Vinicius Araujo (Cruzeiro) |
Con il Brasileirão che da un mese circa ha
cominciato il girone di ritorno, le gerarchie in Brasile paiono essere
sempre meglio delineate. Il Cruzeiro veleggia in vetta alla classifica
con nove punti di vantaggio su Gremio e Botafogo, e se dovessimo
esprimerci semplicemente sul livello tecnico-tattico di questo torneo,
potremmo tranquillamente dire che i canoni brasiliani si stanno
accostando sempre di più a quelli europei.
Nel campionato più
pazzo del mondo ogni anno vengono gettati nella mischia una quantità
impressionante di giovani, e la cosa più curiosa è che tutte -
indistintamente dagli obiettivi - si riforniscono ormai costantemente
dai propri vivai. Questo crea diversi movimenti anche in ambito di
mercato, con le botteghe verdeoro sempre più care e i ragazzi che
invadono letteralmente ogni angolo d'Europa, nell'ultimo decennio anche
dell'est come dimostrano le diverse operazioni delle super potenze russe
e ucraine (non ultimo, il caso di Vitinho al CSKA).
CAPOLISTA IN TUTTO -
Come si diceva in precedenza, nessuno ha paura di buttare i ragazzini
in campo. La capolista Cruzeiro, pur affidandosi ad un'ossatura di
esperienza, ha lanciato una manciata di "scugnizzi" terribili tra i
quali l'interessantissimo Maike, terzino destro
d'assalto che pur avendo solo 20 anni (è del 1992, ma festeggierà il
compleanno solo a novembre), si è preso il lusso di segnare un gol bello
ed importante. Era infatti il 6 giugno 2013 quando una sua fucilata di
destro abbatteva il Corinthians, e da quel giorno è cominciata la
cavalcata della Raposa verso il primo posto. Un segno? Forse. Fatto sta che senza i cinque gol di Vinicius Araujo,
il Cruzeiro avrebbe qualche punto in meno. Attaccante veloce e
ficcante, Araujo è un brevilineo classe 1993 che gioca punta centrale e
nelle movenze ricorda molto Filippo Inzaghi. Per trovare il talento più
fulgido della rosa, è bene spostarsi a metà campo, dove a dettare le
geometrie del gioco si sta mettendo in luce Lucas Silva.
Appena 20enne, Lucas ha già collezionato 11 presenze nel massimo torneo
brasiliano segnando anche due bei gol, e di lui i compagni apprezzano
la serietà e l'"europeità" negli impegni quotidiani. Destro naturale,
ama agire come vertice basso di un rombo, posizione dalla quale è molto
bravo a far ripartire l'azione.
Doria (Botafogo) |
FINALMENTE MATURO -
Lo voleva la Juventus. Fortemente. Poi l'interesse si è raffreddato
tutto di un colpo, e il ragazzo - complice la pessima figura al Sudamericano Sub20 - ha abbassato il livello delle proprie prestazioni. Ma Doria
è un talento cristallino, dotato di un fisico potente sviluppato su 188
esplosivissimi centimetri che ne hanno fatto il leader della
retroguardia di un Botafogo che studia per tornare grande. Mancino,
nella sua pur breve carriera si è disimpegnato come laterale difensivo
sulla fascia sinistra, mentre in zona centrale può ricoprire entrambe le
posizioni di una difesa a quattro. Il suo punto di forza? Ovviamente il
gioco aereo, dove sfrutta tempismo ed elevazione per proiettarsi su
ogni palla calciata in area su palla ferma. Se Doria rimane comunque un
talento ai più conosciuto, lo stesso non si può dire di Hyuri, casacca numero 35 dell'Estrela Solitária e autore di tre gol in sette presenze fino ad oggi. Una media pazzesca, che è valsa ben sei punti al Fogão,
perchè proprio grazie a Hyuri sono arrivate le vittorie contro
Corinthians e Coritiba, quest'ultima spaccata da questo attaccante con
una doppietta.
Otávio (Internacional) |
C'E' DA STARE... ALEGRE - A
Porto Alegre si coccolano i prodotti locali, carissimi per chi bussa
alla porta di Gremio ed Internacional, ma roba da palati fini per il
pubblico locale. Sulla sponda gremísta stravedono per Bressan e Alex Telles.
Il primo, classe 1993, è un difensore centrale con i piedi molto
educati, gioca prevalentemente con il destro ed è uno dei giocatori più
utilizzati da Renato Gaucho, tecnico del Gremio, che lo ha valorizzato
ancor di più facendogli giocare da titolare anche la Libertadores.
Telles invece è un mancino naturale, gioca terzino ma il suo raggio
d'azione - come spesso accade per gli interpreti sudamericani del ruolo -
prevede parecchie sortite offensive che a volte si finalizzano anche
con il tiro in porta. Classe 1992, piace in Olanda e in Portogallo, che
rappresenterebbero due palcoscenici ideali per entrare in punta di piedi
nel calcio che conta. Se vi chiedete chi sia il nuovo gioiello in casa Colorado, andate in rete e cercate qualche giocata di Otávio,
18 anni compiuti lo scorso febbraio e un destro che da queste parti non
si vedeva da tempo. Pedina centrale nella trequarti dell'Internacional,
in queste 24 giornata è stato utilizzato con parsimonia perchè
l'obiettivo reale è quellodi farlo maturare in vista del 2014, quando
entrarà in pianta stabile nel giro dell'undici titolare. Quattordici
presenze gli sono comunque bastate per mettere a segno tre gol e
sfornare qualche assist interessante. Se vi domandate le caratteristiche
tecniche, pensate ad un D'Alessandro più incisivo nell'ultimo passaggio
e molto simile fisicamente al Cabezón.
Neilton (Santos) |
GARANTISCE LA VILA - In principio furono Diego, Elano e Robinho. L'ultimo? Ovviamente Neymar. I Meniños da Vila Belmiro
continuano a fuoriuscire dal vivaio del Santos più dei funghi che
spuntano nel bosco dopo una copiosa piovuta. E, se come sembra, anche
questa generazione dovesse mantenere le promesse allora ecco che al
Santos potrebbero ritornare a divertirsi. Partiamo dal più "vecchio",
che gioca a centrocampo e di anni ne ha appena compiuti 20 essendo un
classe 1993. Alison è uno dei cervelli della mediana santísta,
uno dei pochi che non ha sofferto delle diverse conduzioni tecniche e
che ha saputo adeguarsi a diversi cambi di modulo. E' arrivato a Vila Belmiro
da piccolo, e con il Santos ha percorso tutta la trafila delle
giovanili per poi affacciarsi quest'anno in prima squadra, dove mette i
suoi 180 centimetri di altezza a disposizione dei compagni di reparto.
Davanti i nuovi Robinho e Neymar si chiamano Neilton e
Gabriel. Il primo ha 19 anni, ha segnato 4 gol e possiede una tecnica
che definire sopraffina è riduttivo. Veloce, rapido negli spazi, ha un
dribbling secco e ficcante oltre ad una lucidità impressionante sotto
porta. Il secondo? Basti pensare che lo chiamano Gabigol,
nomignolo con il quale ormai è riconosciuto anche ufficialmente. Nato
nel 1996 a São Bernardo do Campo, Gabigol ha esordito a maggio del 2013
grazie a Muricy Ramalho e - dopo la pausa per la Confederations Cup - ad agosto ha trovato il primo gol da professionista giustiziando il Vitoria a 16 ed 8 mesi appena compiuti.
Jomar (Vasco) |
GLI ALTRI NOMI - Il Vasco Da Gama annaspa in classifica, ma il futuro pare roseo grazie alle prestazioni dei centrali difensivi Jomar (1992) e Luan (1993), il primo imponente e statuario e - il secondo - più veloce e duttile. Ad inventare sulla trequarti è invece Marlone (1992), destro di piede e veloce di cervello, che spesso è chiamato a duettare con Willie, freccia colored di un anno più giovane arrivato lo scorso mercato dal Vitoria di Bahia. Ademilson (1994) è sempre più l'uomo copertina del San Paolo, gioca spesso titolare nell'attacco del Tricolór Paulista e con il centrocampista Rodrigo Caio compone un'ottima coppia in ottica plusvalenza di mercato. Un altro mediano di sicuro interesse è Rafinha
(1993), che nel Fluminense sta trovando sempre più spazio man mano che
il campionato avanza, mentre i rivali del Flamengo si tengono stretti Nixon (1993), punta formato tascabile crsciuto nelle giovanili rubronegre.
Ha collaborato Stefano Silvestri
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