Epilogo diverso non poteva esserci. Chi si aspettava la battaglia tra Alianza e San Martín è stato accontentato, e alla fine, a fare festa è la metà biancoblu di Lima che ai calci di rigore si porta a casa il primo trofeo del 2014.
La Copa Inca, torneo partorito da chissà quale mente in federazione, va così in archivio, e con lei il primo terzo di stagione che – in Perù
– quest’anno si preannuncia lunga e faticosa. Con la vittoria ai calci
di rigore, l’Alianza centra il suo primo obiettivo stagionale; squadra
concreta, compatta, con un gioco discreto e individualità interessanti
provenienti (soprattutto) dall’Uruguay.
“HUEVOS Y CORAZON” - All’Alianza c’era da ricostruire un intero ambiente dopo le pessime stagioni passate. Per questo al “Matute“, nel mese di gennaio, l’allenatore Guillermo Sanguinetti
è stato accolto come una liberazione; voltare pagina era importante, e
chi meglio di un emergente che – in serie – aveva collezionato ottimi
piazzamenti in patria (con il Bella Vista) e in Colombia (con il Cucuta
Deportivo), poteva portare aria fresca? Classe 1966 di Montevideo,
Sanguinetti ha semplicemente esportato il suo calcio semplice e concreto
in quel di Lima, affidandosi ad uno zoccolo duro di connazionali che
poi è risultato essere la chiave vincente. Il suo 4-2-3-1 mascherato ha
infatti usufruito del grande apporto di Walter Ibáñez, gigantesco centrale difensivo infallibile dal dischetto, e del “mille polmoni” Pablo Miguéz,
centrocampista centrale dal cartellino facile con il cuore grande così.
Poi, in attacco, è stato decisivo l’impatto con il calcio peruviano di Mauro Guevgeozián, attaccante cresciuto nel vivaio del Peñarol soprannominato “El Armenio”
per le sue evidenti origini est europee. I suoi sette gol nella fase a
gironi sono stati fondamentali, ma quello segnato al 92° della
finalissima (oltre al rigore decisivo) ha rappresentato la svolta di un
match che sembrava perso in partenza, dopo il doppio vantaggio segnato
dalla U in avvio di match.
COPPA SOTTO TONO -
Livelli decisamente bassi, ma non si poteva pretendere di più. Il già
estenuante torneo peruviano (da quest’anno si giocherà con la formula Apertura più Clausura)
non aveva certo bisogno di ulteriori “aggiustamenti”, e molte società
hanno patito l’inizio della stagione a certi ritmi, pagandone
inevitabilmente dazio. E’ il caso di Universitario, Sporting Cristal, Real Garcilaso e soprattutto Cienciano. La U,
scossa dalla vicenda legata al tecnico Comizzo, ha trovato la prima
vittoria addirittura ad aprile, collezionando in mezzo figuracce sia in
patria che in ambito internazionale. Le altre sono in cerca d’identità,
soprattutto il Garcilaso, che dopo due ottime stagioni sembrerebbe
arrivato ad una sorta di “anno zero”.
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