Nato il primo settembre del 1992 Sebastian Augustin Gallegos Berriel
è uno dei nomi nuovi di calcio uruguagio sempre più alla ricerca di
talenti capaci di riportare una nazione bi-campione Mondiale sul tetto
del mondo.
Tira i primi calci ad un pallone nel Triente ma già da quando era
poco più che un bambino il suo nome inizia a girare con insistenza nel
suo paese e viene visionato dagli osservatori dei principali club
uruguagi.
Dapprima a farsi sotto con grande insistenza sono Penarol e
Nacional, che paiono disposte a fare di tutto per assicurarsi le
prestazioni di quello che molti in patria definiscono il nuovo
Schiaffino. Poi, però, il ragazzo decide di approdare al Danubio,
squadra di cui è sempre stato tifoso, dove comincerà a mettersi in
mostra sin dalla tenera età di 12 anni.
Nel giugno 2007, ancora quindicenne, verrà quindi contattato dai
dirigenti del Barcellona, i cui osservatori, sparagliati in ogni angolo
del mondo, erano letteralmente rimasti stregati dai colpi di classe
del ragazzo. Portato in fretta e furia in Catalogna, quindi, supera
brillantemente ogni provino e gli viene offerto un contratto che gli
permetterebbe di entrare a far parte di una cantera prestigiosa come
quella blaugrana.
Intoppi sorti proprio in fase di definizione del contratto – suo padre, che gli fa da agente, rifiuta l’offerta in quanto che comprendeva la possibilità di trasferirsi solo per i genitori ed escludeva i fratelli del ragazzo -, però, bloccano il suo passaggio in Spagna, che viene così solo rimandato, come vedremo.
Intoppi sorti proprio in fase di definizione del contratto – suo padre, che gli fa da agente, rifiuta l’offerta in quanto che comprendeva la possibilità di trasferirsi solo per i genitori ed escludeva i fratelli del ragazzo -, però, bloccano il suo passaggio in Spagna, che viene così solo rimandato, come vedremo.
Sebastian intanto continuerà per tutto l’anno seguente a distribuire
perle di classe e colpi di genio sia sui campi nazionali che
internazionali. Il suo talento, infatti, non sfugge ai tecnici federali
uruguaiani che decidono di convocarlo in nazionale under 16.
Nell’estate 2008, quindi, si fanno sotto Atletico Madrid ed Udinese
(squadra come al solito attentissima a scovare i migliori talenti in
ogni parte del mondo, come abbiamo già potuto notare più volte, come
nel recente caso di Wilson Cuero). I due club, però, vengono frustrati
dall’esorbitante richiesta del Danubio: Arturo Del Campo, presidente
del club, chiede infatti ben 15 milioni di euro per il suo cartellino,
così che i dirigenti di entrambi i club europei tornano mestamente a
casa con un nulla di fatto.
Questa sparata pare fosse influenzata dalle prestazioni notevoli che
il giocatore aveva poco prima regalato con la maglia della
rappresentativa Celeste under 16: nel maggio precedente, infatti, aveva
indossato quella casacca per tre volte (contro Argentina, Cile e
Bolivia) mettendo a segno tre reti ed offrendo due assist ai compagni.
Uno score sicuramente notevole, ma che non può certo giustificare una
richiesta tanto folle per un ragazzino in così tenera età.
Dopo l’esperienza con l’under 16, quindi, viene promosso nell’under
17, squadra con la quale disputa un ottimo Sudamericano: forma infatti
una coppia devastante con Gonzalo Barreto, suo compagno nel Danubio (e
giocatore già acquistato dalla Lazio) e contribuisce fattivamente al
terzo posto finale della sua squadra, che vale l’approdo ai Mondiali.
Mondiali che l’Uruguay sta tutt’ora disputando ed in cui lui, ancora
una volta, si sta mettendo in bella mostra. Due goal in tre partite,
infatti, e qualificazione agli ottavi ottenuta. In più la soddisfazione
di essere stato l’unico giocatore capace di rendersi realmente
pericoloso nell’ultimo match del girone, quello giocato contro gli
Azzurrini.
Abbiamo però saltato un passaggio importante. Anzi, fondamentale.
Tra il Sudamericano ed il Mondiale under 17, infatti, Gallegos compie quel salto tanto sognato: lo scorso giugno i dirigenti Colchoneros tornano a bussare alla porta de La Franja, come viene soprannominato in patria il Danubio. Questa volta, però, Del Campo viene a più miti consigli, dimezzando la richiesta avanzata un anno prima.
Gallegos, quindi, si trasferisce nella capitale spagnola per una cifra pur sempre notevole: 7, infatti, sono stati i milioni pagati dall’Atletico per assicurarsi le prestazioni di Sebastian, oggi aggregato alla squadra B (dove ha trovato un altro suo giovane connazionale recentemente acquistato dai madridisti: Leandro Cabrera).
Tra il Sudamericano ed il Mondiale under 17, infatti, Gallegos compie quel salto tanto sognato: lo scorso giugno i dirigenti Colchoneros tornano a bussare alla porta de La Franja, come viene soprannominato in patria il Danubio. Questa volta, però, Del Campo viene a più miti consigli, dimezzando la richiesta avanzata un anno prima.
Gallegos, quindi, si trasferisce nella capitale spagnola per una cifra pur sempre notevole: 7, infatti, sono stati i milioni pagati dall’Atletico per assicurarsi le prestazioni di Sebastian, oggi aggregato alla squadra B (dove ha trovato un altro suo giovane connazionale recentemente acquistato dai madridisti: Leandro Cabrera).
Fisico minuto, estro in quantità, talento da vendere, naturalezza ed
armonia nei movimenti, fantasia ed inventiva smisurate, buon dribbling
e, soprattutto, una frustata nel piede capace di mettere in difficoltà
qualsiasi portiere.
Nato terzino sinistro venne poi spostato diversi metri più avanti nel corso degli anni per sfruttare la sua inventiva ed oggi può giocare sia trequartista che esterno offensivo. E sembra essere proprio defilandosi che, oggi, possa riuscire a dare il meglio di sè.
Nato terzino sinistro venne poi spostato diversi metri più avanti nel corso degli anni per sfruttare la sua inventiva ed oggi può giocare sia trequartista che esterno offensivo. E sembra essere proprio defilandosi che, oggi, possa riuscire a dare il meglio di sè.
Dove possa arrivare questo giocatore dal talento assoluto e
cristallino è difficile dirlo e non avendo la sfera magica capace di
predire il futuro non posso certo sbilanciarmi.
Ciò che va sicuramente detto, però, è che le potenzialità di questo
giocatore sono notevoli e che se saprà continuare la crescita
esponenziale avuta sin qui sentiremo sicuramente parlare di lui molto
presto anche ad alti livelli. Perché già oggi Gallegos è un giocatore
capace di fare le onde tra i pari età, tutto sta nel vedere se sarà capace di fare altrettanto anche ai massimi livelli.
Paragoni importanti, come quelli riportati nel titolo, sono stati
sprecati per lui, ma personalmente preferisco sempre andarci molto
cauto. In Uruguay lo definiscono il nuovo Schiaffino, a Madrid si
aspettano di aver trovato il nuovo Aguero (non tanto come
caratteristiche quanto per il potenziale assoluto che questo ragazzo
dimostra di avere).
Nel Sudamericano che si sta disputando in Perù, Gallegos ha alternato
alti e bassi, con buone giocate pur essendo inserito in un contesto
poco tecnico. Questa ‘Celeste’ infatti, è meno talentuosa delle
precedenti nonostante abia discreti giocatori soprattutto nell’11
titolare.
Vedremo, quindi, se i soldi spesi per lui varranno la candela o
meno. Se, insomma, riuscirà a tenere fede ai paragoni importanti spesi
per lui o se non riuscirà a trovare una sua dimensione ai vertici del
calcio e si dovrà accontentare di una carriera più modesta di quelli
che molti gli accreditano.
Pubblicato su Calcio Sudamericano
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