Il Cruzeiro festeggia |
Questa volta è proprio il caso di dirlo: è qui la festa. A Belo Horizonte ci si sta abituando bene; solo un anno fa l'Atletico Mineiro perdeva di un soffio il titolo a favore del Fluminense, per poi rifarsi nella magnifica campagna di Libertadores, culminata con la vittoria del Galo sull'Olimpia trascinato da Ronaldinho e Bernard. Ora però è la metà blu a festeggiare.
Il Cruzeiro vince il Brasileirão 2013 e mette in bacheca il terzo titolo della sua ultracentenaria storia. Lo fa vincendo e convincendo, con la bravura nell'uscire alla distanza che solo le vere squadre possono buttare in campo, e dalle parti di Rua Timbiras - cuore del Bairro Preto - già si sprecano le similitudini con la squadra che nel 2003 trionfò tra la sorpresa generale. Eppure le differenze tra quella Raposa e questa sono sostanziali; innanzitutto, la squadra allora allenata da Wanderley Luxemburgo abbattè ogni record sudamericano, toccando quota 100 punti e segnando la bellezza di 102 gol. Numeri inarrivabili oggi, soprattutto perchè il campionato brasiliano si è livellato di molto, e ogni partita fa storia a sè. In secondo luogo, "quel" Cruzeiro possedeva un attacco atomico composto da Deivid, dalla fantasia di Alex e dal peso del colombiano Aristizabal. Quello di oggi invece è una vera cooperativa del gol dato che - a tre giornate dal termine - ben 18 giocatori sono andati a rete. Un successo, soprattutto pensando a cosa si diceva di questa squadra a gennaio.
Marcelo Oliveira, tecnico campione |
Quando iniziarono i tornei statali, la Raposa era un cantiere aperto e il presidente Tavares (oggi celebrato da eroe, allora costretto a girare con la scorta) incassava le prime delusioni stagionali sul campo, perdendo la finale del Mineirão contro gli acerrimi rivali dell'Atletico Mineiro. Fu così che si decise per un'epurazione totale; il primo a salutare la truppa è stato Walter Montillo, ceduto al Santos, e avvicendato con una serie di affari low-cost che hanno fatto storcere il naso ai più. Ma i tifosi del Cruzeiro non hanno fatto i conti con il signore seduto in panchina, quel Marcelo Oliveira vero "top-player" di una squadra unita, quadrata e ben disposta in campo. Classe 1955, un biennio positivo al Coritiba e sei mesi non memorabili al Vasco, questo allenatore nativo di Pedro Leopoldo ha saputo incastrare i pezzi di un puzzle sparpagliati, rendendoli un'opera d'arte e gestendo lo spogliatoio senza scontentare nessuno. Il resto lo ha fatto la frotta di giovani che Tavares ha portato a Belo Horizonte alla vigilia del campionato: Ricardo Goulart, anni 22 e dribbling mortifero, è stata una delle genialate della società, che ha poi dato fiducia ad altri talenti come Lucca, Everton Ribeiro, Nilton, Lucas e Mayke, giovane terzino destro di cui sentiremo parlare. Questa iniezione di freschezza, mixata a qualche elemento di esperienza (Julio Baptista, Dagoberto, il portiere Fabio), si è rivelato un intruglio mortale. Per gli avversari. Infine, la ciliegina finale, posata sulla torta quando il Metalist suona alla porta chiedendo notizie di Diego Souza: "Diciannove milioni (di réais)?" - risponde la Raposa - "Ok, ma dentro ci mettiamo il prestito di Willian". Detto, fatto: l'ex Corinthians torna in patria e schiaffa dentro 7 gol in 19 presenze, tre dei quali decisivi., e con i soldi ricavati viene sistemata la difesa facendo arrivare Dedé dal Vasco.
Tutto perfetto, come il cammino in campionato. In crescendo, con sole sei sconfitte fino ad oggi e l'obbiettivo delle 70 reti bucato con largo anticipo (oggi, a tre giornate dalla fine, i gol sono 74), con l'apice toccato a fine luglio nel 4-1 con il quale la Raposa ha distrutto il Galo - vendicandosi così della finale del Mineirão - perdendo, tra le mura amiche, una sola volta. Con la qualificazione in Libertadores, il Cruzeiro torna a giocarsi una manifestazione continentale dopo due anni di assenza; era la squadra di Montillo e Wallyson, che dopo aver fatto bottino pieno nel girone, si arrese clamorosamente all'Onc Caldas. "Ma non ripeteremo gli errori di allora - assicura Gilvan Tavares, che intanto si butta in politica candidandosi per le politiche 2014 al Senato - stiamo progettando il futuro e lavorando su un piano triennale che ci porti a diventare una delle realtà sudamericani più potenti".
LA SQUADRA CAMPIONE
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