Nome: Dario
Cognome: Benedetto
Data di nascita: 27/05/1990
Luogo di nascita: Berazategui (Argentina)
Ruolo: attaccante
Club: Arsenal de Sarandì (Argentina)
Altezza: 175 cm
Peso: 72 kg
Quando si parla di Arsenal de Sarandì tutti storcono il naso. E' la squadra della famiglia Grondona, la più odiata da ogni tifoso di futbòl
in Argentina, considerata un giocattolo protetto dalla Federazione
nella quale i Grondona nascondono parecchie magagne fiscali. Ma dalle
parti del Viaducto si respira calcio; quello vero, organizzato
da gente competente e messo in pratica da un genio come Gustavo Alfaro
che dalle parti di Sarandì è un'icona per aver portato l'Arse a
raggiungere livelli inaspettati.
Quando un
anno fa Alfaro ebbe un litigio furioso con Mauro Obolo, l'allora
centravanti del club rossoazzurro, molti si interrogarono se era giusto
liberarsi del numero 9 per continuare ad andare avanti secondo le leggi
dirette del mister. E allora la Lechuga stupisce tutti e nella prima
metà del 2012 punta tutto su Dario Benedetto,
attaccante prelevato sei mesi dal Gimnasia de Jujuy, un classe '90 che
fino ad allora vantava qualche gol in Primera B proprio con il Lobo Jujueño
e il Defensa y Justicia. Benedetto nasce trequartista fin dalle
giovanili proprio dell'Arsenal, che però fino al gennaio del 2012 ha
deciso di non considerarlo come un possibile innesto di prim'ordine,
preferendogli sempre altre soluzioni. Lui, argentino di Berazategui, che
a livello giovanile ha sempre segnato con regolarità patendo il salto
nel calcio "dei grandi", nel quale esordì a fine 2008 in una sconfitta
contro il Boca Juniors dove all'ultimo si divorò clamorosamente la palla
del pari. Giocava - appunto - sulla trequarti, ruolo ricoperto anche
nel Defensa la stagione dopo. A Jujuy arriva la trasformazione
definitiva in punta che svaria su tutto il fronte offensivo, segna 7
reti in 13 uscite e quando torna all'Arsenal il tecnico Alfaro decide di
tenerselo stretto.
La sua specialità? Il
tiro da fuori. In questa stagione Benedetto ha dato il meglio di sè,
segnando con continuità sia in campionato che in Copa Libertadores.
La sua doppietta all'Atletico-MG - per quanto inutile - ha fatto il
giro del mondo; due stilettate di destro, il suo piede preferito, che
non hanno lasciato scampo all'estremo brasiliano. Ma Benedetto non è
nuovo a gesti balistici di questo calibro, perchè nelle ultime settimane
una sua spettacolare doppietta ha condannato il Newell's in quel del Viaducto subito dopo la sua rete più importante, quella segnata al River Plate nell'inferno del Monumentàl.
Un
giocatore in ascesa; testa rasata, corsa e agonismo sudamericano uniti
appunto, ad un destro terrificante. Un piede caldissimo, che ricorda un
po' quello di Fabio Quagliarella, juventino imprevedibile anche se
discontinuo. Intanto Benedetto fa parlare di sè e in Sudamerica da
qualche tempo vanta diversi corteggiatori importanti come alcune società
brasiliane e l'Universidad de Chile, anche se l'unico obiettivo
stagionale potrebbe essere quello di terminare in doppia cifra a livello
di segnature. Decisivo in campo, umile fuori: "Ringrazio Dio ogni giorno per quello che mi ha donato - ha dichiarato recentemente - faccio il lavoro più bello del mondo. Non posso chiedere di più". Sante parole.
Nessun commento:
Posta un commento