sabato 27 dicembre 2014

Argentina, tempo di verdetti: la top-11 del Torneo Transicion 2014

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Con il Racing campione da ormai una settimana, in Argentina è tempo di verdetti e riconoscimenti. Se l'Academia ha effettuato una rimonta pazzesca, culminata con l'1-0 nello scontro diretto vinto sul River Plate, è pur vero che i Millonarios ad un certo punto hanno dovuto scegliere se fosse meglio puntare al campionato (appena vinto nella scorsa stagione) oppure provare a portarsi a casa la prima Copa Sudamericana della storia.

Virando sul torneo internazionale, la Banda diretta da Marcelo Gallardo ha lasciato così campo libero ad un Racing avvolgente, lontano parente da quello che solo qualche mese fa, a fine agosto, veniva battuto dai rivali di sempre dell'Independiente. Il successo della Bombonera ha poi aperto la strada ad un filotto straordinario di risultati culminato con il rush finale in cui Cocca ed i suoi hanno vinto addirittura otto partite su nove, le ultime sei consecutivamente.

Racing e River Plate protagoniste del semestre, dunque, e anche della top 11 che la redazione di Calcio Sudamericano ha stilato non tenendo conto dei premi assegnati invece dalla federazione argentina. La squadra si schiera con un 4-3-1-2, composto per la maggior parte da giocatori delle due società che hanno monopolizzato il Torneo de Transicion.

TOP 11  TORNEO DE TRANSICION ARGENTINA

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MARCELO BAROVERO (River Plate) Probabilmente Sebastian Saja ha fatto meglio del "trapìto" nell'arco del semestre intero, ma in ogni occasione in cui è stato chiamato in causa Barovero ha trasmesso sicurezza alla retroguardia millonaria nella quale spicca per maturità e carisma. Guida la difesa meno battuta del campionato, con soli 13 gol subiti, che ne fanno giocoforza un elemento essenziale al netto di ciò che ci ha fatto vedere nella cavalcata vincente di Copa Sudamericana.

GASTON DIAZ (Racing) Anche qui la scelta era ardua. Diaz o Mercado? Alla fine l'ex Lanus merita il riconoscimento visto che, rispetto a Mercado, quando fu ingaggiato da Blanco in molti storsero il naso. Bravo sì, ma non ha mai impattato negli ambienti in cui si è trovato a lavorare nonostante abbia passato molti anni nel Velez dei tempi d'oro. Invece Diaz è ben presto diventato uno degli idoli del "Cilindro" grazie alla facilità nell'abbinare concretezza a spirito di abnegazione. Il tutto condito da un bellissimo gol, nel 3-0 rifilato al Rosario Central a domicilio, e la bellezza di 7 assist.

JONATHAN MAIDANA (River Plate) Quando c'è si sente. La difesa del River con Maidana in campo ha subito meno di qualunque altra formazione senza il muro centrale schierato da titolare. Purtroppo i problemi fisici lo attanagliano, ma già il fatto che D'Onofrio si mosse in prima persona per trattenerlo dalle sirene messicane significa molto. Leader silenzioso, si presta a giocare con chiunque, tanto che si è alternato ai fianchi di Funes Mori, Pezzella, Maidana e Balanta senza mai cadere in sbavature. Era da tempo che a Nuñez non si vedeva un difensore di "jerarquia".

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LUCIANO LOLLO (Racing) Al Belgrano era uno dei giocatori più rappresentativi del gruppo, per anzianità e carisma. Passato al Racing si è subito preso una maglia da titolare per manifesta superiorità. Ruvido ma allo stesso tempo efficace e pulito, Lollo ha fatto vedere che può giocare anche a livelli superiori mettendo in campo personalità ed esperienza. E' uno degli scudieri fidati di Cocca, che a lui non ha mai rinunciato mostrandogli una fiducia proficuamente guadagnata con il costante impegno. Tecnicamente non eccelso, ma guerriero generoso. L'ideale per vincere.

LEONEL VANGIONI (River Plate) Venti tiri in porta in quindici partite giocate. Sono le cifre impressionanti del "piri" Vangioni, "tuttofasciologo" a sinistra del River, una delle frecce più appuntite a disposizione del Muñeco. In questo semestre ha fatto di tutto, dal terzino all'esterno d'attacco, attirando su di sè addirittura le attenzioni del Milan, alla ricerca di un mancino capace di coprire ed offendere sugli esterni. Giocatore affidabilissimo, ha ulteriormente migliorato i suoi standard toccati al Newell's.

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MAXI RODRIGUEZ (Newell's Old Boys) Nel semestre da dimenticare della Lepra c'è una luce. Una sola, ma c'è. Si chiama Maxi Rodriguez, uno che con quella maglia addosso sarebbe in grado anche di andare in guerra. Idolo locale, è stato uno dei pochi a salvarsi dalle contestazioni di fine stagione grazie alle cifre sulle quali si è mantenuto, segnando 11 gol alla pari di punte fameliche come Pratto e Romero. Da lui ripartirà il Tolo Gallego, nuovo DT del club rosarìno, chiamato a rilanciare la squadra dopo un 2014 da dimenticare.

EZEQUIEL VIDELA (Racing) Una delle sorprese maggiori del Racing operaio targato Cocca. Dopo aver lasciato presto il Rosario Central, Videla ha faticato a trovare una dimensione provando anche esperienze all'estero (Cile ed Uruguay), prima di andare al San Martin de San Juan e poi - successivamente - firmare per l'Instituto. A Cordoba esplode, tanto da guadagnarsi la chiamata del Colon, che al momento della retrocessione lo cede al Racing. Lui si inserisce alla grande, taglia e cuce da veterano e sale al primo posto della classifica dei palloni giocati. Fattore determinante.

FEDERICO MANCUELLO (Independiente) Un giorno il tecnico Almiron prende questo esterno sinistro e lo dirotta in mezzo per necessità. Mai esperimento fu più azzeccato. Federico Mancuello diventa un giocatore nuovo nella posizione di regista in mezzo al campo, gioca una quantità industriale di palloni, segna tanto e si fa trovare nel vivo dell'azione in molte occasioni. Tanto da diventare di punto in bianco un uomo mercato che litiga con la società per il prolungamento di contratto. Almiron per lui stravede, dopo averlo trasformato da onesto corridore e vero uomo squadra. Leader indiscusso, 10 pallottole sparate nelle porte avversarie: vi basta?

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BRAHIAN ALEMAN (Arsenal) Arrivato in silenzio in quel di Sarandì voluto da Martin Palermo, Brahian Aleman si è trasformato in pochi mesi in un uomo ambito sulla piazza del calciomercato. Il Boca Juniors farebbe carte false per questo trequartista che nasce esterno (nel vivaio del Defensor, in Uruguay) accentrando il proprio raggio d'azione al momento del suo trasferimento in Argentina, all'Union. Nove gol, sette dei quali segnati nelle ultime sette partite, ne fanno un elemento indispensabile per l'Arse che però potrebbe privarsi dei suoi colpi importanti previa adeguata offerta.

JAIME AYOVI (Godoy Cruz) Cinque vittorie ed un semestre da dimenticare per il Godoy Cruz di Mendoza, club che a qualche anno è uscito dal giro delle grandi. L'intuizione estiva, o meglio la scommessa, però è stata vinta: Jaime Ayovi, asso ecuadoregno con una lunga militanza in Messico, ha salvato le sorti del Tomba in più di un'occasione, componendo con il Mago Ramirez una coppia d'attacco di tutto rispetto. Peccato per il contorno poco stimolante, che lo ha penalizzato però marginalmente, dati i nove gol messi a segno che lo hanno fatto entrare nelle grazie del River Plate.

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GUSTAVO BOU (Racing) Tra i tanti attaccanti meritevoli scegliamo lui. Perchè? Per diversi motivi. Il primo è che i gol di Bou sono stati decisivi nel cammino vittorioso del Racing, molto più di quelli di Milito piuttosto che di Gutierrez o Romero. Il secondo motivo è che Bou partiva anche come ultima ruota del carro in un'Academia che puntava tutto sul Principe. Sbolognato dal River Plate a costo zero, dopo innumerevoli prestiti sembra aver trovato la dimensione giusta, in attesa del riscatto del cartellino. La doppietta alla Bombonera lo ha sbloccato, le altre otto segnature consacrato. Per la Libertadores il Racing ha una bocca da fuoco in più nel motore.

A disposizione - Sebastian Saja (Racing), Gabriel Mercado (River Plate), Ramiro Funes Mori (River Plate), Alejandro Donatti (Rosario Central), Leonardo Rolon (Velez), Carlos Sanchez (River Plate), Nestor Camacho (Defensa y Justicia), Adrian Centurion (Racing), Leonardo Pisculichi (River Plate), Lucas Pratto (Velez), Silvio Romero (Lanus), Diego Milito (Racing), Teofilo Gutierrez (River Plate).

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