delle stelle di questa squadra a Russia
2018. D'altronde la carriera di Farfán parla da sola, così come da
soli parlano i numeri in nazionale di Paolo Guerrero, massimo
goleador nella storia della nazionale davanti a mostri sacri come
Cubillas, <i>Lolo</i> Fernández e lo stesso Farfán.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/MIQ_ZahsgRo" width="460"></iframe>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span>
</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sul
<i>Depredador</i> pende però la possibile squalifica per doping, un
caso spinoso che – a breve – potrebbe ufficialmente costargli il
mondiale. Qualora il verdetto dovesse confermarsi negativo, il Perù
ne risentirebbe molto sia dal lato squisitamente tecnico che,
ovviamente, da quello umano. Guerrero è da sempre il collante tra
squadra e federazione, un capitano che con questa maglia addosso si
trasforma radicalmente, come ha confermato recentemente lo stesso
Gareca: «<i>Contare su Paolo significa avere a disposizione uno
degli attaccanti più forti del mondo. Caratterialmente siamo molto
simili: sarebbe un peccato non averlo al mondiale, ma so che si sta
allenando duramente per esserci</i>».</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da
Cristian Cueva a Edison Flores, passando per Renato Tapia e Aldo
Corzo, il Perù si sta preparando alla trasferta russa con la voglia
di stupire, cercando di regalare alle migliaia di fan che si
sobbarcheranno la traversata oceanica una qualificazione agli ottavi
di finale. E, magari, un pensiero sarà rivolto anche a Daniel
Peredo, storica voce della nazionale scomparsa prematuramente pochi
mesi fa, a 49 anni. Peredo, morto per un arresto cardiaco
sopraggiunto durante una partita di calcetto, è stato salutato per
l'ultima volta all'Estadio Nacional, dove pochi giorni prima aveva
raccontato la qualificazione del Perù urlando, come tradizione
impone, la sua gioia per il traguardo raggiunto.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un
addio collettivo, una riunione sotto un'unica bandiera. La stessa
bandiera simbolo di «<i>libertà dopo tre secoli di oppressione</i>»,
come scrisse José de la Torre Ugarte nella Marcha Nacional de Perù,
inno adottato ufficialmente nel 1821 che, tra pochi mesi, suonerà
anche in Russia.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-5754938736149755452018-03-17T09:50:00.000+01:002019-01-14T11:05:25.267+01:00L'Atlético Nacional di Jorge Almirón <div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie_q9yYCa7_pDOSbh38mQKVaFXUddkqfoI3IqeMnMuWlRQ7MDW0Pf00vMxa8cgDJ2zBPxU1H3CXBBu5lw0mh706xqLbIM9DK4_3zYfI-FwH-TI-iB7-5HX_DOQHlQpwdZp9xpMohD7Rbo/s1600/almiron.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie_q9yYCa7_pDOSbh38mQKVaFXUddkqfoI3IqeMnMuWlRQ7MDW0Pf00vMxa8cgDJ2zBPxU1H3CXBBu5lw0mh706xqLbIM9DK4_3zYfI-FwH-TI-iB7-5HX_DOQHlQpwdZp9xpMohD7Rbo/s400/almiron.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da poco più di un lustro l'<b>Atlético Nacional</b> è tornato a essere una delle potenze del calcio sudamericano. Il club ha infatti iniziato il suo processo di crescita nel 2012, quando per rifondare una squadra che stava deludendo da diversi anni, la dirigenza decise di affidarsi a </span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Juan Carlos Osorio. Arrivato a Medellín, il <i>Profe </i>iniziò subito a lavorare sull'identità della squadra, sparita in mezzo a troppi anni di anonimato. Il progetto immaginato dalla società consisteva nel creare un giocattolo duraturo nel tempo, da poter eventualmente lasciare in eredità anche all'allenatore successivo. E così fu: con il tecnico originario di Santa Rosa, il club <i>paisa </i>vincerà sei trofei in tre anni e mezzo, e quando Osorio – a metà del 2015 – venne contattato dal São Paulo – le basi per rimanere in alto erano già state gettate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il successore di Osorio fu individuato in Reinaldo Rueda. La narrativa vuole che sia stato lo stesso <i>Profe </i>a consigliare il suo sostituto, su espressa richiesta del club. All'Atlético Nacional si usa così, fin dagli anni '80. Fece così anche Oswaldo Zubeldía, storico dt <i>verdolaga </i>fino al 1982 e fidato consigliere dei vertici societari anche dopo il suo addio alla guida del Nacional. Poco prima di morire, Zubeldía si presentò in uno studio dentistico della città per convincere il titolare a prendere in mano il settore giovanile del club. Quel dentista era Francisco Maturana detto <i>Pacho</i>, uno che il calcio colombiano lo rivoluzionerà tra il 1987 e il 1989, portandolo nel nuovo secolo con vent'anni di anticipo. Il biennio passato all'Atlético Nacional segnò l'inizio di una nuova era per la Colombia: erano gli anni in cui Pablo Escobar vinceva le elezioni e il cartello di Medellín imperversava per le strade delle città, con il solo <i>fútbol </i>capace di unire tutti sotto la stessa bandiera. Con Maturana nacque il mito dei <i>Puros Criollos</i>, una squadra composta esclusivamente da giocatori nati in Colombia, della quale facevano parte – tra gli altri – René Higuita e Leonel Álvarez. Quel gruppo, oltre a vincere la Copa Libertadores, nel dicembre del 1989 giocò, perdendola, la finale di Coppa Intercontinentale contro il Milan di Sacchi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/f5jXmXrsfKQ" width="460"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Maturana è stato un po' il padre della nuova generazione di dt colombiani, un personaggio in grado di creare un sistema che, a distanza di tanti anni, viene ancora sfruttato in pieno. Osorio e Rueda fanno parte della categoria dei discepoli del <i>Pacho</i>, sia come proposta di gioco che come attitudine alla gestione del gruppo. Il passaggio di consegne tra questi due è stato quindi naturale e inevitabile. Con Rueda, i <i>verdolagas </i>sono tornati in vetta al continente, vincendo una Copa Libertadores e una Recopa, fermati in Sudamericana solo dalla triste tragedia della Chapecoense, alla quale la società ha deciso di cedere simbolicamente il titolo. Dopo la separazione da Rueda, il club ha però cambiato target, e dopo l'interregno di Juan Manuel Lillo, sulla panchina de <i>la Máquina</i> è arrivato Jorge Almirón. Il dt argentino, in ascesa da alcuni anni, è stato ingaggiato pochi giorni dopo aver perso la finale di Libertadores alla guida del suo Lanús.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><u>Continuità tattica: il (camaleontico) 4-2-3-1</u></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo un inizio al rallentatore, culminato con la brutta sconfitta il Supercopa contro i Millonarios, Almirón sta, piano piano, venendo a capo della situazione. L'ex dt del <i>Granate </i>ha corretto alcuni difetti - soprattutto in fase difensiva - di una squadra penalizzata dai tempi lunghi sul mercato. Come rimarcato in più di un'occasione da Almirón stesso, dopo cinque anni la rosa aveva l'esigenza di essere (almeno parzialmente) restaurata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/dTRT-v7bpJ8" width="460"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">D'altronde l'Atlético Nacional è sì annoverabile tra le potenze del continente, ma ogni anno è costretto a cedere qualcuno dei suoi pezzi pregiati. Nonostante ciò, la società nell'ultima sessione di mercato è riuscita a trattenere tutti i migliori, con la sola eccezione di Franco Armani.
L'idea originale di Almirón era quella di riprendere in mano il filone tattico tramandato da Osorio a Rueda, ovvero un 4-2-3-1 nel quale la maggior parte dei giocatori in rosa avrebbe potuto trovare facilmente collocazione. Oltre all'allenatore, dall'Argentina sono arrivati ben quattro rinforzi: Fernando Monetti, Diego Braghieri, Rafael Delgado e Gonzalo Castellani. Tutta gente che Almirón ha allenato di recente, e che va ad aggiungersi ad altri ottimi innesti come Juan Camilo Zuñiga, Jorman Campunzano e soprattutto Vladimir Hernández. Quest'ultimo si sta rivelando l'acquisto più azzeccato, visto il rendimento in questo inizio di stagione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Durante le prime uscite Almirón ha mischiato le carte, alternando – a seconda della partita – vari moduli. Il più usato, il 4-1-4-1, è una proposta che sempre più allenatori stanno utilizzando, in quanto permette di sfruttare al meglio tutte le risorse a propria disposizione e, soprattutto, di coprire l'intera ampiezza del campo. L'argentino però lo alterna al 4-2-3-1, soprattutto in fase offensiva. L'ago della bilancia è Macnelly Torres, centrocampista bravissimo a interpretare la doppia fase di gioco grazie ai suoi movimenti tra le linee. Il numero 10 <i>verdolaga</i>, in fase di costruzione, si alza spesso dietro la punta di riferimento, talvolta sfruttando la sua bravura nell'aggredire gli spazi. In fase difensiva invece, Torres scala spesso a centrocampo affiancandosi a Vladimir Hernández, permettendo all'altro centrale di trasformarsi in mediano davanti alla difesa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Torres è uno dei veterani del gruppo: gioca – a parte due brevi parentesi all'estero nel mezzo – nel Nacional da sette anni, e assieme a David Arias è l'unico elemento ancora in rosa reduce dalle precedenti gestioni targate Osorio e Rueda. Per questo, nonostante i 34 anni, per Almirón è un elemento imprescindibile, una sorta di allenatore in campo che detta tempi e movimenti alla squadra.
Hernández invece rappresenta una piacevole novità, per duttilità e abnegazione. Il centrocampista arrivato dal Santos può ricoprire diversi ruoli: centrocampista centrale, mezzala sinistra o trequartista. Tutte posizioni che ha già occupato in questi primi mesi di stagione. Almirón lo sfrutta anche per la sua capacità realizzativa, figlia di una tecnica di base decisamente sviluppata. Hernández è un brutto cliente da affrontare, dato che ha ottimi tempi di inserimento ma anche un bel tiro da fuori, che lo rende pericoloso su punizione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><u>La fase offensiva</u></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il Lanús di Almirón giocava con un 4-3-3 atipico. Atipico nel senso che il centravanti, in quel caso José Sand, era sì il finalizzatore principale della squadra, ma era chiamato a un lavoro sistematico con i due esterni offensivi, coi quali spesso duettava nello stretto e, talvolta, apriva spazi.
Per questo, quando il dt ha accettato l'incarico verdolaga, il trasferimento di <i>Pepe </i>a Medellín sembrava scontato. Invece, il bomber del <i>Granate </i>ha scelto sì la Colombia, ma per giocare nel Deportivo Cali. Così Almirón ha deciso di puntare, per il ruolo di centravanti, su due giocatori molto particolari, diversi ma nel contempo simili tra loro per alcune caratteristiche.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-lmEP-cO_DtNjuHJCN0F2chRv5hgSQKL2KSPB5DiXtNw8axYljXI6yn4yLUqMGa9OQcL06URURh2A3fO2fdq6BwM_JJHv-EYzsjxdSSvP8iOrHllOhxHk4bagFRsjRLgu_crj-2Tk5VY/s1600/ATM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="419" data-original-width="854" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-lmEP-cO_DtNjuHJCN0F2chRv5hgSQKL2KSPB5DiXtNw8axYljXI6yn4yLUqMGa9OQcL06URURh2A3fO2fdq6BwM_JJHv-EYzsjxdSSvP8iOrHllOhxHk4bagFRsjRLgu_crj-2Tk5VY/s400/ATM.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<i><span style="font-size: xx-small;">Sviluppo del gol in Colo Colo - AtleticoNacional: Rentería - in nero - va a recuperare palla sulla trequarti difensiva. Quando riparte, Hernández - in rosso - lo accompagna per qualche metro prima di allargarsi a sx, mentre Torres (viola) appoggia l'azione a dx aprendo il campo. </span></i><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il primo è Dayro Moreno, elemento di grande esperienza tornato in patria dopo aver girovagato tra Asia e Messico. Moreno nasce come seconda punta, ma nel club paisa viene utilizzato da falso nueve: il suo compito principale è quello di abbassarsi sulla trequarti e duettare con Torres o con uno degli esterni, talvolta sfruttando la sua tecnica per creare superiorità numerica con un dribbling. Moreno, inoltre, vede abbastanza la porta e ha discrete qualità balistiche, calcia angoli e punizioni, ma soprattutto possiede una visione di gioco che lo porta spesso a essere decisivo in fase di rifinitura.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poi c'è Andrés Rentería, lui sì molto più simile a Sand. Il suo stile di gioco, molto improntato sulla verticalità, è essenziale e principalmente impostato su sacrificio e dinamismo. Quando gioca in contemporanea con Moreno infatti, Almirón lo dirotta sulla fascia sinistra per sfruttarne la velocità negli spazi aperti. Anche Rentería scala spesso sulla trequarti per appoggiare l'azione e far salire la squadra, come ben testimonia il gol segnato dall'Atlético Nacional in Copa Libertadores contro il Colo Colo. Il numero 11 recupera il pallone prima del centrocampo, imbastendo una ripartenza di una trentina di metri e concludendo l'azione con l'imbucata per il gol di Hernández.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><u>La difesa a tre e l'importanza degli esterni</u></b></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'Atlético Nacional è ancora un progetto in fase embrionale. Per questo, nonostante un'impostazione tattica di base abbastanza chiara, Almirón – in alcune circostanze – ha voluto dare un'occasione anche alla difesa a tre. Non una novità, per il tecnico argentino, che già negli anni passati ciclicamente la riproponeva. I <i>verdolagas </i>hanno un reparto arretrato ben assortito, soprattutto nella zona centrale.
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'arrivo di Braghieri ha ulteriormente potenziato la difesa: l'argentino, oltre a essere stato un perno del Lanús, ha maturato esperienze molto positive tra Rosario Centrale e (soprattutto) Arsenal de Sarandí. La sua duttilità ha permesso al dt di valutare un ipotetico passaggio alla difesa a tre: con Braghieri centrale di sinistra, gli altri due posti sono stati occupati da Alexis Hénriquez e Felipe Aguilar, altro elemento molto interessante nel giro della nazionale allenata da Pékerman. A farne le spese, però, è stato forse il centrale più talentuoso e futuribile del calcio colombiano: Carlos Cuesta, classe 1999, sotto la gestione Lillo sembrava potersi prendere definitivamente il posto da titolare, tanto che ad un certo punto si parlava di lui come prossimo partente, attratto da alcune sirene europee. Alla fine Cuesta è rimasto, e con Almirón è il centrale che sta trovando meno spazio.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/bDk8VULT3WM" width="460"></iframe></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'elasticità di modulo proposta dal tecnico è figlia di una rosa comunque molto ricca di soluzioni, con una profondità di rosa che ha poche eguali in tutto il continente. A dimostrazione di ciò, basti pensare agli esterni che Almirón si trova a dover gestire. Daniel Bocanegra è il terzino destro titolare, e può giocare sia da numero due che da laterale a tutta fascia. Lo stesso vale per il suo sostituto, Heliberton Palacios, uno degli ultimi rinforzi arrivati nell'ultima sessione di mercato. La staffetta tra questi due ha messo più volte in difficoltà Almirón, che contro il Colo Colo – per non rinunciare a nessuno dei due – ha schierato Palacios come laterale destro del 3-4-2-1, dirottando Bocanegra in mezzo al campo per sfruttarne la fisicità e la bravura nell'accorciare sull'avversario. In fase di non possesso, quest'ultimo scalava davanti al terzetto difensivo, con Torres e Hernández nel ruolo di interni di centrocampo.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sulla fascia sinistra si alternano l'argentino Rafael Delgado e Christian Mafla, con il primo decisamente più duttile del secondo, più terzino che laterale a tutta fascia. Così, Almirón sta lavorando a un progetto molto difficile e ambizioso, quello che porterebbe alla definitiva trasformazione di Jeison Lucumí da esterno offensivo a giocatore totale. Un percorso sul quale non si possono bruciare le tappe, tanta è la possibilità di fallire; Lucumí è uno degli esterni colombiani più interessanti in circolazione, soprattutto da quando – al Sudamericano sub-20 – si è imposto all'attenzione generale facendo girare la testa a qualunque avversario gli si facesse sotto. Cresciuto nel vivaio dell'América, il classe 1995 ha riportato lo storico club di Cali in Primera División dopo cinque anni di inferno, impattando subito bene con la massima categoria colombiana. A metà del 2017 l'Atlético se lo è assicurato e, nei piani della società, Lucumí dovrebbe diventare ciò che Marlos Moreno era per Osorio o, in alternativa, ciò che Berrío rappresentava per Rueda.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In tutto ciò dovrà poi inserirsi Gonzalo Castellani, frenato da un infortunio in questo inizio di stagione. L'ex centrocampista di Boca Juniors e Defensa y Justicia potrà essere una delle chiavi che permetteranno ad Almirón di mutare ulteriormente, a seconda delle partite, l'assetto di una squadra con qualità decisamente importanti. L'Atlético Nacional, quest'anno, è chiamato a fare grandi cose.</span></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-34258717864754475272018-03-10T11:18:00.001+01:002018-03-10T11:18:59.240+01:00Come si gioca il 4-1-4-1<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuicqGurwiUzcz_PBdCVhYFqF_1SGpe4UkeTERsWguJbkGCqSUC-OrX-xrVgEE1Ma9A-oSIx8qOgDLrdsvwQaL4moZT7eGxd-nVr9k2XrwLyWoFCwEc6UzzUVi02khaTSTWF2XUE4IAXQ/s1600/pep.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="700" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuicqGurwiUzcz_PBdCVhYFqF_1SGpe4UkeTERsWguJbkGCqSUC-OrX-xrVgEE1Ma9A-oSIx8qOgDLrdsvwQaL4moZT7eGxd-nVr9k2XrwLyWoFCwEc6UzzUVi02khaTSTWF2XUE4IAXQ/s400/pep.jpg" width="400" /></a></div>
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Quando si parla di evoluzione, nel calcio, non si può non considerarne la parte tattica. Anzi, è forse proprio quest'ultima a influenzare in maniera decisiva il passaggio da un'era calcistica a quella successiva. L'avvento di allenatori interessati a proporre un gioco esteticamente bello da vedere ha aiutato molto in questo senso. </div>
<a name='more'></a><br />
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Negli ultimi anni infatti l'Europa si è rivelata un vero e proprio laboratorio di idee e intuizioni, studiate, coltivate e realizzate da personaggi che con il calcio hanno sviluppato un rapporto quasi morboso, all'inseguimento della perfezione. In Italia abbiamo l'esempio di Maurizio Sarri e il suo Napoli, una squadra alla continua ricerca della vittoria tramite un gioco spasmodicamente propositivo, che permette di riequilibrare le mancanze tecniche e strutturali verso un'avversaria più completa e profonda a livello di scelte. Guardandoci intorno però non mancano altri esempi di calcio virtuoso: dal Monaco di Leonardo Jardim al Tottenham di Mauricio Pochettino, passando per la Bundesliga dove Hoffenheim e Lipsia rappresentano il nuovo che avanza grazie a due giovani allenatori in rampa di lancio come Julian Nagelsmann e Ralph Hasenhüttl. </div>
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<b>Il 4-1-4-1 è la semplice trasposizione sul campo di ciò che il calcio sta esprimendo ultimamente.</b> Un modulo moderno, che esalta al massimo le caratteristiche di calciatori sempre più bravi a interpretare entrambe le fasi di gioco. Un modulo che potrebbe rappresentare il futuro premiando però l'atteggiamento offensivo e il possesso palla. Un qualcosa di rivoluzionario, con un'origine e un padre ben definiti. </div>
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<u><b>Il Bayern di Guardiola</b> </u></div>
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Come quasi sempre accade, il precursore di un particolare movimento o – in questo caso – stile di gioco, è un personaggio con idee visionarie. Non è un caso infatti che sia proprio Pep Guardiola, nel 2013, a portare il 4-1-4-1 in un contesto particolare come il <b>Bayern Monaco</b>. Arrivato in pompa magna, e presentato come l'uomo giusto per riportare il club bavarese sul tetto d'Europa, Pep in poche settimane di ritiro estivo capì subito che traslare l'identità del suo Barcellona in terra tedesca sarebbe stata una scommessa persa in partenza. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizTMbsDr0cvl7MfZMs0u2o_NAZuAQ1I6Kuq65f3yfrE4HSQY1950v8FSXcY53XkSktrl4kaPV-kAXRgY2jlTuBxA4iF36uT56PEJeUZw0SfGQalMx936Hqb9DhiI5zGavFmdWyDO1B5Xo/s1600/1.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="511" data-original-width="1021" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizTMbsDr0cvl7MfZMs0u2o_NAZuAQ1I6Kuq65f3yfrE4HSQY1950v8FSXcY53XkSktrl4kaPV-kAXRgY2jlTuBxA4iF36uT56PEJeUZw0SfGQalMx936Hqb9DhiI5zGavFmdWyDO1B5Xo/s400/1.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white; font-size: xx-small;"><i>Il 4-1-4-1 difensivo del Bayern di Guardiola (credito: OOTB</i>)</span></td></tr>
</tbody></table>
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La rivoluzione del <i>tiki-taka</i> andava accantonata in favore di un sistema diverso, che avesse sì il possesso palla come dogma principale, ma nello stesso tempo potesse esaltare le caratteristiche dei tanti campioni già presenti in rosa. Monaco di Baviera rappresentava un ambiente completamente nuovo rispetto a Barcellona: se in Catalogna Pep godeva infatti di un certo credito (figlio dei suoi trascorsi da giocatore), in Germania i rapporti con lo spogliatoio e l'ambiente erano da costruire partendo dalle fondamenta. Occorrevano credibilità e proposte. </div>
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Le prime uscite stagionali furono subito affrontate con il 4-1-4-1 (la prima, un 3-1 al Borussia-MG, viene ricordata ancora oggi come una delle partite manifesto di quel Bayern), nel quale <b>Bastian Schweinsteiger </b>aveva un ruolo fondamentale, ovvero quello di frangiflutti davanti alla difesa con compiti di rottura, costruzione e recupero palla. Nell'idea di Pep, <i>Schweini</i> era l'uomo giusto per guidare da dietro i quattro centrocampisti più avanzati, tutti di vocazione offensiva. La figura del mediano posizionato davanti alla difesa è determinante per la buona riuscita di un modulo nato concettualmente a metà degli anni 2000, ma mai applicato concretamente fino all'avvento di Guardiola sulla panchina del Bayern. </div>
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Nel primo biennio passato in Germania Guardiola ha spesso alternato il 4-1-4-1 al 4-2-3-1 per sfruttare al meglio le caratteristiche di Toni Kroos, che nel Bayern agiva preferibilmente in appoggio al centravanti. L'addio di Kroos ha poi permesso a Pep, nel 2016, di tornare al suo 4-1-4-1 originale, nel quale un grandissimo <b>Xabi Alonso</b> – giocando da mediano – disputò forse la sua miglior stagione in carriera. Alla fine dei tre anni passati in Germania Guardiola non riuscirà a riportare il Bayern a vincere la Champions League, ma l'eredità lasciata ai suoi successori, paradossalmente, varrà ben più dell'ennesimo trofeo in bacheca. </div>
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<b><u>Caratteristiche e concetti base del 4-1-4-1</u></b> </div>
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Il 4-1-4-1 è l'evoluzione diretta del 4-3-3 fusa con alcuni concetti del 4-1-3-2. L'idea di base è quella di proporre un calcio offensivo premiando la qualità degli interpreti, la maggior parte dei quali tecnicamente molto dotati, e soprattutto portare pressing alto e asfissiante grazie alla presenza di quattro centrocampisti offensivi. Inoltre, altro particolare da non sottovalutare, il 4-1-4-1 permette di occupare al meglio tutte le zone del campo, partendo dagli esterni e arrivando fino alla parte centrale, dove è fondamentale il lavoro in copertura dei due interni e, ovviamente, dell'interdittore schierato a schermo davanti alla difesa. </div>
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Dietro troviamo generalmente due centrali difensivi qualitativamente sopra alla media (basti pensare proprio al Bayern di Guardiola che adattava Javi Martínez per avere più soluzioni nell'iniziare l'azione) e due terzini fluidificanti, bravi anche ad attaccare e sostenere l'azione offensiva quando quest'ultima si sviluppa sulla fascia opposta.
I centrocampisti centrali hanno compiti principalmente offensivi, ma non agiscono da veri e propri trequartisti: uno dei due di solito è il regista della squadra, o comunque una mezzapunta che gioca qualche metro più indietro per ricevere palla e, in fase di non possesso, scalare a sostegno del mediano, mentre il secondo interno è il classico incursore bravo a inserirsi senza palla in aiuto alla punta centrale o, in alternativa, con un buon tiro da fuori area. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwO9oK7PLFl79UW8nNEdRe9puy9fZS7tKIlVP2clPqjCziASZJVKhbcAfq-XvQmi-hky2ZAX0Q-ibiYxDgJDPcCKHi08_S2x3wTB55cpOtAdj2vEjmMSmh9DXpUEbSPfnEJmWsjY8aKOs/s1600/2.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="684" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwO9oK7PLFl79UW8nNEdRe9puy9fZS7tKIlVP2clPqjCziASZJVKhbcAfq-XvQmi-hky2ZAX0Q-ibiYxDgJDPcCKHi08_S2x3wTB55cpOtAdj2vEjmMSmh9DXpUEbSPfnEJmWsjY8aKOs/s400/2.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white; font-size: xx-small;">Il primo Manchester City di Guardiola (credito: AssoAnalisti)</span></td></tr>
</tbody></table>
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L'attaccante deve segnare ma anche saper giocare in appoggio ai compagni, con le spalle alla porta: uno dei migliori interpreti del ruolo attualmente in circolazione è <b>Gabriel Jesus</b>, che svaria bene su tutto il fronte offensivo del Manchester City, tanto da essere considerato da Guardiola come insostituibile. Infine gli esterni, solitamente molto offensivi e talvolta vere punte aggiunte. </div>
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Nel Bayern Arjen Robben e Frank Ribery svolgono questo ruolo in maniera eccellente anche oggi che i bavaresi sono guidati da Jupp Heynkess. Dopo la fallimentare gestione Ancelotti, Heynkess ha deciso di riprendere in mano il discorso tattico imbastito da Guardiola. Il decano della panchina bavarese ha a disposizione la rosa più ricca e completa d'Europa per interpretare al meglio questo modulo, con addirittura tre giocatori in grado di agire davanti alla difesa: Javi Martínez, Sebastian Rudy e Thiago Alcántara. </div>
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<b><u>L'importanza del metodista </u></b></div>
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Come si accennava in precedenza, l'importanza del mediano è fondamentale per gli equilibri di un modulo che ha ancora ampi margini di perfezionamento. Negli ultimi anni però sempre più club hanno provato a proporlo, a interpretarlo con alterne fortune, ricercando la figura del metodista tramite parametri molto precisi.
In un 4-1-4-1 il mediano è il classico centrocampista che abbina quantità e qualità, bravo soprattutto in fase di non possesso e con una capacità nei contrasti, nelle marcature e nella lettura rapida di tutte le soluzioni di gioco. A livello tecnico non occorre essere dei fenomeni, ma avere un piede discreto e una minima visione di gioco. Per esempio, difficilmente un giocatore à-la-Pirlo potrebbe disimpegnarsi bene in questo particolare ruolo. </div>
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Il prototipo ideale è <b>Fernandinho</b>, uno dei centrocampisti più forti e sottovalutati d'Europa; il brasiliano è stato sgrezzato da Mircea Lucescu allo Shakhtar, club nel quale ha militato per otto anni, dove giocava come mediano in un 4-2-3-1 accanto a un giocatore di rottura come Stepanenko. Guardiola lo ha trasformato in un ottimo frangiflutti davanti alla difesa sfruttandone doti fisiche, atletiche e tecniche, restituendo al calcio un giocatore rinnovato, più maturo e consapevole, capace di ritagliarsi un ruolo da protagonista nel Manchester City e nel Brasile. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBMOyWR1kwd0W-9I8sXmPsiHhmHc0JY0Zk1r_U5i24kz5xRXif_74Zpdt7beXbvhBDMd0S1OhBNsq7VzkEt-Y_T6x494TNdmHd4m8USyz2juZRhocu3OF1kXLuZIRNwXOlny3yOrdTdBg/s1600/Fernandinho.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="639" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBMOyWR1kwd0W-9I8sXmPsiHhmHc0JY0Zk1r_U5i24kz5xRXif_74Zpdt7beXbvhBDMd0S1OhBNsq7VzkEt-Y_T6x494TNdmHd4m8USyz2juZRhocu3OF1kXLuZIRNwXOlny3yOrdTdBg/s400/Fernandinho.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white; font-size: xx-small;"><i>Fernandinho, il metodista (credito: AssoAnalisti)</i></span></td></tr>
</tbody></table>
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Se Guardiola ha ormai adottato il 4-1-4-1 come suo identikit tattico principale, in Inghilterra ci sono stati altri approcci. Il primo caso è quello del Liverpool, che lo ha abbozzato quattro volte dopo la partenza di Coutinho; il brasiliano era l'ideale per giocare il 4-3-3 “moderno”, in cui la mezzapunta parte in posizione di mezzala in modo da avere campo per le proprie giocate e sfruttare al meglio gli inserimenti (anche Guardiola utilizza questa variante, con Kevin De Bruyne schierato sul centro-sinistra). Dopo la partenza di Coutinho per Barcellona Jürgen Klopp ha cercato qualche soluzione alternativa, provando nell'insolito ruolo di metodista prima Emre Can e poi Jordan Henderson, schierati alle spalle di due centrocampisti più avanzati in rotazione tra James Milner, Alex Oxlade-Chamberlain (il più positivo) e Georgino Wijnaldum. </div>
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Anche Arsenal e Manchester United hanno proposto il 4-1-4-1 in una manciata di occasioni: Wenger ha puntato su Granit Xhaka come regista arretrato, ma i bug mentali dello svizzero hanno portato il manager dei <i>Gunners </i>a ritornare sui propri passi, mentre Mourinho – pur avendo a disposizione un top del ruolo come Nemanja Matić – ha preferito insistere sulla mediana a due.
Barlumi di 4-1-4-1 si sono visti anche in Germania, al Borussia Dortmund, dove questo modulo in origine doveva essere l'ancora di salvataggio di Peter Bösz per poi diventare la proposta del primo Peter Stöger, con Julian Weigl bloccato davanti alla difesa e la coppia formata da Mario Götze e Shinji Kagawa a macinare gioco. Nella partita vinta contro l'Amburgo il tecnico austriaco, grazie anche all'arrivo di Michy Batshuayi e al recupero di Marco Reus, ha addirittura giocato con cinque attaccanti di ruolo. </div>
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<b><u>I casi Huddersfield e Cagliari </u></b></div>
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Il 4-1-4-1 è un sistema usato generalmente da compagini con una ricca qualità di talento in rosa. È infatti molto raro vedere una proposta tattica di questo tipo da squadre che hanno come obiettivo la salvezza. Raro, ma non impossibile. </div>
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Ad esempio in Inghilterra l'Huddersfield, con questo modulo, ci ha conquistato il ritorno in Premier League a 45 anni dalla sua ultima apparizione. Il manager del club è <b>David Wagner</b>, che quest'anno ha deciso di alternare due moduli a seconda delle avversarie da affrontare: il 4-2-3-1 contro le dirette concorrenti per la salvezza, il 4-1-4-1 contro le big del campionato. L'obiettivo, in quest'ultimo caso, è quello di lasciare meno spazi e meno possibilità di giocata all'avversario tecnicamente più forte. Le due partite stagionali giocate contro il Manchester United sono l'esempio concreto delle idee di Wagner, che all'andata ha vinto 2-1 contro i <i>Red Devils</i> non concedendo praticamente nulla agli uomini di José Mourinho, mentre nella gara di ritorno, persa 2-0, il fortino alzato a Old Trafford è durato circa un'ora.
La particolarità, rispetto agli esempi riportati in precedenza, è che nell'Huddersfield la qualità nel reparto centrale scarseggia, tanto che l'unico centrocampista con i piedi educati è l'australiano <b>Aaron Mooy</b>, un trequartista riadattato a interno destro che però fatica terribilmente nel gioco senza palla. </div>
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Un anno fa però il 4-1-4-1 è sbarcato anche in Italia, e più precisamente a Roma, dove il Cagliari di Massimo Rastelli perse 1-0 una partita nella quale faticò a creare qualcosa di incisivo. Il motivo è presto spiegato. In quell'occasione fu Panagiotis Tachtsidis ad agire da mediano basso, e il risultato non premiò i sardi, penalizzati dal mancato filtro difensivo, dalle poche sovrapposizioni degli esterni in fase di manovra e dallo smistamento della palla lento e prevedibile visto il passo cadenzato del greco. Un esperimento fallito e mai più riproposto. </div>
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<b><u>Consigli per gli acquisti</u></b> </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il campionato portoghese è contesto ricco di spunti per chi volesse approfondire il discorso tattico legato al 4-1-4-1. Infatti tutte e tre le big del paese lo giocano spesso, mascherandolo talvolta da 4-1-3-2 dove però la seconda punta è di fatto un centrocampista aggiunto pronto a scalare in fase di non possesso. Proponendo questa soluzione da un paio di stagioni il Porto ha messo in vetrina uno dei mediani più interessanti del panorama mondiale. Si tratta di <b>Danilo Pereira</b>, mastodontico centrocampista di 26 anni che vedremo impegnato con la nazionale lusitana a Russia 2018. Danilo è uno dei migliori colpitori di testa della lega e, grazie al suo metro e novanta di altezza, è il classico prototipo di calciatore che potrebbe fare comodo a molti top club europei. Danilo è passato anche in Italia, dal Parma, all'epoca in cui in Emilia giravano centinaia di cartellini, poco prima del fallimento. L'esperienza italiana lo ha formato dal punto di vista umano e gli ha permesso di esplodere definitivamente una volta tornato in patria. Oggi Danilo è cercato da alcuni club inglesi e spagnoli, ma anche la Juventus in passato ci ha fatto un pensierino. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPYLOeDJn3dwaAMfL3OmFrwYoLG52WnaZSPy2zck9SBc0jU0zFfdfdVsSHuhSmI8-DcaTKx8-Gw1w671TCxizHbpBVzRYKowZB3En3jOCcrIiB-NYJAF1BirHtGyG6yMsUmE1wDte2s6Q/s1600/danilo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="341" data-original-width="609" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPYLOeDJn3dwaAMfL3OmFrwYoLG52WnaZSPy2zck9SBc0jU0zFfdfdVsSHuhSmI8-DcaTKx8-Gw1w671TCxizHbpBVzRYKowZB3En3jOCcrIiB-NYJAF1BirHtGyG6yMsUmE1wDte2s6Q/s400/danilo.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white; font-size: xx-small;"><i>Danilo Pereira, mediano del Porto (credito: AssoAnalisti)</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un affare low cost potrebbe essere rappresentato da <b>Ljubomir Fejsa</b>, centrocampista serbo classe 1988 che al Benfica è diventato perno insostituibile nello scacchiere tattico disegnato da Rui Vitória. Fejsa è il classico esempio di giocatore cresciuto in ritardo. Le ultime due sono state le sue stagioni migliori a livello di rendimento: l'anno scorso è stato inserito nel best 11 in Superliga, mentre quest'anno è al momento il miglior passatore del campionato, con il 90% di passaggi completati. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>William Carvalho</b> il Portogallo avrebbe dovuto lasciarlo già tempo fa, ma la bottega dello Sporting è molto cara e soprattutto poco incline a trattare. Di questa squadra ricchissima di talento il venticinquenne originario dell'Angola è uno dei leader, il catalizzatore di gioco e palloni del quale Jorge Jesus non può fare a meno. Carvalho, oltre a essere un eccellente passatore, ha una delle percentuali più alte del campionato nel recupero di palloni. Una completezza rara, spendibile in contesti ben più importanti del pur rispettabile campionato portoghese.
Diverso è il discorso che riguarda Steven N'zonzi, mediano francese del Siviglia: lui in un 4-1-4-1 non ha mai giocato ma per caratteristiche fisiche, tecniche e atletiche avrebbe tutto il necessario per adattarsi all'eventuale nuovo ruolo. A quasi 30 anni potrebbe rivelarsi una presa intelligente, soprattutto a cifre ragionevoli.</div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-52085881379230150832018-03-05T14:46:00.000+01:002018-03-12T08:46:42.619+01:00L'esplosione di Maxi Gómez <div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPEHatACNy0uZWlYsoR6LF-XuTyFsm2Pip-EVnww85oCAu018JF9B17kVHUT671Vpx32j52asps9COLhbtkWTSRvbQ4mMuK4RmNBCBaY81Ht5iHkfiBy_y6arhN9pKELD1_n-IQ3B2814/s1600/Gomez.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="800" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPEHatACNy0uZWlYsoR6LF-XuTyFsm2Pip-EVnww85oCAu018JF9B17kVHUT671Vpx32j52asps9COLhbtkWTSRvbQ4mMuK4RmNBCBaY81Ht5iHkfiBy_y6arhN9pKELD1_n-IQ3B2814/s400/Gomez.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Eduardo Acevedo è uno dei tecnici più interessanti del panorama uruguagio. Ha speso quasi tutta la propria carriera, prima da calciatore e poi da allenatore, nel Defensor Sporting, un club che pur non potendo competere economicamente con le due potenze locali, Nacional e Peñarol, è riuscito comunque a inserirsi stabilmente nella lotta al titolo. Molto del merito è da ascrivere al settore giovanile, riconosciuto dalla Conmebol come una delle migliori realtà dell'intero continente latinoamericano.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Acevedo allena la prima squadra da circa due anni, richiamato alla base dopo una lunga esperienza in Messico: «<i>Da quando sono arrivato al club ho avuto modo di lavorare con molti giovani, ma lui è senza dubbio il migliore: ha tutto per diventare l'erede di Suarez in nazionale</i>».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quel <i>lui</i> è <b>Maximiliano Gómez </b>González, attaccante in forza al <b>Celta Vigo</b>, che in questa stagione sta facendo girare la testa alla maggior parte dei difensori della Liga spagnola. I suoi numeri sono impressionanti, specie se rapportati al fatto che Maxi, quest'anno, è al suo primo vero esame nel calcio che conta. All'esordio in Liga, Gómez ha impiegato solo ventidue minuti per firmare la sua prima rete con la maglia del Celta: l'azione, imbastita da Iago Aspas, comincia con una bella apertura sulla sinistra per Pione Sisto, che a sua volta “legge” perfettamente il taglio in area di Gómez. Il cross del talentuoso esterno danese però è troppo lungo e cade sul secondo palo, dove c'è Daniel Wass pronto a rimettere in mezzo la palla per Maxi, bravo con un esterno destro “no look” a beffare Gerónimo Rulli.
Il secondo gol, che gli vale la doppietta personale, arriva nella ripresa, sempre in seguito a un'azione ben sviluppata sulla fascia destra: Gómez parte da posizione esterna attaccando il centro dell'area, ma all'improvviso arresta la propria corsa liberandosi dal difensore che lo stava marcando. A quel punto il pallone, sfiorato da Wass, gli cade addosso, così lui lo addomestica di coscia per fulminare col destro il portiere avversario. Due gol di pregevole fattura, che non serviranno al club <i>gallego </i>per evitare la prima sconfitta in campionato, ma che si riveleranno fondamentali per portare alla ribalta il talento di Maxi Gómez.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/y6HrWUi8Sns" width="460"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il suo impatto con la realtà europea è stato devastante: dopo cinque giornate di campionato aveva già segnato quattro reti, tanto da guadagnarsi la prima convocazione con l'Uruguay, arrivata come premio del suo – tanto inaspettato quanto rapido – exploit. L'esordio in maglia <i>charrúa</i>, coinciso con l'amichevole contro la Polonia del novembre scorso, rappresenta il primo vero punto di arrivo della sua giovane carriera. Nato a Paysandú nell'agosto del 1996, Maxi ha mosso i primi passi calcistici in una piccola realtà locale, il Club Litoral, che dalla sua cessione al <b>Defensor Sporting</b> ha ricavato qualche decina di palloni, maglie e materiale tecnico per gli allenamenti.
L'arrivo a Montevideo, nel 2013, si è concretizzato dopo una settimana di provini sostenuti nell'innovativo Complejo Juvenil Eduardo “Pichincha” Arsuaga, un laboratorio di idee, la vera e propria base dove vengono forgiati i talenti del domani di casa <i>violeta</i>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una dimensione unica rispetto al resto del paese: qui i ragazzi vengono seguiti durante la giornata, passo dopo passo, sia negli allenamenti che negli studi. Al “Pichincha” Maxi fa parlare subito di sé, visto che bastano un paio di allenamenti con la <i>Quinta División</i> – l'equivalente della nostra under 18 – per inquadrarlo e per consegnargli le chiavi dell'attacco. Dopo aver vinto campionato e classifica cannonieri con i suoi pari età, l'anno successivo sale a integrare la rosa della <i>Cuarta</i>, con la quale però giocherà molto poco. Ad attenderlo infatti ci sono la prima squadra e Juan Ramón Tejera, ai tempi <i>dt </i>del Defensor e suo mentore: «<i>Quando arrivai al Defensor chiesi ai miei colleghi del settore giovanile quali ragazzi mi consigliavano di valutare</i> – confidò il tecnico in un'intervista a Referí – <i>e il nome di Maxi Gómez mi fu fatto all'unanimità. Bastarono pochi allenamenti per capire chi avevo di fronte, così chiamai il presidente e dissi: “Questo coi ragazzini non ci torna più”</i>».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nelle due stagioni e mezza con il Defensor Sporting, Gómez chiuderà con 29 gol in 52 partite, una media decisamente interessante, seppur circoscritta a un campionato di medio-basso livello come quello uruguagio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/iCYEobJOt8E" width="460"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Andando
a snocciolare un po' di sue statistiche, si nota facilmente come Maxi
non abbia patito affatto il grande salto nel campionato spagnolo.
Attualmente i suoi gol formano circa il 30% della produzione
offensiva del Celta: una percentuale impressionante per un ragazzo di
soli 21 anni, che si alza vertiginosamente (quasi il 68%) se a queste
aggiungiamo anche i gol di Iago Aspas.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In
campo, il feeling tra i due è sbocciato sin da subito, giusto il
tempo di prendersi le misure a vicenda: «<i>Giocare
con Aspas mi facilita molto le cose</i>
– <a href="http://vigo.eldesmarque.com/celta/noticias/9677-jugar-arriba-con-aspas-facilita-mucho-las-cosas">ha
dichiarato</a> Gómez
di recente – <i>Sono
arrivato qui per fare da riserva a Guidetti, ma il suo infortunio mi
ha permesso di giocare sin dall'inizio</i>».
E infatti, visto il rendimento del centravanti di Paysandú, lo
stesso Guidetti a gennaio si è visto costretto a cambiare aria.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
ds del club, l'ex madridista Felipe Miñambres, sul ventunenne
uruguagio ha investito una somma importante, circa 4 milioni di euro,
strappandolo alla folta concorrenza che – così come il Celta –
aveva messo gli occhi sopra al suo talento. L'ufficialità è
arrivata a giugno, a pochi giorni dal trionfo del Defensor Sporting
nel Torneo Apertura, nel quale <i>Maxigol
</i>ha giocato un ruolo fondamentale, castigando prima il Nacional nello
scontro diretto, per poi mettere a segno la doppietta decisiva
nell'ultimo turno contro il Fenix. Pochi giorni prima, invece, era
arrivato il battesimo internazionale: il Defensor era ospite della
LDU di Quito quando Gómez,
a inizio ripresa, zittì con una giocata delle sue le oltre
cinquantamila anime presenti alla Casa Blanca.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se
c'è una cosa sulla quale potete scommettere, è che Gómez
di paura non ne ha mai avuta. Soprattutto su un campo da calcio, il
suo habitat naturale, l'unico posto che lo mette completamente a suo
agio, come ha raccontato in una <a href="http://vigo.eldesmarque.com/celta/noticias/6995-la-familia-futbolera-de-maxi-gomez">recente
intervista</a> rilasciata a un quotidiano <i>gallego</i>. Cresciuto in
famiglia a pane e <i>fútbol</i>,
con papà scambiava opinioni tattiche durante il tragitto per andare
agli allenamenti, mentre con i suoi tre fratelli e la sorella ha
condiviso sin da bambino la passione per il calcio.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; text-align: justify;">Soprannominato
</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify;">Toro</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; text-align: justify;">
per via del suo fisico robusto e per la facilità con la quale sa
liberarsi degli avversari nel corpo a corpo, Gómez
agisce come vertice alto del 4-3-3 cucito addosso al Celta da Juan
Carlos Unzué, tecnico arrivato a Vigo in estate per sostituire il
partente Eduardo Berizzo. L'idea di gioco di Unzué, scuola
Barcellona, è quella di sfruttare al meglio la freschezza degli
esterni, alternando le loro fiammate a un calcio più ragionato
rispetto al recente passato. Gómez
è il giocatore ideale per fare da riferimento offensivo, perché
oltre a togliersi qualche sfizio in fase realizzativa, è molto bravo
a far salire la squadra, ma soprattutto apre molti più spazi
rispetto a Guidetti. Spazi nei quali vanno a nozze due esterni rapidi
come Pione Sisto e il già citato Iago Aspas. Il confronto con lo
svedese è automatico, visto che di fatto quel posto da titolare
apparteneva proprio a Guidetti, che però – una volta rientrato
dall'infortunio – venne dirottato sugli esterni. Maxi
ha un fisico molto particolare: 187 centimetri di muscoli, spalle
larghe e baricentro basso, tanto che a primo impatto viene da
chiedersi come un giocatore così sgraziato abbia potuto raggiungere
certi livelli.</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/x9IUUHE-FZk" width="460"></iframe></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tra
dicembre e gennaio, Gómez
ha segnato sia al <a href="https://www.youtube.com/watch?v=W5IqHQiZ37M">Real
Madrid</a> che al <a href="https://www.youtube.com/watch?v=O4HIV-McaiM">Barcellona</a>.
Due gol nati e rifiniti nella stessa identica maniera: sgasata
dell'esterno sulla fascia e palla messa al centro, dove il <i>Toro</i>
è bravissimo a smarcarsi per ricevere palla e metterla in rete, una
volta di piede e l'altra di testa. Il gioco aereo è una delle sue
più grandi qualità, basti pensare che circa la metà dei gol
segnati col Defensor sono arrivati grazie a questo fondamentale. Un
dato clamoroso, che però completa il profilo di un centravanti
brutto a vedersi, ma estremamente pragmatico e utile, sia in fase
realizzativa che in chiave tattica.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da
buon sudamericano, non si estranea mai dalla lotta, spesso eccedendo:
nella sua prima stagione in Liga ha già collezionato sette
cartellini gialli e una giornata di squalifica, dopo che in patria si
era reso protagonista di alcuni episodi sportivamente poco
edificanti. Circa un anno e mezzo fa, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=WsVzOPeBfKI">colpì
con un pugno</a> un suo compagno di squadra che, all'uscita dal campo
dopo una sconfitta, stava battibeccando con la tifoseria. Il gesto
scatenò una rissa furibonda, sedata a fatica dai compagni di
squadra, e costò la squalifica a entrambi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La
scelta di andare al Celta sembra essere stata ponderata a fondo.
Partire da una piazza di medio blasone può essere la strategia
giusta per approcciarsi al calcio europeo, e Vigo rappresenta il
trampolino di lancio ideale per imporsi all'attenzione generale.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La
sua escalation è stata molto rapida, tanto che a gennaio il suo
cartellino valeva già cinque volte tanto. Nei primi giorni di
mercato il Beijing Gouan ha approcciato in maniera concreta
l'entourage del ragazzo, offrendo al Celta poco più di 20 milioni di
euro e a Gómez uno
stipendio dieci volte superiore a quello percepito in Galizia. Il
trasferimento sembrava praticamente perfezionato, tanto che Unzué –
suo malgrado – lasciò fuori il giocatore dalle convocazioni per il
derby contro il Deportivo. Poi, forse per un'offerta al ribasso da
parte dei cinesi, la trattativa è saltata.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poco
male, perché in Spagna Maxi Gómez
può continuare il suo percorso di crescita cominciato ad agosto,
quando – durante i primi allenamenti – in tanti si chiedevano chi
fosse quell'attaccante dai movimenti sgraziati pescato in Uruguay da
Miñambres, un ds che a Vigo non gode di ottima reputazione, tanto da
essere stato oggetto di contestazioni nel recente passato. Su Gómez,
però, pare averci visto giusto. Se l'annata del bomber <i>charrúa</i>
dovesse finire in crescendo, come tutto sembra far presagire, la
convocazione per Russia 2018 sarà scontata. A quel punto, il Celta
potrà mettere il <i>Toro</i> in vetrina, attaccandogli al collo il
cartellino con su scritto il prezzo da pagare, valido per chiunque
intenda portarselo a casa. E, statene certi, 20 milioni non
basteranno più.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-5813283903252056392018-02-15T10:38:00.000+01:002018-03-12T08:47:57.136+01:00Soteldo brucia le tappe<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh50bAqqRqARXoUhcYDcswkhPDEmuY6e0lzETzHJvDoZKgvW3CaXJs6r9jX8EJQnOgbYAmi10mSU1YDCpyrt1BRLcSifwD_grP2JEH00DBrDF4Z8n1MPxXu8Wk1uNwwOOLMJhrEXzbhMgo/s1600/soteldo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="768" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh50bAqqRqARXoUhcYDcswkhPDEmuY6e0lzETzHJvDoZKgvW3CaXJs6r9jX8EJQnOgbYAmi10mSU1YDCpyrt1BRLcSifwD_grP2JEH00DBrDF4Z8n1MPxXu8Wk1uNwwOOLMJhrEXzbhMgo/s400/soteldo.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Venezuela è considerato un paese calcisticamente in via di espansione. A testimonianza di ciò, va ricordato il finale in crescendo della <i>Vinotinto </i>nel percorso dedicato alle qualificazioni a Russia 2018, oltre alle ottime prestazioni delle nazionali giovanili a livello di sub-17 e soprattutto sub-20. Tutto questo fa a cazzotti con il contesto interno del paese, massacrato da anni da un tasso di inflazione da capogiro, il peggiore della storia, che ha portato il popolo a scendere in strada per protestare contro la il governo centrale di Caracas. Manifestazioni che, purtroppo, si sono trascinate dietro una scia di sangue preoccupante per l'immediato futuro del paese.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><b>Il calcio venezuelano, ovviamente, fatica a riprendersi, ma molti dei giovani talenti locali esplosi recentemente hanno già lasciato il paese verso lidi più tranquilli. </b></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da Wuilker Farinez a Angel Herrera, quasi tutti i gioiellini dell'ultima infornata sub-20 sono volati all'estero per compiere un ulteriore step della propria carriera. C'è chi è andato negli USA, chi in Europa, ma anche chi è rimasto in Sudamerica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Yéferson Soteldo</b> è uno di loro, e il paese scelto per fare da cuscinetto a una carriera pronta ad esplodere a breve è il Cile, dove a dicembre del 2016 la <i>joya </i>venezuelana si è trasferita per firmare, un po' a sorpresa, con il Huachipato. La sua voglia di trovare spazio lo ha convinto che sarebbe stato meglio scegliere una squadra nella quale ritagliarsi un posto da titolare sin da subito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La grande annata disputata tra Huachipato e <i>Vinotinto </i>ha portato diversi club, tra i quali il Cruz Azul, a interessarsi al ragazzo, che però alla fine, spiazzando un po' tutti, ha deciso di rimanere in Cile e accasarsi alla <b>Universidad de Chile</b>. La <i>U</i>, reduce da un terzo posto in campionato, ha deciso di puntare forte su Soteldo per regalare al <i>dt </i>Ángel Hoyos un giocatore rapido e abile nel dribbling, l'elemento che tanto è mancato a una compagine alla continua ricerca del salto di qualità decisivo. Un trasferimento prezioso, che si piazza direttamente in cima alla classifica dei movimenti record per il calcio cileno: la <i>U </i>pagherà infatti 7 milioni di dollari allo Zamora per assicurarsi l'intero cartellino di Soteldo . Un investimento importante, che porta a grandi responsabilità per un ragazzo costretto da sempre ad affrontare grandi difficoltà, come la convivenza con un fisico che non ha mai voluto saperne di svilupparsi.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/mqcxnNXfHlw" width="460"></iframe><br /></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">«Da ragazzino lo costringevo a fare da sparrin partner nelle partite coi ragazzi più grandi di lui. Dicevo loro di non risparmiarsi e a lui di difendersi e colpire. Credo di aver fatto il suo bene: lì ha capito che poteva farcela anche se il fisico non lo aiutava».</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
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<b>Noel Sanvicente</b>, oggi allenatore del Caracas, è stato il mentore di Soteldo, la figura fondamentale grazie alla quale il giovane talento originario di Acarigua è esploso definitivamente. Fu proprio Sanvicente a prenderlo sotto la sua ala protettiva quando Soteldo, appena quattordicenne, lasciò le giovanili del Carabobo per trasferirsi a Barinas, dove ad aspettarlo c'era lo <b>Zamora</b>, uno dei club più importanti dell'intero panorama venezuelano. Sanvicente capì subito le potenzialità di Soteldo, ma il fisico rappresentava un fattore abbastanza limitante: <i>«Abbiamo cominciato subito a lavorare su di lui affiancandogli un nutrizionista</i> - ha raccontato a La Tercera -<i> Fece una cura a base di proteine per provare ad accellerare la sua crescita, ma quando giocava i tifosi borbottavano e mi chiedevano di comprargli dei pantaloncini più stretti. Lo chiamavano Manzanita perché da bambino vendeva le mele per strada</i>"».<br />
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Sanvicente ha sempre sostenuto che l'altezza non poteva rappresentare un ostacolo. A concordare con l'ex ct del Venezuela è anche <b>Pablo Rotolo</b>, preparatore fisico del Huachipato, che si è occupato in prima persona delle visite mediche di Soteldo, non appena sbarcato a Talcahuano.</div>
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<i>«Sono rimasto impressionato dalla sua rapidità</i> - ha dichiarato Rotolo a La Tercera - <i>ha degli spunti nel breve non comuni, figli del suo baricentro basso. Anche nei cambi di direzione è un fulmine, e la cosa incredibile è che nel frattempo riesce a tenere la palla attaccata al piede. Se fosse alto dieci centimetri in più non potrebbe ottenere certi risultati»</i>.</div>
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E in effetti nel Huachipato ci ha messo davvero poco a ritagliarsi il suo spazio, chiudendo la sua esperienza con 22 presenze, 2 reti segnate e tante giocate d'alta scuola. Uno score, quello di Soteldo, che sarebbe potuto essere migliore se non avesse dovuto assentarsi per andare in ritiro con il Venezuela, col quale ha disputato un mondiale sub-20 da protagonista, trascinando la <i>Vinotinto </i>fino alla finale persa poi contro l'Inghilterra. La stagione giocata da assoluto protagonista, con addosso la maglia numero 30 degli <i>Acereros</i>, ha portato anche alcuni riconoscimenti personali molto importanti. A soli vent'anni infatti Soteldo è stato il più giovane della storia del calcio cileno a vincere il premio come miglior straniero del campionato, oltre a essere inserito nella formazione ideale de <b>El Gráfico</b> e essere stato eletto miglior sportivo straniero dell'anno in Cile.<br />
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="https://www.youtube.com/embed/17fYXwMkpIs" width="460"></iframe></div>
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<i>«Arrivare in un club come la U è un sogno», </i>ha detto <i>Manzanita </i>durante la sua presentazione alla stampa locale, organizzata dal club nel centro sportivo posto all'interno della Universidad de Chile, ateneo rinomatissimo in particolare per la sua prestigiosa facoltà di medicina.</div>
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<span style="font-size: large;"><i>«Tutto ciò che devo fare adesso sudarmi il posto e iniziare qualche trasfusione di sangue blu. Lotteremo su tutti i fronti e faremo bene anche in Copa Libertadores. Ho scelto la U perché qui c'è voglia di vincere. Sempre».</i></span></div>
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Soteldo indosserà la maglia numero 10, richiesta espressamente al momento della firma del contratto: <i>«E' il numero che sento mio, lo chiesi anche al Huachipato ma giustamente c'erano delle gerarchie da rispettare. Qui hanno deciso di darmelo, e io sono contento perché mi sento ulteriormente responsabilizzato»</i>.</div>
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Le sue qualità nello stretto e la grande capacità nel dettare l'ultimo passaggio hanno portato Soteldo a ricoprire più ruoli. Nello Zamora, club col quale ha segnato il suo primo gol da professionista a diciassette anni (contro il Carabobo, la squadra che lo ha cresciuto), agiva principalmente da trequartista, un ruolo cucitogli addosso da Sanvicente e valorizzato da Dudamel, altra personalità fondamentale nella crescita di <i>Manzanita</i>. Una volta arrivato in Cile però è stato dirottato sugli esterni per sfruttare al meglio la sua capacità di utilizzare indifferentemente entrambi i piedi. Soteldo sta lavorando anche sulla fase realizzativa, ulteriore testimonianza della sua voglia di crescere e migliorarsi continuamente. All'esordio ufficiale in maglia <i>U </i>ha addirittura giocato da interno sinistro, con libertà di muoversi in verticale per andarsi a cercare i propri spazi. </div>
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<span style="font-size: large;"><i>«Avevo bisogno di un giocatore come lui, uno di categoria superiore che mi potesse dare diverse alternative di gioco. Rende meglio alto a sinistra, ma può giocare veramente ovunque e ha la capacità di spaccare le partite dal nulla».</i></span></div>
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Parole di Ángel Hoyos, attuale allenatore di Soteldo ed ennesimo estimatore di quel metro e sessanta che sprizza talento in ogni giocata.</div>
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Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-5725051465697803042018-01-18T09:49:00.002+01:002018-01-18T09:49:53.145+01:00Il futuro Uruguay<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgztp10RO5f4UUuYRtPC_awN2njBcqZRI8remYs1hbxscUsy4VQm7a5wgQ4ibELN4-Pi62xrrxJXP8blBkKj_aQLWDGAlc6RW8Ei9YqVrYOPTSByqc-4l5MfWFwOHulH3AFNrFFrESiG40/s1600/tabarez.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="351" data-original-width="624" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgztp10RO5f4UUuYRtPC_awN2njBcqZRI8remYs1hbxscUsy4VQm7a5wgQ4ibELN4-Pi62xrrxJXP8blBkKj_aQLWDGAlc6RW8Ei9YqVrYOPTSByqc-4l5MfWFwOHulH3AFNrFFrESiG40/s400/tabarez.jpg" width="400" /></a></div>
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Una delle nazionali sudamericane con più potenzialità nel ricambio generazionale è senza dubbio l'Uruguay. Che il processo di cambiamento venga ultimato da <b>Óscar Washington Tabárez</b> non è scontato, ma di certo il <i>Maestro </i>sta avendo un ruolo importante, fondamentale, in questo percorso. </div>
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Portare la selezione <i>charrúa </i>a svecchiarsi nel breve è l'obiettivo finale da perseguire. Il procedimento verrà ultimato dopo Russia 2018, quando in Sudamerica ci si fermerà per programmare il prossimo ciclo di qualificazioni mondiali.</div>
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La percezione è che la lista di facce nuove, alcune già inserite per gradi nei mesi scorsi, sia già stata individuata. Inoltre Tabárez sembra avere le idee chiare anche sui tempi e sui modi. Il calcio uruguagio è cresciuto molto nell'ultimo decennio, sia a livello di nazionale che come movimento in sé, tanto è vero che ogni anno aumentano i giocatori da esportazione, ormai abituali frequentatori di tutti i campionati top europei. Il reparto più "toccato" dalla futura rivoluzione sarà il centrocampo, bisognoso di linfa vitale, gamba e tecnica. Paradossalmente sembra di assistere a una vera e propria evoluzione tecnica: fino ad oggi l'Uruguay non ha mai schierato molta qualità in mezzo, affidandosi maggiormente a gregari di spessore (Arévalo Rios, Álvaro González e prima ancora Diego Pérez) e meno a gente capace di costruire, lasciandone l'incombenza talvolta a Carlos Sánchez o, in alternativa, al trequartista del momento schierato da esterno nel 4-3-3.<br />
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Le chiavi della <i>Celeste </i>del futuro saranno affidate a <b>Federico Valverde</b>. Su questo sembrano esserci pochi dubbi, soprattutto se il centrocampista dovesse confermare le buone impressioni (e prestazioni) delle prime uscite. Valverde è sempre sembrato il classico predestinato, e non è un caso che il Real Madrid abbia deciso di puntarci fin da subito, prelevandolo non appena diciottenne e dirottandolo nella propria <i>filial</i>, il Real Madrid Castilla. Valverde è nato a Montevideo nel 1998 e sin da piccolo ha fatto parte del vivaio Peñarol, tra i più floridi del paese. Il suo passaggio al Madrid è stato solo la naturale conseguenza per un ragazzo che ha sempre bruciato le tappe a livello giovanile, giocando perennemente con compagni più vecchi di lui anche di un biennio. La sua visione di gioco lo ha di fatto trasformato da trequartista a centrocampista basso, schierato davanti alla difesa, dove fa da schermo alla retroguardia e scala di posizione per chiamare palla e iniziare ad impostare l'azione. Valverde può risultare funzionale per questo Uruguay, soprattutto se la nazionale dovesse andare avanti a giocare a tre in mezzo al campo. Il suo impiego permetterebbe di avere più soluzioni in una zona di campo decisamente più ampia, trasformandosi in una fonte di gioco importante. La sua utilità si è vista anche durante la partita di esordio con la <i>Celeste</i>: a settembre, contro il Paraguay, Tabárez decide di mandarlo in campo a sorpresa e Valverde non delude, segnando un gol all'esordio e blindando per sé una maglia da titolare per le due seguenti partite. La fiducia da parte del <i>Maestro </i>gli varrà, probabilmente, la chiamata per il Mondiale.</div>
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Parallelamente però Valverde non se la sta passando bene a livello di club: il Real Madrid ha deciso di prestarlo al Deportivo, dove per ora sta giocando a sprazzi, spesso da subentrante. Il contesto non lo sta facilitando nell'inserimento: il <i>Dépor </i>è una squadra che predilige il gioco in verticale, spesso passando dalle fasce, e di conseguenza c'è poco margine di manovra per un ragionatore come Valverde. Determinante, dopo il mondiale, sarà la scelta per la prossima stagione. Riuscirà <i>Fede </i>a ritagliarsi il suo spazio?</div>
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Chi invece sta vivendo una stagione straordinaria è <b>Lucas Torreira</b>, centrocampista della Sampdoria fresco di rinnovo contrattuale (il nuovo vincolo scade nel 2022) e pronto a partire in estate esclusivamente per una cifra superiore ai 25 milioni di euro. Torreira è anche stato inserito nella formazione-tipo del girone di andata. Non è difficile capirne il perché, basta guardare la sua prestazione nella partita contro la Juventus dove, a tratti, ha dominato la mediana davanti a mostri sacri come Pjanic, Khedira e poi Matuidi.</div>
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Proprio dopo quel match sono iniziate le speculazioni sul suo conto: Juventus, Napoli e Roma hanno chiesto informazioni alla Sampdoria, contattata - pare - anche da alcuni club di Premier League.</div>
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Nonostante ciò, la situazione di Torreira con la nazionale uruguagia è ancora in fase embrionale, nel senso che Tabárez ha già fatto sapere di tenerlo in grande considerazione, ma non lo ancora ha mai convocato.</div>
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Eppure Torreira potrebbe diventare una risorsa molto importante per questo Uruguay. La sua duttilità gli permette di disimpegnarsi con lo stesso risultato in un centrocampo a due o (preferibilmente) a tre come mezzala. Oltre a un discorso di collocazione, il classe 1996 originario di Fray Bentos ha anche una capacità straordinaria a giocare senza palla: movimenti, sovrapposizioni e inserimenti fanno parte del suo bagaglio tattico, affinato nei due anni passati a Pescara dove ha ricevuto anche diversi endorsement, tra i quali spicca quello di Massimo Oddo.</div>
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Per sua stessa ammissione, è stato proprio l'attuale allenatore dell'Udinese a farlo svoltare professionalmente: "<i>Quando sono arrivato nella Primavera del Pescara allenata dal fratello del mister Giampaolo giocavo in un ruolo alla Tevez. Ma Oddo, spostandomi a centrocampo, mi ha cambiato la vita</i>", ha dichiarato in una <a href="http://gianlucadimarzio.com/it/il-sogno-nazionale-larrivo-in-italia-e-la-sua-sampdoria-torreira-giocavo-alla-tevez-oddo-spostandomi-a-centrocampo-mi-ha-cambiat" target="_blank">recente intervista</a>.</div>
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Arrivato in Italia proveniente dai Montevideo Wanderers, Torreira è cresciuto in una famiglia di calciofili nella quale il papà, radiocronista, ha sempre sognato di commentare l'esordio del figlio in un mondiale. Chissà che Russia 2018 non sia la volta buona.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs7bJhrZm-QeD4OPCKj1Pm9Jirn-b3EoGLlub74DNf4LnqdL7zMnf0AAN5Gqs7tPfbHtccJZ9yQu90AH884XD3YHXhtuK3KL0F_r-708wiULI61b-N-3Hlb03kEss6Fo7W_qDAhWNbfbA/s1600/pereiro.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="254" data-original-width="1021" height="98" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs7bJhrZm-QeD4OPCKj1Pm9Jirn-b3EoGLlub74DNf4LnqdL7zMnf0AAN5Gqs7tPfbHtccJZ9yQu90AH884XD3YHXhtuK3KL0F_r-708wiULI61b-N-3Hlb03kEss6Fo7W_qDAhWNbfbA/s400/pereiro.png" width="400" /></a></div>
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Considerando intoccabili Cavani e Suarez, almeno fino a quando decideranno di giocare con la nazionale, il terzo posto nel reparto offensivo <i>charrúa </i>pare essere riservato a <b>Gastón Pereiro</b>, mancino classe 1995 acquistato dal PSV nel 2015 per un cifra irrisoria, circa 7 milioni di euro, dal Nacional.</div>
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Pereiro si porta dietro un'etichetta molto pesante, visto che in patria è già stato eletto l'erede ideale di Alvaro Recoba. In comune con il <i>Chino </i>ha molte cose, a partire dall'ultima maglia di club indossata - quella del <i>Bolso </i>- fino alle abilità che riguardano
squisitamente il lato tecnico, dato che il suo sinistro ricorda (non poco) il pennello del collega più anziano. Che per lui rappresenta un idolo: "<i>Quando mi sono allenato per la prima volta con i grandi l'ho visto da vicino </i>- ha raccontato il ragazzo durante la sua presentazione al PSV - <i>avevo quasi paura di parlargli o anche solo di allenarmi con lui</i>". </div>
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Due anni dopo ritroviamo un giocatore formato e soprattutto affermato: con la maglia del club di Eindhoven ha già segnato 30 gol in due stagioni, e quest'anno - pur essendo meno prolifico - ha già affinato l'intesa con l'altro gioiellino in forza al club olandese, <a href="http://andreabracco.blogspot.it/2015/01/new-stars-hirving-lozano-messico.html" target="_blank">Hirving Lozano</a>.</div>
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Il suo stile di gioco è essenziale, visto che solo raramente Pereiro tenta la giocata fine a sé stessa. Tatticamente è molto duttile, visto che può ricoprire tutti i ruoli sulla trequarti. Il 4-3-3 lo valorizza maggiormente, soprattutto quando viene schierato largo a destra, visto che grazie alla sua velocità e al suo spunto riesce spesso ad andare al tiro. Durante la sua prima stagione al PSV ne aveva quasi fatto un marchio di fabbrica, mentre oggi - complice anche l'arrivo di Lozano - in campo è meno appariscente, per quanto sempre fondamentale a garantire l'imprevedibilità necessaria alla manovra offensiva.</div>
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A settembre sono arrivate le prime convocazioni in nazionale, ma è nell'amichevole di novembre contro la Polonia che Tabárez gli ha concesso l'esordio regalandogli sessanta minuti di gioco.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoh0S9lLFq39diMTPOjFbwaaSg3gbzRHRzLEB4Dk_TeM8UdRRarO7-Cm0QhsSlFK-SCrI6cbkC7Ph-S5aPo1hoJ_8PEyJEhPh66jlvOT0xr_4r8DW5skuBPBwbKlcfj1OYC9FwRHaZbMA/s1600/nandnez.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="258" data-original-width="1029" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoh0S9lLFq39diMTPOjFbwaaSg3gbzRHRzLEB4Dk_TeM8UdRRarO7-Cm0QhsSlFK-SCrI6cbkC7Ph-S5aPo1hoJ_8PEyJEhPh66jlvOT0xr_4r8DW5skuBPBwbKlcfj1OYC9FwRHaZbMA/s400/nandnez.png" width="400" /></a></div>
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Il terzo centrocampista, una mezzala complementare a Torreira, sarà con tutta probabilità <b>Nahitan Nández</b>. In attesa della crescita di Arambarri e dell'esplosione del duo Amaral - De la Cruz, il classe '95 di scuola Peñarol sembra avere tutte le carte in regola per prendersi un posto da titolare nella metà campo celeste. Nández gioca da sei mesi nel Boca Juniors, dove si è inserito velocemente nelle gerarchie di Guillermo Barros Schelotto. Il <i>Mellizo </i>lo utilizza sul centro-\destra sfruttando le sue qualità atletiche e l'enorme capacità negli inserimenti senza palla. Nández è meno ragionatore ma più corridore rispetto a Torreira, e paradossalmente è proprio questa caratteristica a renderlo quasi indispensabile.</div>
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Cresciuto nel Deportivo Maldonado, squadra della sua città, nel 2017 venne intercettato da alcuni emissari del <i>Carbonero </i>che lo bloccarono, strappandolo alla concorrenza di Defensor Sporting e Nacional. Pochi mesi dopo, a causa di un'emorragia a centrocampo, il dt del <i>Manya </i>Jorge Fossati lo fece debuttare regalandogli la titolarità a poco meno di vent'anni.</div>
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La sua ascesa fu continua: nel 2015 venne responsabilizzato con l'investitura di capitano della sub-20, protagonista del Sudamericano di categoria e successivamente nel Mondiale estivo, dove l'Uruguay si è fermato agli ottavi di finale. </div>
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Rientrato in patria, Nández ritrova subito il suo posto da titolare sotto la guida tecnica di Pablo Bengoechea, e sotto la gestione dell'attuale dt dell'Alianza Lima è arrivato anche il pronto rinnovo di contratto, ridiscusso a ottobre nel momento del passaggio al Boca Juniors.</div>
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Oggi Nández rappresenta anche un'ottima occasione di mercato: cercato in passato da Fiorentina e Torino, il centrocampista <i>charrúa </i>ha un contratto fino al 2020 con gli xeneizes e non si muoverà per meno di una decina di milioni.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1QeXpeJjOM1ngUmxxVznHZm7hkBykrMoOwehb2zhl2HFmzVQqrk9w2v8rkG5KjTtPJyjPgif5pr_Ue6rayOEzlmbA7fuUTOGuTVBgqaDEdFBrk_Afc3btOoL76zFDbu-ifAlVUmT0vdQ/s1600/ricca.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="253" data-original-width="1021" height="98" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1QeXpeJjOM1ngUmxxVznHZm7hkBykrMoOwehb2zhl2HFmzVQqrk9w2v8rkG5KjTtPJyjPgif5pr_Ue6rayOEzlmbA7fuUTOGuTVBgqaDEdFBrk_Afc3btOoL76zFDbu-ifAlVUmT0vdQ/s400/ricca.png" width="400" /></a></div>
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Sistemato il centrocampo e dato per assodato che là davanti Gaston Pereiro sia il giusto profilo per affiancare Suarez e Cavani, l'Uruguay si prepara a rinnovarsi anche sulle fasce. Se il fisico lo assiste, Martín Cáceres dovrebbe ancora disputare un ciclo con la nazionale. Il laterale della Lazio in questi anni ha giocato spesso a sinistra per lasciare spazio a Maxi Pereira sull'out opposto. Nel caso in cui Tabárez puntasse su <b>Federico Ricca</b> però il neo laziale tornerebbe nel suo ruolo originale.</div>
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Ricca è un giocatore molto sottovalutato, in quanto non ha ancora sviluppato una carriera importante e attualmente sta affrontando diverse difficoltà con il suo Malaga ultimo in Liga.</div>
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Nato a Tarariras nel dicembre del '94, Ricca è cresciuto nel vivaio del Danubio e un anno fa è stato acquistato dal Malaga per una cifra che si aggirava sui due milioni e mezzo di euro.</div>
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In questa stagione è stato messo ai margini sin da subito, causa (anche) pessimi risultati che hanno costretto i vari tecnici susseguitesi sulla panchina andalusa a mischiare le carte.</div>
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Ricca è in Spagna da ormai due anni e dal suo arrivo in Europa ha migliorato molto le sue conoscenze tattiche. Fisicamente brevilineo e dotato di un ottimo scatto, è un terzino con spiccate doti difensive, bravo nel contenimento e poco incline a sbavature di qualsiasi genere. Per contro, lo si vede raramente puntare il fondo alla ricerca del cross, il che lo annovera automaticamente nella categoria di giocatori "di manovra".</div>
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In prospettiva nazionale non ha molta concorrenza e quindi non dovrebbe avere problemi a prendersi la titolarità a breve. L'unico profilo che potrebbe entrare in ballottaggio con <i>Fede </i>Ricca è Marcelo Saracchi del River Plate, di cinque anni più giovane e spesso impiegato a centrocampo, mentre per Mathías Suárez, altro talento in ascesa di casa Defensor, sembra ancora troppo presto.</div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="200" src="https://www.youtube.com/embed/Zixq9aeykTg" width="350"></iframe>
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Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-30209569598885820172017-10-07T16:04:00.000+02:002017-10-07T16:08:02.840+02:00Cinque argentini pronti per l'Europa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqVEgRi0_yywlLaCVXh7UqWRqZQ-TUMSP-x0C7bdGIDNWs7SxIDFue6q8LzIiqNWVtdYZr2o8lvosVlGeBTqqcopeZOjsWaGJ1Gaw0T67-BdMcfuNwx8w3j2B0TdIMFbfEjMeWy-ffnWE/s1600/pity.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="566" data-original-width="1008" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqVEgRi0_yywlLaCVXh7UqWRqZQ-TUMSP-x0C7bdGIDNWs7SxIDFue6q8LzIiqNWVtdYZr2o8lvosVlGeBTqqcopeZOjsWaGJ1Gaw0T67-BdMcfuNwx8w3j2B0TdIMFbfEjMeWy-ffnWE/s400/pity.jpg" width="400" /></a></div>
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Il calcio argentino ultimamente non se la passa molto bene. Dalla riforma Grondona del 2015 infatti, il livello della Primera Division si è sensibilmente abbassato; la colpa di ciò è principalmente ascrivibile all'allargamento del campionato a trenta squadre, che di fatto ha provocato un netto disequilibrio in campo, rendendo il prodotto poco appetibile al grande pubblico. </div>
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La scomparsa di Don Julio, padre padrone del fútbol albiceleste, ha però cambiato le carte in tavola: la federazione ha deciso – tramite un lento processo pluriennale – di tornare al campionato a venti squadre, omologandosi di fatto ai format europei di successo. La nuova Superliga prevede diversi nuovi paletti: basta Fútbol Para Todos, diritti televisivi venduti a due pay tv differenti e regole ferree per quanto riguarda il pagamento degli stipendi da parte dei club. Chi non si adegua è fuori. </div>
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Tutti questi cambiamenti non hanno però soffocato il talento che da sempre il calcio argentino sa produrre. Sono numerosi i giocatori che durante le varie sessioni di mercato lasciano il paese per tentare l'avventura in Europa. Solo negli ultimi mesi, tanto per citare i casi più famosi, hanno salutato l'Argentina Sebastian Driussi, Lucas Alario e Ricardo Centurion. “El Wachiturro”, ex Boca Juniors, si è accasato al Genoa negli ultimi giorni di agosto, e nonostante il suo impatto immediato con la realtà italiana non sia stato dei più felici, già dai primi minuti giocati si è capito quanto le basi per fare bene in Serie A siano concrete. </div>
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<b>Il predestinato</b> </div>
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Il 2017 argentino, nonostante le parecchie difficoltà logistiche di cui sopra, sta portando in dote un'altra infornata di ragazzi interessanti, pronti a compiere il salto europeo. Uno di questi è senza dubbio Gonzalo Nicolás Martínez, numero 10 del River Plate e nel contempo uno dei pochi superstiti del biennio “piglia tutto” millonario. Se non lo avete mai sentito nominare non preoccupatevi, perché in qualunque telecronaca o articolo che proviene dal subcontinente Martínez è semplicemente “el Pity”. Un soprannome particolare, che indica “una persona dal carattere fiero, responsabile, poco incline ai litigi”, come ha recentemente specificato la sorella Juliana ad un giornale di Mendoza, luogo di nascita dell'ormai ventiquattrenne trequartista del River Plate. </div>
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La sua parabola comincia infatti nel quartiere di Nueva Espéranza, ma l'ascesa al professionismo ha come riferimenti Plaza de la República e Parque Patricios, Buenos Aires. Dopo gli esordi con la maglia dell'Huracan, nel 2015 passa al River Plate e in pochi mesi si gudagna i galloni da titolare, giocando (e vincendo) da protagonista ben cinque titoli.
Ma Martínez è molto più di una mezzapunta dai colpi effervescenti: dopo l'addio dei grandi nomi che avevano aiutato il club a rivincere la Libertadores, il Pity ha fatto parte del processo di ricostruzione che ha consacrato Marcelo Gallardo come uno degli allenatori emergenti più interessanti dell'intero panorama mondiale. La disponibilità a giocare per la squadra è la caratteristica che più lo distingue da tanti suoi connazionali; in questi anni Gallardo ha varato più moduli, a seconda delle individualità a disposizione, ma Martínez non è mai uscito di squadra. I grandi progressi in fatto di personalità hanno fatto il resto, portando il talento ex Huracan ad essere decisivo come nel Superclásico del maggio scorso, quando alla Bombonera ha giustiziato il Boca Juniors con un gol e due assist. </div>
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La Serie A (o in alternativa la Liga) sarebbe il campionato ideale per le sue caratteristiche: ottima visione di gioco, tatticamente sa adattarsi ad esterno e possiede un buon tiro dalla distanza. Vedendo però il rendimento di Lanzini – dal quale ha ereditato ruolo e numero di maglia nel River – al West Ham, non è escluso che Marcelo Simonian possa provare a portarlo in Premier League.</div>
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<i><span style="font-size: x-small;">Il Bombonerazo di Martínez, maggio 2017</span></i></div>
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<b>Sedotto e abbandonato</b> </div>
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Tra un gol di Benedetto e una giocata di Cardona, nel Boca Juniors dei grandi nomi si sta mettendo in mostra Cristian David Pavón, esterno offensivo classe 1996 che nel corso dell'ultimo anno è finito sulla bocca un po' di tutti gli addetti ai lavori. Specifichiamolo subito: Pavón è fondamentalmente un giocatore che divide critica e tifosi, perché come troppo spesso accade, al talento cristallino è stata abbinata una testa che troppo spesso mal consiglia il ragazzo.
Se è vero che il luogo di nascita dice tanto di una persona, la regola vale sicuramente per il ventunenne originario di Cordoba. </div>
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Una città che vive di calcio, nonostante non abbia tradizioni di vittorie equiparabili alla capitale o a piazze storiche come Avellaneda o Rosario. A Cordoba però si respira una delle rivalità più antiche e calde di tutta l’Argentina: quella tra il Talleres ed il Belgrano. Lì, se non nasci “Pirata” (soprannome dei tifosi del Belgrano), giochi con la “T”: una sola lettera che comporta grandi responsabilità, soprattutto per chi ne indossa la maglietta.
Con questi principi è cresciuto Pavón, un concentrato di velocità, imprevedibilità, intelligenza mixato ad una buona dose di faccia tosta, sia dentro che fuori dal campo. Per molti, il ragazzo lanciato nel professionismo dal Talleres, non è altro che la risposta xeneize a Sebastian Driussi, suo coetaneo e quasi suo compagno di squadra, visto che in estate veniva dato per fatto il passaggio di Pavón allo Zenit, su precisa indicazione di Mancini. </div>
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Incassata la delusione per il trasferimento mancato, “el Kichán” (termine usato per indicare una persona perfezionista) si è rimesso a disposizione di Guillermo Barros Schelotto, in attesa di spiccare il volo verso l'Europa, dove tra i tanti estimatori c'è anche un certo Diego Pablo Simeone.</div>
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<span style="font-size: x-small;"><i>Pavón è diventato un beniamino dei tifosi del Boca Juniors. Soprattutto dopo questo gol.</i></span></div>
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<b>Futuro <i>colchonero</i></b><i> </i></div>
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Se per Gonzalo Martínez e Pavón il futuro è ancora indecifrabile, chi ben presto siederà su un volo verso l'Europa è Lautaro Martínez, nuovo gioiellino di casa Racing esploso la stagione scorsa grazie all'infortunio di Lisandro Lopez. Con la “Licha” fuori uso, il ragazzo originario di Bahia Blanca vanta già una discreta esperienza per essere un classe 1997. Solo nel 2017 ha segnato 5 gol in 20 partite con l'Académia: uno score apparentemente basso, “inquinato” però dai tanti impegni che Martínez ha avuto con la nazionale under 20, impegnata prima nel Sudamericano di categoria e poi nel Mondiale. </div>
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La vetrina internazionale gli è valsa l'attenzione dell'Atletico Madrid, che avrebbe già raggiunto un accordo col Racing per una cifra che si aggira sugli 11 milioni di euro, due in più della clausola rescissoria fissata a 9.
Martínez è il classico numero nove sudamericano, con una tecnica sviluppata e un buon istinto del gol. Alcune sue reti evidenziano proprio come il ragazzo “senta” la porta, una dote talmente rara che alcuni – in Argentina – hanno addirittura azzardato un paragone ai limiti del blasfemo con Batistuta.
Più verosimilmente, il vero passaggio di consegne è avvenuto due anni fa, quando Martínez ha fatto il suo debutto in prima squadra prendendo il posto di Diego Milito: «Da bambino avevo due sogni – ha dichiarato recentemente – il primo era giocare al Cilindro, il secondo di diventare come Milito: sono a metà del percorso». </div>
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La sua partita-manifesto è il clásico di Avellaneda di un anno e mezzo fa, quando a coronamento di una grandissima prestazione è arrivato anche il gol vittoria. Un gol che non solo gli ha concesso visibilità, ma lo ha anche proiettato nel cuore della tifoseria racinguista, la celebre Guardia Imperiál.</div>
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<span style="font-size: x-small;"><i>L'istinto del gol di Lautaro Martínez
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<b>L'erede di Falcao</b> </div>
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Nel 2015 Maximiliano Romero aveva solo 14 anni e già gli occhi addosso dell'Arsenal, che fece di tutto per soffiarlo al Velez. Alla fine saltò tutto, purtroppo, a causa di un brutto infortunio ai legamenti patito durante un'amichevole contro il San Lorenzo. Ma il successo era solo rimandato.
D'altronde le capacità di “Maxi”, giovane punta cresciuta nel vivaio fortinéro, si intravedevano già allora, quando con la maglia del Velez giocava nelle categorie superiori alla sua, contro ragazzi anche due anni più vecchi di lui. </div>
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La storia di Romero comincia a Loma Hermosa, Salta, luogo in cui è nato nel gennaio del 1999 e dove ha cominciato per caso a giocare a calcio. Fu infatti un amico di famiglia a supplicare il padre di iscriverlo nella scuola calcio locale, dopo averlo visto trattare il pallone in strada.
La sua ascesa è stata particolarmente veloce, visto l'esordio con la prima squadra del Velez a soli 16 anni: <i>«Fu un'emozione unica. Nessuno a quell'età è già in prima squadra, e giocarci così presto mi aiutato per accumulare quell'esperienza che di solito ci si inizia a costruire verso i 18»</i>, ha ricordato Romero a Diario Olé.
Ha anticipato le tappe, Romero, che per ritagliarsi uno spazio da titolare ha dovuto prima convivere e poi scalzare definitivamente un mostro sacro del club come Pavone, guadagnandosi anche il soprannome di “Tigre” grazie alle sue affinità tecniche con il suo idolo Radamel Falcao. </div>
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Romero gioca prevalentemente da prima punta in un attacco a tre, ma all'occorrenza può anche essere affiancato da un'altra punta, preferibilmente di movimento. Possiede doti tecniche indiscutibili, un ottimo piede destro ed un'elevazione particolarmente sviluppata vista la sua altezza. Romero è il classico sudamericano grintoso, caratterialmente forgiato dalla precocità del suo sviluppo dal punto di vista umano: a sei anni era già nel pressante ambiente Velez, a tredici viveva nella pensione del club, lontano dalla famiglia.
Secondo Rolando Zarate, il suo agente, ancora oggi l'Arsenal ha un'opzione per il suo acquisto, ma il presidente Gamez non si accontenterà più degli spiccioli. </div>
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Le ultime stime parlano di 6 milioni per l'80% del cartellino: una cifra importante, ma ampiamente alla portata di tanti grandi club.</div>
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<span style="font-size: x-small;"><i>In Tigre – Velez Romero segna un grandissimo gol: prima suggerisce il passaggio, poi attacca il secondo palo battendo il portiere avversario in acrobazia.</i></span></div>
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<b>La novità</b> </div>
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Nell'ultima sessione di mercato il Napoli, alla ricerca di un esterno offensivo, citofonò al San Lorenzo per sondare la disponibilità di Bautista Merlini.
Merlini è un nome sconosciuto ai più, soprattutto per chi non segue assiduamente il calcio sudamericano, ma in realtà è forse uno degli elementi più importanti del Ciclón. </div>
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La produzione senza sosta di talenti offensivi non risparmia nemmeno il San Lorenzo, una squadra che negli ultimi anni ha vissuto di alti e bassi.
Ripartire dai giovani è stato d'obbligo; tra i volti nuovi c'è anche quello del “Mago”, prelevato dal Platense per pochi spiccioli e successivamente plasmato da Diego Aguirre. Il tecnico ha fatto di Merlini uno degli esterni offensivi più efficaci del campionato, allargandolo definitivamente a sinistra per sfruttarne la rapidità nel breve. Merlini è infatti un ambidestro che nasce come centrocampista offensivo di raccordo, ma la sua voglia di migliorarsi lo ha portato a diventare di fatto un vero e proprio jolly offensivo.
<i>«Mi ha sempre impressionato per come si approcciava al calcio</i> – racconta Pedro Espina, suo allenatore al Platense – <i>lui studia il fútbol anche fuori dal campo e ha imparato che nella vita nulla si ottiene facilmente»</i>. Per diventare un professionista Merlini ha dovuto superare esami durissimi, come per esempio convivere con una malattia che ne ha di fatto fermato lo sviluppo sin dall'età di cinque anni. L'amore per il pallone è stato ciò che lo aiutato ad andare avanti, assieme ad una serie di specialisti tra i quali spicca un nutrizionista di fiducia, che il Mago ancora oggi consulta. </div>
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Merlini sembra costruito per il calcio europeo, perché pur avendo una tecnica spiccatamente sudamericana, difficilmente si lascia andare in giocate inutili o fini a sé stesse. Al contrario, spesso vede spazi che altri non vedono, come testimoniano i diversi assist serviti nelle ultime due stagioni.</div>
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<span style="font-size: x-small;"><i>Qui Merlini spacca in due la difesa del Boca Juniors finalizzando alla grande una verticalizzazione fulminea</i></span></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-73434386035869838742017-10-03T17:43:00.001+02:002017-10-03T17:43:20.715+02:00A-League 2017/18: la preview<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid2BNaGd4qb86zpMojVzwctqfj8pWeJy4KefS7-KDZx_dBE_nR58cFYAqbnJjsRVIWLKUmLQ_TMR-OwagksrE3aojjWx9GoUs7DglX1i2fcodTs-YfFOYHSZQNdjoEAMVTBos7TfqWjD8/s1600/aaa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="366" data-original-width="650" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid2BNaGd4qb86zpMojVzwctqfj8pWeJy4KefS7-KDZx_dBE_nR58cFYAqbnJjsRVIWLKUmLQ_TMR-OwagksrE3aojjWx9GoUs7DglX1i2fcodTs-YfFOYHSZQNdjoEAMVTBos7TfqWjD8/s400/aaa.jpg" width="400" /></a></div>
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Boom economico, sponsor e diritti tv che aumentano di triennio in triennio, almeno cinque squadre su dieci tra le pretendenti al titolo. La nuova stagione di <b>A-League</b> si preannuncia combattuta più del solito. L'equilibrio è sempre stato un fattore fondamentale, una condizione che ha resto sempre più interessante il calcio australiano; basti pensare ai cinque vincitori differenti dell'ultimo lustro, con il titolo che ha toccato quattro località diverse (Brisbane, Melbourne, Sydney ed Adelaide). Chi trionferà quest'anno?</div>
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Il biennio di Guillermo Amor si è concluso con le dimissioni del tecnico spagnolo, che dopo aver portato il primo titolo ad <b>Adelaide </b>dalla fondazione della A-League (2004), nella scorsa stagione ha pagato caro l'impegno internazionale, chiudendo al nono posto. Dopo le sue dimissioni il club ha affidato la panchina a Marco Kurz, tedesco di Stoccarda e reduce da un'avventura poco positiva al Fortuna Dusseldorf. L'ex gloria del Monaco 1860 dovrà fare i conti con l'abulicità offensiva evidenziata da Adelaide nello scorso campionato, e per questo sono arrivati due esterni svincolatisi proprio dai Lowen: Karim Matmour e Daniel Adlung. Nella <i>pre-season</i> si è messo in mostra Nikola Mileusnic, nativo proprio di Adelaide e prelevato dai rivali cittadini del City. Kurz si aspetta molto da lui, che insieme a George Blackwood comporrà la coppia offensiva per la nuova stagione. Colpo di mercato anche per la porta: al posto dell'esperto Galekovic è arrivato il giovane Paul Izzo.</div>
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<b>Brisbane </b>ha confermato due reparti su tre - difesa e centrocampo - rispetto alla scorsa stagione. Davanti però i Roar si sono rifatti il look, e solo il campo dirà se la sostituzione in loco del reparto offensivo alla lunga pagherà. Gli addii del bomber McLaren, del giovane Borrello e degli esterni Oar ed Arana hanno lasciato spazio a Maccarone (sostituto di McLaren, pur non avendo le sue stesse caratteristiche), all'eterna promessa Gameiro ed agli eclettici Skapetis e Ben Khalfallah.</div>
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Brisbane è stato uno dei migliori attacchi della scorsa stagione, e replicare certi numeri non sarà affatto facile. Il manager è John Aloisi, ex attaccante della nazionale passato anche dalla Cremonese, fresco di rinnovo triennale firmato a maggio. Brisbane gioca principalmente un calcio d'attacco vista la formazione di Aloisi, un discepolo tattico di Graham Arnold: il 4-2-3-1 porta la squadra a produrre tanto, ma l'età media più alta della lega quest'anno accende inevitabilmente qualche spia d'allarme.</div>
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Con le speranze di centrare i play-off pari a zero, <b>Central Coast</b> si approccia alla nuova stagione sperimentando un mix tra giocatori esperti e nuovi profili emergenti. Del vasto manipolo di giovani proposto da coach Paul Okon, ex centrocampista della Lazio, fa parte Daniel De Silva, centrocampista classe 1997 che negli ultimi anni - tra Olanda e Roma - si è un po' perso.</div>
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De Silva è uno dei giovani più promettenti d'Australia, ma il problema è che non pare ancora pronto per assumersi un compito da leader. A farlo ci proveranno i due olandesi Wout Brama e Tom Hiarjei, entrambi volti nuovi dei Mariners, arrivati rispettivamente da Utrecht e Groningen.</div>
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I Mariners sono la società meno virtuosa della A-League, ed è per questo che da anni si parla di una loro esclusione in favore di altre franchigie più virtuose. Il fatto di aver presentato le garanzie minime per partecipare, almeno fino ad oggi, non è indicativo.</div>
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L'infortunio patito in FFA Cup da Bruno Fornaroli ha costretto la società ad intervenire in fretta e furia sul mercato. Per rinforzare i <b>Melbourne City FC</b> è arrivato dall'Inghilterra Ross McCormack, bomber di razza che nelle ultime stagione ha segnato a raffica nella seconda divisione inglese. L'ex punta di Leeds, Fulham ed Aston Villa arriva con il compito di sostituire Fornaroli, ma tra qualche mese all'AAMI Park potremmo vederli giocare insieme.</div>
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Le potenzialità dei Citizens sono racchiuse nel valore assoluto della rosa a disposizione di Warren Joyce, manager inglese subentrato a Michael Valkanis, che ha lasciato il club al termine del proprio contratto. Da Adelaide sono arrivati l'esperto portiere Galekovic, Iacopo La Rocca e l'argentino Carrusca, mentre il colpo in difesa risponde al nome di Bart Schenkeveld, arcigno centrale prelevato dallo Zwolle. Le premesse per una stagione al top ci sono tutte.</div>
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Con Kevin Muscat confermato al timone, i <b>Melbourne Victory</b> vogliono rimanere sugli standard di prestazione forniti nelle stagioni precedenti. La <i>pre-season</i> non è stata positiva, viste le due sconfitte pesanti contro Mariners e Adelaide, ma in campionato i Victory hanno sempre dimostrato di essere una compagine solida ed organizzata. Il compito più difficile sarà quello di attutire senza problemi l'addio di Marco Rojas: l'esterno offensivo neozelandese è stato spesso un fattore per i Victory e dal mercato non è arrivato il suo sostituto. I rientri di Barbarouses e Milligan sono una buona notizia per i tifosi: campioni con il club alcune stagioni fa, possono essere due leader in una squadra che possiede davvero tanto carisma. Il capitano Carl Valeri e Besart Berisha sono le stelle di un gruppo nel quale spiccano le doti tecniche di James Troisi, ex ragazzo prodigio fresco di rinnovo contrattuale dopo un'avventura poco positiva in Cina.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrrz8_-PEaJLAqXKK_jebuaTqJOlXOs341iqfPPC0dRGqTdr1d3Ng2oWkicPmBAXPIE_L0k2ijrpUDSPUMjH8Qjitji7X1PvQWXKFsb3ZmNhz7RmlFtoZBcLhXAlgte_XAM3xZCViG5AU/s1600/6.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="256" data-original-width="256" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrrz8_-PEaJLAqXKK_jebuaTqJOlXOs341iqfPPC0dRGqTdr1d3Ng2oWkicPmBAXPIE_L0k2ijrpUDSPUMjH8Qjitji7X1PvQWXKFsb3ZmNhz7RmlFtoZBcLhXAlgte_XAM3xZCViG5AU/s200/6.png" width="200" /></a></div>
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"Un venezuelano in Australia"? Potrebbe essere il copione di un film, invece è realtà. A <b>Newcastle </b>arriva Ronald Vargas, punta fortemente voluta dal tecnico Ernie Merrick che più volte aveva suggerito il suo nome al club. Vargas vanta una lunga militanza europea tra Grecia, Belgio e Turchia, e le sue doti tecniche potrebbe esaltarsi in un contesto molto <i>british </i>come quello australiano. Ma il nazionale <i>vinotinto </i>non è il solo rinforzo dei Jets, particolarmente attivi in attacco dove l'imperativo è migliorare i soli 28 gol segnati durante la scorsa stagione. Per questo, oltre a Vargas, Merrick ha messo le mani su O'Donovan, Petratos e Nabbout. Newcastle potrebbe candidarsi come outsider ostica in chiave play-off, ruolo che ciclicamente ricopre sin dalle prime stagioni di A-League.</div>
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A <b>Perth </b>si è puntato forte sull'esperienza. Scorrendo la lista dei volti nuovi si potrà infatti notare come il manager Kenny Lowe abbia privilegiato una certa tipologia di profilo. L'esperienza di Poscoliero, Neville e degli spagnoli Xavi Torres ed Andreu tornerà molto utile durante la stagione. Riuscire a trattenere Diego Castro è stato però il vero colpo da novanta: il bomber spagnolo è un'istituzione a Perth, unica città con base nell'est del paese, e durante quest'estate ha avuto diverse richieste, anche dalla Spagna. La sua conferma lascia buoni presagi sulla stagione programmata dai Glory, una delle mine vaganti in questa A-League.</div>
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I punti di forza? Sicuramente Andy Keogh, il blocco spagnolo - che tanta fortuna ha portato ad Adelaide - e la consegna delle chiavi di gioco a Mitch Nichols, un centrocampista offensivo che in carriera ha raccolto molto meno di quanto seminato.</div>
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I campioni in carica vogliono ripetersi, ma in casa <b>Sydney FC</b> in questi giorni si sta parlando molto dell'infortunio di Ryan Grant. Il difensore degli <i>Skyblues</i>, uno dei giocatori migliori del campionato, starà fuori per parecchio tempo e Graham Arnold è dovuto intervenire in fretta per tesserare Luke Wilkshire, nazionale ex Dinamo Mosca. Non sono buone le premesse con cui è iniziata la stagione di Sydney, sconfitta dai Melbourne City in finale di FFA Cup da un gran gol di Tim Cahill.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per uscirne, Arnold si affida allo zoccolo duro composto dal capitano Brosque, Wilkinson, Ninkovic e dal centravanti brasiliano Bobo, un vero e proprio fattore a queste latitudini.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre le altre squadre si sono rinforzate, Sydney ha preferito un approccio più soft, mantenendo il nucleo campione in carica e puntellando la rosa con giocatori funzionali al progetto del club.</div>
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Ormai da tanti anni <b>Wellington </b>partecipa alla A-League senza mai toccare vette degne di menzione. Quest'anno la preparazione ha riservato buone impressioni, e il neo tecnico Darije Kalezic ha portato una ventata di freschezza ad un ambiente che patisce la lontananza dal contesto A-League. Infatti, i Phoenix giocano un campionato parallelo in Nuova Zelanda, dove vengono impiegati normalmente i giovani del vivaio. Per questo Kalezic può contare su una compagine esperta, indebolita dalle partenze di Barbarouses e soprattutto Bonevacia, che però quest'anno avrà a disposizione le doti balistiche del fantasista Dario Vidosic, prelevato dai Western Sydney dopo l'esperienza di Sion.</div>
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Molto interessante anche l'innesto del centravanti serbo Kaludjerovic, in grado di spostare gli equilibri e puntare alla doppia cifra.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmttUGjpT18i0G3RJzpLnjGxzu9U-DYtiN7lHYDs1Kz83nvsRtffkFLPrnYcnQYV7w2pPPyF0eWzcCEvL2OSc74XqnPrOi2P6M0JG6sU_SFkUz9RkcNZ-OKGu8sXU09rtxscd4Xu4UCUg/s1600/wsw.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="256" data-original-width="256" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmttUGjpT18i0G3RJzpLnjGxzu9U-DYtiN7lHYDs1Kz83nvsRtffkFLPrnYcnQYV7w2pPPyF0eWzcCEvL2OSc74XqnPrOi2P6M0JG6sU_SFkUz9RkcNZ-OKGu8sXU09rtxscd4Xu4UCUg/s200/wsw.png" width="200" /></a></div>
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I <b>Western Sydney Wanderers</b> sono una delle fab-four di A-League. L'apice più alto del calcio australiano è infatti merito loro, visto che furono proprio i biancorossi a vincere la Champions League ad un paio d'anni dalla fondazione. Tony Popovic, ormai tecnico degli Wanderers da diverse stagioni, avrà a disposizione Alvaro Cejudo, punta spagnola e stella del campionato secondo i parametri EA Sport, visto che in FIFA 18 è il giocatore con l'<i>overall</i> più alto dell'intero campionato (76). L'esperienza dell'ex Getafe andrà ad unirsi alla rapidità di Oriol Riera, altro grande innesto in quel di Parramatta, ambiente da sempre stimolante per giocatori ed addetti ai lavori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uno degli obiettivi stagionali, a parte arrivare alla seconda fase, sarà quello di migliorare lo score di vittorie, visti i 12 pareggi fatti registrare nel 2016/17. Troppi, per una pretendente al titolo.</div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-11446618727382006112017-10-03T15:56:00.002+02:002017-10-03T15:57:46.549+02:00A-League, il ritorno<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjksGTw0lNM_2hOFeA2UURsB7vqRDufzoBxvQbN7rZ9CfKPZxuRgtJ6fVvWkgz7CBIhFWTjExQKFkzwsFWB8LRvzQN2-MovpOyAUdt5SHVRdDm-gD5ZcBg889PJ68CJHFfHW9Ypq0Tn4PA/s1600/mac.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1000" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjksGTw0lNM_2hOFeA2UURsB7vqRDufzoBxvQbN7rZ9CfKPZxuRgtJ6fVvWkgz7CBIhFWTjExQKFkzwsFWB8LRvzQN2-MovpOyAUdt5SHVRdDm-gD5ZcBg889PJ68CJHFfHW9Ypq0Tn4PA/s400/mac.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Massimo Maccarone durante la presentazione con i Brisbane Roar</i></td></tr>
</tbody></table>
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<br /></div>
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<i>«L'occasione mi è capitata per caso. Un giorno ad Empoli ho preso un caffè con Grella. Mi ha chiesto se me la fossi sentita di cambiare vita. Ci ho pensato, poi ho accettato»<i>.</i></i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Massimo Maccarone</b> descrive così la sua scelta, tanto inaspettata quanto intrigante, di accettare l'offerta dei <b>Brisbane Roar</b>, franchigia australiana che proprio nelle ultime settimane di mercato mette a segno un colpo importante. L'esperienza di Big Mac non potrà che fare bene ai Roar, una delle squadre rilanciatesi dopo l'ultima <b>A-League</b>. L'edizione 2017/18 si propone come una delle più interessanti e combattute, con tante squadre pronte a darsi battaglia per la vittoria finale. L'equilibrio, tuttavia, è una prerogativa abituale del campionato australiano: nelle ultime cinque stagioni si sono succeduti altrettanti vincitori, e nonostante l'ascesa rappresentata dai colossi delle metropoli (Sydney e Melbourne), è stata proprio Brisbane a dominare l'epoca recente con tre successi in sette anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A Brisbane, Maccarone avrà l'arduo compito di sostituire il partente Jamie McLaren, atterrato in Germania (al Darmstadt) dopo aver tenuto testa a bomber molto più esperti come Fornaroli, l'ex Gremio Bobo e soprattutto Berisha, vincendo la classifica dei cannonieri a pari merito con il kosovaro. L'addio di McLaren comunque non preoccupa, visto che a supporto di una delle leghe asiatiche più prolifiche in termini realizzativi sono arrivati a dare man forte attaccanti di spessore: da Mark Bridge (Western Sydney) al serbo Andrija Kaludjerovic (Wellington), passando per Ross McCormack, ex punta di Leeds e Fulham. Non sarà però solo Maccarone a rappresentare l'Italia; a Melbourne, sponda City, pochi giorni fa è stato annunciato Iacopo La Rocca, ormai un veterano a queste latitudini. La Rocca ha scelto la A-League quando il calcio in Australia non era ancora <i>mainstream</i>, nel 2012, giocando tre stagioni di altissimo livello con i neonati Western Sydney. Dopo l'esperienza ad Adelaide sotto la guida di Guillermo Amor, La Rocca a Melbourne trova uno dei contesti più competitivi del momento, dove l'obiettivo - quest'anno - è vincere il titolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSjqx4J5oBSKTqnyzVrBfQEjtWC1hpVlf4kY3wRANzH6OTum_13o-jAz8NBvGDzYaZcr958xF-o4W6gYtJQ58EaMESkM1NKx_YZhW_RdZLaampVKfHL35O9D4TEFi9Jopu5P4tTPSnKMA/s1600/larocca.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="396" data-original-width="704" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSjqx4J5oBSKTqnyzVrBfQEjtWC1hpVlf4kY3wRANzH6OTum_13o-jAz8NBvGDzYaZcr958xF-o4W6gYtJQ58EaMESkM1NKx_YZhW_RdZLaampVKfHL35O9D4TEFi9Jopu5P4tTPSnKMA/s400/larocca.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Dopo Western Sydney ed Adelaide, La Rocca firma con i Melbourne City</i></td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I <b>Melbourne City</b>, come suggerisce il loro nome, sono una società satellite del Manchester City, che nel 2014 ha deciso di aprire una propria <i>accademy </i>anche in Australia. Dopo due soli anni la franchigia si è portata a casa una FFA Cup, l'equivalente della Coppa di Lega inglese, e in sole tre stagioni ha visto passare dall'AAMI Park giocatori di grandissimo livello come Fornaroli, Tim Cahill e il terzino dei <i>Socceroos </i>Franjic. Quest'anno le luci della ribalta saranno tutte per McCormack, che sulla carta dovrebbe andare a comporre una coppia deflagrante con <i>El Tuna</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le altre pretendenti al titolo sono facilmente individuabili, ed entrambe risiedono a Sydney. Gli <i>Skyblues </i>di Graham Arnold sono i freschi campioni in carica, pronti - dopo una campagna discreta di rafforzamento - a dare battaglia per difendere il titolo. L'arma in più dei <b>Sidney FC</b> <a href="http://andreabracco.blogspot.it/2017/03/make-sydney-great-again.html" target="_blank">pare essere essere però proprio Arnold</a>, manager esperto e attento ai dettagli, con un amore viscerale per la città. Arnold non ha lasciato il club nemmeno durante il biennio targato Alessandro Del Piero, coinciso con il peggiore periodo storico della franchigia, diventandone quindi un simbolo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A Parramatta invece troviamo un <a href="https://andreabracco.blogspot.it/2014/03/una-regione-alla-ribalta-western-sydney.html" target="_blank">vero fenomeno sociale</a>: i <b>Western Sydney Wanderers</b>. Gli Wanderers non sono solo un club, ma un vero e proprio stile di vita. Al loro seguito vantano un tifo da stadio alla sudamericana, sono gli unici in Australia ad usare <a href="https://www.youtube.com/watch?v=bO-suoYlU9Q" target="_blank">tamburi e fumogeni</a> e - talvolta - a creare problemi alle forze dell'ordine. Ma a Parramatta si organizzano anche raccolte benefiche ed iniziative destinate alla collettività. La squadra è riuscita a competere sin da subito a grandi livelli, arrivando a vincere la <a href="http://andreabracco.blogspot.it/2014/11/lasia-si-tinge-di-biancorosso-ai.html" target="_blank">Champions League asiatica nel 2014</a>. Quest'anno è stato condotto un mercato di alto profilo, con la punta spagnola Alvaro Cejudo come ciliegina finale sulla torta.</div>
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<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi29CimdAELaXh3STLVkOENEJUGDLOfnskQRw5UuJJ_2zY6mo6LB1cMo5BYRJ7AKRkfbS9RgSUobKd7yk8VIugt071mIcbSMfQ9GGIpiG36WdUFLp4DrzD1k4__gGeiF8OHhWznu3v2m6w/s1600/berisha.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="349" data-original-width="620" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi29CimdAELaXh3STLVkOENEJUGDLOfnskQRw5UuJJ_2zY6mo6LB1cMo5BYRJ7AKRkfbS9RgSUobKd7yk8VIugt071mIcbSMfQ9GGIpiG36WdUFLp4DrzD1k4__gGeiF8OHhWznu3v2m6w/s400/berisha.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Besart Berisha, attaccante del Victory</i></td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Subito dietro alle favorite, sono <b>Melbourne Victory</b> e Perth Glory a meritare particolare attenzione. Nella metà blu di Melbourne le chiavi della squadra sono ancora in mano a Kevin Muscat, ma la qualità in campo è scesa dopo le cessioni di Ben Khalfallah, Ansell e del neozelandese Marco Rojas.</div>
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L'ascesa della A-League è stata pianificata durante l'arco di un decennio abbondante. Un percorso ragionato e positivo, composto non solo da uno sviluppo manageriale ed economico, ma anche da un lavoro certosino sulle <i>accademy </i>del paese. Attrarre investitori si è rivelata la mossa vincente: oggi la lega australiana conta su sponsorizzazioni di livello internazionale, con la Hyundai Motor Company ormai main sponsor dal 2004 e saldamente fiera dei tre rinnovi al rialzo firmati rispettivamente nel 2008, nel 2012 e quello fresco - di durata quadriennale - del 2016. Lo stesso discorso vale per le televisioni: oggi la A-League viene trasmessa in 173 paesi diversi, mentre in Australia è Fox Sports a possederne i diritti esclusivi con una partita a turno mandata in chiaro da Network Ten.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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La quarantunesima edizione del massimo torneo australiano - tredicesima sotto la denominazione di A-League - ha anche un'importanza simbolica e storica, visto che sarà l'ultimo campionato prima della tanto attesa espansione. L'allargamento del torneo dovrebbe avvenire dalla prossima stagione, e anche se ancora non è stato ufficializzato, in questi giorni il <i>commissioner </i>della FFA Frank Lowy ha confermato che si stanno ancora vagliando le due potenziali candidate. L'obiettivo principale, oltre ad alzare il livello della competizione, è quello di espandersi su tutto il territorio, visto che - Perth a parte - otto della attuali città impegnate in A-League sono di base a ovest (più Wellington, rappresentante della Nuova Zelanda).</div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-59533100799467799132017-09-15T17:28:00.000+02:002017-09-17T18:46:29.612+02:00L'ascesa di Naby Keïta<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnJbYJcS5sIqgizl6GevgIDvj_wVjmrDdsSHNUCj0_N0xgH1XhZ_zl6T_t0JDgVg-QATWtJVJj91dLXDEn1F1RxmzUJEG5bwBf7alXRj0JBQVxrukdvr4pRLSQYn32O83FFmvQZSY2XlQ/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="768" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnJbYJcS5sIqgizl6GevgIDvj_wVjmrDdsSHNUCj0_N0xgH1XhZ_zl6T_t0JDgVg-QATWtJVJj91dLXDEn1F1RxmzUJEG5bwBf7alXRj0JBQVxrukdvr4pRLSQYn32O83FFmvQZSY2XlQ/s400/1.jpg" width="400" /></span></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mai come nel calcio si abusa del termine “progetto”, una parola che spesso – associata al mondo del pallone – non assume i significati che in realtà dovrebbe avere. Tra le eccezioni c'è sicuramente Lipsia, una fabbrica di talento che da un paio di anni sta stupendo l'intera Europa con il suo calcio giovane, fresco e propositivo.
Il merito è tutto della Red Bull GmbH, multinazionale tra le più potenti in circolazione, che alcuni anni fa ha deciso di buttarsi a capofitto nel mondo del calcio, creando una rete di realtà che vedono nel Rasen BallSport Liepzig la loro massima espressione. </span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La scalata del colosso Red Bull è fatta di tappe, e l'insediamento in Sassonia è il punto più alto toccato fino ad ora dall'azienda leader del settore delle bevande energetiche. Una rete di contatti che si sposta dal Brasile, con l'acquisizione del RB Brasil di Campinas, fino al Ghana (Sogakope FC), agli Stati Uniti (New York Red Bulls) e all'Austria, quartier generale dove la sorella minore del Lipsia – il Salisburgo – da anni tenta di sedersi al tavolo delle grandi.
L'idea di riportare il calcio di grande livello in una piazza dove di calcistico è rimasto ben poco ha pagato. E non c'è voluto nemmeno molto: dopo il primo assalto fallito alla Bundesliga tre stagioni fa, il Lipsia ha conquistato in rapida successione una promozione ed uno storico secondo posto, che gli è valso la qualificazione in Champions League.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Gli artefici di questo successo sono tanti: a partire dal magnate e padrone Dietrich Mateschitz fino all'attuale tecnico della prima squadra - Ralph Hasenüttl – passando infine dal santone tedesco Ralf Rangnick, vero e proprio coordinatore e veicolatore di idee in una struttura aziendale dove ognuno ha compiti precisi.
Quest'impostazione si riflette anche in campo, dove la compagine guidata da Hasenhüttl – nell'ultima stagione – ha messo in evidenza diversi giocatori molto interessanti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tra questi c'è <b>Naby Keïta</b>, centrocampista classe 1995, forse il talento più cristallino dell'intera rosa. Keïta arriva in Germania nel luglio del 2016 proprio dal Salisburgo su imbeccata di Rangnick, che in lui ha sempre intravisto le potenzialità del campione. E, in effetti, il passaggio dalla Bundesliga austriaca a quella tedesca Keïta non lo ha patito per niente, tanto che alla fine della sua prima annata a Lipsia è stato inserito nella top 11 stagionale. Le sue prestazioni non sono ovviamente passate inosservate: in estate tanti club europei si sono approcciati al Lipsia per sondarne la cessione, ma è il Liverpool – alla fine – ad averla spuntata. Con la promessa di lasciarlo in prestito per un altro anno e un assegno da 48 milioni di <i>pounds</i>, i Reds si sono assicurati uno dei centrocampisti del futuro.
</span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
</span><br />
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it">
<div dir="ltr" lang="in">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Naby Keita.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Liverpool FC.</span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">2018/19. <a href="https://t.co/95QO1TN6lV">pic.twitter.com/95QO1TN6lV</a></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">— Jimmy (@EntireDesign_) <a href="https://twitter.com/EntireDesign_/status/902552659584012288">29 agosto 2017</a></span></blockquote>
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<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
La storia di Keïta non sfugge dai parametri classici di chi è nato in Africa. In Guinea, terra martoriata fino a poco tempo da un'epidemia di Ebola devastante, Naby muove i primi passi da calciatore. A nove anni entra nel settore giovanile dell'Horoya FC, una delle tante realtà della capitale – Conakry – dove il calcio si gioca per lo più per strada.
Nel 2012 la famiglia di Keïta sceglie di stabilirsi in Francia, dove lavoro ed opportunità professionali aumentano soprattutto per lui.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il primo anno in Europa passa inesorabile tra provini non superati e porte chiuse in faccia: prima il Lorient e poi il Le Mans decidono di dargli un'opportunità, ma il fisico poco sviluppato non convince i due club, che alla fine decidono di non tesserarlo. Durante un torneo organizzato dall'ex difensore del Celtic Bobo Balde, Keïta viene notato da un emissario dell'Istres – squadra allora militante in Ligue 2 – che ne stila una relazione positiva. Pochi giorni dopo Keita è in sede a firmare il suo primo contratto da professionista.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'avventura nel nord di Marsiglia dura comunque poco. La classe del ragazzino che indossa la maglia numero 33 è troppa per passare inosservata, e infatti dopo una sola stagione arriva la chiamata dall'Austria. Rangnick, che lo ha seguito di persona, sta gettando le fondamenta del Salisburgo che dominerà poi il campionato locale per diverse stagioni consecutive. Keïta è un'occasione da non lasciarsi sfuggire, e una volta arrivato in Austria il guineano non ci mette molto a conquistarsi un posto da titolare. Al tecnico Alan Hutter basta il ritiro pre-campionato per dargli l'investitura di trequartista e libertà totale di giocata in campo. Nelle due stagioni al Salisburgo, Keïta mette insieme 20 reti ed 11 assist, contribuendo in maniera sensibile alla conquista di due titoli nazionali e vincendo il premio come miglior giocatore della stagione 2015/16.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><a href="https://giphy.com/gifs/wQt8NQL1jVCP6"></a><br /></span>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il resto è storia recente, riassunta da Hasenhüttl in una recente intervista rilasciata alla Bild: «<i>Naby per noi è sempre stato importante</i> – ha detto il tecnico commentando il possibile addio del centrocampista – <i>è uno di quei giocatori che non andrebbero mai persi</i>». La stima è reciproca: anche Keïta in passato ha avuto parole d'affetto per il suo attuale allenatore, mentre con Rangnick il rapporto si è un po' incrinato per via dei capricci estivi.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il ragazzo - una volta convinto dal Liverpool - voleva andare via, e il Direttore Generale del Lipsia non l'ha presa bene: «<i>Ha lasciato la testa in un villaggio della Guinea, dove qualcuno gli ha fatto il lavaggio del cervello</i>».
Nonostante le polemiche, Lipsia si tiene stretto il suo talento. Se dovessimo descrivere Keïta con un solo termine, questo sarebbe senza dubbio “dinamismo”. L'evoluzione nel ruolo di questo ragazzo ne sottolinea la voglia di sacrificarsi e l'applicazione messa in ogni allenamento per migliorarsi. I risultati sono arrivati in fretta, e la fiducia che ripone in lui Hasenhüttl è un ulteriore stimolo a lavorare per crescere ulteriormente.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Keïta nasce come trequartista, ruolo che ha ricoperto sia nell'Istres che nel Salisburgo, ma una volta arrivato in Germania ha dovuto fare i conti con un tecnico a cui piace sperimentare più moduli, mischiare le pedine e proporre un calcio nel quale tutti sanno fare tutto. A Lipsia quasi tutti sanno disimpegnarsi in più ruoli: Sabitzer, Ilsanker, Demme, Forsberg. Perfino i nuovi arrivati Bruma ed Augustin hanno subito capito il <i>leit motiv</i>. Così Naby ha spesso arretrato il suo raggio d'azione, giocando da mezzala destra in un centrocampo a tre o mediano nel 4-4-2 (alternativo al 4-2-2-2, specialità della casa), modulo usato attualmente dal Lipsia.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><a href="https://giphy.com/gifs/GnVzGLgo4dgL6"></a><br /></span>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Keïta è un destro naturale che sa disimpegnarsi molto bene con il piede mancino, gioca quasi sempre ad un tocco e ama avere la palla sui piedi, tanto da scendere spesso quasi in linea coi difensori per chiamare il passaggio e cominciare l'azione. Nel ruolo ibrido da mezzala-trequartista segue molto bene l'azione e non disdegna la soluzione da fuori area, come successo nell'ultimo match di campionato contro l'Amburgo.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tra i suoi difetti c'è senza dubbio la poca applicazione nella fase di non possesso, per la quale in passato è stato anche criticato e rimproverato dallo stesso Hasenhüttl. Il paragone più ricorrente lo vede accostato a N'golo Kanté, centrocampista del Chelsea al quale Keïta assomiglia anche fisicamente. Rispetto al francese però, Naby è meno propenso al sacrificio in ripiegamento, mentre è senza dubbio più efficace dalla trequarti in su. Alcuni, soprattutto in patria, parlano di lui come un potenziale Deco per via della sua attitudine a giocare un enorme mole di palloni. La tecnica di base, per ora, non è però ancora accostabile a quella del portoghese.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><a href="https://giphy.com/gifs/cqJTyHEc8MD1C"></a><br /></span>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Caratterialmente, contrariamente a tanti suoi coetanei, ha sempre garantito affidabilità, ma le voci estive di mercato lo hanno turbato a tal punto che – durante uno dei primi allenamenti – ha reagito ad un'entrata dura di Diego Demme mettendo le mani al collo al compagno. Risultato? Allenamento sospeso e ramanzina da parte di tutta la squadra.
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il riferimento, nemmeno tanto velato, di Rangnick alla famiglia di Keïta non è casuale. Il guineano è molto legato alla mamma. In un'intervista al Liverpool Echo ha raccontato di come viveva da bambino a Conakry: «<i>Giocavamo a calcio ovunque, anche al supermarket. Ricordo che mia mamma si arrabbiava perché ogni cosa rotonda che trovavo la calciavo.</i> <i>Infatti </i>– ricorda Keïta – <i>ho rotto parecchi oggetti che poi mia mamma doveva ripagare. Era dispendioso mantenermi</i>».</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Oggi la famiglia è la sua più grande certezza: «<i>Sono io la loro speranza</i> – chiude il guineano – <i>eravamo poveri e ogni soldo che guadagnavo per strada lo davo in casa. In Guinea la strada ti insegna a giocare a calcio. Se pensate che la pressione sia solo qui, vi sbagliate</i>».</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'ascesa di Keïta coincide con quella del Lipsia. Due percorsi differenti ma per certi versi uguali: essere una novità, crescere, affermarsi, fare il grande salto. Lo ha fatto lui firmando con il Liverpool, la ha fatto la Red Bull conquistando la Champions League. E quest'anno, a braccetto, proveranno a stupire l'Europa.</span></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-37054917128189663832017-08-29T16:53:00.001+02:002017-09-17T18:47:55.700+02:00Rientri, equilibrio e novità<div style="text-align: justify;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMs92maE0aS6rZAOGAEuYGgACendLu47RPdlorEV_pyZHRY16qELpg5S2INJK5roe2RXOJQySOwp9NN_i8LGx6ydot2OA-nKqlX3AgAsrfP8pdGNZssU86XJB-4r1kYvwYYDVYObfWFv0/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="235" data-original-width="400" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMs92maE0aS6rZAOGAEuYGgACendLu47RPdlorEV_pyZHRY16qELpg5S2INJK5roe2RXOJQySOwp9NN_i8LGx6ydot2OA-nKqlX3AgAsrfP8pdGNZssU86XJB-4r1kYvwYYDVYObfWFv0/s400/1.jpg" width="400" /></a></div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><i>"Da tempo meditavo di tornare in Sudafrica. Ho avuto la fortuna di fare un'ottima carriera, ma era arrivato il momento di rientrare a casa".</i></span><br />
<a name='more'></a></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Steven Pienaar è uno dei calciatori sudafricani che più ha inciso nella storia del calcio locale. Non appena sbarcato a Johannesburg è stato ospite della redazione di Kick Off, la più grande rivista sportiva di tutta l'Africa meridionale. Ha usato parole dolci, Pienaar, descrivendo ciò che rappresenta per lui essere tornato a giocare nella sua terra: "Ho sempre pensato di chiudere la carriera nell'Ajax, nella mia città, e invece la chiamata del club mi ha incuriosito troppo per non essere presa in considerazione".</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La società in questione è il Bidvest Wits, piccola franchigia affiliata alla University of Witwatersrand con sede a Braamfontein, quartiere commerciale situato nei dintorni del centro di Johannesburg, città che per lo sport del Sudafrica ha rappresentato - e rappresenta tutt'ora - l'epicentro calcistico.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I Wits due mesi fa si sono laureati campioni del Sudafrica vincendo il loro primo campionato della storia, e dopo un mercato fatto di nomi altisonanti, partono in prima fila per bissare il loro recente successo.</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-P-P8GSUSjFzBGfvO4Ari4oySJQqaUuTji2Lm2HkAagpCcbuFAUSjFOSE0yQIdk-C_7YRdfaFAHASuiKT9MVFiSN3QaB72xgIJDSWwJLFR7SogQsN-XDl78NAxTxF3PWU6g1rNM56nHA/s1600/pienaar.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="750" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-P-P8GSUSjFzBGfvO4Ari4oySJQqaUuTji2Lm2HkAagpCcbuFAUSjFOSE0yQIdk-C_7YRdfaFAHASuiKT9MVFiSN3QaB72xgIJDSWwJLFR7SogQsN-XDl78NAxTxF3PWU6g1rNM56nHA/s400/pienaar.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quella iniziata una settimana fa è forse la Premier Soccer League più ricca ed equilibrata di sempre, sia dal lato economico che da quello tecnico. Il nuovo contratto firmato con SuperSport TV, la pay tv regina in Africa assieme alla ben più famosa BeIN, ha permesso una ridistribuzione delle risorse più generosa per tutti i sedici club al via, che a loro volta hanno portato - in quello che è considerato a tutti gli effetti uno dei campionati top del continente - giocatori di discreto spessore.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Proprio a Braamfontein si è lavorato in tal senso: all'ombra del Nelson Mandela Bridge sono arrivati due dei più talentuosi sudafricani in circolazione, Kobamelo Kodisang e Anthony Gordinho, giocatore al quale proprio Kick Off - qualche mese fa - aveva dedicato una copertina. Inoltre, per rinforzare la squadra allenata da Gavin Hunt, il chairman Da Costa ha ingaggiato altri due pezzi da novanta come la punta egiziana Amr Gamal ed il montenegrino Slavko Damjanovic. Oltre, ovviamente, al già citato Pienaar.</span></div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><i>"Per far crescere il nostro campionato c'è bisogno di giocatori che attirino l'attenzione e che facciano divertire i tifosi" - ha dichiarato Hunt in una recente intervista a SuperSport TV.</i></span></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVuCZ87ILj4bf2R8o8pBEaEAY7voO1lcAQ3DFJOBbqYLzcKytqXj800YbZvOVB7eZqCuXhpp_34sAvQNGXUpMsw2Qu6uctT6YvWKwkWU5aXKJOJQMkozbNH-0VKTcwYgT7o9ntTSzhpbA/s1600/hunt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="364" data-original-width="639" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVuCZ87ILj4bf2R8o8pBEaEAY7voO1lcAQ3DFJOBbqYLzcKytqXj800YbZvOVB7eZqCuXhpp_34sAvQNGXUpMsw2Qu6uctT6YvWKwkWU5aXKJOJQMkozbNH-0VKTcwYgT7o9ntTSzhpbA/s400/hunt.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ed in effetti il 53enne allenatore dei <i>Clever Boys</i> pare aver centrato il punto: nella stagione 2016/17 soltanto due squadre su sedici - Kaizer Chiefs e Orlando Pirates - hanno fatto registrare una media spettatori superiore alle diecimila unità. Il motivo di questo disinteresse è facilmente intuibile: nonostante gli ottimi risultati dei club in campo internazionale (Mamelodi campioni 2016 della Champions League africana, Pirates secondi tre anni prima), la passione della gente viene regolarmente frenata da stadi fatiscenti e poca sicurezza agli eventi. Si preferisce quindi rimanere a casa, nonostante i prezzi dei biglietti siano tendenzialmente accessibili anche alla fascia medio-bassa del popolo.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poche settimane fa, a fine luglio, si è consumata l'ennesima tragedia legata al calcio sudafricano: prima del Soweto Derby tra Orlando Pirates e Kaizer Chiefs valido per la Carling Cup (appuntamento che apre la stagione), alcuni gate dell'"FNB Stadium" di Johannesburg sono stati presi d'assalto da centinaia di tifosi. Il bilancio è stato di due morti e decine di feriti. La causa? Pare la vendita di tanti tagliandi falsi, un'altra grande piaga che ad oggi non è stato ancora possibile debellare.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La disorganizzazione cronica tipica di queste zone non ferma però la voglia di crescere, di evolversi. Il Cape Town City FC è una delle realtà più interessanti dell'intero panorama sudafricano. Nato due anni fa dallo scioglimento degli Mpumalanga Black Aces, alla prima stagione si è subito piazzato terzo qualificandosi per la Confederation Cup, l'equivalente della nostra Europa League.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In estate è cambiato anche l'allenatore: fuori l'ex cagliaritano Erik Tinkler e dentro Benni McCarthy, alla prima vera esperienza in panchina.</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis-XgR2sEg4v-0JQASNbdbZEYCX6d8NU4ZyK8h1IB8rK-00Y90b9uGZ4RXVn8zA9_AyzBnaB8YYhPtPkTNaidWfHKnrrGDZ952S534OCtlPVm_P8__iI8uqWmmS4bYdTrq4aogxtj_JDI/s1600/mccarthy.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="364" data-original-width="638" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis-XgR2sEg4v-0JQASNbdbZEYCX6d8NU4ZyK8h1IB8rK-00Y90b9uGZ4RXVn8zA9_AyzBnaB8YYhPtPkTNaidWfHKnrrGDZ952S534OCtlPVm_P8__iI8uqWmmS4bYdTrq4aogxtj_JDI/s400/mccarthy.jpg" width="400" /></a></div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><i>"Città del Capo è la mia terra. Qui sono nato e cresciuto, calcisticamente e come uomo. Sono contento di essere tornato a casa".</i></span></blockquote>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una scelta inaspettata, per chi come lui è cresciuto e si è affermato nella squadra rivale - l'Ajax Cape Town - franchigia della quale i CTC si propongono di essere un'alternativa, magari mettendo le mani su un titolo che a Città del Capo non è mai stato vinto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Originario di Hanover Park, uno dei quartieri più difficili della città, McCarthy porta in dote l'esperienza decennale da calciatore maturata tra Olanda, Inghilterra, Portogallo e Spagna.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E le altre grandi? Dopo il secondo posto della scorsa stagione, inframezzato dall'emozionante partecipazione al Mondiale per Club, i Mamelodi Sundowns concentreranno principalmente gli sforzi sulla Champions League, dove a settembre li attende una doppia sfida molto complicata contro il Wydad Casablanca. Diverso il discorso per le due squadre di Johannesburg, entrambe rimaste a bocca asciutta lo scorso anno. I Kaizer Chiefs di Steve Komphela hanno perso la punta Lebese ma preso uno degli esterni più interessanti del campionato, Bonghlowethu Jayiya, mentre gli Orlando Pirates - reduci da un deludentissimo undicesimo posto - hanno affidato la panchina al serbo Sredojevic, reduce dall'ottimo lavoro fatto con la nazionale ugandese.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il Sudafrica che si appresta a vivere la nuova stagione, quella che farà da preludio a Russia 2018, è lo stesso paese di sempre, pieno di gioia e contraddizioni, con una passione per il calcio sfrenata e - soprattutto - rimasta intatta nonostante le difficoltà.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-35368785125849667602017-08-25T11:22:00.001+02:002018-05-07T12:32:27.559+02:00L'esigente Alario<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWLlQjbsKaCuM1kYc99dkFcK7mDAJZXUhjq_y0KuZ_1mdF36BwRlZWWUZ9MjeGtIL8Y23RN_lux7xi_630y8C6kxehWSKtvVDNjtgtOjvLziCJfSlZrXrC3pvxAsMDyBS-zwH8RdpyM1Q/s1600/alario.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="358" data-original-width="642" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWLlQjbsKaCuM1kYc99dkFcK7mDAJZXUhjq_y0KuZ_1mdF36BwRlZWWUZ9MjeGtIL8Y23RN_lux7xi_630y8C6kxehWSKtvVDNjtgtOjvLziCJfSlZrXrC3pvxAsMDyBS-zwH8RdpyM1Q/s400/alario.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><i>"Sono un tipo esigente, soprattutto con me stesso".</i></span><br />
<a name='more'></a></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lucas Alario non usa mezze parole quando parla in prima persona. La punta del River Plate è il giocatore più chiacchierato d'Argentina; d'altronde le sue prestazioni negli ultimi due anni non sono passate inosservate, tanto che in questi giorni pare sia arrivata a Nuñez un'offerta molto alta dalla Germania, firmata dal Bayer Leverkusen. Le Aspririne sarebbero pronte a pagare la clausola rescissoria pari a 18 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni del </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Pipa</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, l'elemento più importante di un River Plate attualmente impegnato nella rincorsa alla Copa Libertadores.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una Copa Libertadores che Alario ha battezzato sin da subito, non appena ingaggiato dai <i>Millonarios</i>: era luglio 2015 quando l'attuale bomber <i>riverplatense </i>lasciò il Colon per tentare il salto di qualità, una missione riuscita bruciando velocemente le tappe. Le prime due reti in campo internazionale sono fondamentali per la conquista di un trofeo che dalla bacheca del River Plate mancava ormai da diverso tempo. L'ultima, segnata contro la sua prima vittima in assoluto (il Guaranì), ha regalato alla <i>Banda </i>l'accesso ai quarti di finale della Libertadores 2017. Una zampata delle sue, di quelle che trovi solo se sei un attaccante famelico che legge in anticipo qualunque situazione di gioco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La storia di Alario d'altronde è fatta soprattutto di scelte e decisioni importanti. Nato a Tostado, provincia di Santa Fe, il Pipa è però originario di Cuatro Bocas, <a href="http://www.lanacion.com.ar/1854731-lucas-alario-de-ver-las-copas-por-tele-a-ser-protagonista-es-logico-que-pique-no-sepa-quien-soy" target="_blank">un paese di circa 300 anime senza ospedale dove il papà era proprietario di una fattoria</a>. Già da bambino la passione per il calcio era forte, tanto che a cinque anni Alario tirava già i primi calci ad un pallone nel San Lorenzo di Tostado, un piccolo club locale dove ad allenarlo è José Luis Garcia, amico di famiglia nonché suo primo mentore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDs4A2Ls1Af6kiYLhuwXgKd7U6qC0sqYzM_Avz4-GDiSW1ipcW7C36ghc7hccmoPkd1YYG_1-vKLbIrNlxZQzLIoZuusPIDQMJkclh1-t_0lO6_T-XaoUV-KPDa-3BQZbj0yX1jPxCeJ4/s1600/colon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="383" data-original-width="680" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDs4A2Ls1Af6kiYLhuwXgKd7U6qC0sqYzM_Avz4-GDiSW1ipcW7C36ghc7hccmoPkd1YYG_1-vKLbIrNlxZQzLIoZuusPIDQMJkclh1-t_0lO6_T-XaoUV-KPDa-3BQZbj0yX1jPxCeJ4/s400/colon.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le sue qualità evidenti sin da subito attirano il colosso del posto, il Colon, che si assicura il ragazzo ai tempi delle scuole medie dopo un provino fallito con il Newell's. Alario gioca da centrocampista ma nei suoi trascorsi di provincia ha evidenziato alcune qualità importanti come la facilità di calcio e un colpo di testa efficace, nonostante il fisico non lo assista particolarmente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nelle giovanili del <i>Sabalero </i>viene trasformato da <i>volante </i>a punta con risultati eccezionali. Brucia le tappe, Alario, e a giugno del 2011 il tecnico della prima squadra Mario Sciacqua lo manda in campo per la prima volta con i grandi. La partita contro l'Arsenal è un vero tiro al bersaglio, e nel finale Alario ha due palloni d'oro per bagnare con gol il suo esordio, ma li spreca malamente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le stagioni successive permettono al <i>Pipa </i>di ritagliarsi un posto da titolare facendosi spazio in una rosa, quella del Colon, che a causa di ingenti problemi economici sta andando via via ad impoverirsi. L'epilogo scontato è la retrocessione del 2014, seguita però a ruota dalla pronta risalita un anno più tardi: Alario segna 6 reti in quindici apparizioni, dando così un importante contributo al ritorno in <i>Primera Division</i> del <i>Sabalero</i>. L'approdo al River Plate è la <i>sliding door</i> definitiva per la carriera dell'attuale numero 13 <i>millonario</i>: una sfida importante, per chi fino a quel momento non era ancora riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A farlo deflagrare improvvisamente ci ha pensato Marcelo Gallardo, tecnico della <i>Banda </i>nonché uno dei pochi Re Mida del calcio contemporaneo: tutto ciò che tocca il Mu</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ñ</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">eco si trasforma in oro. Portato al centro dell'attacco al posto dell'idolo di casa Cavenaghi, Alario diventa presto uno dei perni della squadra, che nel frattempo si porta a casa anche la Copa Sudamericana prima di venir rivoluzionata del tutto.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57bZYE_VKZDkvbbxVT9z1Y-bPVj6pCBXTOyB6L2pSaC0WbMxD1NUUUSQ64I2Cinx3ZG6QuaKrrJZxfNfuKJ0QBdSLuxlbjPwO-JVbSnmZlyD_SnThnxqD-p-kB1tIFjXxZbJIN8fBW7k/s1600/river.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57bZYE_VKZDkvbbxVT9z1Y-bPVj6pCBXTOyB6L2pSaC0WbMxD1NUUUSQ64I2Cinx3ZG6QuaKrrJZxfNfuKJ0QBdSLuxlbjPwO-JVbSnmZlyD_SnThnxqD-p-kB1tIFjXxZbJIN8fBW7k/s400/river.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alario però è sempre lì, pronto a buttare palloni in porta e ad affinare il proprio feeling con la tifoseria, ormai totalmente invaghita di lui: il 2016/17 rappresenta la miglior stagione per lui dal punto di vista realizzativo con 12 reti segnate, due delle quali al Boca Juniors.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il rapporto con Gallardo è schietto, come conferma lo stesso tecnico in un'intervista a Diario Olé uscita in questi giorni. Riguardo alla possibile cessione del suo centravanti il Mu</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ñ</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">eco </span><a href="http://www.lanacion.com.ar/2055849-lucas-alario-y-la-posibilidad-de-cambiar-river-por-bayer-leverkusen-es-una-propuesta-que-me-interesa" style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;" target="_blank">è stato chiaro</a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><i>"Sono sempre stato sincero con lui. So che prima o poi dovrà andare via ma spero che quel momento non sia ancora arrivato". </i></span></blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Eppure le sirene di mercato sono forti e la Germania aspetta impaziente l'arrivo di uno degli attaccanti sudamericani più completi in circolazione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il <i>Pipa </i>ha <a href="https://www.ole.com.ar/river-plate/alario-mejores-frases-oferta-bayer-leverkusen_0_1856214423.html" target="_blank">già strizzato l'occhio </a>alla possibile destinazione: <i>"La Bundesliga è uno dei campionati migliori del mondo e mi dicono che al Bayer manca un numero 9. So che devo migliorare su molte cose ma per me sarebbe un'occasione d'oro"</i>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it">
<div dir="ltr" lang="es">
CONFIRMADO: Bayer Leverkusen está dispuesto a pagar 24M€ a River Plate por 🇦🇷 Lucas Alario. Los argentinos no lo quieren vender. Veremos. <a href="https://t.co/8x1MmXo8lx">pic.twitter.com/8x1MmXo8lx</a></div>
— Shalom Sports (@Shalom_Sports) <a href="https://twitter.com/Shalom_Sports/status/900919779275358208">25 agosto 2017</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">C'è un episodio in particolare che ne tratteggia la personalità. Prima della finale del Mondiale per Club contro il Barcellona, un giornalista lo avvicina e gli domanda con chi avrebbe scambiato la maglietta a fine partita. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><i>La risposta è arrivata tagliente: "L'unica cosa che voglio fare questa sera è tornare a casa con la coppa".</i></span></blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alario è così. Chi lo conosce bene lo descrive come un uomo riflessivo e lungimirante. I soldi sono importanti ma non sono tutto, ed è per questo che a gennaio ha rifiutato il trasferimento in Cina, dove un club pare sarebbe arrivato ad offrirgli 24 milioni di euro l'anno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ha preferito rinunciare per non fare un passo indietro. D'altronde la sua vita è questa: dalla campagna <i>santafesina </i>al tetto del Sudamerica con il River Plate, la sua ascesa è coincisa con le scelte ponderate fatte fino ad oggi grazie alla vicinanza della famiglia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una famiglia <i>potréra </i>che anni fa lo guardava giocare a calcio scalzo per casa, sperando di ritrovarlo - un giorno - impegnato a fare il lavoro più bello del mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-7454702630282043342017-07-03T16:48:00.003+02:002017-09-17T18:49:37.398+02:00La prima volta del Delfín<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEqFwlWjb6dmZBEh9lB78DwrndbyJXVzxau6APnqPAaX_V1MKj-h7gEpTXaHvev7UOeNYOlLmueQt_1978BQI-3-5WEr1lgksj8_8Sjt_oXeR9yZnRx2Z6KMsxqj1oPgR57uu6Iqk785g/s1600/20151128083327_a-campea-n-delfa-n-es-el-monarca-de_tn0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="408" data-original-width="700" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEqFwlWjb6dmZBEh9lB78DwrndbyJXVzxau6APnqPAaX_V1MKj-h7gEpTXaHvev7UOeNYOlLmueQt_1978BQI-3-5WEr1lgksj8_8Sjt_oXeR9yZnRx2Z6KMsxqj1oPgR57uu6Iqk785g/s400/20151128083327_a-campea-n-delfa-n-es-el-monarca-de_tn0.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mancava solo la matematica, arrivata poche ore fa. L'Ecuador ha un nuovo campione: il <b>Delfín</b>.</span></div>
</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Anzi, un campione inedito. Inedito per diversi motivi: in primis, perché per la prima volta nella loro storia "<i>los Cetáceos</i>" si portano a casa un semestre ecuadoreño. In secondo luogo, perché a tredici anni dal trionfo del Deportivo Cuenca, il titolo lascia nuovamente le due città regine del <i>fútbol </i>locale, Quito e Guayaquil.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Era infatti l'aprile del 2004 quando "<i>los Morlacos</i>", guidati da Xavier Alvarez, si laurearono campioni dopo il 3-1 rifilato al Deportivo Quito, altre decaduta del calcio <i>tricolór</i>. </span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><span style="font-family: inherit; font-size: large;">Tredici anni dopo, a festeggiare è la città di Manta.</span></i></b></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Manta è un posto particolare, quasi magico; è lì che gli abitanti locali risiedenti in altura vanno a godersi spiagge dorate e clima mite, ed è lì - soprattutto - che poco più di un anno fa un terribile terremoto ha provocato disastri in grandi quantità, che sono costate alla comunità quasi trecento perdite in termini di vite umane.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ripartire è stato duro, e anche se lo sport ha aiutato un bel po', la realtà locale più blasonata - il Manta - continua ad arrancare nella Segunda Division, fallendo da qualche stagione la tanto attesa risalita. Così le speranze sono state riposte sul Delfín Sporting Club, che in questo 2017 ha compiuto una vera e propria scalata verso il successo, riuscendo - nel suo cammino trionfale - a fidelizzare anche qualche tifoso.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per il match decisivo contro la LDU di Quito, l'"Estadio Jocay" presentava finalmente una cornice di pubblico idonea alla grandezza di tale impresa. Un tifo incessante, scatenatosi sin dall'inizio del match, che ha permesso al Delfín di incanalare la gara sin da subito sui binari giusti. Nemmeno quando l'autogol di Chancellor ha aperto i giochi a favore della Casa Blanca, a Manta, si è pensato di non potercela fare.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib1SFcvfIYMGT6bwq0iDzpun3qO2FXfhPxUpN-SX4DmYhEm1TtqgoOHT_nhyphenhyphenkVDPDrWOiC_8Hv4Z19VbAVXkLksSZXavTFu-itJkTgM_eQZia2zeLSud926JL_iagppA71okQrLkLs3Ok/s1600/sanguinetti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="351" data-original-width="624" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib1SFcvfIYMGT6bwq0iDzpun3qO2FXfhPxUpN-SX4DmYhEm1TtqgoOHT_nhyphenhyphenkVDPDrWOiC_8Hv4Z19VbAVXkLksSZXavTFu-itJkTgM_eQZia2zeLSud926JL_iagppA71okQrLkLs3Ok/s400/sanguinetti.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="color: #333333;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: inherit; font-size: large;">Il merito principale è soprattutto del gruppo costruito dal tecnico Guillermo Sanguinetti, uruguagio con un sacco di esperienza in giro per il continente: Argentina, Uruguay, Paraguay, Colombia e soprattutto Perù (con la sfortunata avventura all'Alianza Lima, culminata con l'immeritato esonero) sono le tappe della sua seppur giovane carriera. Nel 2016 è sbarcato in Ecuador, salvando il River Plate per il rotto della cuffia prima di accettare la chiamata del Delfin.</span></i></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A Manta, "<i>el Topo</i>" ha costruito una squadra funzionale finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo iniziale (la salvezza), scalando però le tappe con una velocità incredibile. Le zero sconfitte subite fino ad oggi - alla fine del semestre manca un solo turno - lo testimoniano in pieno: contro il Delfín non si passa. Eppure a disposizione di Sanguinetti non ci sono stelle particolari, bensì tanti soldatini ordinati che avevano solo bisogno di ritrovare fiducia in loro stessi.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: inherit; font-size: large;">L'esempio lampante è Carlos Garcés, giocatore sul quale Sanguinetti ha lavorato tantissimo a livello mentale; nativo di Manta, Garcés era considerato uno degli astri nascenti del calcio ecuadoreño quando giocava nel vivaio del Manta FC, il club rivale del Delfín. </span></i></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una volta trasferitosi a Quito per firmare con la LDU è andato incontro a difficoltà di tipo ambientale, esplodendo solo in seguito con il Deportivo. Al Delfín è arrivato dopo una pessima parentesi nella B messicana, tornando ad essere determinante. Era lui, questa notte, a spiccare a capo della carovana auriazúl nella festa - protrattasi fino all'alba - per le strade della città con capolinea nella Plaza Civica, cuore pulsante di Manta.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSIIUWyaaymT01j3XzoS_epQBQSrRsGMAxS6iPKg0V9oV58OJLOCdL29O8NacKIoR6wp73APIUPc-vja6MOvZ-76nXZeiEksRYtqd11PX0GQpE75tG-Lbts8BH0NjLcZLdCehMhyWx9Cg/s1600/ordonez.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="1170" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSIIUWyaaymT01j3XzoS_epQBQSrRsGMAxS6iPKg0V9oV58OJLOCdL29O8NacKIoR6wp73APIUPc-vja6MOvZ-76nXZeiEksRYtqd11PX0GQpE75tG-Lbts8BH0NjLcZLdCehMhyWx9Cg/s400/ordonez.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Oppure Roberto Ordóñez, onesto mestierante dell'area di rigore, tesserato dal Delfín a 32 anni compiuti e autore alla fine di sette reti, tra cui le due perle segnate contro la LDU nella partita decisiva. "El Tuca" fa parte di quell'anima autoctona che Sanguinetti ed il suo staff hanno costruito in fretta e furia, senza comunque rinunciare ad alcuni tasselli provenienti dall'estero. Di questo gruppo fanno parte il paraguayano Francisco Silva, leader e capitano della squadra, e i due connazionali del Topo, Matias Duffard e Cristian Malan.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><span style="font-family: inherit; font-size: large;">Concetti chiari, semplici da recepire e soprattutto da mettere in pratica: il 3-4-3 molto ibrido di Sanguinetti ha saputo esaltare tutti i componenti della rosa.</span></i></b></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Juan José Palacios, giornalista di StudioF</span><span style="background-color: white;">ú</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">tbol, <a href="http://studiofutbol.com.ec/2017/07/03/5-claves-del-delfin-ganador-de-la-etapa/" target="_blank"><b>ha analizzato la vittoria del Delfín</b></a> in più punti. In primis, è curioso notare come "<i>los Cetáceos</i>" abbiano preso oltre il 70% dei punti alle rivali per il titolo (LDU, Barcelona e soprattutto Emelec), ponendo l'attenzione soprattutto sull'attitudine di squadra, la capacità di concentrazione abbinata alla classica "<i>gárra</i>" e la preparazione di tutto il corpo tecnico (il vice di Sanguinetti, Edgardo Adinolfi, è stato uno dei migliori liberi del Sudamerica). Inoltre, il trionfo assume dimensioni ancora più incredibili se si considera che la maggior parte delle trasferte sono state affrontate in altura, condizione non ideale per una squadra abituata a giocare a livello del mare.</span></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ultimo, ma non per importanza, il ruolo della società. Il numero uno del club, José Delgado, ha mantenuto l'ambiente sereno e azzerato le pressioni sul gruppo, pagando puntualmente gli stipendi e rendendo il Delfín uno dei club più virtuosi del continente latinoamericano.</span></div>
</div>
<div style="color: #333333; font-size: 16px;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it">
<div dir="ltr" lang="es">
<span style="font-family: inherit;">Buenos días estimados lectores, <a href="https://twitter.com/hashtag/ElDiario?src=hash">#ElDiario</a> comparte su portada de este 3 de julio de 2017. 📰📸🌎 <a href="https://t.co/W5BJ40Ehvy">pic.twitter.com/W5BJ40Ehvy</a></span></div>
<span style="font-family: inherit;">— El Diario - Manabita (@eldiarioec) <a href="https://twitter.com/eldiarioec/status/881870153620869121">3 luglio 2017</a></span></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<br />
<div style="color: #333333;">
<div style="text-align: justify;">
<span data-mce-style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: inherit; font-size: large;">Un piccolo particolare che porta a grandi differenze. Soprattutto in Sudamerica.</span></i></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/03133290038294482299noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8452785321805335002.post-10543654445211306412017-06-28T15:41:00.000+02:002017-09-17T18:50:24.788+02:00Una freccia per Mancini<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCGhUBG4xNQRzmQ2tVw_nvOYA6DXfiG6hvHGcDLIIxhysvIksqsiHTqTJL6tCAo_RY2C0H1zCTiQbhOPyGeKvnmo3gSFZVee1SqhKT6KrtH7m7Zr8bJIq2c9Vd3qLCQa3B-qj_6GhHcUk/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCGhUBG4xNQRzmQ2tVw_nvOYA6DXfiG6hvHGcDLIIxhysvIksqsiHTqTJL6tCAo_RY2C0H1zCTiQbhOPyGeKvnmo3gSFZVee1SqhKT6KrtH7m7Zr8bJIq2c9Vd3qLCQa3B-qj_6GhHcUk/s400/2.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">In casa Boca Juniors non c’è nemmeno il tempo di festeggiare il titolo numero trentadue che già dall’Europa bussano alla porta. Il calciomercato d’altronde è appena entrato nel vivo, e l’Argentina è da sempre una terra ricca di talenti. </span></div>
<a name='more'></a><br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">A lasciare per primo </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>La Ribéra</i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> è </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><b>Cristian Pavón</b></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, esterno offensivo che lo Zenit San Pietroburgo ha prelevato dagli </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>Xeneizes </i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">sborsando una cifra record di circa 30 milioni di dollari. Per darvi un’idea, il passaggio di questo talentino formato tascabile al club di San Pietroburgo è il più caro della storia del Boca Juniors, davanti a nomi altisonanti quali Fernando Gago e Carlos Tevez.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b id="docs-internal-guid-5324f6b8-eed8-f708-7c5c-1d96831c6c61" style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Predestinato</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’ultima pausa per le nazionali nel 2016 ha permesso a molti club di farsi qualche tour in giro per il mondo. Il Boca Juniors era impegnato a Siviglia per il “Trofeo Antonio Puerta”, ex giocatore andaluso scomparso tragicamente ormai nove anni fa. L’amichevole tra la squadra di Sampaoli e quella di Guillermo Barros Schelotto però arrivava anche in un periodo particolare della stagione, entrata nel vivo proprio in queste ultime settimane. L’esibizione ha visto gli </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>Xeneizes </i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">imporsi per 4-3 grazie <a href="https://www.youtube.com/watch?v=tq89_8XOAfc" target="_blank"><b>ad un capolavoro di Carlos Tevez</b></a>. L’ex juventino ha reso ancora più latina una serata in cui una delle società sudamericane più gloriose faceva visita a quello considerato - ad oggi - l’angolo di Sudamerica in Europa per antonomasia. Se Tevez ha avuto l’onore di depositare i fiori sotto la curva per ricordare lo sfortunato Puerta, a brillare di luce propria è stato Cristian Pavón, uno dei talenti più interessanti d’Argentina e perché no, forse dell’intero panorama calcistico mondiale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">È passata da poco la mezz’ora quando l’esterno “</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>boquense</i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">” scappa in velocità sulla destra puntando la linea laterale del campo, per poi cambiare passo e direzione verso il centro, dettando perfettamente un passaggio in profondità. Ricevuto il pallone da Tevez, Pavón salta netto un difensore e con un finta batte Sirigu. Un perla confezionata in pochi secondi, senza che nessun difensore avesse modo di intervenire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="200" src="https://www.youtube.com/embed/VORe__bVgQg" width="350"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">In questo gol c’è tutto Cristian Pavón: velocità, imprevedibilità, intelligenza e una buona dose di faccia tosta. Nato nel 1996, la nuova sensazione argentina non è altro che la risposta del Boca Juniors ai rivali del River Plate, bravi a lanciare recentemente il suo coetaneo Sebastian Driussi (incorporare link pezzo di Giulio?), oggetto del desiderio di diversi club europei. Dopo la serata del “Ramón Sanchez Pizjuán” però, anche Pavón ha conquistato una discreta fetta di ammiratori. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">I primi passi</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Se è vero che il luogo di nascita dice tanto di una persona, la regola vale sicuramente per il ventenne originario di Cordoba. Una città che vive di calcio, nonostante non abbia tradizioni di vittorie equiparabili alla capitale, e nemmeno a piazze storiche come Avellaneda o Rosario. A Cordoba, dicevamo, si respira però una delle rivalità più antiche e calde di tutta l’Argentina: quella tra il Talleres ed il Belgrano. Qui, se non nasci “Pirata” (soprannome utilizzato per distinguere i tifosi proprio del Belgrano), giochi con la “T”: una sola lettera che comporta grandi responsabilità, soprattutto per chi ne indossa la maglietta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Pavón cresce ad Anicasate, quartiere centrale nell’agglomerato urbano </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>cordobénse</i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, e sin da bambino il suo feeling con il calcio sembra naturale. Il padre lo segue sempre, tanto che ad un certo punto - per restargli accanto il più tempo possibile - accetta di diventare vice allenatore della squadra in cui lo ha iscritto per tirare i primi calci ad un pallone. Si tratta del Talleríto, piccolo club satellite del ben più celebre Talleres, come fa facilmente intendere il nome. Il passaggio nella “T” però non si fa attendere, perché sulla scrivania della società il nome di Pavón era sottolineato con il pennarello rosso da parecchio tempo. L’esordio in prima squadra avviene nel dicembre del 2013, quando viene mandato in campo a soli 17 anni. Il suo volto ancora da adolescente tradisce il fatto che nelle gambe ci siano già molte miglia corse con la squadra under 20 e - soprattutto - con le nazionali argentine “albicelestes”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="200" src="https://www.youtube.com/embed/eXEI9JBctkA" width="350"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Humberto Grondona, fratello dello scomparso Julio e membro della famiglia più potente del paese, è sempre stato un suo estimatore: </span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span>
<i><span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“Abbiamo tra le mani un diamante con potenzialità immense - <b><a href="http://www.lanacion.com.ar/1789656-cristian-pavon-el-kichan-de-anisacate-la-historia-detras-de-la-figura-del-superclasico" target="_blank">ha dichiarato</a> </b></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">l’ex selezionatore dell’under 17 argentina, in un’intervista recente - ha grandi abilità, in velocità è imbattibile e sa giocare in più posizioni. Deve limare ancora qualche difetto in fase di non possesso, ma penso sia un talento da non farsi sfuggire”. </span></span></i><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Del parere di Grondona sono anche altri addetti ai lavori; in particolare Rodolfo Arruabarrena, che pochi mesi dopo l’esordio tra i grandi - siamo nel luglio 2014 - lo chiede per suo Boca Juniors.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’ascesa del Kichán</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Sin da ragazzino, quando giocava nell’Escuelíta di Anicasate, Pavón viene soprannominato “El Kichán”, un termine usato prevalentemente una persona di poche parole, veloce e precisa nel proprio lavoro. Proprio come lui, che una volta arrivato al Boca Juniors stenta aritagliarsi un posto da protagonista vista la presenza massiccia di esterni offensivi. Questo porta Arruabarrena a proporgli una soluzione: andare in prestito per cercare minuti da mettere nelle gambe. Pavón accetta e finisce il 2014 con la maglia del Colon. A Santa Fe, nonostante la situazione disperata in cui versa il club, trova spazio per esprimere le sue qualità: i suoi 5 gol in 20 partite non contribuiscono a salvare la squadra, ma rappresentano un ottimo trampolino di lancio personale. Tornato a </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>La Ribéra</i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, Pavón ritrova il suo mentore, Arruabarrena, che nel frattempo ha deciso di puntare fortemente su di lui.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Dopo i primi mesi passati in infermeria a causa di un infortunio al matatarso, il ragazzo di Cordoba trova il suo primo gol con la maglia del Boca Juniors contro il Lanus, sfruttando un bell’assist di Osvaldo. La sua corsa liberatoria dopo la rete è forse uno degli highlight più significativi dell’ascesa di questo ragazzo, che i più dipingono come persona umile e perfezionista.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="200" src="https://www.youtube.com/embed/zHBJ0zLJ-sw" width="350"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La settimana successiva arriva anche la soddisfazione più grande: un gol nel Superclasíco. Al minuto 38 del secondo tempo, con il River Plate sbilanciato alla ricerca del pari, è proprio Pavón il più lesto di tutti a lanciarsi su una palla apparentemente morta nei pressi del secondo palo, battendo poi Barovero con un tiro imparabile. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="200" src="https://www.youtube.com/embed/u_8w0STUssI" width="350"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il rapporto tra il ragazzo e i Millonarios non è idilliaco, nonostante ci abbia giocato contro solo tre volte. Pochi mesi prima, durante il Torneo de Verano (una serie di amichevoli che si disputano a campionato fermo), un fallo di Vangioni lo aveva costretto ad abbandonare il campo scatenando polemiche che si sarebbero protratte per diverse settimane. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="200" src="https://www.youtube.com/embed/YtW_7e_iXDQ" width="350"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’arrivo di Schelotto e la sua evoluzione tattica</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La sua scalata alla titolarità è ormai in pieno svolgimento. Più passano i mesi, e più le sue caratteristiche diventano fondamentali nello scacchiere tattico del Boca Juniors. Se Arruabarrena rimarrà sempre colui che ha visto le potenzialità di questo esterno, Guillermo Barros Schelotto è il tecnico che - una volta arrivato al Boca Juniors - ha trasformato questo progetto di calciatore in un elemento imprescindibile per la squadra. L’ex allenatore del Palermo ha nel 4-3-3 il suo credo tattico, e in passato - fallimentare esperienza di Palermo a parte - aveva già dato prova di proporre del calcio offensivo nella sua parentesi alla guida del Lanus. Il feeling con Pavón non ci ha messo molto a svilupparsi; a giugno, quando si paventava l’ipotesi di una convocazione per la Copa America Centenario, Schelotto era stato chiaro: </span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: large; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>”Se Martino vuole Pavón devo darglielo - dichiarò il tecnico a Diario Olé - ma se me lo lascia sono molto più contento”.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Cristian Pavón nasce come giocatore offensivo. Le sue caratteristiche principali sono la rapidità di movimento, la corsa, la velocità ad attaccare gli spazi con e senza palla, oltre ad un’ottima attitudine al sacrificio in fase di non possesso. Proprio quest’ultima qualità è stata, nei primi anni, il suo principale limite. Schelotto ha lavorato molto sulla testa del ragazzo, dandogli segnali importanti anche extra campo, come quando nell’ultima sessione di mercato - davanti ad una scelta - ha preferito tenere lui rispetto al “Tucu” Palacios, prodotto del vivaio </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>xeneize </i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">mandato in prestito - guarda un po’ - proprio al Talleres.</span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVYtiqNDBm738Wv9bp5S1CRiuWmcaWMQjf6I-dARegIA7IXZNrbBFxgAPBLCFRwB72d8nE1cZUP18mBmlsA8L6yIxhKGnAMqxrpxeYNZNlkvyJL8t4mHTBnJoeBHVMNQt_ukchPT3pA3w/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="610" data-original-width="1199" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVYtiqNDBm738Wv9bp5S1CRiuWmcaWMQjf6I-dARegIA7IXZNrbBFxgAPBLCFRwB72d8nE1cZUP18mBmlsA8L6yIxhKGnAMqxrpxeYNZNlkvyJL8t4mHTBnJoeBHVMNQt_ukchPT3pA3w/s400/1.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">In quel di Cordoba Pavón nasce esterno destro d’attacco, ma ad oggi - soprattutto nel Boca Juniors - è stato utilizzato in più ruoli. Sotto la guida tecnica di Arruabarrena ha giocato spesso seconda punta per permettere al tecnico di tenere Tevez nel vivo del gioco. Già, perché Carlitos è quello che la squadra la fa girare, e chi si siede sulla panchina del Boca Juniors ha l’obbligo di costruirgli la squadra intorno. Durante il periodo peggiore passato recentemente dalla squadra, Tevez ha avuto parole dure contro i giovani del gruppo: “</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>Siamo una buona squadra, ma se non segnamo non possiamo pretendere di vincere</i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">”. Tevez ce l’aveva proprio con lui: “</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>Se Cristian avesse fatto il suo dovere, a quest’ora parleremmo di un’altra partita</i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">”. <a href="http://www.diariouno.com.ar/ovacion/imperdible-la-dura-recriminacion-tevez-pavon-20161212-n1301007.html" target="_blank"><b>Parole dure</b></a>, arrivate dopo la sconfitta contro il Lanus, in cui Pavón ha fallito un gol clamoroso, tirando fuori da posizione agevole una palla che chiedeva solo di essere spinta in rete. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Nonostante questo episodio, la stagione di Pavón è da considerarsi più che positiva. Partito Tevez, il Boca Juniors ha caricato sulle spalle di Dario Benedetto l’intero peso del proprio attacco, ma l’apporto di del </span><i><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Kich</span><span style="font-family: "arial"; font-size: 14.6667px; white-space: pre-wrap;">á</span></i><span style="font-family: "arial"; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;"><i>n </i>non è cambiato, tanto da essere il giocatore al quale Barros Schelotto rinuncia con più difficoltà.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> <iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="200" src="https://www.youtube.com/embed/9HTC_gGXIzY" width="350"></iframe></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Dopo aver giocato per parecchi mesi da seconda punta durante la precedente gestione tecnica, con Barros Schelotto il “píbe” è tornato al suo vecchio ruolo di esterno, in cui si disimpegna con uguale resa sia sul versante destro che su quello mancino. Quando viene schierato a sinistra, si mette spesso in condizione di puntare l’avversario per poter rientrare sul piede destro, il suo preferito. Pavón possiede un’ottima tecnica di base: calcia pulito, forte e preciso, ma a spiccare maggiormente sono le sue qualità atletiche. È infatti uno dei corridori maggiori di tutta la Primera Division argentina, e questo fa di lui un elemento prezioso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Prospettive</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La prossima fermata della carriera di Pavón sarà San Pietroburgo. Un campionato, quello russo, dove pochissimi argentini hanno saputo impattare bene. Il contesto locale, molto particolare, ha visto fallire giocatori del calibro di Maxi Lopez, mentre ha esaltato le doti di chi si è saputo adattare al meglio (uno su tutti Héctor Bracamonte, idolo storico del Terek Grozny). L’arrivo di Mancini alza prepotentemente l’asticella per quanto riguarda gli obiettivi: lo Zenit vuole vincere, e Pavón viene ritenuto uno dei profili ideali per provare ad alzarne il livello. Il calcio russo è molto fisico, quindi Pavón - come Driussi ed eventualmente Paredes - avrà bisogno di sgrezzarsi dal punto di vista del sacrificio e del temperamento. I limiti da migliorare sono principalmente realizzativi; nel momento in cui Pavón dovesse acquistare ulteriore feeling con la rete, diventerebbe un fattore a tutti gli effetti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 11pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">A 21 anni è giunta l’ora del grande salto. In Russia Pavón dovrà dimostrarsi adatto al calcio europeo convivendo con condizioni particolari, climatiche e non. San Pietroburgo potrebbe essere il suo trampolino di lancio definitivo verso l’Europa che conta. Quell’Europa che, al momento, lui stesso ha deciso di non frequentare.</span></div>
Andrea Braccohttp://www.blogger.com/profile/04662077584949561475noreply@blogger.com0