Ci si aspettava i botti tra le due selezioni migliori del momento in Sudamerica, invece – nell’inferno del Monumentál – Argentina e Colombia impattano 0-0 un incontro che lascia soddisfatti solo i Cafeteros,
ad un passo dal Mondiale grazie a questo punto conquistato che lascia a
5 le lunghezze di distacco proprio dalla nazionale di Sabella. Per
l’Argentina solo recriminazioni per un paio di gol annullati, uno dei
quali sicuramente regolare, ma soprattutto per l’impiego a mezzo
servizio di Leo Messi, entrato solo nella ripresa data la scarsa mezz’ora di autonomia.
Eppure il sostituto della Pulga,
Walter Montillo, non gioca male e si colloca nel cuore della manovra
argentina che vede Di Maria e Aguero svariare lungo tutto il fronte
d’attacco e Higuaín, titolare al posto di Lavezzi, fare da riferimento
offensivo per i compagni. L’Albiceleste parte bene, e dopo dieci minuti è
proprio El Pipíta a scaldare le mani del portiere ospite Ospina, reduce da un grande campionato in Francia con il Nizza. Ma al 26° lo stesso attaccante del Real Madrid reagisce ad un’entrata di Zapata e l’arbitro Escalante estrae il doppio rosso per entrambi. Come se non bastasse, qualche minuto più tardi Pekerman perde per infortunio James Rodriguez
e capisce che non è serata, inserendo così Cuadrado per dare maggior
profondità alle ripartenze. Il primo tempo scorre via senza emozioni, a
parte un sinistro senza velleità scagliato nel finale da Marcos Rojo che
finisce mestamente a lato.
La ripresa si apre con l’ingresso di Messi che movimenta un po’ l’azione argentina. La Pulga è a mezzo servizio e si vede, ma verso il 70° da il là all’azione che Aguero conclude con un tap-in
rete. E’ l’1-0 che premia generosamente l’Argentina, ma il segnalinee
sbandiera un presunto fuorigioco di partenza che in realtà pare non
esserci costringendo così Escalante ad annullare la segnatura. Le
proteste sono vibranti, con Mascherano che a muso duro con l’arbitro
rischia il rosso diretto e addirittura il sempre serafico Sabella si
scaglia fuori dall’area tecnica guadagnandosi l’espulsione anticipata.
Ed è questa la più grande emozione di una ripresa spenta come l’avvio,
dove la Colombia èstata molto brava a controllare una situazione delicata
e a portarsi a casa un punto di platino. La selezione di Pekerman
rimane prima con 25 punti, l’Argentina è seconda a 20 e nella prossima
giornata – a Quito contro l’Ecuador – l’Albiceleste non dovrà
compiere errori se vuole uscirne con dei punti. Per i Cafeteros c’è il
match interno contro il Perù, rognoso e ben organizzato.
Il Perù ci crede ancora. Con una rete segnata da Claudio Pizarro la Franja Roja batte in un match delicatissimo l’Ecuador,
fino a stanotte vera sorpresa del gruppo sudamericano in vista di
Brasile 2014, e si rilancia incredibilmente complice li stop del
Venezuela fermato sull’1-1 in Bolivia.
Vittoria importante, si diceva, perchè permette a Markarian di preparare al meglio la trasferta di Barranquilla contro il colosso Colombia, vera e propria dominatrice del raggruppamento.
Vittoria importante, si diceva, perchè permette a Markarian di preparare al meglio la trasferta di Barranquilla contro il colosso Colombia, vera e propria dominatrice del raggruppamento.
“Sono contento della vittoria – chiosa nel post partita l’argentino Markarian – perchè
sapevamo che per alimentare qualche speranza c’era un solo risultato
utile disponibile. Lo abbiamo ottenuto e ci prepariamo alla Colombia“. Una partita complicatissima: “Lo sappiamo – chiude Markarian – ora recuperiamo le forze e partiamo per tentare l’impresa“. Al tecnico del Perù fa eco il match-winner, Claudio Pizarro: “E’ importante il mio gol – dice a El Bocòn – ma ancora più determinante questa vittoria ottenuta con grinta e carattere“. Tutto vero, com’è vero che l’Ecuador si mangia tutto il mangiabile per tornarsene a casa con zero punti.
Di
certo non si può parlare di match esaltante, se è vero che il Perù
offensivamente fa fatica, è anche vero che Rueda imposta la sua Trì tutta ripartenza e contropiede. El Chucho Benitez però non è in serata, e il reparto ne risente. Il gol vittoria arriva in avvio, quando Pizarro si imbuca tra le maglie larghe della difesa
ospite e sentenzia Dominguez senza pietà, sfruttando un lavoro
offensivo notevole imbastito da Yotùn, Vargas e Guerrero. L’Ecuador
prova la reazione, ma per vedere la prima parata di Fernandez bisogna
andare alla ripresa quando il poritere peruviano si immola su un
tentativo di Montero, ben smarcato da Paredes. Col senno di poi Rueda
avrebbe potuto giocarsi la carta del giovane Ibarra prima; il ragazzo
del Vitesse entra in partita e negli ultimi otto minuti di gioco sfiora
il pari con una bella incursione conclusa con un diagonale largo. Alla
fine festeggia solo il Perù davanti al tutto esaurito dell’Estadio Nacional, mentre l’Ecuador si lecca le ferite e si prepara ad ospitare l’Argentina.
Ad Asunción va in scena la disfatta del Paraguay padrone di casa,
sempre più ultimo in questo deludente girone di qualificazione (e
pensare che è la squadra finalista dell’ultima Coppa America…), mentre
il Cile si conferma tra le pretendenti al Mondiale: se il girone finisse
oggi, la Roja sarebbe qualificata direttamente alla fase finale,
complice anche la battuta d’arresto del Venezuela con la Bolivia.
Il Defensores del Chaco è da sempre la casa della Nazionale
albirroja, e i tifosi hanno tentato di sostenere la squadra di casa con
ardore. La Nazionale di casa si schiera, come di consueto, con 3
giocatori in prima linea (Cardozo il centravanti, Benítez e López ai
lati), così come il Cile, che scende in campo con la difesa a 3, eredità
di Bielsa. L’arbitro è il brasiliano Vuaden.
L’andazzo dell’incontro lo si capisce dal primo minuto: gran tiro di
Arturo Vidal, vero faro di questa Nazionale, che sbatte sul palo dopo la
deviazione di Justo Villar. Il Paraguay reagisce, o meglio ci prova, a
forza di falli: ma il brillante gioco cileno prende sempre maggior
piede, fino a quasi cancellare l’Albirroja dal campo. Eduardo Vargas,
rigenerato dall’esperienza gremiense, si fa notare più volte, e nei
minuti finali del primo tempo va a segno con un vero e proprio golazo:
rapida circolazione di palla al limite dell’area paraguaiana, la sfera
giunge a Vargas che prende la mira e manda la palla all’incrocio,
imparabilmente. La prima frazione di gioco si chiude sull’1-0 in favore
del Cile.
Il secondo tempo vede il raddoppio cileno: è Arturo Vidal, lo
juventino, l’autore. Il numero 8 cileno detta il triangolo con Alexis
Sánchez, che riceve da Vidal e lo serve con una palla perfetta: Vidal si
inserisce e tocca, battendo Villar. 2-0. Da lì, il Paraguay cede e non
riesce più a reagire. A 3 minuti dalla fine, un gol poco utile alla
squadra ma di grande rilievo per la storia della Nazionale: Santa Cruz
tira dalla distanza, piegando le mani a Bravo e realizzando il 26º
centro con la maglia del Paraguay, divenendone il massimo realizzatore
di sempre. Paraguay debole e poco motivato, partito sconfitto già prima
d’entrare in campo; Cile convincente, vivace e sempre più con lo sguardo
verso il Brasile.
Chiude la serata a partita tra Bolivia e Venezuela, dove la Vinotinto domina in lungo ed in largo ma viene raggiunta nel finale. Arango ad inizio ripresa trova il sinistro dell'1-0 dopo un primo tempo in cui il Venezuela ha sfiorato a più riprese il vantaggio, e sullo 0-1 la Bolivia si scopre mostrando il fianco ai ragazzi di Farias. Ma nel finale Vizcarrondo si addormenta e il neoentrato Jashmani Campos, approfittando della svarione fa secco Vega impattando il risultato sull'1-1 finale.
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