venerdì 25 gennaio 2013

Toro.it - Bentornata Coppa d'Africa



Algeria, Angola, Burkina Faso, Capo Verde, Congo DR, Costa d'Avorio, Etiopia, Ghana, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Sudafrica, Togo, Tunisia e Zambia.

Sono queste le sedici "Regine d'Africa" che da oggi, 19 gennaio, fino al 10 febbraio del 2013 si contenderanno la ventinovesima edizione dell'African Cup of Nations, che si disputerà nel Sudafrica ancora fresco dei ricordi mondiali che hanno portato alla ribalta questo magnifico Continente. La sede sudafricana è comunque una sorta di ripiego per la CAF, che in precedenza aveva designato la Libia come Nazione ospitante ma ben presto si è dovuta ravvedere a causa dei violenti dissidi interni al Paese che hanno portato - come epilogo - alla caduta del regime di Gheddafi. Spazio al Sudafrica dunque, che così vede di punto in bianco anche la propria Nazionale qualificata di diritto nella speranza che il 2013 segni una rinascita sotto il profilo calcistico dei Bafana Bafana.

 
REWIND – Le ultime immagini regalateci dalla scorsa edizioni spaziavano dalla gioia incontenibile dei nuovi campioni dello Zambia alle lacrime della Costa d’Avorio che, non ce ne vogliano i simpatizzanti degli “Elefanti”, è ormai stata etichettata come “eterna delusa” in una manifestazione dove da un decennio avrebbe le carte in regola per trionfare ma regolarmente fallisce. Guidati dal francese Hervè Renard, gli zambiani fecero loro il trofeo dopo 120 minuti in cui regnò l’equilibrio e in cui la Costa d’Avorio fallì un calcio di rigore con Didier Drogba. Un Drogba che per l’ultima volta assalta un trofeo che in bacheca gli manca e a cui tiene tantissimo, tanto da mettere in chiaro subito – prima di trasferirsi in Cina – che all’appuntamento sudafricano lui non avrebbe mai rinunciato. La lotteria dei rigori premiò quindi lo Zambia, bravo e preciso quanto basta dal dischetto per sollevare al cielo di Libreville, in Gabon, una coppa sudata e meritata. Lo zoccolo duro della nazionale arancioverde è composto dalla spina dorsale del Mazembe, club congolese che nel 2010 arrivò in finale del Mondiale del Club e venne sconfitto dall’Inter di Rafael Benitez; la storia si ripete ad un anno di distanza, con il Mazembe che riempie di talento lo Zambia e la Costa d’Avorio che riparte all’assalto del torneo. Sarà la volta buona?


I GRANDI ASSENTI – Non sempre la Coppa d’Africa affascina e anzi, per molti giocatori, è motivo di litigio tra club e federazioni. Sono molti i big che non parteciperanno a causa delle società di appartenenza, ed altrettanti sono stati esclusi da infortuni e scelte tecniche. La squadra più falcidiata dalle assenze è senza dubbio il Marocco, alle prese con un ricambio generazionale e con rivoluzioni importanti in Federazione, tanto che le nuove imposizioni hanno fatto sì che parecchi ragazzi abbiano preferito rimanere a casa piuttosto che partire per il Sudafrica. E così i maghrebini perdono in una volta sola gente importante come Chretien, Boussoufa, Carcela-Gonzalez, Taarabt e Chamack che hanno chiaramente rinunciato alla selezione del proprio paese, mentre per Kharja e per il fantasista Aissati si parla di semplice “scelta tecnica”. Ma non solo. La lista è chilometrica e tocca quasi tutti. Il Togo ritrova all’ultimo Emmanuel Adebayor dopo gli incresciosi fatti del 2010, ma perde il centrocampista Romao e il portiere Agassa, mentre McCarthy (infortunato) e Pienaar (ritiratosi) annunciano che non aiuteranno i padroni di casa del Sudafrica ad assaltare la vittoria finale. Fuori anche il punto di forza del piccolo Capo Verde, Ricardo da Silva, che fa sapere ai dirigenti che preferisce rimanere in Portogallo (“Il Paços Ferreira almeno mi paga”, sarebbe stata la sua opinabile riflessione), la Tunisia perde Haggui e Allagui, il Congo farà a meno della punta Bolasie, la Costa d’Avorio del “russo” Doumbia – infortunato- e del blaugrana Kader Keita, il Mali rinuncia al bomber Kanoutè e ai difensori Kebè e Kantè mentre il Ghana dovrà privarsi di Kevin Prince Boateng (che rientrerà in gruppo per le qualificazioni a Brasile 2014), al funambolo Jordan Ayew e agli infortunati Samuel Inkoom, Frimpong e Michael Essien. Assenze fondamentali anche in casa Nigeria: le Green Eagles, tornate dopo un’edizione di assenza, si rinnovano e lasciano a casa i “senatori” Apam, Taiwo, Yacubu, Utaka, Odemwingie e Obafemi Martins.


GRUPPO A, I PADRONI DI CASA CONTRO LA SORTE –  Dopo il brutto Mondiale giocato tra le mura amiche nel 2010, il Sudafrica ci riprova. La Coppa d’Africa affidatagli dopo le vicissitudini libiche che poco c’entrano con il calcio e che hanno permesso lo spostamento di sede premiano un paese che con l’assegnazione del Mondiale ha lavorato molto sulle infrastrutture migliorandole considerevolmente. Perché non sfruttarle ancora? In campo però ci vanno i giocatori, e che i Bafana Bafana siano lontani parenti di quelli che nel 1996 sollevarono la Coppa (la prima dopo la fine dell’apartheid, sempre in casa) non è certo un mistero. Inoltre, in questo girone ci sono due Nazionali ostiche come Marocco ed Angola che hanno intenzione di dire la loro senza timori reverenziali. E poi c’è Capo Verde, che è alla prima esperienza nella manifestazione continentale ma si è permesso di festeggiare la qualificazione in Camerun abbattendo i Leoni Indomabili. Tre per due posti, dunque, e la sicurezza che a far da spartiacque saranno le qualità dei singoli. Il c.t. Gordon Igesund ha puntato soprattutto sull’esperienza nel compilare la lista dei 23 convocati del suo Sudafrica in cui sono presenti ben 7 giocatori dei Kaizer Chiefs, così come 7 sono gli “europei”. Convocato, tra gli altri, anche Siphiwe Tshabalala, che segnò il primo gol dei Bafana Bafana ai Mondiali 2010. Ci sono anche due “italiani” presenti nella lista del Marocco: Il ct Rachid Taoussi ha chiamato El Hamdaoui e Benatia, ma ha puntato soprattutto sui giocatori del campionato locale. Sono ben nove gli elementi che militano in patria, mentre la Francia – con 5 rappresentanti – è il paese europeo più rappresentato. Chi dovrà appellarsi ai gol del suo centravanti è senza dubbio l’Angola: Manucho, un passato nel Manchester United e nel Valladolid, a 30 anni è considerato l’ex ragazzo prodigio del calcio angolano ma ha l’età giusta per imporsi come leader di un gruppo che già un anno fa stupì per grinta e abnegazione. L’Angola dirà la sua per il secondo posto, questo è certo. Cosa che non si può dire di Capo Verde, probabile vittima sacrificale del girone, il quale ha già ottenuto il suo trofeo: esserci a discapito di una grande come il Camerun.



GRUPPO B, TUTTE IN FILA DIETRO AL GHANA – Occhio al Ghana. Si parla tanto della Costa d’Avorio, ma le Black Stars non hanno nulla in meno rispetto a Drogba e compagni. Nazionale ricca di talento nonostante alcune assenze, il Ghana è la principale favorita per il primo posto del girone B. Il Ct Appiah ha chiamato ben 14 giocatori che militano in Europa con la chicca della convocazione per il gioiellino del Sassuolo, Richmond Boakye. L’attaccante prende il posto del marsigliese Jordan Ayew, lasciato fuori per questioni tecniche, e nelle amichevoli di preparazione si è messo in mostra con un paio di reti. Il resto è il solito concentrato di classe e fisicità: da Paintsil ad Asamoah Gyan passando per Mensah, Badu, Annan, Vorsah e Kwadwo Asamoah; tutti giocatori di primissimo piano, che lanciano il Ghana nell’elite delle favorite.
Le aquile maliane, giunte terze nella scorsa edizione della competizione continentale, avranno invece nel centrocampista ex Barcellona Seydou Kéita la stella di una selezione che punta a ben figurare anche in questa edizione. Il tecnico francese Patrice Carteròn crede molto nel gruppo che ha creato in questo anno e spera che tramite il calcio anche la situazione interna del Mali possa rifiatare un po’. Mancherà il centravanti Kanoutè, ma i gol del gigantesco Diabatè e l’esperienza di Mohammed Sissoko in mezzo dovrebbero dare la giusta importanza ad una selezione da sempre sottovalutata. Importanti anche le presenze di Congo e Niger, che non partono coi favori del pronostico e fanno affidamento all’esperienza europea di alcuni giocatori (i primi) e al classico “fattore sorpresa” (i secondi).


GRUPPO C, BENTORNATA NIGERIA – Era ora. Dopo l’edizione scorsa, alla quale non ha partecipato, le Aquile nigeriane tornano in pompa magna tra le “magnifiche 16”. Il tecnico Keshi punta molto sul collettivo che esclude i big di cui si parlava prima appannaggio della freschezza e della velocità delle nuove leve. Ed ecco che in questa Nigeria trovano spazio giovani come il padovano Nwankwo e il laziale Onazi, mentre in attacco si punta sui brevilinei Uche, Moses e Musa, tutti e tre in ballottaggio per affiancare il bomber dello Spartak Mosca, Emenike. Ma il C è anche il raggruppamento dello Zambia campione che in fase di qualificazione ha dovuto soffrire parecchio per staccare il pass verso il Sudafrica. “Saremo di ritorno a casa solo l’11 febbraio” (il giorno dopo la finalissima, ndr), ha dichiarato l’allenatore Renard, che ha contribuito al miracolo dei Chipolopolo nell’edizione 2012. Nella rosa dei convocati, figurano i pezzi forti della squadra, con il bomber Mbesuma, degli Orlando Pirates, l’attaccante dell’Utrecht, Mulenga e quello del Southampton, Mayuka, già capocannoniere del torneo scorso. Ancora una volta, inoltre, la squadra sarà capitanata da Christopher Katongo, eletto di recente miglior giocatore africano 2012 per la BBC. Burkina Faso ed Etiopia hanno qualcosina in meno rispetto alle prime due super potenze, ma tenteranno comunque di dire la loro. Soprattutto i burkinabè, selezione che negli ultimi anni si è rivelata in costante ascesa e che già nella scorsa edizione fece vedere un calcio frizzante. Prima esperienza per l’Etiopia, per la quale vale lo stesso discorso fatto per Capo Verde: esserci è un successo, e ciò che succederà non potrà che essere un qualcosa in più.


GRUPPO D, COSTA D’AVORIO E DERBY DEL MAGHREB – Quanta carne al fuoco. Ok, della Costa d’Avorio si è già scritto: questi sono forti, anzi sono fortissimi, e se per qualche congiunzione astrale non sono ancora riusciti a vincere la coppa è possibile che ce la faranno quest’anno. Sarà l’ex Parma Sabri Lamouchi a dirigere la squadra in questo torneo, un torneo in cui gli elefanti vorranno “vendicare” la sconfitta patita nella finalissima della scorsa edizione, quando Drogba e compagni persero ai calci di rigori un titolo che manca agli arancioni dal 1992. Proprio l’ex Chelsea sarà una delle stelle della selezione, assieme al centrocampista del Manchester City Yaya Touré, miglior calciatore africano del 2012, oltre ai vari Gervinho, Eboué e Lacina Traoré. Una super squadra, dunque, per gli ivoriani, che puntano forte alla vittoria finale. Ma il girone D significa anche il tesissimo derby del Maghreb tra Algeria e Tunisia, due nazionali che non si amano né dal punto di vista sportivo né, tantomeno, da quello sociale. E poi c’è il Togo: gli Sparvieri ritrovano la Coppa d’Africa dopo i terribili fatti del 2010 quando il bus dei gialloverdi fu assaltato tre giorni prima del via della competizione appena varcato il confine dell’Angola. L’autista morì in seguito ad una sparatoria che costrinse la Federazione togolese a ritirare la nazionale. E di solidarietà nei loro confronti non se ne vide, dato che per questo gesto la CAF (la federazione calcistica dell’Africa) sospese da tutte le competizioni il Togo come punizione. “The show must go on” cantava Freddie Mercury, anche se in questo caso la situazione fu gestita malissimo.

I GRUPPI

GRUPPO A
Sud Africa
Marocco
Angola
Capo Verde

GRUPPO B
Ghana
Mali
Niger
Congo

GRUPPO C
Zambia
Nigeria
Burkina Faso
Etiopia

GRUPPO D
Costa d’Avorio
Tunisia
Algeria
Togo

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