venerdì 15 febbraio 2019

La perla messicana

Diego Lainez, messicano classe 2000 acquistato per 14 milioni di euro dal Betis

Da acquisto last minute del calciomercato invernale alla prima rete segnata all'ultimo secondo del suo esordio in Europa League. Non poteva cominciare meglio l'avventura europea di Diego Lainez, talento messicano che il Betis ha portato in Spagna a gennaio, strappato a suon di milioni al Club America dopo aver battuto la concorrenza dell'Ajax. Lainez è stato al centro di una vera e propria asta, con i biancoverdi che alla fine hanno avuto la meglio sui Lancieri. 

A vederlo muoversi in campo si capisce perfettamente il motivo per il quale gli andalusi cercavano Lainez con così tanta insistenza: il suo ingresso in campo a Rennes ha trasformato la squadra di Quique Setien, che nel secondo tempo è stata in grado di rimontare due reti e di portarsi a casa un pareggio preziosissimo in chiave qualificazione. L'ultimo gol lo ha segnato proprio il giovane messicano, bravo a colpire i francesi con uno dei suoi pezzi di repertorio migliori: sugli sviluppi di calcio d'angolo Lainez trova un ottimo movimento sul secondo palo leggendo in anticipo la traiettoria del pallone, che poco gli cadrà addosso per permettergli di sganciare il sinistro del 3-3 finale. 

Già, il sinistro. Su quel piede il classe 2000 di Villahermosa ci ha costruito questa prima parte di carriera, un'ascesa che gli addetti ai lavori avevano predetto ben prima del suo esordio nel professionismo bagnato con una rete al primo pallone toccato. La sua progressione sulla destra con sterzata sul mancino fa il giro del web ancora oggi e getta nello sconforto gli aficionados del Pachuca, club che lo ha cresciuto fino al 2012 per poi perderlo improvvisamente. Quel giorno, a bagnare la doppietta del primo millennial nel campionato messicano, sono proprio i Tuzos.



Scherzi del destino, scriveranno il giorno dopo i giornali celebrando quel ragazzino capace di incantare le platee locali fino a entrare, ancora minorenne, nel giro della nazionale maggiore. Lainez è cresciuto in provincia e prima ancora di sapere camminare, come racconta il padre in un'intervista rilasciata al sito MedioTiempo, ha imparato a calciare il pallone. Cresciuto nel mito di Cuauthemoc Blanco, il talento messicano ha costretto la famiglia a emigrare a Città del Messico per coronare il sogno di vestire i colori americanistas. Nella capitale messicana ha bruciato le tappe, giocando nelle selezioni giovanili della società praticamente sotto età. 

Nonostante un fisico non particolarmente formato, Lainez ha saputo supplire a questa mancanza sviluppando una tecnica di base perfetta e lavorando molto sullo spunto in velocità. Quando parte palla al piede è difficile fermarlo, come testimoniano le statistiche maturate in Liga MX secondo le quali è lui il calciatore ad aver fatto ammonire più avversari nel corso dell'anno solare 2018.



La scorsa stagione è stata fondamentale per compiere un'ulteriore step di crescita: oltre a essersi conquistato stabilmente una maglia da titolare con le Aguilas, ha giocato da protagonista il Torneo di Tolone e, a settembre, Ricardo Ferretti gli ha regalato l'esordio assoluto con la Tricolor nel finale di un'amichevole contro l'Uruguay. Lainez è pronto per spiccare il salto definitivo in Europa: l'Ajax lo avvicina e trova l'accordo, ma quando il Betis gli propone la Liga come palcoscenico e Quique Setien come formatore, la joya messicana non ha dubbi e acquista subito un biglietto aereo per l'Andalusia. 

Il Betis lo ha pagato 14 milioni di euro e lo ha subito aggregato alla prima squadra, precludendogli però l'esordio a San Sebastian a causa di un errore di maglia. Lainez voleva la 25, ma la federazione ha bloccato la scelta perché per regolamento non si possono scegliere numeri superiori all'effettivo totale di giocatori iscritti in rosa. Così, per evitare errori che avrebbero portato a probabili sanzioni, il Betis ha preferito non schierarlo in campo e rimandare il suo esordio al match casalingo vinto contro il Girona, dove l'ex Club America è stato abbracciato da tutto il Benito Villamarin. Un battesimo che lui stesso ha definito emozionante da parte di una delle tifoserie più calde d'Europa. Il che, per un messicano, equivale a sentirsi a casa propria.

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