Son ormai passate due settimane dalla fine del Brasileirão 2012, ma le immagini del Fluminense campione sono ancora nitide. Davanti ai nostri occhi la festa del Tricolor Carioca,
che bissa il successo ottenuto nel 2010 grazie ad una spettacolare
cavalcata.Dall’altra parte, come ignorare le lacrime dei tifosi del Palmeiras? L’Alviverde è retrocesso, dopo aver vinto la Copa do Brasil,
inanellando una serie negativa da urlo. E poi il Santos, Neymar, il
Corinthians al Mondiale per Club. Abbiamo parlato di tutto questo con Massimo Callegari, giornalista esperto ed amante viscerale del Sudamerica attualmente commentatore per Sportmediaset dopo il suo passato a Sportitalia.
Buonasera Massimo. Come esperto di
calcio sudamericano siamo felicissimi di ospitarti sulle nostre pagine
per parlare di Brasile e del campionato appena concluso. La prima
domanda sorge spontanea, e riguarda i campioni. Ti aspettavi un
Fluminense così devastante?
Grazie a voi. Durante la Libertadores
si era visto che il Flu era solido, con giocatori esperti e di qualità.
La vera sorpresa è stata la continuità, che ha fatto la differenza…
Uno dei segreti di questo Flu è sicuramente seduto in panchina. Quanto ha inciso la preparazione e il carisma di Abel Braga su questo titolo?
E’ stato decisivo, ma ancor più lo è
stata la fiducia incondizionata in lui da parte della società. Non a
caso Corinthians e Fluminense sono le squadre brasiliane più vincenti
dell’ultimo triennio: più di tutte hanno dato continuità a un progetto
tecnico e sostenuto l’allenatore, come raramente succede in Brasile.
Il Tricolor Carioca ha
vinto grazie anche ad una rosa “con molti petali” a disposizione. Chi
sono stati a tuo avviso i migliori dell’annata? In vista della
Libertadores, credi che la società opererà sul mercato nell’intento di
portare finalmente la coppa a Rio de Janeiro?
Fred su tutti, bomber e leader vero. E
poi il difensore centrale Gum e il centrocampista Jean. Prevedere le
mosse di mercato dei club brasiliani (in entrata e in uscita) è sempre
molto azzardato. Servirebbe un altro giocatore rapido e tecnico nel
reparto offensivo.
E’ stato un 2012 camaleontico per parecchie squadre. L’Atletico Mineiro, con un Dinho
rinato, torna in Libertadores dopo aver ottenuto un ottimo secondo
posto mentre al terzo si stanzia un Gremio sorprendente. Poi il San
Paolo e la delusione Vasco. Quali sono stati i fattori decisivi a
delineare questa classifica?
L’Atletico Mineiro è la squadra con la
qualità media più alta del torneo. Può mantenersi al top perché oltre a
Ronaldinho e giocatori esperti ma non anziani come Jo e Rever, ha
giovani come Bernard e Marcos Rocha che possono ancora crescere. Il
Gremio invece ha goduto degli ultimi lampi di carriera di Ze Roberto,
Gilberto Silva ed Elano e del santone Luxemburgo in panchina: non sarà
facile ripetersi. Il San Paolo è cresciuto nella fase finale, in
concomitanza con la Coppa Sudamericana, ed è un grande merito. Senza
Lucas però perderà talento e qualità in attacco. Infine il Vasco: era
andato oltre le sue possibilità, in Libertadores è stato a un passo
dalle semifinali con un organico limitato e troppo dipendente da
Juninho.
Dalle stelle alle stalle. Il 2012 iniziò con il trionfo in Copa do Brasil, ma il Palmeiras alla fine è retrocesso? Cosa è successo al Verdào? E da dove ripartire per il pronto riscatto?
L’ambiente non era preparato ad
affrontare queste difficoltà. Giocatori fondamentali come Valdivia hanno
saltato per l’ennesima volta gran parte della stagione e anche Scolari
ha faticato a gestire i momenti di difficoltà. Va allestita una squadra
umile e consapevole che la risalita non sarà facile, anche perché
mancherà un simbolo carismatico come il portiere Marcos, che si è appena
ritirato.
Non è paradossale che una squadra
retrocessa possa giocare la Coppa Libertadores? Come dovrà essere
gestita una situazione del genere?
Più che paradossale credo sia
affascinante. Sarà uno stimolo per l’ambiente a non sentirsi tagliato
fuori dai grandi palcoscenici e per la società a costruire un organico
di alto profilo.
Rimaniamo a San Paolo, sponda
Santos. In Brasile i bianconeri sono stati spesso additati come
Neymar-dipendenti. Sei d’accordo con questa etichetta?
Certo, è evidente e comprensibile.
Neymar è un talento spaventoso e con il pallone tra i piedi va al doppio
degli avversari senza palla. C’è troppa differenza tra lui e gli altri.
La Nazionale Olimpica e maggiore lo ha sfruttato all’inverosimile e il
Santos ci ha rimesso.
Ci dai la tua squadra rivelazione del 2012 e la delusione, quella da cui ti saresti aspettato di più?
Il Botafogo non è stato una rivelazione
assoluta ma è andato comunque oltre le aspettative, soprattutto per la
qualità offensiva limitata rispetto alle altre grandi. Le delusione,
troppo facile: il Palmeiras.
Brasileirao fucina di talenti. Chi il miglior giovane dell’anno?
Bernard e Lucas.
Un pronostico secco sul Mondiale per Club. Il Corinthians può trionfare?
Il Chelsea è nettamente favorito. Il Corinthians è solido ed
equilibrato come il San Paolo del 2005 e l’Inter del 2006 ma ha meno
talento in avanti e gioca a ritmi più bassi.
Fanta-mercato: Massimo Callegari in versione Direttore Sportivo porterebbe in Italia….?
Paulinho. Ha tutto per imporsi nel
nostro calcio: senso tattico, tempismo nell’inserimento, qualità in zona
gol, colpo di testa e forza fisica. Sarebbe perfetto per l’Inter che lo
segue da tempo ma anche per la Roma di Zeman (fanta-mercato, appunto).
Non è calcio, ma cronaca. La città di San Paolo ed il Morumbì
sono stati teatro di una delle vergogne più grandi della storia di
questo Continente. Un tuo pensiero a due giorni dalla folle finale di
Coppa sudamericana?
Un’immagine vergognosa e d’altri tempi
per il calcio sudamericano, il segno di una distanza organizzativa e
culturale purtroppo evidente rispetto al modello europeo (inglese,
tedesco e spagnolo in particolare).
A margine del campionato c’è stato
l’avvicendamento di Mano Menezes sulla panchina della Nazionale
verdeoro. Al suo posto Scolari, un ritorno che rievoca dolci ricordi.
Sei d’accordo con la decisione della federazione o Mano meritava di
giocarsi i Mondiali del 2014?
Menezes ha lavorato male e senza progettualità. Che senso aveva
convocare Ronaldinho mentre si costruiva la squadra per Olimpiadi 2012 e
Mondiali 2014? In Coppa America aveva già deluso, è stato giusto non
puntare su di lui, sarebbe stato divorato dalla pressione. La scelta di
Scolari è arrivata sulla spinta delle forti pressioni popolari e dei
tifosi. C’erano poche alternative, ma rispetto alla nazionale che lui
allenò nel 2002 questa andrà più “allenata” e meno “gestita” perché non
ci sono giocatori così formati e così forti come allora Ronaldo,
Rivaldo, Cafu, Roberto Carlos… Per valori tecnici, in questo momento, il
Brasile non è il mio favorito per il Mondiale: Germania e Spagna sono
più forti.
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