giovedì 24 aprile 2014

Il Punto di Vista - Beretta e la Lega Calcio: ai confini della realtà


Il presidente della Lega Calcio, Beretta, si è immolato in una delle sue allucinate interviste. Quindi, ciaramente, non potevo esimermi dal commentarle.


Ecco le parole del numero uno della Lega Italiana: "Il nostro è un campionato che continua a mostrare motivi di interesse. Ha eccellente tenuta sia negli ascolti tv sia nelle presenze negli stadi. Un campionato dove molte società hanno iniziato ad operare secondo le regole europee del fair-play finanziario e questo non è irrilevante. Possono esserci campionati con risultati che si chiudono prima o dopo, ma il nostro resta un campionato importante anche a livello internazionale, che guarda non solo ad una dimensione sportiva, ma anche al fatto di essere sostenibile nel tempo e questo è fatto nell'interesse del calcio, dei tifosi, delle società, dei calciatori e dello sport in generale".

Le risposte a queste affermazioni di Beretta le troviamo nel Report 2014, presentato dal Centro Studi, Sviluppo ed iniziative Speciali della Figc, da Arel e da PwC e scopriamo che:
1) sono circa 1 milione in meno gli spettatori registrati allo stadio nell'arco di in una stagione, fra serie A, B e Lega Pro.
2) La flessione di spettatori tocca i 2 milioni nel periodo compreso fra il campionato 2008/09 e quello edizione 2012/13.
3) Complessivamente, nella stagione scorsa, il numero totale di spettatori negli stadi è stato di 12,3 milioni rispetto ai 13,2 milioni del campionato precedente (-6,4%).
4) I tifosi disertano gli stadi sempre più obsoleti e fatiscenti, perchè gi stessi hanno un'età media di 64 anni in A, 58 anni in B e la Lega Pro Prima Divisione, 56 anni in Lega Pro Seconda Divisione.
5) La media di pubblico presente alle partite di A, l'anno scorso, è stata di 22.591 spettatori: nella Bundesliga tedesca la media è stata di 42.624, in Premier League di 35.921, nella Liga spagnola di 28.237, nella A francese di 19.211.

Quindi Beretta o abita in un'altra nazione, o magari sogna di essere a capo del calcio inglese o tedesco. I numeri sono la triste verità e Beretta ignora che in sei anni abbiamo perso più di due milioni di spettatori. Ma lui è troppo impegnato a proteggere e difendere il suo amichetto Claudio Lotito, uno che ha contribuito in modo decisivo a togliere la voglia ai suoi tifosi di andare allo stadio.
Questo è il panorama calcistico desolante cari amici. Continuate pure a riconsolarvi con qualche notiziola di mercato, ma senza una vera rivoluzione strutturale il calcio italiano sarà sempre più simile a quello portoghese o greco e sempre più distante dallo spettacolo che ad esempio ci hanno regalato le due sfide di Champions a Madrid martedi e mercoledi sera.

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