venerdì 14 dicembre 2012

SPECIALE - Copa Sudamericana 2012: il meglio, il peggio ed i protagonisti. La Top 11 di GT e i migliori giovani in evidenza


La Copa Sudamericana 2012 volge al termine non senza strascichi polemici. Dopo aver sentito e letto molto, forse troppo, riguardo alla finale giocata da Tigre e San Paolo è arrivato il momento di tirare le somme. Il primo fatto interessante da evidenziare è come in finale sia tornato il duello Brasile - Argentina, che dopo un anno di pausa (il 2011, quando vinse l'Universidad de Chile) si ripete. Ancora una volta Davide contro Golia: nel 2010 il colosso Independiente battè il Goiàs, mentre in questa edizione il San Paolo - ad oggi - ha avuto la meglio sulla rivelazione Matadòr.


IL MEGLIO - Le due finaliste davanti a tutti. Il San Paolo trova un trionfo fuori dai confini dopo parecchi anni, e lo fa mietendo vittime illustri sfoderando un gioco a tratti devastante ma comunque sempre lineare e piacevole. Dopo aver superato il barrege nazionale, infliggendo l'eliminazione al Bahia, il Tricolòr Paulista elimina agli ottavi una pericolosissima LDU Loja. Gli ecuadoregni, che meritano una menzione per il cammino iniziato dalla fase preliminare, sono un ostacolo difficile da superare. Missione compiuta, grazie all'1-1 ottenuto in Ecuador prima del ritorno al Morumbì, terminato 0-0. Ai quarti arriva il capolavoro: l'attaccante classe 1992 Willian Josè segna una strepitosa doppietta che permette al San Paolo di espugnare Santiago del Cile, dove i campioni in carica della U de Chile escono dal campo con le ossa rotte. Il ritorno in Brasile è accademia pura, un 5-0 rotondissimo a cui partecipano Toloi, Lucas Moura, Luis Fabiano e Jadson con una strepitosa doppietta. In semifinale altro ostacolo cileno, l' Universidad Catolica, contro la quale i ragazzi di Ney Franco ripetono la doppia prestazione messa in scena contro la Loja. A San Paolo finisce 0-0, a Santiago ci pensa di nuovo Rafael Toloi a sbloccare una partita serratissima poi ripresa dal centravanti 19enne Nicolas Castillo. La finale è poi storia: lo 0-0 di Buenos Aires, il 2-0 nei primi quarantacinque minuti del Morumbì. Argentinos, Deportivo Quito, Cerro Porteño e Millonarios: sono queste le quattro vittime del Tigre, partito con Rodolfo Arruabarrena in panchina e arrivato in finale grazie al capolavoro tattico di Nestor Gorosito a Bogotà. Ma la partita migliore è quella della Bombonera contro il Deportivo Quito: il Matadòr arrivava da un pesante 2-0 in Ecuador, ma davanti ai suoi sostenitori gli Azulgrana sfoderano una prestazione che non ti aspetti. Un 4-0 roboante maturato in gran parte nel finale con i gol di Donatti, Diaz e Botta che suggellano un'impresa epica, iniziata all'11° dalla Lechuga Ezequiel Maggiolo.

PROMOSSE - Universidad Catolica e Millonarios hanno fatto tanto, spesso bene, ma hanno mancato il momento clou della qualificazione. In ogni caso entrambe sono andate oltre le aspettative, soprattutto i colombiani che hanno saputo affrontare due competizioni con successo, raggiungendo la semifinale di coppa e la finalissima in campionato. Da sottolineare anche la campagna della matricola ecuadoregna LDU Loja: qualificatasi per caso lo scorso semestre ai danni della ben più celebre LDU Quito, la Liga ha eliminato prima i venezuelani del Monagas per poi prendersi il lusso di cacciare fuori dalla Sudamericana il colosso uruguagio Nacional. La corsa si è poi interrotta contro i futuri campioni, ma per essere l'esordio assoluto in una competizione continentale non ci si può lamentare. Bene anche il Gremio, il Cerro Porteño e l'Independiente. I Diablos Rojos, in crisi di risultati in campionato, si fermano ai quarti eliminati dalla U Catolica parecchio fortunata.

DIETRO LA LAVAGNA - Ancora una volta, in prima linea, il movimento calcistico uruguagio. Il Liverpool è quello che ha fatto meglio, raggiungendo gli ottavi, ma per il resto è di nuovo un semestre da dimenticare. Il metodo di qualificazione non agevola le compagini charrùa, che oltre ai campioni del Nacional - eliminati, come detto poco prima, dalla Loja - salutano la Sudamericana al primo turno. E' il caso di Danubio e Cerro Largo, eliminate da Olimpia di Asuncion e dai boliviani dell'Aurora. Un posto tra i "cattivi" lo meritano anche i campioni uscenti dell'Universidad de Chile, non tanto per l'eliminazione contro il San Paolo, quanto per il modo in cui è avvenuta soprattutto nella goleada del ritorno. Male, come ormai tradizione, i Paesi meno in ascesa come Venezuela, Bolivia e Perù, anche se questi ultimi pagano la difficile situazione del 2012 per le società, una crisi che ha portato il Descentralizado ad essere posticipato di tre mesi e che ha tagliato le gambe a Leon de Huanuco, Union Comercio, Inti Gas e Universidad de San Martin.

LA TOP 11 - Tanto San Paolo, un pizzico di Tigre ed uno spruzzo delle altre. In porta ci finisce di diritto il portiere meno battuto del torneo, ROGERIO CENI (San Paolo), e davanti a lui - nella nostra difesa a quattro - non cambia molto. Nato difensore centrale, il brasiliano RHODOLFO (San Paolo) si è reinventato laterale destro difensivo con ottimi risultati. Dall'altra parte mettiamo il collega BRUNO CORTES (San Paolo), peperino mancino dall'infaticabile corsa e dall'indiscutibile qualità. Coppia centrale formata dal colombiano PEDRO FRANCO (Millonarios) e dal 30enne MARIANO ECHEVERRIA (Tigre): grinta, agonismo, corsa e centimetri. C'è tutto. Davanti alla difesa spazio a MICHAEL RIOS (Universidad Catolica), metronomo cileno dal gol facile, e DENILSON (San Paolo), arrivato in pompa magna dopo l'esperienza inglese all'Arsenal e diventato subito una pedina insostituibile nello scacchiere tattico di Ney Franco. RUBEN BOTTA (Tigre) e LUCAS MOURA (San Paolo) portano fantasia e qualità a questo undici: il primo è la rivelazione del torneo e piace in Italia al Torino, mentre il secondo è già del PSG ed attende gennaio per trasferirsi in Francia. Sulla destra tocca al capocannoniere del torneo, l'argentino JONATHAN FABBRO (Cerro Porteño), diventato ormai una certezza per la compagine paraguayana. La scelta del centravanti è stata difficile, ma volendo premiare la LDU Loja il numero 9 se lo prende FABIO RENATO (LDU Loja), centravanti brasiliano classe 1982 che in Ecuador sta spaccando letteralmente le porte. Alto, potente, con un grande fiuto per il gol: i successi della Loja passano sopattutto dai suoi piedi.


I 10 MIGLIORI GIOVANI

RUBEN BOTTA - Tigre (ARG) - 1990 - Trequartista 
YULIAN MEJIA - Envigado (COL) - 1990 - Regista 
PEDRO FRANCO - Millonarios (COL) - 1991 - Difensore centrale 
WELLINGTON - San Paolo (BRA) - 1991 - Mediano 
FERNANDO GAIBOR - Emelec (ECU) - 1991 - Centrocampista centrale 
FERNANDO - Gremio (BRA) - 1992 - Centrocampista centrale 
GABRIEL GRACIANI - Colon (ARG) - 1992 - Esterno destro 
CARLOS NUÑEZ - Liverpool (URU) - 1992 - Attaccante 
GONZALO BUENO - Nacional (URU) - 1993 - Esterno sinistro 
NICOLAS CASTILLO - Universidad Catolica (CIL) - 1993 - Attaccante

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