lunedì 5 agosto 2013

GOLD CUP 2013 - Agli USA l'undicesima edizione: la Review del Torneo

(concacaf.com)

Sembrava scritto, e così è stato. Gli Stati Uniti vincono la Gold Cup 2013, la quinta da quando nel 1991 fu istituita la nuova formula per questa manifestazione che racchiude il meglio del calcio nordamericano e caraibico. 


Davanti a 60 mila persone in visibilio stipate in ogni ordine di posto nel Soldier Field di Chicago, Illinois, i ragazzi di Jurgen Klinsmann hanno avuto la meglio sull'ottimo Panama guidato da Julio Cesar Dely Valdes, nazionale destinata a far parlare di sè nel prossimo futuro, magari già in ottica Brasile 2014. In un impianto dedicato ai ragazzi che scelgono di difendere la bandiera degli Stati Uniti in giro per il mondo non poteva che essere il più giovane a risolvere la partita; Break Shea, entrato al 68° per sostituire Corona, ci mette un minuto scarso per trovare la porta di Penedo  e pochi attimi per batterlo, segnando un gol storico che rimarrà negli annali, dato che il giovane talento americano ha segnato il gol più veloce di sempre in questa manifestazione. Classe 1990, Shea è uno degli 'europei' arruolati da un Klinsmann che per l'occasione ha rinunciato a tutti i senatori della squadra, lasciati a riposo in vista della nuova stagione dei club e dopo le fatiche del girone valido per i Mondiali. Ma il tedesco ha avuto ragione, almeno questa volta. Complice un Messico spuntato e con interpreti poco scafati, si è subito intravisto all'inizio che gli Usa avrebbero potuto tentare il colpo, e così è stato. Squadra ordinata, quadrata, costruita su un 5-3-2 che pochi spazi lascia all'immaginazione ma - in termini di pragmatismo - ha portato il massimo. Diciamo anche che il cammino non è stato particolarmente difficile fino alla semifinale, dove gli "Stars and Stripes" hanno battuto 3-1 l'Honduras dopo averne fatti 5 a El Salvador e - nel girone - fatto a pezzi Cuba e Belize finendo con l'1-0 al Costarica come ciliegina. Il portiere Rimando, decisivo in finale, e il laterale mancino DaMarcus Beasley (esterno d'assalto ad inizio carriera, buon terzino oggi) sono state le due sicurezze della retroguardia, così come le due mezze ali Bedoya e Corona hanno giocato un torneo di livello eccellente. Il vero reparto devastante è però stato l'attacco dove Donovan, Johnson e Wondolowski - in tre - hanno segnato la bellezza di 12 reti, che poi rappresentano la sostanziale differenza tra chi ha vinto e chi ha perso.

Panama raccoglie il pugno di mosche e incassa la sconfitto a pochi metri dal traguardo. Dely Valdes alla vigilia era stato chiaro: "In America ci andiamo per vincere - disse prima di partire - in vacanza io ci sono già stato". Limpido, come i suoi ragazzi che prestazione dopo prestazione si sono guadagnati la stima di tutti e sono stati accolti da una folla festante al loro rientro. I Canalones, che alla vigilia hanno perso il bomber Tejada, si sono affidati ad un gruppo solido che vanta una spina dorsale intoccabile e Gabriel torres, centravanti della squadra, che ha tramutato in gol le trame offensive segnando sei gol e fruendo della grandissima assistenza di un big come il fantasista Blàs Perez, considerato a queste latitudini alla pari dei colossi messicani.  Che si classificano terzi, non senza difficoltà e alla pari dell'Honduras, compagine poco appariscente ma che da anni viaggia sempre in prima classe quando si tratta di fare sul serio. De La Torre, ct del Messico, ha messo su una selezione locale in cui la freccia più appuntita era Marco Fabian, uno dei migliori giocatori della manifestazione. Gli honduregni invece possono prendersi a pacche sulle spalle; hanno fatto il meglio possibile, e nei quarti si sono tolti lo sfizio di regolare 1-0 il Costarica con un bellissimo gol di Andy Najar, asso dell'Anderlecht.

I Ticos rappresentano la delusione della manifestazione; con la testa al gruppo mondiale, il Costarica ha superato il girone della prima fase e poi si è arenata al primo vero ostacolo, battuta dall'Honduras dopo che alla vigilia il tecnico colombiano Pinto aveva caricato a mille la competiazione. Poco male, perchè se la delusione rimane è anche da dire che la squadra è forte e sul lungo periodo può far dormire sonni tranquilli ai tifosi rossoblu, traditi da Alvaro Saborio, bomber del Real Salt Lake City arrivato al torneo fuori forma e inceppato. 

La Gold Cup non ha comunque messo in mostra un grande calcio, dove a parte Panama e - a tratti - l'Honduras, ci si è preoccupati più del risultato che dei mezzi per raggiungerlo. Gli Usa stessi si sono difesi in parecchie circostanze, ma affrontare squadre come Cuba e Belize ti lascia ampi margini di ragionamento dal punto di vista tecnico/tattico. La Concacaf ha eletto il mancino americano Kyle Beckerman come miglior giocatore della finale, mentre il 'Gold Foot' - riservato al capocannoniere del torneo - è andato a  Gabriel Torres, che in finale non è andato in gol ma nel corso della competizione ha messo a segno sei reti.

LE IMMAGINI DELLA FINALE 

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