lunedì 10 dicembre 2012

Pfannenstiel: il portiere giramondo amico dell'ambiente

Lutz Pfannenstiel non è molto conosciuto, ma a 36 anni ha stabilito un record nel mondo del calcio, un primato difficilmente imitabile: e' l'unico calciatore professionista ad aver giocato nei cinque continenti. La sua ultima tappa è stata l'Africa, dove ha firmato l'ultimo contratto della sua carriera per una squadra della Namibia, il Ramblers. Per Pfannenstiel si tratta della venticinquesima squadra della carriera.

Nel leggere per la prima volta questo nome è inevitabile chiedersi qualcosa di più su questo personaggio. Chi è Pfannenstiel? Ma soprattutto, perché ha fatto queste scelte? Nato a Zwiesel, in Bavaria, il 12 maggio del 1973, questo ragazzo inizia a giocare sin da ragazzino quando entra nelle giovanili della squadra del suo paese natale, per poi passare al Vilshofen. Il salto nel professionismo arriva nel 1991, il Bad Kotzing gli offre un contratto di due anni, al termine del quale arriva l'offerta del titolato Bayern. Lutz però è uno spirito ribelle, e a 19 anni accetta il trasferimento al Pennang FA, una squadra della Malesia. E qui iniziano le avventure: Pfannenstiel, dopo aver messo insieme qualche decina di presenze, viene accusato di essersi venduto delle partite assieme ad alcuni compagni di squadra e passa 101 giorni in carcere, prima di venir processato e successivamente assolto. Ma l'avventura malese è al capolinea, e dopo un anno torna in Europa, al Wimbledon di Vinnie Jones e della sua crazy gang, passando l'anno successivo al Forrest, Dopo una sola stagione, il Nottingham lo cede in prestito agli Orlando Pirates (Sudafrica), dove l'estremo difensore tedesco inizia ad interessarsi dei problemi ambientali che riguardano il globo e soprattutto l'ecosistema africano. Non è ovviamente finita: l'annata 1997 è divisa tra Tampereen Pallo-Veikot e FC Haka, due squadre finlandesi. Il 1998-1999 sembra essere un anno di svolta: torna in Baviera, dove milita nel SV Wacker Burghausen.


Ritorno alle origini? Macchè. Ormai la vita di questo ragazzo ha preso un'impronta ben delineata, e senza pensarci due volte Lutz parte alla volta di Singapore dove in due stagioni, 2000 e 2001, gioca  difendendo i colori di Geylang United FC e Dunedin Technical. Diventa un idolo locale per il suo modo di essere, più che per come para, tanto che è una vera e propria star: i tifosi lo invitano continuamente a feste ed avvenimenti, lui conosce anche una ragazza con la quale passerà insieme qualche mese prima di ritornare in Europa. Prossima fermata, Bradford Park Avenue AFC, club dell'omonima città inglese. Durante la medesima stagione - 2001-2002 - passaggio all'Huddersfield, sempre in Inghilterra, da cui parte per fare ritorno a Singapore - dove il suo cuore era idealmente rimasto - ed al Dunedin. La Baviera sembra attirare ciclicamente Lutz: infatti nel 2002 passa in prestito al ASV Cham. La stagione 2002-2003 rischia di essere l'ultima giocata da Pfannenstiel: tornato al Bradford Park Avenue, in un match disputato il 26 dicembre 2002 contro l'Harrogate Town il suo cuore smette di battere per ben tre volte a seguito di uno scontro con Clayton Donaldson. L'infortunio si rivelò essere così serio che il direttore di gara abbandonò la partita. Lutz però si salva ed il tempo di fare la valigia ed eccolo in partenza: divide l'annata calcistica 2003 tra il solito Dunedin Technical (Singapore, Asia) e il Baerum SK in Norvegia. Da qui si trasferisce al Calgary Mustang (Canada) ed poi, alquanto incredibilmente, si ferma due stagioni all'Otago United, in Nuova Zelanda. 
Il suo mappamondo sembra ormai un bersaglio per freccette, e nel 2006 si aggiunge anche l'Albania al suo curriculum. E' il KS Vllanzia Shkoder a tesserare Lutz, che gioca una stagione da titolare e attira le sirene tedesche di squadre semiprofessionistiche. Ma di tornare a casa non se ne parla: nel 2007 passa infatti dalla formazione armena del FC Bentonit Ijevan ai Vancouver Whitecaps passando o meglio ripassando dai norvegesi dal Baerum SK.

Quali nazioni mancano? Il Sudamerica, certamente: ed ecco il nostro partire alla volta del Clube atlétic Hermann Aichinger, formazione brasiliana. Il caldo e il sole della nazione carioca non devono essere piaciute molto al nostro portiere, dal momento che nella seconda parte della stagione torna in Norvegia, al Flekkeroy IL prima e al Mangelrud Star Toppfotball poi.

L'ultima avventura, questa volta da allenatore - giocatore, è quella africana. L'Africa è un Continente che per Lutz rappresenta molto, tanto da concedergli ampio spazio nell'autobiografia intitolata Unhaltbar (che vuol dire "inarrestabile") scritta nel 2009 dove racconta nel dettaglio la sua vita da giramondo. Si ferma in Namibia, alla guida dei Ramblers FC, squadra simbolo del Paese. La Federazione namibiana, notando le sue capacità, gli chiese di diventare anche assistente del tecnico belga nella selezione nazionale Saintfiet, cosa che a Lutz piacque da subito, se non fosse che dopo qualche mese iniziarono le minacce anonime che intimavano ai due tecnici precise scelte nella gestione del gruppo. 

Pfannenstiel capisce che non è il caso di prendere sottogamba questi episodi e fa rientro in Germania (il belga Saintfiet diventerà invece il ct del vicino Zimbabwe) dove l'Hoffenheim lo mette sotto contratto come capo osservatore del suo entourage di scouting.
Pfannenstiel, negli ultimi anni, ha costruito una fondazione assieme ad alcuni soci conosciuti in Africa dove mette a fuoco le origini del surriscaldamento del pianeta Terra, combatte i problemi climatici attraverso il calcio,  raccoglie fondi e si occupa - ora a distanza - dei bambini namibiani orfani o malati. Ha un sito internet che gestisce personalmente, e la sua autobiografia è andata letteralmente a ruba. E a chi gli chiede del perché ha condotto una vita così movimentata lui risponde: "Alle certezze ho preferito la centrifuga del mappamondo".

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