Walter Pandiani e suo figlio Nicolas |
Walter e Nicolas Pandiani presentati dal Miramar[/caption]
Lo chiamano "El Rífle", il fucile, perchè ai bei tempi ogni palla che mandava verso la porta avversaria era una vera e propria pallottola. Walter Pandiani, uno dei centravanti uuguagi più sottovalutati della storia Celeste, finalmente torna a casa. Ad attenderlo, a Montevideo, un amico fraterno come Gonzalo De Los Santos, allenatore del Miramar Misiones tristemente ultimo in classifica.
Una storia di amicizia, quella tra questi due ragazzi, che inizia quando da bambini entrano a fare parte delle giovanili del Club Atletico Progreso, piccolo club della periferia di Montevideo in cui entrambi si mettono in mostra, tanto da attirare le attenzioni dei grandi club su loro stessi. Ma se per De Los Santos si prospetta una carriera tra i gregari, per Pandiani pare essere l'opposto; questo centravanti piace al Peñarol, che lo mette dapprima nel mirino, e poi lo tessera girandolo in prestito al Basañez per un anno dove Walter viene però fermato da un fastidioso infortunio alla caviglia che lo ferma ai box per tutta la stagione. Sfortuna, direte voi. Sì, ma El Rífle non è tipo da piangersi addosso, e quando torna alla base convince lo staff del Carbonero a tenerselo ben stretto per la stagione a venire. E mai scelta fu più azzeccata: Pandiani, nel biennio 1998-2000, spara una trentina di pallottole in circa settanta presenze con la maglia dell'Aurinegro vincendo anche una Primera Division.
E' già qualcosa. Nulla però, in confronto a quello che Pandiani raccoglierà in Spagna. Nel 2000 lo acquista il Deportivo La Coruña, che a quei tempi era una delle big di Spagna e vantava in rosa elementi di spicco come Manuel Pablo, Valerón e una serie di elementi che permetteranno ai galiziani di togliersi qualche soddisfazione anche in Europa. Pandiani si innamora della città, tanto da ripetere a più riprese di volerci terminare la carriera, ma col passare degli anni le casse del club sono sempre più vuote e i pezzi migliori vanno venduti. Uno di questi è proprio lui, che lascia La Coruña da idolo dei tifosi e anche di qualche tifosa. Un tipo tanto particolare quanto vulcanico, che un pomeriggio in centro città ferma uno scippatore intento a borseggiare un'anziana signora immobilizzandolo con una tecnica imparata da bambino, "quando nei boschi giocavano alla polizia che dava la caccia ai contrabbandieri".
La maglietta biancoblu ha rappresentato molto per lui: la Copa del Rey 2001-02 e la successiva Supercoppa, alzata in faccia al Valencia, sono successi che non spiegano in pieno quanto questo centravanti abbia dato al Depor.
Nel 2005 deve così lasciare la Spagna; lo vuole il Birmingham, che dopo averlo provinato stacca un assegno da 3 milioni di euro per portarlo definitivamente in Inghilterra. Ma la nostalgia della Spagna è troppa, e allora ecco che appena l'Espanyol lo cerca, Pandiani - che intanto ha avuto un figlio - torna nella penisola iberica e si accorda con la seconda squadra di Barcellona, con la quale nel 2009 perde ai rigori la finale di Europa League nel derby spagnolo con il Siviglia.
Una delusione autentica, mitigata dal fatto che con undici reti si laurea capocannoniere del torneo. Ormai vicino ai 31 anni, Pandiani sembra essere vicino al declino; e invece, ancora una volta, esce lo spirito del ragazzino che quando - da piccolo - doveva recarsi agli allenamenti, spesso e volentieri macinava chilometri a piedi alla ricerca di un sogno.
Lo chiama il Mallorca, guidato da quel Javier Irureta che a La Coruña lo aveva fatto diventare un vero giocatore. Tre anni sull'isola, un ritorno fugace all'Espanyol, poi il Villareal in Segunda Division (con promozione finale) e, infine, l'Atletico Baleares. Già, perchè alla fine Pandiani a Palma de Maiorca si è comprato casa e si è stabilizzato definitivamente, almeno fino a pochi giorni fa.
Le cose cambiano sempre all'improvviso. Il telefono squilla, e dall'altro capo c'è quella Montevideo che il centravanti non ha mai dimenticato, con i suoi barriós polverosi ed i suoi carrítos che già dall'alba percorrono le strade della periferia in cerca di materiali da riutilizzare. De Los Santos, che intanto ha preso in mano un Miramar in situazione disperata, lo vuole. "Per mettermi in viaggio - dice Pandiani - devi prendere anche mio figlio Nicolas". Detto fatto: il Miramar continua a perdere, e Pandiani parte subito alla volta dell'Uruguay per rivivere una seconda giovinezza. Visite mediche, primo allenamento, e alla fine conferenza stampa di presentazione. "Siete ultimi in classifica - chiede un giovane giornalista che probabilmente non sa con chi sta parlando - pensate di potervi rialzare"? "Io ho segnato in tutta Europa, e di certo non ho paura di una retrocessione". Chi è che lo dava finito?
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