Neymar da Silva Santos Junior è nato a Mogi das Cruzes,
in provincia di Sao Paulo, il 5 febbraio del 1992. Ha cominciato a
giocare a calcetto con il Sao Vicente. E nel 2004, all’età di dodici
anni, è passato al Santos. Lo scorso 7 marzo ha esordito nel campionato
paulista giocando contro l’Oeste (12ª giornata): il tecnico Vagner
Mancini l’ha fatto entrare al 14’ del secondo tempo al posto di
Mauricio Molina.
Il Santos ha vinto 2-1 e Neymar ha sfiorato un gol. Sei giorni dopo,
Vagner Mancini l’ha mandato in campo, all’inizio della ripresa, nella
sfida casalinga con il Paulista (1-1). E alla terza apparizione nel
calcio professionistico, il 15 marzo, allo stadio “Vila Belmiro”,
Neymar è partito titolare contro il Mogi Mirim (3-0) e ha segnato la
sua prima rete. E’ stato fra i migliori anche contro il Corinthians
(1-0) e ha festeggiato il suo secondo gol il 25 marzo nella gara con il
Santo Andrè (3-0).
Il ragazzo è uno dei nuovi simboli del “futbol bailado” e ha già ricevuto gli elogi di O’Rei,
che si riconosce in questo ragazzo dal fisico ancora esile, ma dalla
tecnica formidabile. Ha la faccia da adolescente e porta l’apparecchio
per i denti. Neymar vale un tesoro ed è stato al centro di un intrigo:
il 40% del suo cartellino, infatti, apparteneva al “Groupo Sonda”,
una società di investitori che aveva scommesso sulle fortune di questa
straordinaria seconda punta, capace di accarezzare il pallone in modo
speciale e di divertire il pubblico.
Il Santos ha trovato un accordo per acquisirne il pieno controllo,
spendendo quasi cinque milioni di euro. Una mossa importante per
diventare l’unico proprietario del giovane under 18 più corteggiato in
Sudamerica. Neymar ha lo stile e il tipo di gioco di Robinho, altro
prodotto uscito dalla scuola del Santos (104 partite e 44 gol). Gestito
dal procuratore Wagner Ribeiro, lo stesso agente che cura gli
interessi di Robinho, ha un contratto fino al 2014 e il club di Sao
Paulo ha fissato il prezzo della clausola di rescissione intorno ai
trenta milioni di euro.
Le sue caratteristiche? Destro naturale, normolineo (174 cm x 54 kg)
esile ed elastico, Neymar è in grado di agire sia come seconda punta
che come trequartista. Non disdegna neppure partire dall’esterno, dove
può esibirsi in ubriacanti dribbling volti ad infiammare la torcida
oppure cercare il fondo per il cross. Bene anche per vie centrali: la
visione di gioco, anch’essa sopra la media, gli permette di inventare
gustosi assist per i compagni, e può inserirsi con facilità in area
partendo da dietro. Capace anche da fermo, vista l’abilità nel calciare
le punizioni e la fredezza dal dischetto (grande esecutore della
cosiddetta «paradinha», recentemente bandita dalla FIFA). Bagaglio
tecnico di prim’ordine, a dispetto di un’altezza tutto sommato
contenuta può vantare un ottimo colpo di testa, e pur essendo destro il
mancino non pare di molto inferiore al piede prediletto. E fa tutto
questo a velocità supersonica.
Passava per un fenomeno già ai tempi in cui giocava a calcetto: è
cresciuto con l’etichetta di bambino prodigio, ma ha sopportato sempre
senza ansie il peso delle pressioni e delle aspettative. «Può diventare
anche più bravo di me», ha dichiarato Pelè.
Pubblicato su Calcio Sudamericano
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