lunedì 20 maggio 2013

SPECIALE - Torino, tempo di bilanci: il pagellone della stagione



Tiriamo un sospiro di sollievo. La stagione è finalmente finita e l'obiettivo minimo è stato raggiunto. Salvezza doveva essere, e salvezza è stata. Il Torino mantiene la categoria acquisita un anno fa con la vittoria per 2-0 in casa contro il Modena, blinda una massima serie che alla vigilia non era un traguardo scontato, e approfittando della penalizzazione del Siena e delle annate storte di Palermo e Genoa i ragazzi di Ventura la sfangano, giocando un buon girone di andata ed un pessimo girone di ritorno. La squadra, questo va detto, ha sempre dato l'impressione di essere unita e coesa con gli intenti del mister; Ventura ha cercato di dare un'identità all'undici che domenicalmente mandava in campo, sbagliando paradossalmente quando verso febbraio i fatidici 40 punti erano quasi fatti. La voglia di giocarsela a viso aperto ha scaturito mazzate e goleade da tutti, con una sola vittoria negli ultimi tre mesi (contro la Lazio su un campo innevato) e la tensione del sentirsi quasi salvi senza mai averne la certezza. Però Giampiero Ventura ha anche alcune colpe: la prima è quella di aver praticamente "mobbizzato" Rolando Bianchi, costantemente relegato a ruolo di comprimario. E' soprattutto per "merito" del tecnico genovese se i tifosi oggi salutano una delle poche persone pulite di questo calcio, un ragazzo che non ha mai lesinato impegno e si è sempre messo a disposizione. Le mancanze di una vera e forte società poi hanno fatto il resto. Urbano Cairo non ha la capacità di gestire una società blasonata come il Torino mantenendola nel posto che la storia gli ha attribuito, e i suoi bracci destri - il ds Petrachi e dg Comi - paiono sempre di più come macchiettine in un enorme barattolo di vernice, ovvero marginali. Ma procediamo coi voti, iniziando con quello di squadra.


SQUADRA, voto 6: salvezza raggiunta con fatica in un campionato che definire mediocre è un complimento. Quint'ultimo posto con 40 punti conquistati (contando la penalizzazione), i ragazzi di Ventura chiudono col decimo attacco e la quindicesima difesa. Numeri appena sufficenti per chiudere in positivo.

GILLET (37 PRESENZE, 3330 MG, 53 GS), voto 6:  la media tra l'8 del girone di andata e il 4 del ritorno. Il portiere belga paga l'improvvisa debàcle della sua difesa, ma in parecchie circostanze è il primo colpevole ripetendo incertezze in sequenza penalizzato anche dalla sua altezza. Passa quindi da apici di bravura, come il rigore parato al Napoli, a errori marchiani, come ad esempio nel 4-3 di Firenze. Lui il prossimo anno molto probabilmente non ci sarà più, sempre che la giustizia sportiva faccia per quello per cui è predisposta.

COPPOLA (1 PR, 90 MG, 2 GS), voto NG: uomo spogliatoio e poco altro. Sentenziato da Almiron e Bergessio senza particolari colpe, era tornato a Torino dopo l'esperienza in Serie B. Potrebbe rimanere: gratis e accettando il ruolo di comprimario.

DARMIAN (30 PR, 2689 MG, 0 G), voto 6: non sarà un fenomeno, ma Darmian ce la mette tutta. Sempre. Terzino destro affidabile, si è giocato il riscatto dal Palermo che il Toro probabilmente eserciterà. Qualche sbavatura, ma jolly prezioso.

 
Danilo D'ambrosio
D'AMBROSIO (28 PR, 1966 MG, 2 G), voto 7: una delle note positive della stagione. Gioca a destra con ottimo profitto, a sinistra meno ma è sempre meglio di chi ricopre il ruolo per vocazione naturale. Due gol importanti nel suo campionato tutto coure e grinta, oltre alla gioia di vestire in più occasioni la fascia di capitano.

OGBONNA (22 PR, 1963 MG, 0 G), voto 5,5: difficile trovare qualcosa di positivo nell'annata di Angelo. Tra infortuni, dichiarazioni spiacevoli, situazione di trasferimento sempre in bilico e amnesie in campo questo ragazzo, fiore all'occhiello del vivaio granata che fu del Toro di Cimminelli, ha allontanato inevitabilmente l'affetto dei tifosi dal suo personaggio. "Sono un professionista", ha dichiarato in tempi non sospetti. A giudicare da quest'annata non è sembrato. Come ogni estate è sul piede di partenza ma paradossalmente, col cartellino svalutato, Cairo potrebbe tenerlo ancora una stagione.

GLIK (32 PR, 2691 MG, 1 G), voto 7: uno dei leader della squadra e piacevole scoperta. Venticinque anni, l'età giusta per raggiungere una maturazione calcistica che il polacco pare aver trovato a Torino. I tifosi lo amano per l'attaccamento e la grinta che non lesina in campo, e lui - a metà col Palermo - ha già fatto sapere che il suo futuro ha un colore solo. Granata.

RODRIGUEZ (22 PR, 1874 MG, 0 G), voto 6,5: gli è mancato solo il gol. Rodriguez è uno di quelli arrivati in estate senza sponsor, da Cesena, dove aveva già dimostrato di essere un coriaceo marcatore made in Peñarol. El Pelado, alto e tatuatissimo, è diventato uno dei talismani di questa squadra, sostituendo più che degnamente Ogbonna quando Angelo ha avuto problemi fisici.

DI CESARE (9 PR, 673 MG, 0 G), voto NG: troppo poche nove uscite, per di più spezzoni, per poter valutare Valerio Di Cesare. A 29 anni ha comunque palesato diversi limiti per la serie A e verrà liberato. I compagni parlano bene di lui come personaggio: ottimo, in un gruppo ci vogliono anche questi trascinatori.

MASIELLO (24 PR, 2014 MG, 0 G), voto 4,5: di lui si ricordano solo errori. Dalle numerose diagonali sbagliate al dribbling suicida del Tardini, l'annata di Masiello è costellata di orrori che provocano malori ad ogni tifoso granata che si rispetti. E' nella top 3 dei peggiori in stagione, ma Ventura - inspiegabilmente - pare non poterne fare a meno.

CACERES (2 PR, 180 MG, 0 G), voto NG: il terzino sinistro di scorta non è ovviamente giudicabile, così come non è giudicabile chi lo ha portato a Torino. Siena e Catania: sono le squadre che hanno avuto l'onore di giocarci contro.

Alessandro Gazzi

GAZZI (34 PR, 2869 MG, 2 G), voto 7: lui sì, grande scoperta. Dolph corre e arpiona palloni fino ad inizio maggio, poi - poco supportato da un modulo troppo faticoso - entra giustamente in letargo e deve rifiatare. La qualità è sempre quella che è, ma la quantità messa a disposizione della causa è stata encomiabile. Due gol per lui, ad Atalanta e Chievo. Nel mirino di Palazzi, potrebbe salutare comunque la compagnia per squalifica.

BRIGHI (23 PR, 1678 MG, 2 G), voto 6: l'unico che inizia male per finire in crescendo. Lento e fisicamente al limite del presentabile, Brighi è reduce da un campionato strano dove all'inizio era inamovibile salvo poi essere "panchinato" per diverso tempo, probabilmente a causa di dichiarazioni "spiacevoli" dove in pratica metteva in dubbio la bontà di chi andava in campo. Prezioso nel finale, assist al bacio per Cerci nel congedo finale contro il Catania

BASHA (21 PR, 1602 MG, 1 G), voto 5,5: giocatore da compitino e basta. Troppo poco per la massima serie. Basha ha giocato relativamente tanto rispetto al suo reale valore, e questo testimonia in pieno il pessimo lavoro fatto dalla società in sede di mercato.

VIVES (25 PR, 1754 MG, 0 G), voto 4,5: come Masiello, quando lo si vede in campo ci si chiede il perchè? Corre, ok, ma dove? Nell'arco di una stagione intera non c'è un solo momento in cui gli si possa fare un apprezzamento. O forse sì, per il gol al volo nell'amichevole con la Cheraschese.

BAKIC (1 PR, 68 MG, 0 G), voto NG: ingiudicabile. E' un favore che il Torino fa alla Fiorentina consentendogli di tenere "impegnato" un extracomunitario. Nulla più, ma il ragazzo è giovane ed avrà le sue opportunità.

SANTANA (27 PR, 1752 MG, 4 G), voto 6: giocatore di classe, ma egoista. Giocatore concreto, ma solo a sprazzi. E' l'emblema della sua carriera, la discontinuità. A Torino fa vedere buone cose alternandole a prestazioni anonime. E il suo fisico di cristallo non lo favorisce. Peccato.

Alessio Cerci, il miglior granata in stagione

CERCI (35 PR, 2729 MG, 8 G), voto 8: l'MVP della stagione. alessio Cerci da Velletri ha riportato la classe perduta da un ventennio in casa granata. Campionato sopra le righe che praticamente salva il Toro da capitolazione certa. Otto reti, undici assist e la nazionale conquistata in ottica Mondiali. Se Cairo ha in testa un minimo di progetto tenterà di riscattarlo, ma non sarà facile.

BIRSA (17 PR, 585 MG, 2 G), voto 6,5: le cifre parlano chiaro, e dicono che Birsa è stato impiegato troppo poco in relazione a quello che ha effettivamente reso. Oltre ai quattro assist distribuiti equamente agli attaccanti, lo sloveno si è rivelato utile in più zone del campo. Da ectoplasma, al Genoa, a risorsa stuzzicante. Da valutare.

STEVANOVIC (15 PR, 679 MG, 2 G), voto 5: anche se da mesi non se ne hanno notizie, Stevanovic è ancora un giocatore del Toro. Troppo anarchico per i canoni di mister Ventura, che dopo un girone d'andata in cui era tenuto in considerazione lo ha definitivamente accantonato. Con l'Inter si discuterà di lui, ma nessuno si strapperà i capelli dovesse lasciare Torino.

MENGA (1 PR, 1 MG, 0 G), voto NG: un solo minuto per il belga arrivato in gennaio dal Lierse. Ventura ha difficoltà a lanciare i giovani, figuriamoci i giovani stranieri.

MEGGIORINI (31 PR, 1599 MG, 3 G), voto 5: un voto in più per la pazza serata di San Siro. Con Vives e Masiello rappresenta l'indecifrabilità di Ventura, un allenatore che sembra troppo scafato per dare fiducia ad una certa tipologia di giocatori. Punta abulica che fa del movimento la sua arma migliore. E lo fa pure bene, ma gli scatti non sono gol e probabilmente riscoprirà una seconda giovinezza in un'altra zona del campo. Non necessariamente la panchina.

BARRETO (20 PR, 1205 MG, 3 G), voto 5,5: abulico e poco incisivo. E non sarebbe nemmeno questo il problema; il vero dilemma sta nel fatto che da anni è un obiettivo dichiarato della dirigenza e che Ventura smaniava per averlo. Tre gol, lo stesso score del suo compagno di reparto col quale giocava nel Bari venturiano.

Rolando Bianchi

BIANCHI (32 PR, 2308 MG, 11 G), voto 6,5: addio tra le lacrime. Il capitano lascia il Toro dopo 5 anni senza aver ricevuto proposta di rinnovo. Queste ultime due stagioni sono state travagliate dato che Ventura lo vede poco adatto al suo calcio fatto di fraseggi e ripartenze. Rolly però va comunque in doppia cifra, battendosi il pugno sul cuore in ogni occasione. Alcuni gol sono macigni: dal colpo di testa col Pescara al gol nel congedo sotto la Maratona col Catania, passando per la zampata di Bologna a tempo scaduto. Che perdita, quella di Bianchi!

JONATHAS (11 PR, 212 MG, 2 G), voto 5,5: mezzo punto in più perchè nella serata innevata di Toro - Lazio trova un'incredibile zampata, probabilmente fortuita, e risolve il match. Il resto è un insieme di pasticci ed errori, che ovviamente gli varranno la riconferma.

VENTURA, voto 6: obiettivo raggiunto. Quindi il risultato parla e la sufficenza è meritata, mentre sull'extracampo il tecnico ligure possiede tutte le caratteristiche per non piacere a tifosi passionali ed emotivi come i granata. Pessima la gestione Bianchi, colpevole in diverse partite dove - anche in vantaggio - ha deciso di non coprirsi subendo innumerevoli rimonte.


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