Nato a Maracaibo, città situata nel nord est del Venezuela, Orozco
inizia a muovere i primi passi nella squadra locale del Beracasa presso
il Centro Gallego, dove in pratica percorre tutta la trafila delle
giovanili. Dato il suo potenziale, Orozco non ci mette molto a farsi
prima notare, e poi mettere sotto contratto, dall’ Unión Atlética
Maracaibo che lo blinda per 4 anni; nel primo anno viene mandato a farsi
le ossa nella seconda squadra ma, nel 2008, l’Uniòn lo porta
stabilmente in prima squadra, dove il ragazzo collezione una ventina di
presenza, attirando le prime grandi attenzioni su di se.
Ed ecco, puntuale come sempre, il treno che ti capita una volta sola
nella vita: Orozco lo prende al volo e, nel 2009, si trasferisce allo
Zulia dove, a dispetto della giovane età, diventa subito una pedina
importante ed il perno del centrocampo; in un’annata mette insieme 40
gettoni presenza, non segna mai nonostante le sue caratteristiche lo
portino a frequenti inserimenti ma incarta una dozzina di assist per i
compagni, contribuendo alla positivissima stagione del suo nuovo club. I
suoi progressi in campo lo portano alla chiamata da parte della
selección sub-19 del Venezuela, ma l’esperienza dura poco perchè dopo
appena due presenza la Nazionale Sub’20 lo sequestra per disputare il
Sudamericano, l’ultimo passo verso il salto in Europa.
Nella fase a gruppi, neanche a dirlo, è uno dei migliori della
‘vinotinto’, abbinando qualità e quantità; inoltre segna uno dei gol più
belli del torneo, con un’azione personale conclusa con un tiro esploso
all’incrocio dei pali. Durante il ritiro spunta il Wolfsburg, che sborsa
per il cartellino circa 750.000 € e, probabilmente, si assicura uno dei
centrocampisti più di prospettiva del panorama mondiale.
Ma perchè Orozco piace tanto agli addetti ai lavori? E’ un giocatore
molto basso (164 cm), mancino, che gioca prevalentemente e
preferibilmente dietro le punte, soprattutto quando davanti ha un solo
centravanti che lo aiuta a sfruttare la sua velocità. La sua versatilità
gli permette di adattarsi molto a qualunque schema che richieda un
regista avanzato, non intaccando di una virgola il suo rendimento.
Potremmo dire che Orozco rientra nella categoria dei giocatori con la
cosiddetta “sindrome del giocoliere”, sempre pronto al passaggio
spettacolare, ad un controllo di palla elegante e, soprattutto,
all’ultimo passaggio vincente. Yohandry è un giocatore dalla tecnica
individuale molto ‘pulita’, capace di cambi di ritmo improvvisi che
colgono di sorpresa gli avversari e permettono alla sua squadra di
ribaltare velocemente l’azione; rende meglio quando gli si affida la
gestione della palla, partecipa alla costruzione del gioco in prima
persona e, quando è in pressione, non tira indietro la gamba dimostrando
un’ottima soglia della sofferenza fisica.
Altra specialità della casa, il passaggio smarcante alto in
profondità, che il ragazzo esegue in diverse occasioni mandando spesso e
volentieri in rete un compagno come in campionato ha fatto più volte.
Insomma Yohandry sembra un ottimo centrocampista in ottica futura; la
Bundesliga non potrà che aiutarlo e dargli quell’esperienza in più che
potrà mettere a disposizione della ‘vinotinto’, sempre più alla ricerca
di grandi talenti come lui.
Pubblicato su Calcio Sudamericano
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