mercoledì 6 maggio 2015

L'Africa delle sorprese: Algeria e Sudan protagoniste in Champions League


Sono partite in cinquantasette, otto ne sono rimaste. La Champions League entra nel vivo anche in Africa, e come di consueto, dopo gli ottavi di finale le ultime squadre in gioco vengono divise in due gruppi da quattro con sorteggio integrale. Molto strana, questa edizione,
dove in gioco sono rimasti i campioni in carica di ES Setif che però non avranno strada facile per ripetersi vista la presenza di altre due connazionali nel proprio raggruppamento. Sì, perchè la vera notizia di quest'anno è la constatazione di chi non c'è, piuttosto che il contrario. Le fasi precedenti hanno mietuto vittime illustri, a partire da Sewe Sport e Recreativo do Libolo, uscite al primo turno, per proseguire con le varie corazzate come Kabuscorp, Cotonsport (i camerunensi alla vigilia erano date tra le favorite) e le due sudafricane Kaizer Chiefs, freschi campioni in patria, e Mamelodi Sundowns. 

SORPRESE AGLI OTTAVI - Poi, agli ottavi, è successo veramente di tutto. In primis l'affermazione di un paese, il Sudan, che a livello di club non si era mai imposto. Oggi invece Al-Hilal ed Al-Merrikh si giocheranno entrambe l'accesso alle semifinali, ognuna in un girone diverso, dopo i capolavori messi in scena contro i congolesi del Sanga Balende e, soprattutto, del gigante Esperance. Già, perchè è proprio l'Al-Merrikh la squadra da copertina fino ad oggi; la lotteria dei calci di rigore vinta in quel di Tunisi premia oltremodo un gruppo coeso e compatto, guidato da un tecnico preparato come Otto Pfister, sergente tedesco che in Africa ha un po' trovato la sua seconda casa (suo il miracolo Togo, qualificatosi al mondiale del 2006). Ad Omdurman, città che "guarda" la capitale Karthoum dalla riva opposta del Nilo, è un'istituzione alla pari del collega belga Patrick Aussems, allenatore dell'Al-Hilal. I Blue Wave sono l'altra realtà cittadina, più titolata e più blasonata, che oggi ha un solo obbiettivo: passare agli ottavi, magari trascinato dai gol del centravanti burkinabè Kebè, vero asso nella manica di Aussems.

MAZEMBE IN PRIMA FILA - Farlo non sarà facile. Inserito nel gruppo A, l'Al-Hilal se la dovrà vedere soprattutto con il Mazembe, vera corazzata pronta a ripetere i fasti del biennio 2009-2010, quando all'apice dello splendore il club di Lubumbashi arrivò anche a giocarsi la finale del mondiale per club, poi persa, contro l'Inter di Rafa Benitez. Nel Congo belga la cose sono un po' cambiate, ma la struttura societaria è rimasta intatta; il magnate Moise Chapwe, numero uno del club, si è affidato due anni fa all'esperienza di Patrice Carteron, allenatore francese reduce da un'esperienza sulla panchina del Mali, e la squadra ha inanellato il quarto titolo consecutivo in patria. La rosa poi, è tra le migliori del continente, perchè annovera elementi esperti (il portiere Kidiaba, il faro della mediana Singuluma ed il terzino Kasusula) mixati perfettamente con il talenti dei vari Samatta e Kalaba. A contendere il passaggio del turno alle già citate Al-Hilal e Mazembe ci saranno i marocchini del Tetouan. Storia curiosa, quella del piccolo club del nord fondato nel 1922 da soldati spagnoli di servizio in nordafrica, vincitori del primo titolo nella storia tre anni fa e bravi a bissare il successo lo scorso anno. Il 38enne di Saragozza, Sergio Lobera, oltre ad essere il tecnico è anche un personaggio interessante, di forte personalità e - si dice - discepolo dei credi tattici di Zeman e Bielsa. Come in ogni edizione che si rispetti ci sarà anche una rappresentante egiziana a contendersi la coppa, ma contrariamente agli anni passati Al Ahly e Zamalek non c'entrano nulla. E' infatti il piccolo Smouha, club con sede ad Alessandria, ad aver conquistato il pass per i quarti di finale dopo aver eliminato i temibili Leopards de Dolisiè. Fresco di nuova guida in panchina, con Helmy Toulan appena subentrato al francese Denis Lavagne, il club biancoblu possiede una forte identità nazionale e solo tre stranieri - tutti ivoriani - in rosa. E' anche la squadra più "povera" tecnicamente, ma ovviamente non è il caso di sottovalutarla.



POTERE ALGERINO - Tre squadre su quattro, con la sola eccezione dei già menzionati sudanesi di Al-Merrikh, arrivano dall'Algeria. A testimonianza del fatto che il campionato locale sta crescendo moltissimo, tutti i club fanno percorso netto ed il sorteggio ha deciso di metterle a confronto. L'obbiettivo è chiaro: strappare due pass per le semifinali e poi puntare alla finalissima tutta in salsa biancoverde. Ci riusciranno? Ancora non è dato saperlo. Intanto però è curioso notare come tutte siano arrivate fin qui giocando un calcio convincente ed a tratti avvolgente. Ci sono i campioni in carica di ES Setif, decisi a bissare la vittoria, al via con una squadra davvero di livello grazie ad una società che non ha indebolito la rosa dello scorso anno ed anzi, ha promosso in prima squadra alcuni ragazzini di cui sentiremo parlare. Tra tutti, occhi puntati sulla mezzala offensiva El Hedi Belameiri, maglia numero 57 e senso del gol altamente sviluppato. Con il Kabilye - arrivato secondo in campionato - escluso dalla Champions League per responsabilità oggettiva in merito alla morte di Ebossè, lo slot disponibile è andato all'El Eulma, protagonista di una qualificazione thrilling ai danni dello Sfaxien, sconfitto dopo un'interminabile lotteria di rigori. Infine ci sono gli attuali campioni algerini, l'USM Alger, squadra storica del calcio algerino sin dagli anni '50 che gioca le sue partite casalinghe nello splendido "Omar Hamadi", impianto situato a ridosso del mare. Qui vanno pazzi per il pesce e per Youcef Bellaili, trequartista classe 1992 che si ispira a Zidane ed è il fulcro del gioco rossonero.

CAF CHAMPIONS LEAGUE 2015 - GROUP STAGE



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