mercoledì 24 settembre 2014

Stelle e giovani locali per rilanciare il calcio: nasce la Indian Super League


Quando si pensa agli idoli dello sport indiano si tende a considerare i giocatori di cricket. Già, perchè qui lo sport nazionale - nonchè il più popolare - non è il calcio, bensì proprio il cricket.


Chi prende a calci un pallone non ha la fortuna di giocare nei grandi campionati europei, è la nazionale locale ormai da vent'anni non rientra tra le prime cento del mondo. Eppure, in India il calcio è sempre stato apprezzato da molti per la sua storia meravigliosa, e - cosa più importante - in un paese con circa un miliardo di persone - è lo sport dei giovani, praticato soprattutto da una nutrita fascia di under 30.

Jefferson Slagh è coinvolto in un progetto che si spera possa portare un cambiamento radicale nel modo di intendere il calcio in questo paese; in India c'è già una lega nazionale che attira pubblico e sponsor (anche importanti), che però - nonostante sia ben supportata - non ha risolto le molte problematiche tecniche che si sono verificate soprattutto nel nord-est del gigantesco stato asiatico. Ora, oltre a questa lega, è stato fondato un nuovo torneo che coinvolgerà otto squadre, programmato tra ottobre e dicembre. La Indian Super League avrà il compito di esportare l'immagine del calcio indiano all'estero; l'idea infatti è quella di rendere tale competizione uno spettacolo mediatico, con una partita al giorno trasmessa in diretta durante l'intera stagione (i diritti, già venduti, sono stati acquistati dal colosso Starz). Tutto questo permetterà così ai più talentuosi giocatori locali di crescere affiancati ad alcune stelle del calcio internazionale.


Le otto squadre al via, tutte situate nelle città più grandi come Calcutta e Goa, si affronteranno tutte in un campionato "all'italiana", con gare di andata e ritorno per poi - le prime quattro classificate - sfidarsi in un playoff dal quale uscirà la vincitrice finale. Essendoci una squadra sola per città, inoltre, i tifosi potrebbero unirsi sotto una sola bandiera per tifare assieme le stelle che il calciomercato ha portato in India, avvinghiandole con contratti faraonici, in attesa di applaudire e tifare per qualche talento locale che si spera possa sbocciare.

Molto particolare è la regolamentazione della presenza degli stranieri. Ogni società può avere in rosa un solo giocatore che supera i parametri di salary-cap (il cosiddetto marquee-player), più altri sette giocatori provenienti dall'estero. Di questi, solo due possono essere stipendiati direttamente dal club in questione, mentre gli altri sono stati distribuiti tramite un draft e vengono pagati dagli sponsor. Infine, ogni società deve avere in rosa almeno 14 giocatori locali, 4 dei quali tassativamente nati nella città in questione.


La squadra più italiana è il Pune City, allenato da Franco Colomba, che si rinforza nel reparto offensivo con l'arrivo dell'attaccante francese David Trezeguet (dal River Plate), del centrocampista indiano Lenny Rodrigues (dal Churchill Brothers) e di Davide Colomba, figlio del tecnico; nel reparto arretrato arrivano i connazionali Bruno Cirillo (proveniente dal AEK Atene), Daniele Magliocchetti (proveniente dalla Reggiana) e Emanuele Belardi (portiere proveniente dal Pescara). Alessandro Del Piero sarà invece la stella dei Dehli Dynamos, che assieme all'ex juventino ingaggiano la punta danese Morten Skoubo e Mads Junker (altra punta arrivata dal Malines). Marco Materazzi sarà invece l'allenatore-giocatore dei Chennai Titans, ed al suo arco avrà un paio di frecce preziose che rispondono al nome di Adrian Mutu e Mikael Silvestre, più il talento di Elano. Tra gli altri movimenti, spiccano quelli dell'Atletico de Kolkata, gestito dall'Atletico Madrid (Luis Garcia - ex Liverpool - Borja e Ofetse Nato andranno a comporre una mediana di spessore, Sylvain Monsoreau puntella la difesa) e dei North East United che si regalano lo spagnolo Joan Capdevila (dall'Espanyol). Il Kelara ingaggia il portiere inglese svincolato David James, il difensore indiano Nirmal Chettri (dal Mohun Bagan), il centrocampista Renedy Singh (dal Shillong Lajong), la punta inglese Michael Chopra e Fredrik Ljungberg. Infine c'è il Goa, allenato da Zico, che firma Robert Pires.

La cosa strana del calcio indiano è che di fatto ha una storia illustre. L'India si qualificò ai Mondiali del 1950 come rappresentante dell'Asia e venne inclusa nella fase a gironi prima di ritirarsi. Alcuni anni dopo arrivò un incoraggiante bronzo alle Olimpiadi, e successivamente arrivarono due titoli nei "Giochi Asiatici". Ma negli ultimi cinquant'anni sono inspiegabilmente usciti di scena. Forse però, con l'arrivo dell'Indian Super League, quel passato brillante è destinato a ritornare.

LE SQUADRE AL VIA
ATLETICO DE KOLKATA - Calcutta
CHENNAI TITANS - Chennai
DELHI DYNAMOS - Nuova Delhi
FC GOA - Goa
NORTHEAST UDT - Guwahati
KERALA BLASTERS - Kochi
MUMBAI CITY - Mumbai
PUNE CITY - Pune 

 

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