domenica 27 aprile 2014

CILE - Colo Colo Eterno Camp30n! Con Tapia in panchina, il Cacique torna a stupire

Cinque anni e tanti sacrifici dopo, il Colo Colo torna padrone del Cile. Nel match di quindici giorni fa contro il Santiago Wanderers, il Cacique (nome con cui si identificavano i capi indiani originari di questa parte del paese) ha ottenuto la matematica certezza di un trionfo voluto e cercato, seppur decisamente inaspettato.

E dire che negli ultimi dodici anni i problemi di questa società sono stati tanti e soprattutto profondi, mitigati - ma non troppo - da qualche sparuto successo come nel triennio 2006-2009, con Claudio Borghi in panchina,  durante il quale si corse però il rischio serio di fallimento. Il gol di Felipe Flores segnato al Wanderers segna un crocevia per una società sana che ha voglia di rilanciarsi e fare bene nel prossimo futuro, con vista Libertadores, torneo che per importanza non dovrebbe mai vedere l'esclusione del Colo Colo. 

Che l'aria sarebbe cambiata però si era capito a gennaio, quando la società ha presentato una squadra interessante ai nastri di partenza operando in maniera intelligente ed oculata sul mercato, senza precludersi qualche soddisfazione. Innanzitutto, per voltare definitivamente pagina dalla disgraziata stagione scorsa, è stata scelta una nuova guida tecnica al posto del dimissionario Gustavo Benitez. Il posto del paraguayano è stato preso da Hector Tapia, uno che da giocatore ha segnato molto per il club, meno per la nazionale, mai per il Perugia, club per il quale firmò ai tempi di Gaucci risultando solo una meteora. Dopo aver conseguito ottimi risultati a livello giovanile con le "inferiores", Tapia a fine 2013 è stato catapultato in prima squadra dove per prima cosa ci sono diversi pezzi da rimettere insieme, tra i quali uno spogliatoio allo sbando. Con la piccola rivoluzione, soprattutto in uscita, estiva, i "colocolinos" sono tornati ad essere la macchina da guerra sognata dai caldissimi tifosi. In entrata è stata modificata la spina dorsale della compagine, con tre innesti di spessore quali il massiccio argentino Barroso (difensore centrale fresco campione con la maglia dell'O'Higgins), il "Pajaro" Jaime Valdes e il bomber Esteban Paredes. Proprio questi ultimi due si sono rivelati veri e propri fattori determinanti; il centrocampista ex Parma ci ha messo poche partite a prendere in mano la squadra, dandole fosforo e ritmo, disegnando assist decisivi (sette fino ad oggi) e prendendosi la soddisfazione di andare tre volte a segno. Paredes, l'altro pezzo da novanta, è tornato a Santiago dopo due anni di esilio al Queretaro, in Messico, meta scelta dopo il litigio con la dirigenza a fine 2011. Con il numero 30 sulle spalle ("Ho scelto il trenta perchè sono tornato per andare a prendere la trentesima stella") e la fascia di capitano al braccio, Paredes ha messo a segno 11 gol, la maggior parte decisivi.

Non solo Colo Colo. La Primera cilena, che in queste ore vede concludersi la prima fase, ha offerto come al solito molti spunti di interesse. La Universidad Catolica e l'O'Higgins hanno sin qui disputato un ottimo semestre, e pagano caro il prezzo di un Colo Colo che ha viaggiato su medie esorbitanti (12 vittorie, 3 pari ed una sola sconfitta) nonostante siano sicure di giocare i play-off per la qualificazione alla prossima Libertadores. Gli altri due posti sono andati alla sorpresa stagionale, la U de Concepcion, e al Palestino, che ha preceduto di un punto un Huachipato penalizzato dalla pessima partenza (una vittoria nelle prime sette ha compromesso il loro cammino). Per alcune promosse ci sono chiaramente anche le bocciate; una su tutte, la Universidad de Chile, club che dalla Copa Sudamericana vinta ai tempi di Sampaoli ha subito una sensibile involuzione. Per la U rossoblu un altro semestre anonimo, concluso a metà classifica, con la sola consolazione dell'esplosione del centravanti Patricio Rubio, classe 1989 e prossimo giocatore da monetizzare in direzione Spagna.

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