Lutz Pfannenstiel non è molto
conosciuto, ma a 36 anni ha stabilito un record nel mondo del calcio, un
primato difficilmente imitabile: e' l'unico calciatore professionista
ad aver giocato nei cinque continenti. La sua ultima tappa è stata
l'Africa, dove ha firmato l'ultimo contratto della sua carriera per una
squadra della Namibia, il Ramblers. Per Pfannenstiel si tratta della
venticinquesima squadra della carriera.
Nel leggere per la prima volta
questo nome è inevitabile chiedersi qualcosa di più su questo
personaggio. Chi è Pfannenstiel? Ma soprattutto, perché ha fatto queste
scelte? Nato a Zwiesel, in Bavaria, il 12 maggio del 1973, questo
ragazzo inizia a giocare sin da ragazzino quando entra nelle giovanili
della squadra del suo paese natale, per poi passare al Vilshofen. Il
salto nel professionismo arriva nel 1991, il Bad Kotzing gli offre un
contratto di due anni, al termine del quale arriva l'offerta del
titolato Bayern. Lutz però è uno spirito ribelle, e a 19 anni accetta il
trasferimento al Pennang FA, una squadra della Malesia. E qui iniziano
le avventure: Pfannenstiel, dopo aver messo insieme qualche decina di
presenze, viene accusato di essersi venduto delle partite assieme ad
alcuni compagni di squadra e passa 101 giorni in carcere, prima di venir
processato e successivamente assolto. Ma l'avventura malese è al
capolinea, e dopo un anno torna in Europa, al Wimbledon di Vinnie Jones e
della sua crazy gang, passando l'anno successivo al Forrest,
Dopo una sola stagione, il Nottingham lo cede in prestito agli Orlando
Pirates (Sudafrica), dove l'estremo difensore tedesco inizia ad
interessarsi dei problemi ambientali che riguardano il globo e
soprattutto l'ecosistema africano. Non è ovviamente finita: l'annata
1997 è divisa tra Tampereen Pallo-Veikot e FC Haka, due squadre
finlandesi. Il 1998-1999 sembra essere un anno di svolta: torna in
Baviera, dove milita nel SV Wacker Burghausen.
Ritorno alle origini? Macchè. Ormai la vita di questo ragazzo ha preso
un'impronta ben delineata, e senza pensarci due volte Lutz parte alla
volta di Singapore dove in due stagioni, 2000 e 2001, gioca difendendo i
colori di Geylang United FC e Dunedin Technical. Diventa un idolo
locale per il suo modo di essere, più che per come para, tanto che è una
vera e propria star: i tifosi lo invitano continuamente a feste ed
avvenimenti, lui conosce anche una ragazza con la quale passerà insieme
qualche mese prima di ritornare in Europa. Prossima fermata, Bradford
Park Avenue AFC, club dell'omonima città inglese. Durante la medesima
stagione - 2001-2002 - passaggio all'Huddersfield, sempre in
Inghilterra, da cui parte per fare ritorno a Singapore - dove il suo
cuore era idealmente rimasto - ed al Dunedin. La Baviera sembra attirare
ciclicamente Lutz: infatti nel 2002 passa in prestito al ASV Cham. La
stagione 2002-2003 rischia di essere l'ultima giocata da Pfannenstiel:
tornato al Bradford Park Avenue, in un match disputato il 26 dicembre
2002 contro l'Harrogate Town il suo cuore smette di battere per ben tre
volte a seguito di uno scontro con Clayton Donaldson. L'infortunio si
rivelò essere così serio che il direttore di gara abbandonò la partita.
Lutz però si salva ed il tempo di fare la valigia ed eccolo in partenza:
divide l'annata calcistica 2003 tra il solito Dunedin Technical
(Singapore, Asia) e il Baerum SK in Norvegia. Da qui si trasferisce al
Calgary Mustang (Canada) ed poi, alquanto incredibilmente, si ferma due
stagioni all'Otago United, in Nuova Zelanda.
Il suo mappamondo sembra ormai un bersaglio per freccette, e nel 2006
si aggiunge anche l'Albania al suo curriculum. E' il KS Vllanzia Shkoder
a tesserare Lutz, che gioca una stagione da titolare e attira le sirene
tedesche di squadre semiprofessionistiche. Ma di tornare a casa non se
ne parla: nel 2007 passa infatti dalla formazione armena del FC Bentonit
Ijevan ai Vancouver Whitecaps passando o meglio ripassando dai
norvegesi dal Baerum SK.
Quali nazioni mancano? Il Sudamerica, certamente: ed ecco il nostro partire alla volta del Clube atlétic Hermann Aichinger, formazione brasiliana. Il caldo e il sole della nazione carioca non devono essere piaciute molto al nostro portiere, dal momento che nella seconda parte della stagione torna in Norvegia, al Flekkeroy IL prima e al Mangelrud Star Toppfotball poi.
L'ultima avventura, questa volta da allenatore - giocatore, è quella
africana. L'Africa è un Continente che per Lutz rappresenta molto, tanto
da concedergli ampio spazio nell'autobiografia intitolata Unhaltbar
(che vuol dire "inarrestabile") scritta nel 2009 dove racconta nel
dettaglio la sua vita da giramondo. Si ferma in Namibia, alla guida dei
Ramblers FC, squadra simbolo del Paese. La Federazione namibiana,
notando le sue capacità, gli chiese di diventare anche assistente del
tecnico belga nella selezione nazionale Saintfiet, cosa che a Lutz
piacque da subito, se non fosse che dopo qualche mese iniziarono le
minacce anonime che intimavano ai due tecnici precise scelte nella
gestione del gruppo.
Pfannenstiel capisce che non è il caso di prendere
sottogamba questi episodi e fa rientro in Germania (il belga Saintfiet
diventerà invece il ct del vicino Zimbabwe) dove l'Hoffenheim lo mette
sotto contratto come capo osservatore del suo entourage di scouting.
Pfannenstiel, negli ultimi anni, ha costruito una fondazione assieme ad
alcuni soci conosciuti in Africa dove mette a fuoco le origini del
surriscaldamento del pianeta Terra, combatte i problemi climatici
attraverso il calcio, raccoglie fondi e si occupa - ora a distanza -
dei bambini namibiani orfani o malati. Ha un sito internet che gestisce
personalmente, e la sua autobiografia è andata letteralmente a ruba. E a
chi gli chiede del perché ha condotto una vita così movimentata lui
risponde: "Alle certezze ho preferito la centrifuga del mappamondo".
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