lunedì 25 marzo 2013

CONMEBOL, ROAD TO FIFA WC BRASIL 2014 - L'Argentina dilaga e fa il vuoto, ancora stop per l'Uruguay. Perù, che vittoria nel Clasìco!

Credito: sportmediaset.it

Questa volta non ce n’è. Troppa Argentina per questo Venezuela, che davanti al “tutto esaurito” Monumental si prende tre schiaffi sulla testa e torna a casa con le reni rotte e, forse, con le ambizioni ridimensionate. Un’Argentina perfetta, trascinata da Gonzalo Higuaìn che con la doppietta di stanotte sale a quota nove gol e si prosegue la fuga in cima alla classifica dei cannonieri proprio come la Selecciòn è ormai ad un passo da Brasile 2014.
 
Nell‘undici iniziale c’è Walter Montillo, che nella linea a tre dietro El Pipita va a sistemarsi alla destra di Messi con Lavezzi a fare da raccordo su tutto il fronte dell’attacco. Dopo i primi venti minuti in cui la Vinotinto non concede praticamente nulla, i ragazzi di Sabello iniziano a premere sull’accelleratore, fanno le prove scaldando le mani di Hernandez in un paio di occasioni, poi Leo pesca Higuaìn con un passaggio geniale e la punta del Real Madrid sblocca la partita. Il Venezuela prova a riordinare le idee, puntando spesso sulle ripartenze esterne dove Arango pare poter mettere in difficoltà Zabaleta, ma quando la prima frazione sembra andare in archivio Messi trova un intervento dubbio di Cichero in aria. La mano del difensore venezuelano pare evidente, e Messi dal dischetto non sbaglia la trasformazione.
In pratica la ripresa si gioca solo per regolamento. Farias inizia la girandola di cambi, prova a mischiare le carte soprattutto davanti dove inserisce il Maestrìco Gonzalez (ex River Plate) per sfruttare qualche situazione di calcio piazzato. Sabella, al contrario, rimane fisso sul 4-2-3-1 che modifica solo nel finale con l’ingresso di Maxi Rodriguez per Lavezzi, tra i più spenti per la Selecciòn. A metà ripresa arriva il sigillo finale; a segnarlo è ancora Higuaìn, bravo a terminare un’azione condotta – nemmeno a dirlo – da Messi, che si beve mezza difesa Vinotinto  e smarca il bomber davanti ad Hernandez. Il resto, appunto, è semplice accademia con l’Argentina che vola in testa alla classifica allontanando tutte le inseguitrici, mentre il Venezuela può approfittare dello stop dell’Uruguay rimanendo al quinto posto, utile – ad oggi – per giocarsi uno spareggio.

Credito: stamfordadvocate.com

La penultima volta che Uruguay e Paraguay si erano trovate faccia a faccia era stato un trionfo celeste. Era la finale della Copa America 2011, ma da lì, per la nazionale del maestro Tabarez, sarebbero arrivate quasi solo delusioni. Due, proprio contro i charrúa. E dopo il pari subìto all’andata nel recupero da Ortíz, ancora una volta i paraguaiani strozzano l’urlo in gola agli avversari con un pareggio che sa di beffa.
Sono in 35000, al Centenario, a sostenere Suarez e compagni verso un successo che spingerebbe l’Uruguay più vicino alla qualificazione di quanto non sia ora. Ma il successo non arriva, a causa di uno schieramento accorto e difensivo da parte degli avversari. Il pubblico mugugna, e le occasioni da gol nel primo tempo latitano: la più chiara, un colpo di testa che verso la fine della frazione lo stesso attaccante del Liverpool manda alto da pochi passi, su calcio d’angolo di Lodeiro. Per il resto, l’ansia e il desiderio di vincere frenano la Celeste, che anche nella ripresa tenta, reclama un rigore (netta trattenuta sul neo entrato Cavani in area), ma non sfonda.
Fino all’82′, e alla perla di Suarez. Rete di bellezza assoluta: destro al volo su centro di Lodeiro e Barreto, che in precedenza aveva risposto da campione a Ramírez, battuto. 1-0, incubi scacciati, Celeste in volo verso il Brasile e Paraguay disperato. Ma è tutta un’illusione, perché al minuto 87 il Pajaro Edgar Benítez, cambio azzeccato di Pelusso, fa scendere il gelo sul Centenario sfruttando un erroraccio di Lugano e battendo Muslera a tu per tu con l’ex portiere laziale. La situazione, ora, è chiara: l’Uruguay resta quarto, a +1 dalle assaltanti Venezuela e Cile e pure col pericolo di un rientro del Perú; il Paraguay, invece, riposa sul fondo della classifica a 8 punti, con chance minime di qualificazione.

Credito: fifa.com

Un 5-0 senza appello. Con questo risultato la Colombia batte a Barranquilla la Bolivia, e si porta al secondo posto, subito dietro l’Argentina. La Bolivia rimane invece ultima, a pari punti col Paraguay.
Come riporta il sito della Federcalcio colombiana, prima della sfida del “Metropolitano” Pékerman aveva parlato della gara e della necessità di affrontare al meglio “una squadra che sta crescendo, ordinata e che gioca come una squadra. Qualunque nazionale che giochi come squadra comporta delle difficoltà”.
Il tecnico basco della Verde, Azkargorta, prima della partita aveva dichiarato al quotidiano boliviano El Deber: “Non promettiamo di fare risultato perché diremmo una bugia. Però, posso promettere che dopo la partita di Barranquilla, il tifoso boliviano si sentirà più orgoglioso della sua nazionale”. Evidentemente, poco profetico. La prima marcatura colombiana arriva al 20′ del primo tempo quando Falcao apre in area sulla destra per Cuadrado che, in posizione adelantada come riconoscono gli stessi commentatori colombiani, riesce a mettere in mezzo per il piattone destro di Torres che insacca in rete.
Gli altri gol arrivano tutti nella seconda frazione, quando l’equipo cafetero dilaga ai danni di una Bolivia con seri problemi difensivi. La seconda marcatura porta la firma di Valdés al 50′. James Rodríguez batte una punizione che assomiglia ad un corner corto dalla sinistra, la palla attraversa l’area e viene rinviata in maniera a dir poco sufficiente da un difensore boliviano e per Valdés è un gioco da ragazzi buttarla dentro da due passi. Dodici minuti dopo, è ancora Colombia, stavolta con Gutiérrez che concretizza magistralmente un passaggio filtrante da centrocampo: ancora una volta, la difesa boliviana si è trovata impreparata. Nel secondo tempo Pékerman fa rifiatare Cuadrado, sostituito con Armero, James Rodríguez (Guarín) e Torres (Ramírez). È sempre un monologo Tricolor.
Il 4-0 è opera di Falcao 86′, ma tutta l’azione che ha portato al gol è degna di nota, e sono proprio due dei neo entrati che confezionano l’azione della rete. Dalla sinistra Rodríguez serve Armero che mette al centro per Falcao, il quale anticipa al volo di destro Galarza (subentrato nel secondo tempo ad Arias), siglando il poker cafetero. Ma non è finita, c’è tempo per rendere ancora più amara la trasferta boliviana.
È il 2′ di recupero quando Ramírez, dalla lunetta del centro campo, vede il movimento di Armero che anticipa con un pallonetto l’uscita dell’arquero boliviano, per il cinque a zero finale.

Credito: luizcore.wordpress.com

Solo una vittoria poteva servire al Perú per rilanciare le speranze di qualificazione ai mondiali: e una vittoria, davanti ai 50000 dell’Estadio Nacional di Lima, è arrivata. Il gol di Farfan, a pochi minuti dalla fine, complica e non poco le cose al Cile, al momento fuori dalle prime cinque posizioni.
E pensare che, al termine dei primi 45 minuti, i padroni di casa potevano dirsi soddisfatti di essere ancora sullo 0-0: la squadra di Sampaoli, infatti, gioca una mezzora abbondante ad alti livelli, impadronendosi del centrocampo e sfiorando in due occasioni il gol, trovando però in entrambi i casi Lobatón a salvare sulla linea di porta. La Roja, inoltre, reclama per un calcio di rigore non assegnato da Abal in seguito ad un contatto tra il portiere peruviano e lo juventino Isla al nono minuto di gioco.
Tutt’altra storia la ripresa, quando Markarián inserisce Mariño e vede i suoi migliorare nettamente nel controllo del pallone e arrivare vicino al gol. Tra i padroni di casa fa il suo debutto, entrando al posto di Pizarro, un giovane di cui sentiremo parlare a lungo, Yordi Reyna, già messosi in mostra al Sudamericano Sub-20. L’ultimo quarto d’ora vede entrambe le squadre sfiorare l’1-0, ma a quattro dalla fine è il Perú a festeggiare: Yotùn ruba palla all’altezza del cerchio di centrocampo, avanza e serve Farfan, che resiste ai difensori avversari e, al secondo tentativo, infila la sfera alle spalle di Bravo. Ultimi minuti di tensione e poi il ct della Blanquirroja può ringraziare Dio e dedicare la vittoria all’infortunato Juan Manuel Vargas.

RISULTATI 11/A GIORNATA
Argentina 3-0 Venezuela
Uruguay 1-1 Paraguay
Colombia 5-0 Bolivia
Perù 1-0 Cile

CLASSIFICA
Argentina 23
Colombia 19 *
Ecuador 17 *
Uruguay 13
Venezuela 12
Cile 12
Perù 11
Bolivia 8
Paraguay 8

* Colombia ed Ecuador una gara in meno

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