mercoledì 15 maggio 2013

Dario Benedetto: 1990 - Argentina



Nome: Dario
Cognome: Benedetto
Data di nascita: 27/05/1990
Luogo di nascita: Berazategui (Argentina)
Ruolo: attaccante
Club: Arsenal de Sarandì (Argentina)
Altezza: 175 cm
Peso: 72 kg

Quando si parla di Arsenal de Sarandì tutti storcono il naso. E' la squadra della famiglia Grondona, la più odiata da ogni tifoso di futbòl in Argentina, considerata un giocattolo protetto dalla Federazione nella quale i Grondona nascondono parecchie magagne fiscali. Ma dalle parti del Viaducto si respira calcio; quello vero, organizzato da gente competente e messo in pratica da un genio come Gustavo Alfaro che dalle parti di Sarandì è un'icona per aver portato l'Arse a raggiungere livelli inaspettati.


Quando un anno fa Alfaro ebbe un litigio furioso con Mauro Obolo, l'allora centravanti del club rossoazzurro, molti si interrogarono se era giusto liberarsi del numero 9 per continuare ad andare avanti secondo le leggi dirette del mister. E allora la Lechuga stupisce tutti e nella prima metà del 2012 punta tutto su Dario Benedetto, attaccante prelevato sei mesi dal Gimnasia de Jujuy, un classe '90 che fino ad allora vantava qualche gol in Primera B proprio con il Lobo Jujueño e il Defensa y Justicia. Benedetto nasce trequartista fin dalle giovanili proprio dell'Arsenal, che però fino al gennaio del 2012 ha deciso di non considerarlo come un possibile innesto di prim'ordine, preferendogli sempre altre soluzioni. Lui, argentino di Berazategui, che a livello giovanile ha sempre segnato con regolarità patendo il salto nel calcio "dei grandi", nel quale esordì a fine 2008 in una sconfitta contro il Boca Juniors dove all'ultimo si divorò clamorosamente la palla del pari. Giocava - appunto - sulla trequarti, ruolo ricoperto anche nel Defensa la stagione dopo. A Jujuy arriva la trasformazione definitiva in punta che svaria su tutto il fronte offensivo, segna 7 reti in 13 uscite e quando torna all'Arsenal il tecnico Alfaro decide di tenerselo stretto.

La sua specialità? Il tiro da fuori. In questa stagione Benedetto ha dato il meglio di sè, segnando con continuità sia in campionato che in Copa Libertadores. La sua doppietta all'Atletico-MG - per quanto inutile - ha fatto il giro del mondo; due stilettate di destro, il suo piede preferito, che non hanno lasciato scampo all'estremo brasiliano. Ma Benedetto non è nuovo a gesti balistici di questo calibro, perchè nelle ultime settimane una sua spettacolare doppietta ha condannato il Newell's in quel del Viaducto subito dopo la sua rete più importante, quella segnata al River Plate nell'inferno del Monumentàl.

Un giocatore in ascesa; testa rasata, corsa e agonismo sudamericano uniti appunto, ad un destro terrificante. Un piede caldissimo, che ricorda un po' quello di Fabio Quagliarella, juventino imprevedibile anche se discontinuo. Intanto Benedetto fa parlare di sè e in Sudamerica da qualche tempo vanta diversi corteggiatori importanti come alcune società brasiliane e l'Universidad de Chile, anche se l'unico obiettivo stagionale potrebbe essere quello di terminare in doppia cifra a livello di segnature.  Decisivo in campo, umile fuori: "Ringrazio Dio ogni giorno per quello che mi ha donato - ha dichiarato recentemente - faccio il lavoro più bello del mondo. Non posso chiedere di più". Sante parole.

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