martedì 14 maggio 2013

SPECIALE "CAMPIONI 2013" - CELTIC GLASGOW, aspettando il gran ritorno



Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se al gatto Tom mancasse il topolino Jerry? E quanti casi sarebbe riuscito a risolvere Starsky senza Hutch? Questa è la storia di un campionato... senza storia.
La Scozia, paradiso situato a nord del Regno Unito, ha un torneo di calcio che perde appeal anno dopo anno, e se negli anni scorsi la colpa era imputabile alla scarsa forza degli avversari, quest'anno il Celtic di Glasgow ha dominato senza praticamente un nemico da affrontare. Già, perchè gli storici rivali giacciono in Third Division (serie vinta dai Gers, che piano piano risaliranno) e nel frattempo la metà cattolica della seconda città scozzese per importanza si gode il titolo praticamente con un mese di anticipo.


Un monopolio, si diceva; sì, un monopolio che ha portato Celtic e Rangers a spartirsi i titoli praticamente negli ultimi trent'anni, e se pensiamo che l'ultimo a vincere un campionato non alla guida delle corazzate è stato un certo Alex Ferguson nel 1985 la cosa non può che risultare paradossale. Ciò ovviamente non inficia i meriti della truppa guidata da un ex gloria dei Bhoys, quel Neil Lennon capitano di mille battaglie che di Glasgow ha fatto la sua seconda casa. Un campionato dominato, parallelamente alla cavalcata in Champions che ha permesso al Celtic di giocarsi un ottavo di finale - perso contro la Juventus - con l'apice della serata nella quale i biancoverdi hanno regolato il Barcellona 2-1 nella splendida cornice del Celtic Park.

Neil Lennon

Le notizie più positive arrivano sempre dal lato economico: il titolo permetterà al Celtic di giocare un'altra fase a gironi di Champions League, il che significa soldoni che uniti ai 95 milioni di euro come da contratto con le pay-tv, che al contrario di quanto ci si poteva immaginare non hanno fatto drammi per l'assenza dell'Old Firm. Gli spettatori sì, quelli sono calati: una media di 5 mila presenze in meno al Celtic Park, circa 12 mila in tutta la Scozia, simbolo di un movimento che non riesce a sfruttare le potenzialità costruite dai due giganti. 

In campo invece non c'è stata partita, e l'assenza dei Rangers ha portato paradossalmente il Celtic a prendere sottogamba alcuni impegni che si sono poi tradotti in sconfitte, ben 7 in totale, tra le quali due disfatte interne contro Kilmarnock e Inverness. Lo zoccolo duro, il gruppo, ha comunque sempre dimostrato di tenere la situazione in mano, imperniato su sicurezze tecniche come il portiere Forster, i difensori Izaguirre - honduregno - e lo svedese Lustig, il gigante d'ebano Wanyama, Kris Commons (10 gol per lui), Ledley, Samaras e il venezuelano Fedor Miku, arrivato dalla Liga spagnola. Il capocannoniere è ancora una volta Gary Hooper, 25enne inglese, vero punto di forza di una squadra stratosferica in patria che però, senza il suo topolino Jerry, non si gode in pieno la vittoria.

La squadra campione (4-3-3) - Forster; Lustig, Mulgrew, Wilson, Izaguirre; Commons, Ledley, Wanyama; Stokes, Hooper, Samaras All: Neil Lennon

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