martedì 18 marzo 2014

Una regione alla ribalta: Western Sydney, l'oro di Parramatta


"Western Sydney? La regione più affascinante d'Australia, incredibilmente giovane, piena di risorse, variegata, ambiziosa, con davanti un futuro di infinite possibilità. E' fiera di sè, e sa lottare per difendere il proprio valore. La A-League è stata fantastica per la nostra squadra, animata dai colori e da un tifo incredibile".


Parole e musica di Ryall Gorman, numero uno della federazione australiana e presidente di una delle nuove sensazioni del calcio gialloverde. Ad aprile 2012 la FFA ha annunciato la nascita di una nuova squadra, concedendo la licenza del Gold Coast United - revocata - ad una nuova franchigia in grado di sostituirla. Dodici mesi dopo, la Western Sydney Wanderers ha concluso in cima alla classifica la sua prima stagione nella massima divisione australiana, cedendo il passo solo in finale ai Central Coast Mariners. Tutto molto in fretta, come l'esordio in Asian Champions League, dove i rossoneri hanno collezionato ad oggi una sconfitta (1-3 casalingo dall'Ulsan) e una vittoria, maturata in Cina sul campo del Guizhou Rehne.

Un movimento fresco e travolgente, come si evince dalle parole del tecnico Tony Popovich, che riflette sulla grande riuscita della FFA nel dare voce ad un'intera comunità: "Si sono riunite diverse regioni, hanno votato i colori della squadra; in questo modo tutti si sono sentiti parte del club, e penso che questo sia stato il primo più grande traguardo raggiunto. Da quel momento è stata un crescita continua - dice il giovane allenatore - ed ora abbiamo la possibilità di portare il club addirittura in Asia e di ricevere squadre blasonatissime da noi, a Parramatta".

Il Western Sydney Wanderers si è formato in soli tre mesi, ha scelto uno stadio di casa in prestito da un club di rugby a tredici, ha ingaggiato un gruppo di giocatori e si è lanciato nella nuova avventura della A-League, senza tanti voli pindarici. Anche se nei primi tre incontri non ha mai segnato, il gruppo ci ha messo poco ad ambientarsi e piano piano le cose sono esponenzialmente migliorate, con un filotto record di dieci vittorie a metà stagione e il primo posto in regular-season, fino al sogno svanito nella faida finale contro i più esperti Mariners. Nonostante questo, il presidente Gorman annuncia un futuro radioso: "Abbiamo creduto molto in noi stessi - confida al sito della federazione in un'intervista - scegliendo un vincente in panchina, nonchè un allenatore preparato e con la mentalità giusta nel trasmettere la carica al gruppo. Poi abbiamo messo insieme una squadra che molti sottovalutavano, dicendo che era formata da vecchi e da scarti di altri, ma noi non ci credevamo. La fiducia al gruppo - conclude Gorman - è stata l'arma vincente".

Il successo della squadra in campo riflette l'euforia portata da eventi esterni; Western Sydney è un terreno molto fertile per il calcio, dato che un terzo dei due milioni di abitanti sono emigranti. Un vero melting-pot di etnie: sudamericani, asiatica, africani, qualche europeo: impossibile non trasformare il tutto in un vero e proprio fenomeno sociale, in un posto dove si possono captare circa settanta idiomi diversi. Per questo motivo, qui, il proverbiale fanatismo per il rugby a 13 fa meno presa sulla gente del posto; inoltre, la popolazione è mediamente giovane e crede enormemente nella famiglia. Questo - unito ad una forte economia - fa di Western Sydney la sede ideale per un club in crescita. Tutto ciò ha fatto da premessa alla nascita di un vero, importante, gruppo di tifosi, che abitudinariamente si riunisce sotto lo striscione dei "Red and Black Block". Amicizia e passione per il campo, unite a qualche "colpo di testa" (si sono verificati alcuni episodi di "hooliganismo") e alla mentalità: è questa la ricetta vincente di questa gente. Prima che si liberasse un posto per poter formare una squadra, la campagna di WS è andata avanti per circa quattro anni; quando hanno avuto via libera, la comunità era decisamente preparata e oggi, gli "RBB", hanno un ruolo fondamentale nel sostenere la squadra. Prima delle partite in casa organizzano un corteo per le strade di Parramatta che termina con l'arrivo allo stadio e il riempimento dell'impianto di casa.

Con una capacità di ventimila persone, il "Parramatta Stadium" non è uno degli stadi più grandi della A-League, ma registra sempre il "tutto esaurito" accendendosi con la spinta del tifo. In campo poi, a dare la carica all'ambiente ci pensano i ragazzi di Popovic; il giocatore più rappresentativo è il giapponese Shinji Ono, che dopo una carriera spesa anche in Europa ha deciso di sbarcare in Australia regalando attimi di grande calcio. Assieme a lui, una rosa completa in ogni reparto e mix tra esperienza e giovani in rampa di lancio. L'idolo locale è il capitano Jerome Polenz, terzino tedesco la cui maglietta numero 6 è la più venduta. Davanti invece furoreggia il croato naturalizzato Tomi Juric, 22enne con numeri da rapinatore d'area, mentre a rappresentare l'Italia c'è il mediano Iacopo La Rocca, anche lui volato in Australia per cercare fortuna. E a Parramatta potrebbe anche trovarla.

RISULTATI 23°TURNO - Sydney 1 - 1 Brisbane Roar; Western Sydney Wanderers 0 - 0 Adelaide United; Central Coast Mariners 3 - 1 Newcastle Jets; Perth Glory 1 - 2 Melbourne Victory; Melbourne Heart 2 - 2 Wellington Phoenix.
CLASSIFICA - Brisbane Roar 45; Melbourne Victory 36; Western Sydney Wanderers 35; Central Coast Mariners 33; Sydney 32; Adelaide United 31; Newcastle Jets 29; Wellington Phoenix 28; Melbourne Heart 25; Perth Glory 22.

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