venerdì 3 ottobre 2014

Verso il “Superclasico”: momenti differenti ma stessi obbiettivi


Tra poco più di 48 ore sarà Superclasico. River Plate e Boca si affrontano in un match che non è come gli altri. Già di suo, il derby “più caldo del mondo” per definizione, in palio mette la sua bella dose di motivazioni. Tra orgoglio, campanilismo, odio sportivo (e a volte, purtroppo, non solo), in questo Superclasico non sono da sottovalutare i fini statistici, in particolar modo di classifica.
 
Parliamoci chiaro, il River Plate oggi sembra la favorita numero uno per la vittoria del semestre di Transicion, questo al di là di come andrà a finire domenica sera. Squadra compatta, quadrata, che il tecnico Gallardo ha raccolto dopo che Ramon Diaz l’aveva spremuta come un’arancia fino al midollo, rigenerandola e creandone una macchia da guerra quasi perfetta. Detto questo, gli Xeneizes sono avversario da non sottovalutare, soprattutto perchè questo Boca ha sette vite e non muore mai. L’ultima volta si giocò alla “Bombonera“, con i Millonarios vittoriosi grazie alle reti di Ramiro Funes Mori e Lanzini.


QUI RIVER PLATE - Quest’ultimo ha lasciato l’Argentina un paio di mesi fa, preferendo i petrodollari arabi alla possibilità concreta di provare il calcio europeo (almeno due squadre, Torino e Besiktas, si erano fatte avanti), ed il suo posto è stato preso da Pisculichi, un altro che l’Oriente lo conosce bene, ma più di tutto conosce Buenos Aires. Figlio del settore giovanile (floridissimo) dell’Argentinos Juniors, “Piscu” quest’anno è una delle rivelazioni del campionato. Che avesse numeri si sapeva, ma la sua carriera parlava di discontinuità come biglietto da visita fin dai tempi del primo Bicho. Gallardo, che – per inciso – sul mercato non ha messo bocca, lo ha sistemato tra le linee rendendolo una miccia impazzita. E’ proprio là davanti che la Banda ha fatto la differenza, con la ritrovata (ed obbligata) coppia gol composta da Téo Gutierrez e Rodrigo Mora a finalizzare una manovra fluida, imperniata sui muscoli della mediana e sulla rapisità degli esterni. Tèo, testa matta, si è rimesso in sesto dopo che Diaz lo ha praticamente messo ai margini della rosa, rinato dalla cura Gallardo e pronto a colpire; così come Mora, giocatore che in un film di Batman avrebbe potuto interpretare il ruolo di “two faces“. Con un Vangioni in formato nazionale, il River dovrà però rinunciare a Matias Kranevitter, uno che a centrocampo serviva come il pane; il pìbe millonario starà fuori per infortunio fino al 2015, e i tifosi si augurano che Ponzio possa dare il suo contributo come spesso fatto in passato.


QUI BOCA JUNIORS - Occhio a non sottovalutarli. Il Boca Juniors del nuovo corso Arruabarrena è ancora una squadra indecifrabile, e per questo motivo molto, molto pericolosa. Dopo un filotto di pttimi risultati c’è stato un inevitabile calo, ma se gli “auriazules” dovessero vincere domenica sera si aprirebbero scenari insperati di classifica. Il grosso problema del Boca, un “gap” che si trascina fin dai primi mesi di Bianchi, è la difesa; la società ha speso una barca di soldi per puntellarla ogni sei mesi, ma chiunque veniva messo dentro riusciva a fare peggio dei precedenti. Questo perchè, probabilmente, il reparto non è mai stato supportato a dovere da chi gli giocava davanti. Il Boca gioca un calcio offensivo, che Arruabarrena ha rimarcato ancor di più usando spesso esterni d’assalto (uno su tutti, Carrizo, tra le note liete del semestre) utili ad assistere un animale d’area come Gigliotti. Con l’addio di Riquelme inoltre, ci si è dovuti reinventare l’assetto tattico della squadra; il Mudo era un accentratore, e spesso la palla passava dai suoi piedi, mentre adesso si tende ad una ricerca di giro palla a volte ficcante, altre fine a sè stessa. Parlando di mediana, è molto curioso il fatto che Cristian Erbes sia diventato insostituibile dopo essere stato messo sul mercato in ogni sessione. Questo può voler dire due cose: o Bianchi capiva poco di calcio (improbabile), oppure c’erano gerarchie che non potevano essere minate da nessuno. Se il Vasco le spezza, arriveranno soddisfazioni.

PAROLA AGLI EX - In una sorta di doppia intervista sulle reti della Fox argentina sono intervenuti due grandi ex, che di questi match ne hanno giocati parecchi. Juan Roman Riquelme e Matyas Almeyda paiono avere le idee chiare sul come andrà la partita, ovviamente con pareri diametralmente opposti. “Io penso che vincerà il Boca – ha detto il Mudoperchè ho visto la giusta carica da un po’ di tempo a questa parte. I miei amici possono farcela, io ci credo e li seguirò da casa“. “Il River Plate parte favorito – gli si contrappone l’ex allenatore della Bandala squadra è forte ed ha le carte in regola per farcela. Se il River dovesse vincere ipotecherebbe anche il semestre“.


VARIE ED EVENTUALI - Il Superclasico è anche fuori dal campo. Sfortunatamente, verrebbe da dire. Un paio di episodi vergognosi si sono verificati negli scorsi giorni. Il primo ha visto protagonista – suo malgrado – un dirigente del River Plate (del quale la società non ha reso noto il nome) che un mattino si è trovato sul parabrezza dell’auto una cartina con evidenziato il percorso da casa sua fino al “Monumental“. Il secondo riguarda i tifosi Millonarios: pare che un nutrito gruppo di barras bravas abbiano minacciato il responsabile delle varie “filial” (i club di tifosi). Il motivo? Avere almeno 400 biglietti – destinati a chi arriva da fuori città – da poter rivendere.
Infine, non poteva mancare la polemica tra dirigenti. Ad aprirla è Juan Carlos Crespi, che punta il mirino su una presunta frase di Gutierrez: “Ha detto che è sempre stato un tifoso del River? Ma se appena due anni fa stravedeva per noi. Incredibile ciò che possono fare i soldi”. Il numero uno del River, D’Onofrio, risponde piccato: “La polemica di Crespi? Il fatto è che a loro brucia aver perso l’ultima partita con noi a causa di un angolo dubbio. Si attaccano a tutto, ma storicamente non hanno mai saputo perdere”.

Buon Superclasico a tutti.

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