venerdì 28 novembre 2014

Intervista - Simone Grassi: "Povero ma affascinante. Vi racconto il calcio magiaro..."

Continua il giro d'interviste sul calcio mondiale. Oggi si parla di Ungheria e di un movimento calcistico oggi in netto declino, ma che annni fa rappresentava una delle eccellenze europee. Per farlo abbiamo interpellato Simone Grassi, collega blogger e appassionato di tutto ciò che succede a Budapest e dintorni. Ne è uscita una chiacchierata interessante sul momento attuale dell'Ungheria e sulle prospettive future del calcio magiaro..



Oggi il calcio ungherese vive in una sorta di limbo. La prima domanda è dunque scontata: a che livello è arrivato il campionato locale?


La Nemzeti Bajnoksag è a tutti gli effetti un campionato di fascia medio-bassa in Europa, che ha però, a mio avviso, margini di crescita molto ampi. Il problema per fare quel 'salto' verso una miglior competitività a tutti livelli è sempre rappresentato dai pochi soldi che circolano tra le società magiare.
 
Parlando del paese, si ha la sensazione di una povertà economica a tutto tondo. E' così o alcune realtà ricche esistono?

Purtroppo no, nonostante alcune notizie faziose che vogliano indurre a pensare al contrario. L'illusione di un 'rinascimento ungherese' dopo la salita a potere di Orban si è ben presto scontrata con la realtà dei fatti: tasso di inflazione tra i peggiori in Europa, PIL in continua decrescita e ingresso nell'Unione Europea che ha portato al popolo più danni che privilegi, per ora. L'unica speranza a cui attaccarsi è al tasso di disoccupazione - soprattutto giovanile - sotto la media rispetto al resto dell'Europa, ma la figura del premier magiaro si sta ridimensionando pian piano...ovviamente in peggio.
 
A quattro anni dall'ultimo titolo, questa torneo sembra possa essere monopolizzato dal Videoton. Sono loro i favoriti per la vittoria finale o è troppo presto per dirlo?

A mio parere, solo il Videoton può perdere questo campionato. Certo, manca ancora un intero girone di ritorno e la storia insegna che nessun distacco consente di star tranquilli: basti pensare al quasi-suicidio calcistico del Debrecen la scorsa stagione, ma la squadra di Joan Carrillo ha una rosa decisamente superiore a qualunque altra.
 
Nikolic, attaccante del Videoton

La compagine di Székesfehérvár è costruita con un ottimo mix tra esperienza e giovani. Il bomber è Nemanja Nikolic, ci parli di lui e degli elementi più interessanti della squadra?

Nikolic è un centravanti completo, nato in Serbia ma naturalizzato ungherese e convocato fisso della Nazionale magiara. Ben dotato sotto l'aspetto fisico, può agire da prima o seconda punta e fa dell'esplosività la sua dote migliore. Qualche anno fa era stato molto vicino al Siena e, a 26 anni, è il momento giusto di tentare il salto in un campionato più competitivo: non a caso il suo contratto scadrà a giugno e, dopo più di un anno senza un procuratore, si è da poco affidato a Filipovic, tra i migliori agenti ungheresi.
Nel Vidi sono da tenere d'occhio anche Juhasz, tra i più esperti anche grazie all'esperienza in Belgio con l'Anderlecht. Ha 31 anni ed è in scadenza di contratto anche lui: non a casa, della scuderia del solito Filipovic.
Il fantasista della squadra, col vizio del gol, è Istvan Kovacs: 22 anni, ha già esordito e vestito per 5 volte la casacca ungherese. Indovina chi è il suo procuratore?
L'ultimo che mi sento di citare è Adam Gyurcso, ala destra votata all'attacco e miglior assistman della squadra. Rapidità, dribbling e precisione nei passaggi le sue caratteristiche migliori: classe 1991, ha margini di crescita.
Il vero artefice di questo successo è però Joan Carrillo, alla prima esperienza da capo allenatore. Ha imparato da Paulo Sousa e José Gomes, a cui ha fatto da vice sempre al Videoton e può ripercorrere la carriera dell'ex Juve e Borussia da allenatore.
 
Quando si parla di Ungheria è inevitabile soffermarsi sui due mostri sacri del movimento locale, la Honved ed il Ferencvaros. Che momento stanno vivendo le due società di Budapest?

Decisamente non positivi, soprattutto sulla sponda rossonera. La Honvéd aveva cominciato bene il campionato - nonostante le solite 'pause' inspiegabili - ma recentemente sembra essere in caduta libera.
Il Fradi aveva l'obiettivo di migliorare il terzo posto della passata stagione, ma la concorrenza è molto dura e, personalmente, vedo altre formazioni più avvantaggiate dei biancoverdi.
 
La Honved è diventata "italiana" da qualche anno, sia dal lato dirigenziale che tecnico. L'anno scorso l'allenatore era Rossi, oggi Vierchowood. Pensi che l'italianizzazione possa portare successi nel breve?

A giudicare dai risultati, direi di no. Tra l'altro anche il 'progetto Vierchowood' è naufragato nell'esonero a fine ottobre, dopo una buona partenza ricolma di speranze. Rossi era andato male e lo Zar ha fatto addirittura peggio.
L'unico italiano ad essere entrato nel cuore dei tifosi capitolini è Raffaele Alcibiade, sempre tra i migliori in campo. Se gli altri italiani sono stati o saranno calciatori come il Bonazzoli di fine carriera o l'Andrea Mancini, sinceramente non credo possano essere un valore aggiunto a questa società, che ha bisogno di un progetto serio e, soprattutto, continuo.
 
Il tedesco Lauth in azione

Il Ferencvaros è invece a distanza siderale dalla vetta, in lotta solo per un posto al preliminare di Europa League. Il raggiungmento dell'eventuale Europa rappresenterebbe un successo o un ridimensionamento?

A mio parere, un ridimensionamento. Come detto, l'obiettivo era quello di migliorare il terzo posto del 2013/2014 e, ad oggi, sembra onestamente impossibile. Troppa discontinuità nei risultati e un calciomercato che, per necessità, ha visto partire Besic alla volta dell'Inghilterra, senza essere sostituito degnamente. L'acquisto di Lamah è una scommessa, per ora persa; al pari di Benjamin Lauth convinto ad indossare la maglia del Fradi da mister Doll.
 
Le altre squadre della capitale sono l'MTK, seconda forza attuale, e l'Ujpest. Che ci dici di loro?

La vera sorpresa del campionato è proprio l'MTK. Società seria e squadra che ha sempre qualcosa da dire: gran merito del successo è da attribuire al 'Ferguson magiaro', mister Jozsef Garami: 75 anni e da dieci sulla panchina dei capitolini. Possono essere la vera antagonista del Videoton di quest'anno, per ora sono riusciti a rimanere a soli 5 punti dalla capolista.
L'Ujpest vede ancora ripetersi l'ultima stagione in ordine ai risultati altalenanti. Se l'anno scorso i tifosi si erano 'accontentati' della vittoria in Magyar Kupa, quest'anno l'obiettivo è quello di un posto valido per l'Europa. La squadra di Vignjevic è ancora in corsa e sarà una dura lotta.
 
Passiamo ad un argomento che sta a cuore a molti, i giovani talenti. Chi ci segnali di interessante?

Anche sotto questo punto di vista, le note liete non sono molte. Il faro della nazionale under 21 è Balint Vecsei, della Honvéd: i colpi di genio da tipico numero 10 sono nel suo dna, ma è ancora troppo approssimativo sotto diversi punti di vista e a 21 anni non ha ancora molte occasioni per esplodere veramente.
Nella stessa posizione seguo con molto interesse la crescita di David Markvart, del Pécsi. Classe 1994, discreto fiuto per il gol e piede raffinato. Va in scadenza a giugno e ha bisogno di una squadra in cui giocare con regolarità e crescere ancora, ma ha doti fuori dal comune.
L'ultimo che mi sento di citare è il giovanissimo Roland Sallai, della Puskas Akademia. Favorito probabilmente da una società che si interessa prima al ragazzo e al suo sviluppo umano e poi al calciatore come 'risorsa economica del club' sta crescendo in minutaggio in campionato e in personalità. Classe 1997, punta centrale, è già andato in gol due volte in stagione, nonostante i pochi minuti giocati. L'ho 'conosciuto' tramite mail e alle sue doti tecniche associa anche un'umilità e una disponibilità che possono portarlo lontano.
 
Vecsei, talento della Honved

In Europa i club ormai sono considerate classiche "squadre materasso". Pensi che un giorno rivedremo imporsi il vecchio calcio magiaro?

Di certo lo spero. Sono convinto che in Europa League alcune squadre ungherese potrebbero non sfigurare, soprattutto se si leggono tanti altri nomi di club sicuramente non inferiori a quelli magiari. Per esempio, se il Videoton non smantellerà la rosa, lo vedrei bene in un cammino europeo nella vecchia Coppa Uefa.
Purtroppo se pensiamo ai successi di Honvéd o Ferencvaros in alcuni periodi d'oro del calcio ungherese, credo non sia possibile replicare certe imprese. Anche se nel calcio, mai dire mai: magari un nuovo sceicco vuole investire su Budapest...
 
Capitolo (dolente) Nazionale. Cosa dobbiamo aspettarci dall'Ungheria attuale? Possiamo sperare di vederli al prossimo Europeo "allargato"?

Forse il più dolente, almeno personalmente. Ero molto fiducioso per il girone di qualificazione agli Europei francesi; ancora oggi per me l'Ungheria è seconda solo alla Romania, se vogliamo escludere la Grecia che ha guadagnato un solo misero punto finora. Pintér, ex selezionatore, era mal voluto da tutto lo spogliatoio e non 'vedeva' assolutamente i calciatori magiari che militano all'estero. Per una nazionale come l'Ungheria, sono e devono essere una risorsa per la Nazionale e per tutto il movimento calcistico del Paese, non certo una discriminante per non essere convocati. Dardai ha portato quel tocco 'internazionale' e quella freschezza che ha giovato a tutto l'ambiente, soprattutto a giocatori come Szalai, fino ad allora ignorati. La Federazione entro gennaio assumerà il nuoov tecnico, anche se personalmente chiederei all'ex Herta Berlino di rimanere.
Per ora sono al terzo posto proprio dietro Romania e alla sopresa Irlanda del Nord, con 7 punti. La possibilità di vederli ad Euro2016 c'è, ovviamente: la squadra ha elementi di grande esperienza (Dzsudzsak, Gera, Bogdan, Juhasz) e giovani di belle prospettive (Nikolics, Stieber, Kalmar e Kovacs) che devono solo amalgamarsi e ritrovarsi come squadra, per essere competitivi a tutti i livelli.

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