lunedì 8 settembre 2014

McKinstry ed il ruggito del(la Sierra) Leone


Quando tocchi il massimo punto basso, poi è inevitabile rialzarsi.
E' questo che deve aver pensato la federazione calcistica della Sierra Leone quando si è trovata all'ennesimo "anno zero", strozzata da accuse di corruzione e da un ambiente che non si presta facilmente a fare del sano calcio.

Eppure nella terra che ha dato i natali a Mohammed Kallon, ex giocatore dell'Inter oggi più che mai impegnato in battaglie politico/sportive in patria, si sta provando con forza ad arrivare ad un'inversione di tendenza. Sportiva, ma anche di contorno. Per fare ciò è stato chiamato un nuovo commissario tecnico, quasi un neofito della panchina. Johnny McKinstry è un 29enne nordirlandese che ha speso il suo inizio di carriera lavorando per un triennio nella Craig Bellamy Foundation, accademia calcistica fondata dall'ex attaccante di Liverpool e Cardiff in Ghana. McKinstry, oltre ad essere il più giovane CT del mondo, pare essere uno avvezzo dall'accettare sfida all'apparenza impossibili. Dopo un periodo passato a studiare il nuovo mondo, McKinstry accetta la panchina della Sierra Leone ad aprile del 2013, in piena qualificazione ai mondiali brasiliani dove i biancoblu non avevano speranze di partecipare. Da allora, la Sierra Leone ha infilato risultati importanti a partire dall'esordio, con il 2-2 - sfortunato - contro la Tunisia, arrivando alla prima partita di qualificazione per la prossima Coppa d'Africa, in cui i ragazzi del tecnico nordirlandese sono stati piegati 2-1 sul campo della Costa d'Avorio dopo un match giocato molto bene. 


Qualcosa è cambiato, ed è evidente a tutti se è vero che oggi - dopo un filotto incoraggiante - la Sierra Leone è la settima nazione africana del Ranking FIFA. Uno dei segreti di McKinstry è stato senza dubbio l'evoluzione del gioco; basta tatticismi, in campo lo staff chiede cose facili puntando più sulla qualità che sullo strapotere fisico. Il 4-4-2 delle "Lions Stars" non ha ancora mietuto vittime eccellenti, ma partita dopo partita diventa un sistema sempre più collaudato. Nell'ultimo anno, ben tredici giocatori nuovi sono stati inseriti stabilmente in organico, segno che la rivoluzione è partita in primis dal punto di vista umano, come confermato dallo stesso CT: "Io ed il mio staff sapevamo che non sarebbe stato facile - ha detto McKinstry al sito ufficiale della FIFA - ma la nostra missione è quella di portare novità e insegnare a questi ragazzi la cultura del lavoro".
"Quando ad inizio anno ci siamo riuniti con i vertici della federazione - conclude il tecnico - ci eravamo dati due obbiettivi: il primo era entrare nelle prime 50 nazioni del Ranking, il secondo qualificarci per la Coppa d'Africa del 2015".

Se il primo traguardo è stato tagliato con successo, per il secondo le speranze sono molto più sottili. Al di là dell'esordio con sconfitta, sebbene - come detto in precedenza - la Sierra Leone ha giocato un'ottima partita in Costa d'Avorio, il girone con il Congo Kinshasa, Camerun e gli stessi ivoriani sembra troppo difficile, almeno sulla carta. Il tutto poi è aggravato da un enorme problema che risponde al nome di Ebola. In patria per ora non si può giocare, dato che la Sierra Leone (così come la Liberia) ad oggi sono zone off-limits per quanto riguarda qualsiasi tipo di manifestazione sportiva. "Cercheremo un altro paese che possa ospitarci - dice McKinstry - anche se non avere i nostri tifosi peserà sicuramente in negativo. L'Ebola - spiega il coach - è una piaga, la più grande, di un paese che ha un'enorme voglia di vivere. Dovremo fare del nostro meglio per dare una soddisfazione alla nostra gente".


La rosa è stata discretamente ringiovanita, ma allo stesso tempo può vantare buone individualità. Tra gli "europei", che in realtà non sono moltissimi, la stella è senza dubbio Teteh Bangoura, attaccante che si disimpegna con profitto nella massima divisione svedese difendendo i colori dell'AIK di Stoccolma. I suoi compagni di reparto sono altri due "svedesi": Alahssan Kamara e Alhaji Kamara, rispettivamente 21 e 20 anni, che militano nell'Orebro e nel Norrkoping. Un altro punto di forza è il portiere Salomon Morris, classe '90 e numero uno del Quevilly, in Francia, mentre in mezzo un altro Kamara (cognome molto diffuso), Mohammed, è tesserato con il Bolton. 

Con questi punti fermi si pensa al futuro con moderato ottimismo. "Dobbiamo guardare avanti - chiude McKinstry - appena sarà possibile faremo costruire dei centri di allenamento in Sierra Leone dove i ragazzi potranno provare a costruirsi un futuro. Il Paese ha bisogno di speranze, e se non ne fossi convinto non sarei qui a parlarne. Sapere che si può fare, che si può cambiare, è ciò che mi dà forza nel continuare questa avventura".

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