sabato 11 aprile 2015

Auxerre con vista Europa


Martedì 7 aprile 2015 è un giorno che ad Auxerre ricorderanno per molti anni. Forse per sempre. Dopo quasi cinque anni di inferno, passando dalla gloria di una fase a gironi di Champions League ad un'ignominiosa retrocessione, l'AJ Auxerre torna ufficialmente in Europa. La squadra allenata da Jean-
Luc Vannuchi, con l'accesso alla finale di Coupe de France, si guadagna l'accesso ai preliminari della prossima Europa League, riportando - almeno con i ricordi - la sempre calda tifoseria dell' "Estade Abbé Deschamps" ai fasti degli anni 90.

Quando allo scoccare del quarto d'ora di gioco il senegalese Fanta Mady Diarra pesca l'imbucata vincente per Sammaritano, i 18mila presenti possono finalmente schiacciare il tasto "rewind" e ritornare all'epoca di Guy Roux, quando l'Auxerre - grazie soprattutto ad un vivaio tra i migliori di Francia - rappresentava una solida realtà del calcio transalpino. Oggi invece la società, dilaniata dai debiti post retrocessione 2012, latita in Ligue 2; la vittoria sul Guingamp (a proposito, la squadra di Gourvennec ha sfiorato la seconda finale in due anni, dove avrebbe ritrovato il PSG dopo la Supercoppa persa in estate) ha riacceso la speranza, almeno momentaneamente, di poter rilanciarsi anche in campionato, dove i punti dal terzo posto sono cinque. Più che la classifica però, c'è da fare i conti con il grosso affollamento nelle zone di vetta, con ben quattro squadre a separare la truppa di Vannuchi dall'ultimo posto utile per la promozione. In tal senso sarà molto importante la gara di domenica a Brest, contro una diretta rivale. Ma a questo si penserà più in là, perchè per ora ad Auxerre si godono il grande risultato raggiunto proiettandosi alla finalissima contro il colosso parigino.

Fondato nel 1905 dall'abate Deschamps, l'Auxerre è una diretta emanazione del patronage Saint-Joseph. Sotto la conduzione dell'uomo di Chiesa, l'A.J.A. ottiene rapidamente onorevoli risultati, divenendo uno dei bastioni della cattolicissima F.G.S.P.F. (Fédération de Gymnastique Sportive des Patronages de France - federazione ginnica sportiva dei patronati francesi - una delle molte federazioni prodrome alla nascita nel 1932 dell'attuale campionato professionistico francese). Nel 1908, l'A.J.A. arriva a competere per il titolo di campione di Francia della F.G.S.P.F., ma si deve arrendere in finale sconfitta per 1-8 dai parigini del Patronage Olier. Alla fine della prima guerra mondiale, l'A.J.A. viene privata del terreno di gioco che utilizzava nella zona delle Ocreries. L'abate Deschamps acquisisce allora numerose particelle di terreno lungo il fiume Yonne sulla strada per Vaux (il futuro Stadio dell'Abbé-Deschamps). E' proprio lo stadio a rappresentare uno dei fiori all'occhiello della società, che diventerà (in tempi più recenti) la prima in Francia ad averlo di proprietà.

Sono però gli anni '50 a rappresentare al meglio la nascita del fenomeno Auxerre. Con la costruzione di un centro sportivo all'avanguardia, in Borgogna si inizia a lavorare seriamente sui giovani. In prima squadra si affaccia Guy Roux, prima come giocatore, poi come allenatore, un ruolo che ricoprirà per ben 44 anni, venendo sostituito nel 2005. Roux è la vera istituzione dell'Auxerre; si occupa di tutto, passando dal lavoro prettamente di campo alla gestione umana di tutto il materiale a disposizione. Inoltre, ha l'ultima parola su ogni ragazzino che passa dal settore giovanile, cosa non da poco visto che l'etichetta più frequente affrancatagli in carriera riguarda proprio il suo sesto senso nel lanciare i talenti. Nel 1979 Roux porta i suoi, allora militanti in seconda serie, alla finale di Coppa di Francia perdendola ai tempi supplementari contro il Nantes, ma nel frattempo vince la Ligue 2 ed ecco che - un anno dopo - arriva finalmente la promozione tanto sperata. La società intanto promuove un sacco di talenti tra i grandi, e Roux dopo quattro anni riesce finalmente a centrare un altro obbiettivo che si chiama Coppa UEFA, dove però la sfortuna si mette di mezzo facendo pescare all'Auxerre una delle compagini più pericolose di allora, lo Sporting di Lisbona. Da qui in poi la squadra, sempre dedita a cedere i pezzi migliori, inanella una serie di campionati anonimi fino a quando - nel 1993 - torna protagonista in UEFA battendo ai quarti l'Ajax detentore del titolo, perdendo poi in semifinale con il Borussia Dortmund ai calci di rigore.

Ma questo insuccesso è solo il preludio al primo (e fino ad oggi unico) titolo della storia. E' il 1996 quando Guy Roux e i suoi salgono sul tetto di Francia vincendo clamorosamente il campionato davanti a squadre come Nantes, Bordeaux e PSG; questa è una delle squadre più forti della storia del club (quell'anno sarà"doublé", vista la vittoria anche in coppa contro il Nimes), capitanata da un "certo" Laurent Blanc, perno difensivo anche della nazionale. A dirigere le operazioni in mezzo c'è il giovanissimo Sabri Lamouchi, altro prodotto del vivaio come Corentin Martins e Cristophe Cocard, folletti offensivi adibiti a rifornire di palle gol il bomber Lilian Laslandes. Con la qualificazione alla Champions League in tasca, l'Auxerre lancia un altro ragazzo di cui si sentirà parlare parecchio: Taribo West. Il centrale nigeriano prende il posto del partente Blanc e subito spicca per doti fisiche e per usanze strampalate, oltre che essere appariscente grazie alle treccine che non lo abbandonano mai. Sarà un'altra annata positiva, culminata anche qui per mano del Borussia Dortmund ai quarti di finale tra le mille polemiche, causate da una rete annullata ingiustamente a Laslandes.

Gli anni successivi sono ancora ricchi di sistematiche qualificazioni in Europa; dopo aver vinto l'Intertoto, l'AJA nel 1998 esce per mano della Lazio. Poi, nel 2001, arrivano i primi scricchiolii; Guy Roux non sta bene e deve sottoporsi ad una prima operazione al cuore, che l'anno dopo lo porterà addirittura a Parigi per l'inserimento di un doppio bypass. Nel frattempo Rolland, tecnico della squadra riserve, prende in mano la situazione. Nel 2002 Roux sta meglio ma può solo supervisionare; così, avendo più tempo per seguire le giovanili, impone a Rolland l'inserimento in prima squadra di quattro ragazzi protagonisti del titolo vinto dalla squadra under20: Djibril Cissé, Olivier Kapo, Philippe Mexes e Jean-Alain Boumsong, tutti diventati poi protagonisti in tempi brevi. La storia recente non rende invece onore al blasone del club; nel 2005 Roux non può più continuare, così dopo 44 anni la società deve affidarsi ad un altro allenatore. Ne cambierà due in una stagione e mezza (Jacques Santini dura poco prima di venire avvicendato da Jean Fernandez), ma proprio con Fernandez apre un insperato ciclo culminato con il terzo posto in Ligue 1 del 2010, dietro al Lione pigliatutto ed all'Olimpique Marsiglia. E' l'Auxerre di Le Tallec, Pedretti, Niculae e del polacco Jelen, attaccante esterno in grado di far ammattire parecchie difese. Come quella del multimilionario Zenit, sconfitto nel preliminare proprio nel 2011 quando i favori del pronostico sembravano pendere esclusivamente appannaggio dei russi. Le cinque sconfitte del girone, con un solo sorriso (2-1 all'Ajax), segnano la fine dei sogni di gloria e l'inizio di un'inesorabile discesa.

La società inizia a non avere più fondi per rifocillare le casse, si affida all'esordiente Fournier per poi passare ad un altro giovane allenatore, Wallemme. Risultato: nel maggio 2012 arriva la retrocessione, un'onta evitata per quasi trent'anni che si materializza all'improvviso. Risalire dalla Ligue 2 non è facile, tanto che dopo quasi tre stagioni l'Auxerre veleggia ancora nella metà classifica anonima di un campionato lungo e sfiancante. Le stelle, ovviamente, sono alcuni prodotti del vivaio rientrati per dare man forte dopo una carriera passata in giro per l'Europa; Frederic Sammaritano, eroe di coppa, si è spesso caricato sulle spalle il peso dell'attacco, mentre il capitano Sebastien Puygrenier (per lui un'esperienza anche in Russia) è il leader della retroguardia. A dirigere le operazioni in mezzo c'è il 31enne Gragnic, classico giocatore di categoria, di quelli che non scendono mai sotto la sufficienza, bravo a calciare le punizioni tanto da essere il capocannoniere della squadra - ad oggi - con 8 reti realizzate.

Difficile tracciare le prospettive di questa squadra e di una società che oggi, in rosa, ha solo otto giocatori provenienti dal "Centre Sportif dell'AJA", altra certezza smantellata a causa della crisi del club. Di certo c'è solo la finalissima dello "Stade de France" e la qualificazione in Europa League, che tradotto significa soldi freschi per far respirare le casse societarie. E chissà che, magari sotto lo sguardo di Guy Roux, non si torni ad alzare finalmente un trofeo.

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