venerdì 14 dicembre 2012

ESCLUSIVA CS – Costantino Parisi: “I sudamericani? Gente che si adatta. Vi racconto perchè ho scelto l’Argentina…”


I microfoni di Calcio Sudamericano raggiungono oggi Costantino Parisi, che ha da poco conseguito l’abilitazione come agente FIFA e che, come area di lavoro, ha scelto di getto l’Argentina. Nato in provincia di Isernia e calciatore fino al 2010 quando diventa Dottore in Giurisprudenza all”Università degli Studi di Campobasso. Oggi ci racconta il come ed il perchè di questa sua scelta.

Buongiorno Signor Parisi. Lei è un Agente FIFA che ha appena intrapreso questo percorso lavorativo, ma come “terreno di caccia” ha scelto subito il Sudamerica. Perchè?

Ho scelto subito il Sudamerica perchè è una terra ricca di talenti e dove non si ha paura di buttare nella mischia del calcio che conta ragazzi di 16 o 17 anni. E poi perchè cartterialmente sono molto vicini a noi e dunque è molto più facile che si ambientino e in breve tempo anche in Italia.


Il mercato sudamericano è conosciuto ai più come un mondo affascinante quanto tortuoso, costellato da agenzie e agenti che impongono regole rigide e con i quali è risaputo che si può trattare con poco margine.

Beh, non nascondo che per chi come me non ha avuto una brillante carriera da calciatore professionista è ancora più difficile avere credibilità… e a peggiorare le cose concorre anche il fatto che, come tu hai sottolineato, operano in quel mercato una miriade di agenzie e di procuratori, molti dei quali anche senza licenza Però è anche vero che se sei una persona seria e trasparente, come credo di essere io, prima o poi riesci a trovare il giusto canale. E io credo e spero di averlo trovato.

Uno dei suoi assistiti è il difensore del San Lorenzo Walter Kannemann, esploso a metà 2012 per essere stato lanciato da Caruso Lombardi e mai più uscito di squadra. Lo vedremo prossimamente da noi? Come lo inquadrerebbe tatticamente? E in che contesto?

Sì. ho il mandato per trattare Walter Kannemann in Italia.  Come tu hai detto è un ragazzo che è esploso da pochi mesi e ha già fatto vedere delle cose molto interessanti. E’ un classe 91 che nasce difensore centrale essendo anche alto 183 cm, ma che viene impiegato con molta frequenza sul la corsia di sinistra.
Grazie alla sua struttura fisica non disdegna di proiettarsi in avanti soprattutto sulle palle inattive. Proprio da una di queste la settimana scorsa ha segnato con uno splendido colpo di testa la rete del 2 a 0 contro l’All Boys.
Si esprime bene come terzino sx di una difesa a 4 proprio come è impiegato in questo momento nel San Lorenzo dato che Mr. Pizzi utilizza il 4-2-3-1 anche se, secondo me, sarebbe adatto a fare il difensore di sinistra di una difesa a 3.
Per le sue qualità e soprattutto per la carenza in quel ruolo in Italia credo meriti di giocarsi una chance nel nostro Paese. Sarebbe un ottimo acquisto per squadre come Siena, Parma, Catania, Torino e anche Roma.

Il Sudamerica è da sempre terra di talenti: quali sono, a suo parere, coloro che le società italiane non dovrebbero farsi sfuggire in nessun modo?

Ormai tutte le Società italiane hanno una rete di osservatori in tutto il Sudamerica per cui i talenti ormai si conoscono tutti e di certo i più bravi arriveranno in Europa. Ragazzi come Centurion e Vietto del Racing Club, Cirigliano e Funes Mori del River Plate ma anche Urruti del Newell’s o Battaglia dell’Huracan. E ancora Luque e Mugni del Colon, Peruzzi e Ferreyra del Velez, e ovviamente Walter Kannemann del San Lorenzo. Ma di certo ne potrei citare tanti altri.

Secondo la sua esperienza, che ruolo gioca il settore giovanile per una società argentina?

Come dicevo prima, in Argentina non hanno paura di inserire in ambito prima squadra ragazzi di 15 o 16 anni, perciò i settori giovanili in Argentina sono fondamentali per la formazione anche caratteriale oltre che tecnico-tattica dei ragazzi.
Inoltre non essendo una nazione economicamente ricchissima e che però piano piano sta crescendo, è chiaro che mettere sul mercato il maggior numero di talenti significa avere le risorse economiche da reinvestire e dunque poter sopravvivere.

Che programmi ha per il futuro? Intende espandersi nel continente sudamericano o spazierà in cerca di nuove nidiate di talenti da un’altra parte?

Ho da poco allacciato rapporti con osservatori amici che lavorano in Argentina e conto di fare un salto per una ventina di giorni in Primavera.
Teniamo presente che il mercato sudamericano non è solo quello argentino. C’è da prendere a piene mani da quello paraguayano o uruguayano, ma anche da quello cileno e boliviano. Meno facile è il mercato brasiliano dove ci sono tantissimi talenti ma che costano cifre che spesso per le squadre italiane sono impossibili da spendere. Credo che una capatina in questi Paesi dovrò farla quanto prima.

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