giovedì 26 aprile 2012

Yohandry Orozco, la scoperta del Wolfsburg


Nato a Maracaibo, città situata nel nord est del Venezuela, Orozco inizia a muovere i primi passi nella squadra locale del Beracasa presso il Centro Gallego, dove in pratica percorre tutta la trafila delle giovanili. Dato il suo potenziale, Orozco non ci mette molto a farsi prima notare, e poi mettere sotto contratto, dall’ Unión Atlética Maracaibo che lo blinda per 4 anni; nel primo anno viene mandato a farsi le ossa nella seconda squadra ma, nel 2008, l’Uniòn lo porta stabilmente in prima squadra, dove il ragazzo collezione una ventina di presenza, attirando le prime grandi attenzioni su di se.
Ed ecco, puntuale come sempre, il treno che ti capita una volta sola nella vita: Orozco lo prende al volo e, nel 2009, si trasferisce allo  Zulia dove, a dispetto della giovane età, diventa subito una pedina importante ed il perno del centrocampo; in un’annata mette insieme 40 gettoni presenza, non segna mai nonostante le sue caratteristiche lo portino a frequenti inserimenti ma incarta una dozzina di assist per i compagni, contribuendo alla positivissima stagione del suo nuovo club. I suoi progressi in campo lo portano alla chiamata da parte della selección sub-19 del Venezuela, ma l’esperienza dura poco perchè dopo appena due presenza la Nazionale Sub’20 lo sequestra per disputare il Sudamericano, l’ultimo passo verso il salto in Europa.

Nella fase a gruppi, neanche a dirlo, è uno dei migliori della ‘vinotinto’, abbinando qualità e quantità; inoltre segna uno dei gol più belli del torneo, con un’azione personale conclusa con un tiro esploso all’incrocio dei pali. Durante il ritiro spunta il Wolfsburg, che sborsa per il cartellino circa 750.000 € e, probabilmente, si assicura uno dei centrocampisti più di prospettiva del panorama mondiale.
Ma perchè Orozco piace tanto agli addetti ai lavori? E’ un giocatore molto basso (164 cm), mancino, che gioca prevalentemente e preferibilmente dietro le punte, soprattutto quando davanti ha un solo centravanti che lo aiuta a sfruttare la sua velocità. La sua versatilità gli permette di adattarsi molto a qualunque schema che richieda un regista avanzato, non intaccando di una virgola il suo rendimento. Potremmo dire che Orozco rientra nella categoria dei giocatori con la cosiddetta “sindrome del giocoliere”, sempre pronto al passaggio spettacolare, ad un controllo di palla elegante e, soprattutto, all’ultimo passaggio vincente. Yohandry è un giocatore dalla tecnica individuale molto ‘pulita’, capace di cambi di ritmo improvvisi che colgono di sorpresa gli avversari e permettono alla sua squadra di ribaltare velocemente l’azione; rende meglio quando gli si affida la gestione della palla, partecipa alla costruzione del gioco in prima persona e, quando è in pressione, non tira indietro la gamba dimostrando un’ottima soglia della sofferenza fisica.
Altra specialità della casa, il passaggio smarcante alto in profondità, che il ragazzo esegue in diverse occasioni mandando spesso e volentieri in rete un compagno come in campionato ha fatto più volte. Insomma Yohandry sembra un ottimo centrocampista in ottica futura; la Bundesliga non potrà che aiutarlo e dargli quell’esperienza in più che potrà mettere a disposizione della ‘vinotinto’, sempre più alla ricerca di grandi talenti come lui.

Pubblicato su Calcio Sudamericano

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