sabato 27 dicembre 2014

Lo strano caso dell'Alianza Atletico


Chi segue regolarmente il campionato, e più in generale il calcio, peruviano sarà abituato a vederne di tutti i tipi. Anche a bocce ferme, con lo Sporting Cristal appena laureatosi campione, a Lima e dintorni si continua
a parlare di “futbol“, soprattutto per questioni extra campo. La notizie delle ultime settimane è che la prossima Primera Division sarà giocata a 17 squadre, dopo che in un primo momento il Colegio Institucional de Iquitos aveva obbligato la federazione ad organizzare un campionato a 18, aggiungendo così due posti d’ufficio. Tutto questo stravolgimento arriva da un ricorso vinto dopo tre anni dall’Alianza Atletico, club che d’ufficio ritorna nel calcio che conta effettuando un doppio salto dalla terza serie al Descentralizado. Un po’ come, per intenderci, è accaduto in Portogallo al Boavista.

Ma andiamo con ordine. Sullana, dipartimento di Piura, Perù. Lo Sport Club Alianza Atletico è l’orgoglio sportivo cittadino; fondata nel 1920 da una fusione, questa società è diventata subito un modello da seguire nei dintorni di Sullana, tanto che – a testimonianze del fatto che qui si lavorava molto bene – tra l’anno di nascita ed il 1986 l’Alianza si porta a casa ben 36 campionati regionali, circa il 50% di quelli giocati, per prepararsi poi al primo vero salto nel professionismo. Che arriva nel dicembre dell’anno successivo, quando la Copa Perù – grande occasione per saltare le tappe e venir promossi in Primera – vede proprio il club albiazul battere 1-0 il Capitan Clavero di Iquitos ed inanellare una serie importante di salvezze fino a quando, nel 1995, l’attuale presidente Landér Aleman subentra alla vecchia dirigenza diventando il nuovo numero uno dell’Alianza. I risultati più prestigiosi arrivano sotto la sua gestione: nel 2003 la squadra si piazza al secondo post guadagnandosi l’accesso alla successiva Copa Sudamericana, esperienza ripetuta nel 2005 e nel 2009.

Insomma, tutto sembra andare per il meglio. Ma nel 2011 il presidente Aleman finisce nell’occhio del ciclone: in un’indagine condotta da alcuni ispettori della federazione, uniti alle forze di polizia, escono delle falsificazioni di pagamenti ai vari giocatori e ai componenti dello staff, oltre a versamenti poco chiari in sede di calciomercato. Le accuse sono di evasione fiscale e riciclo di denaro sporco; assieme all’Alianza ed al suo numero uno, finiscono sul taccuino degli inquirenti anche Cobresol, Universitario, Sport Boys e Sporting Cristal, ma al termine delle indagini solo il club di Sullana paga con la retrocessione diretta in Segunda Division. Aleman prontamente fa ricordo al tribunale della federazione peruviana, impugnando il fatto che – a suo dire – la punizione era smisurata rispetto alle decisioni prese verso le altre società. “Non siamo di Lima e contiamo poco – disse allora il presidente dell’Alianza – mi vedo costretto a dimettermi. Ma prima voglio vincere questa battaglia“.

Ad ottobre arriva il tanto agognato successo a livello burocratico, ma nel frattempo la squadra è precipitata ai margini del professionismo; Aleman non molla e spara alto: “Se vinciamo in tribunale rivoglio la squadra in prima divisione, nella serie che ci hanno ingiustamente tolto“. Così è stato: errore riconosciuto dall’ormai ex presidente della FPF Manuel Burga, che ha ordinato un allargamento della massima divisione a 18 squadre, salvo poi ridimensionare la cosa a 17. Anche se, notizia di questi giorni, si paventa l’ipotesi tra la seconda classificata in Segunda Division (il Deportivo Coopsol) con la finalista perdente della Copa Perù (il Fuerza Minera). Regna, come al solito, la confusione.

D’altro canto c’è una squadra da costruire praticamente da zero. Aleman, che intanto ha confermato l’impegno come presidente, ha chiamato Teddy Cardama per la panchina; il tecnico classe 1996 arriva da una retrocessione con Los Caimanes, ma vanta parecchia esperienza in lungo ed in largo nel territorio peruviano, soprattutto in club che lottano per non retrocedere. Inoltre conosce l’ambiente, avendo già allenato in altre due circostanze a Sullana. La missione è riportare allo stadio “Campeones del 36” più persone possibili, per riempire il piccolo catino da ottomila posti. Cardama si è portato dietro due scudieri dall’ex club di appartenenza, il centrocampista Saulo Aponte ed il bomber uruguagio Jimenez, anche se la sensazione che traspare – ad oggi – è che la rosa sia ancora in alto mare.

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