Nuova Euro-figuraccia del Napoli di Walter Mazzarri che esce dalla ‘Dnipro Arena’ con un'altra sconfitta in Europa League. Un 3-1 che non ammette rimpianti in campo (semmai ce ne sarebbero fuori dal rettangolo di gioco) e che la dice lunga sulle aspettative riposte dalla società in questa competizione: forse però qualcuno dovrebbe pensare anche ai tanti tifosi prima di mandare in campo una squadra totalmente allo sbando in Europa.
Napoli in campo con un inedito 3-4-2-1: in
difesa davanti a Rosati ci sono Gamberini, Fernandez ed Aronica, in
mediana Dossena e Mesto sugli esterni mentre in mezzo spazio a Donadel e
Dzemaili con davanti Zuniga e Insigne a supporto di Vargas. La
formazione ucraina invece si schiera con un classico 4-4-2 dove pesa
l’assenza della stellina Konoplyanka e con il bomber Kalinic che non
parte dal primo minuto. La fase offensiva passa per i piedi di Giuliano,
mentre il peso dell’attacco è affidato a Seleznyov.
Inizio da incubo per i partenopei che dopo un
minuto sono già in svantaggio sulla prima palla inattiva: punizione
dalla destra di Rotan, mischia in area risolta da Fedetskyi che batte
Rosati. Il Napoli prova a reagire, ma la fase offensiva partenopea è
molto sterile perché Insigne e Vargas non riescono mai a pungere e i
centrocampisti raramente accorciano.
In chiusura della prima
frazione arriva la mazzata che in pratica indirizza definitivamente il
match: Matheus beffa un incerto Rosati in uscita e mette dentro il
pallone del 2-0. Il primo tempo si chiude con un Napoli che non ha mai
dato l’impressione di poter far paura alla formazione ucraina, molto ben
messa in campo e accorta nelle ripartenze.
L’inizio della ripresa non è tanto differente
dal copione visto nei primi 45 minuti: il Napoli prova in maniera
sterile a fare gioco, ma è il Dnipro a rendersi più pericoloso. Mazzarri
al 52’ decide di fare fuori Dossena e Vargas, ed inserisce Cavani e
Pandev. Il Matador dopo soli cinque minuti si rende subito pericoloso,
colpendo un palo con una torsione di testa.
Gli ucraini
continuano a costruire e al 62' sfiorano il tris: azione strepitosa di
Kalinic che salta tutti come birilli e dopo aver superato anche Rosati
colpisce il palo a porta quasi vuota. E' il preludio al terzo goal, che
arriva al 64’: Giuliano chiude virtualmente il match realizzando dopo un
retropassaggio sbagliato di Zuniga.
L’ingresso di Cavani sembra
aver risvegliato un pochino il Napoli, che riesce ad avere maggior peso
in attacco contro una retroguardia di certo non impeccabile. Ad un
quarto d’ora dalla fine è proprio il ‘Matador’ a procurarsi e a
trasformare il rigore del 3-1, ma le ultime speranze di rimonta dei
partenopei si spengono sui guantoni di Lastuvka.
La qualità dalla mediana in su del Dnipro è
per palati fini: Rotan sforna assist in continuazione, Matheus e
Giuliano hanno tecnica e classe superiori alla media e con la loro
velocità mettono in crisi la retroguardia partenopea (certamente non
impeccabile). E dire che mancava la stellina di questa squadra, il
numero 10 Konoplyanka, sennò per Mazzarri gli incubi sarebbero stati
maggiori.
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