martedì 17 dicembre 2013

FOCUS SUDAMERICA - San Lorenzo campione in Argentina, Nacional dominatore in Colombia. Emelec e Mineros: che sorprese!


Un viaggio in Sudamerica per scoprire le protagoniste di questo semestre. Focus su Argentina (San Lorenzo), Ecuador (Emelec), Colombia (Atletico Nacional) e Venezuela (Mineros).


Sei anni: dal Paradiso all'inferno sfiorato, per poi tornare in grande stile. Il San Lorenzo di Papa Bergoglio, del Presidente Lammens (appena rieletto a furor di popolo), di Juan Antonio Pizzi e della piccantissima Gloriosa Buttelér è campione d'Argentina e fa esplodere di gioia migliaia di cuori che - al fischio finale del match con il Velez - si riversano nelle strade di Boedo per festeggiare un titolo insperato, ma quanto mai meritato. Questo perchè se metti in fila Lanus, Newell's e - appunto - il Velez, significa che in campo te la sei sudata. E non poco. Lo 0-0 nella passerella finale del José Amalfitani ha rappresentato alla grande questo percorso verso la vittoria: sudata, ma sofferta e cercata con le unghie e con i denti, anche quando nel miglior momento il Ciclòn, grande amico della sfortuna, ha perso il bomber uruguagio Cauteruccio per un grave infortunio. Eppure il cammino è continuato, tosto e deciso, grazie alle invenzioni di Ignacio Piatti (vero mvp del campionato), alla quadratura di una difesa che ha concesso poco o nulla (17 reti subite, davanti solo il Velez con 16) e ad un gruppo straordinario plasmato da Juan Antonio Pizzi, tecnico fino a ieri criticato per non essere capace a vincere, oggi idolatrato e già nel mirino del Valencia, lungimirante nel mixare l'esperienza di elementi come Romagnoli (a proposito, commovente l'immagine del Pipi in lacrime sotto la curva) alla voglia di spaccare il mondo dei giovani Corréa e Villalba, vere scoperte in un semestre che a livello di giovani ha profondamente deluso. Promosse, non a pieni voti ma quasi, anche le tre seconde in classifica. Il Lanus ha espresso il calcio migliore per lunghi tratti, imperniato sull'ossatura di reietti "made in Boca" composta da Somoza, Chavéz, Santiago Silva e il Laucha Acosta, e diretta dai Mellizos Barros Schelotto, probabili eredi di Bianchi al Boca. Poi il Newell's, al quale è mancato il finalizzatore, come fu Scocco nella scorsa stagione; poi il Velez, altra squadra che tutti considerano poco, ma che alla fine ottiene risultati coniugati a bel gioco, non disdegnando il lancio di alcuni ragazzotti terribili come il centrocampista classe 1994, Allione. Bene anche Boca Juniors, Arsenal e il Belgrano del ritrovato César Pereyra; il Picante, dopo un gravissimo infortunio, è tornato a graffiare e ad esultare con la sua classica ranìta per la gioia del Pirata cordobense. Da dimenticare il semestre del River Plate, che proprio in queste ore ha ufficializzato il successore di Daniel Passarella alla presidenza del club: sarà il 59enne Rodolfo D'Onofrio, eletto con il 55,80% di voti dai 17 mila soci. Con lui, in società, vecchie glorie come Francescoli e Fillol.

LA SQUADRA CAMPIONE - (4-2-3-1) Torrico; Buffarini, Alvarado, Gentiletti, Kannemann; Mercier, Ortigoza; Piatti, Romagnoli, Correa; Veron (Cauteruccio) All. Pizzi
CLASSIFICA FINALE - San Lorenzo 33; Lanus, Newell's e Velez 31; Arsenal 30; Belgrano, Boca Juniors e Atletico Rafaela 29; Estudiantes 27; Rosario Central e Gimnasia LP 26; Tigre e Argentinos 25; Godoy Cruz 24; Olimpo 23, All Boys 22; River Plate e Quilmes 21; Racing 16; Colon 6.


Undici anni dopo la celebre chilena di Poroso, l’Emelec è nuovamente campione d’Ecuador. Niente gol da copertina, questa volta: a Portoviejo, contro il Manta, è bastato il secondo 0-0 in cinque giorni per dare il via ad una festa che si attendeva da tempo a Guayaquil, in tutto l’Ecuador e ovunque nel mondo vivano tifosi electricos. Bastava un punto e un punto è arrivato: Stracqualursi ha anche l’opportunità per l’1-0, ma dagli undici metri non supera Ramírez, portiere locale. In ogni caso, l’Emelec è campione: anche quest’anno niente finale, la capolista si porta a casa Primera Etapa e Segunda Etapa e, ad una giornata dal termine, il dominio è testimoniato dai tredici punti di vantaggio sulla seconda nella Tabla Acumulada. Un trionfo assolutamente meritato, per una squadra che ha aperto la stagione con otto vittorie consecutive e, aldilà di qualche flessione nella seconda parte dell’anno, ha sempre dimostrato di essere superiore a tutte le rivali. A dirigere questa orchestra perfetta è stato il boliviano Gustavo Quinteros, tecnico 68enne alla guida del Bombillo da un anno e mezzo dopo un biennio poco fortunato alla guida della nazionale boliviana. Con Quinteros la crescita è stata graduale sul piano del gioco, mentre sul lato tecnico è intervenuta pesantemente la società, stanca di prendersi i complimenti senza ottenere nessun risultato. La colonia argentina, composta dal portiere Dreer, dal centrale - ex River - Nasuti e dalle punte Stracqualursi e Mondaini è stata decisiva per questa marcia trionfale, anche se non ci si può dimenticare dei tanti prodotti locali messi in mostra dall'Emelec, alcuni in odore di nazionale. Uno su tutti? Fernando Gaibor, centrocampista dalle spiccate doti offensive e abile nei calci piazzati, ad un passo dal Rubin Kazan. Da segnalare, per il resto, il gran campionato dell'Universidad Catolica; la matricola di Quito ha fatto ombra alle due potenze LDU e Deportivo (arrivate rispettivamente nona e quinta), rimanendo per parecchio tempo in vetta alla graduatoria grazie al record di vittorie consecutive (5, ad inizio semestre) che ne hanno sottolineato la partenza migliore della propria storia. Ultima curiosità: in cima alla classifica dei cannonieri figurano quattro argentini: Federico Laurito (che milita proprio nei Camarattas) e Andrés Rios (Deportivo Cuenca) se la aggiudicano con 13 gol, seguiti a ruota da Federico Nieto del Deportivo Quito e da Stracqualursi, entrambi a quota 10.

LA SQUADRA CAMPIONE - (3-4-1-2) Dreer; Bagui, Nasuti, Narvaéz; Valencia, Vera, Lastra, Gimenez; Gaibor; Mondaini, Stracqualursi All. Quinteros
CLASSIFICA FINALE - Emelec 33; Universidad Catolica 38; Independiente DV e El Nacional 34; Deportivo Quito 33, Barcelona 30; LDU Loja 29; Manta 27; LDU Quito 25; Deportivo Cuenca e Deportivo Quevedo 22; Macarà 16. 

La final tuvo lógica” – titola El Tiempo, quotidiano nazionale colombiano – Atlético Nacionalmerecido y justo campeón”. Come si può pensare altrimenti:, dato che i verdolagas di Medellín chiudono il 2013 vincendo tutte le competizioni nazionali. Un colpo degno di una grande corazzata, capace di vincere ben cinque titoli in tre anni. Inevitabile che ora le ambizioni si espandano all’esterno del territorio nazionale: nel mirino c’è la Copa Libertadores, dove tra un paio di mesi la squadra di Osorio si presenterà come seria pretendente nonostante la presenza di Gremio e Newell's nel medesimo raggruppamento. Tredicesimo titolo dunque per El Verde Paisa, che si sbarazza nella doppia finale del Deportivo Cali battendolo 2-0 dopo lo 0-0 blindato in trasferta grazie alla sapienza tattica di Ososrio, capace come non mai di leggere le partite in corso per modellare una squadra votata all'attacco, schierata con la difesa a tre e quattro giocatori offensivi. Aghi della bilancia, il leader difensivo Murillo (25enne che piace molto in Messico), il centrocampista dal destro infuocato Cardenas e l'esterno Valencia, una minaccia costante sui calci piazzati. Davanti, Osorio ha puntato forte sul folletto Duque, che batte il proprio record di gol stagionali, e rilanciato l'ex Chievo, Uribe, mentre in porta ha promosso titolare Bonilla dopo aver alternato altri tre estremi difensori nell'arco di questo 2013. La grande delusa rimane così il Deportivo Cali, orfano non solo del derby cittadino (l'America ha nuovamente fallito la promozione), ma anche di un titolo che ormai sembra avvolto da una stregoneria indissolubile.

LA SQUADRA CAMPIONE - (3-3-1-3) Bonilla; Medina, Murillo, Najera; Arias, Cardenas, Valencia; Valoy; Pajoy, Uribe (Angel), Duque All. Osorio
FINALE PLAY-OFF - Deportivo Cali 0-0 Atletico Nacional // Atletico Nacional 2-0 Deportivo Cali

Di padre in figlio. Il titolo venezuelano va ai Mineros de Guayana, società che ha sede nella piccola Puerto Ordaz e che da parecchi anni si chiamava fuori anzitempo dal giro del calcio che conta. Allenata da Richard Paéz, ex selezionatore della Vinotinto, che con il figlio Ricardo in campo ha deciso di rimettersi in discussione, il Mineros ha trionfato in una delle stagioni più equilbrate di sempre. La vittoria decisiva è arrivata all'ultimo turno, contro gli ormai ex campioni in carica del Deportivo Lara, che al Cachamay sono andati in vantaggio in avvio ma non hanno saputo contenere lo straripante entusiasmo dei 40 mila tifosi locali. In campo, il grande protagonista è stato Richard Blanco, che con una doppietta ha toccato quota sei in stagione e poi, nel finale, ha servito al colombiano Valoyes la palla del 3-1 che ha scatenato definitivamente la festa. Grande stagione, quella della truppa di Paéz, che ha plasmato il suo credo calcistico in campo aiutato daisenatori del gruppo, due dei quali - il portiere Romo ed il 39 difensore Vallenilla - erano suoi scudieri ai tempi della nazionale. Davanti la differenza l'ha fatta proprio Valoyes, che con Blanco ha composto una coppia a tratti devastante. Il colombiano, classe 1986, è di casa in Venezuela, dato che prima di arrivare alla Pandilla del Sur (il soprannome del Mineros) ha militato nel Caracas e - ironia della sorte - nel Deportivo Lara. 

LA SQUADRA CAMPIONE - (4-3-1-2) Romo; Vallenilla, Rouga, Machado, Matos; Guerra, Acosta, Chourio; Jimenez, Blanco, Valoyes All. Paéz
CLASSIFICA FINALE - Mineros 38; Caracas 35; Zamora e Deportivo Anzoategui 33, Carabobo 30, Deportivo Tachira 29; Atl Venezuela 25; Estudiantes 22, Trujillanos 21; Aragua 20; Llaneros e Zulia 19; Petare 18; Tucanes 17; Deportivo Lara e Atl El Vigia 15; Deportivo La Guaira 14, Yaracuyanos 6.

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