lunedì 17 novembre 2014

Australia, il punto dopo sei giornate: classifica capovolta, comanda Perth


Un campionato alla rovescia. E' questo il messaggio che le prime sei giornate di A-League hanno rilanciato a chi diceva che il solco tra alcune realtà ed altre (considerate minori) era scavato da tempo. Scorrendo la classifica infatti l'occhio cade inevitabilmente in coda, dove stazionano stabilmente da inizio stagione squadre come Brisbane e Newcastle, ma soprattutto i Western Sydney.


Quando si parla dei Wanderers la premessa è doverosa; per prima cosa la squadra allenata da Popovic ha ancora due partite da recuperare, e potenzialmente due vittorie potrebbero cambiare animo al momento che sta vivendo il club di Parramatta. La seconda considerazione riguarda le energie, fisiche e mentali, spese per arrivare in fondo alla Champions League asiatica. La sconfitta di domenica a Perth però ha lasciato strascichi, soprattutto perchè la trasferta nel sud dell'Australia era considerata come una sorta di potenziale occasione per rilanciarsi. Ma dietro l'angolo c'era l'attuale capolista ad aspettare i biancorossi.


La sorpresa generale, se così la si vuoe definire, è propro la franchigia di Perth. I Glory hanno infilato ben cinque vittorie, inframezzandole con un inopinato stop, che hanno fatto aprire gli occhi a molti sul reale valore della rosa. Però l'antifona si era già capita in fase di mercato, perchè contrariamente agli anni passati, Perth ha operato in maniera oculata ed intelligente, sistemando le zone del campo dove prima c'erano carenze soprattutto tecniche. L'arrivo di Nicholls ha inquadrato la cabina di regia, perchè l'ex Brisbane è un centrocampista che sa fare tutte le fasi ed ha una duttilità estrema, giostrando spesso anche da trequartista. Affianco a lui avrebbe dovuto giocare Zadkovich, un altro che a Newcastle rimpiangeranno spesso, ma un infortunio dell'ex Jets ha dato spazio al serbo Marinkovic, oggi leader nelle classifiche di rendimento riguardanti il reparto centrale. Il resto lo fa Andy Keogh, attaccante ex Millwall, britannico come il manager Lowe che lo ha fortemente voluto per questa avventura. Difficile dire adesso dove i Glory possano arrivare, ma certo è che con la cattiveria mostrata in questo mese e mezzo ogni traguardo è possibile.

Un punto dietro a Perth c'è Adelaide, altra squadra che fino allo scorso anno riusciva a stento ad arrivare ai playoff (e in un campionato dove sei squadre su dieci ce la fanno non è sicuramente un traguardo notevole). Rivitalizzata dalla cura Goumbau, tecnico spagnolo che ha provato a portare la filosofia di gioco europea in Australia, la franchigia arancionera gioca un calcio essenziale e produttivo, affidandosi ad una difesa esperta e poco battuta nella figura del portiere 33enne Galekovic, mixata alle scorribande sugli esterni dell'argentino Carrusca e ai gol del solito Cirio. Il giovane mediano James Jeggo, 22 anni appena compiuti, è il giovane in rampa di lancio, tanto che pare esserci già il Liverpool su di lui.


Subito dietro alle prime due battagliano i due club di Melbourne, Sydney e gli intrusi neozelandesi di Wellington. I Melbourne Victory hanno messo i soldi in una banca sicura quando hanno deciso di affidarsi ai gol di Besart Berisha; l'attaccante albanese innamorato dell'Australia ha dichiarato in una recente intervista che non intende lasciare un paese che ormai sente come casa sua. A farne le spese è Gianni De Biasi, CT dell'Albania, che più volte ha provato a convincerlo a riavvicinarsi a casaper poterlo avere a disposizione. I Victory, oltre ai discreti risultati, si sono presi il lusso di schiaffeggiare i cugini un mese fa con un netto 5-2, giusto per stabilire le gerarchie cittadine. Coadiuvati dal Manchester City, i Melbourne City FC sono ancora una realtà indecifrabile; squadra discreta, ma a dicembre David Villa se ne andrà e allora Van't Schip dovrà fare forza su tutte le possibilità che gli rimangono. Inoltre, contrariamente a quanto si pensava alla vigilia della stagione, il tecnico olandese non ha ancora potuto contare su Rober Koren, colui che avrebbe dovuto portare qualità alla manovra. Con tre vittorie e altrettanti pareggi, i Sydney FC sembrano essersi ripresi bene dal biennio deludente targato Del Piero; Graham Arnold, in una recente intervista a 442, ha punto l'ex capitano juventino accusato di essere andato a svernare (cosa che, tra l'altro, gli viene imputata anche adesso in India), ma in parallelo ha messo su una bella squadra. Adesso è il giovane Gameiro a segnare, in attesa delle reti di Mark Janko. Nella zona playoff si stanziano poi i Wellington Phoenix, società ospite in A-League che quest'anno ha deciso di formare una squadra B per farla partecipare al campionato neozelandese, di modo da poter far giocare tutta la rosa.


Oltre alle già citate Western Sydney, Brisbane e Newcastle, anche i Central Coast Mariners paiono essere arrivati ad una sorta di anno zero, dopo il titolo vinto nel 2012. A Gosford, dove il rugby è una religione ed il calcio un diversivo, potrebbero presto decidere di cambiare aria e spostare la franchigia in attesa di quella che potrebbe essere una piccola rivoluzione nel prossimo futuro. Pare infatti che la federazione voglia aggiungere due club alla massima divisione allargando il campionato: Canberra e i vecchi Queensland sarebbero i nomi in pole-position per entrarci, probabilmente a partire dal 2017 come confermato dal businnesman Frank Lowy.

CLASSIFICA (6° TURNO) - Perth Glory 15; Adelaide United 14; Melbourne Victory e Sydney FC 12; Wellington Phoenix 9; Melbourne FC 6; Central Coast 4; Brisbane Roar 3; Newcastle Jets 2; Western Sydney Wanderers 0.

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