lunedì 6 luglio 2015

The Best of #Chile2015


La prima storica vittoria del Cile ha chiuso un'interessantissima edizione di Coppa America. Come per ogni manifestazione che si rispetti c'è da stilare un elenco dei migliori. La Conmebol, oltre a stilare il suo undici tipo, ha anche premiato singolarmente le individualità
che si sono messe in mostra in Cile. Leonel Messi è stato eletto miglior giocatore (ma pare abbia rifiutato il premio), mentre Claudio Bravo ha ricevuto l'onorificenza come miglior numero uno. Jeison Murillo, centrale colombiano, è invece il miglior giovane, mentre per il titolo di capocannoniere il trono si è diviso in due, per Edu Vargas e Paolo Guerrero. 

La top 11 della Conmebol
Momento di "top 11" anche per noi, che rispetto a quella ufficiale abbiamo cambiato parecchie cose. Segno di come, quasi sempre, il calcio può essere interpretato in più modi. 

CLAUDIO BRAVO (Cile) - Miglior portiere della manifestazione, eletto sia dalla Conmebol che dalla critica. La sua stagione culmina così con l'ennesimo titolo conquistato; Bravo è un portiere che negli ultimi anni è migliorato tantissimo, soprattutto durante la sua esperienza alla Real Sociedad. Il passaggio al Barcellona è solo un premio per la sua grande crescita, culminata con la cavalcata vincente tutta compiuta davanti al piccantissimo pubblico dell'Estadio Nacional di Santiago. Errori? Nessuno. Meriti? Molti, in primis l'autorità con la quale ha guidato una difesa molto particolare negli uomini e nelle caratteristiche degli stessi.
Luis Advincula (foto gettyimages)
LUIS ADVINCULA (Perù) - Se qualcuno volesse puntare su di lui, in Europa, questo è il momento giusto. Advincula è di proprietà dell'Hoffenheim, ma nè in Germania  e nè, tanto meno, in Portogallo (Vitoria Setubal) ha lasciato tracce. Tornato in patria allo Sporting Cristal (club che lo ha lanciato nel professionismo), si è tirato a lucido per l'appuntamento cileno in cui non ha fallito. Terzino destro del Perù, Advincula ha giocato una manifestazione pressochè perfetta, fatta di sostanza ma anche di qualità. La fascia destra è il suo habitat, le sue leve lo avvantaggiano nella corsa in campo aperto. Se viene sgrezzato dal punto di vista tattico, ha enormi prospettive davanti.

GARY MEDEL (Cile) - Dottor Jekyll all'Inter, Mr Hyde con la Roja. Medel, come molti suoi compagni di squadra, si trasforma quando indossa la "camiséta" del Cile. Il centrale della difesa di Sampaoli non sbaglia un colpo. La sua è una Coppa America in cui si è badato poco alla forma e più alla sostanza. Il gol contro la Bolivia su cioccolatino di Valdivia altro non è che il coronamento di una campagna culminata con la vittoria sull'Argentina. I suoi muscoli li hanno assaggiati tutti, ultimo Messi, uscito malconcio dalla finalissima. Ora bisognerà capire che prospettive ha Medel nel prossimo futuro; in Italia difficilmente può disimpegnarsi come centrale di una difesa a tre, e la sua propensione a smistare palloni rimarrà sempre più utile in mezzo al campo. La palla ora passa a Mancini.

JEISON MURILLO (Colombia) - Premiato miglior giovane della manifestazione con merito. Murillo è l'unica nota positiva della selezione colombiana, eliminata dopo quattro match in cui solo un gol era stato segnato. Proprio da lui, in mischia, contro il Brasile. Il neo interista, potenzialmente, dovrebbe completarsi abbastanza bene con Miranda, perchè oltre ad un buon fisico, questo classe '92 ha piedi discretamente educati ed in alcuni casi si prende la responsabilità di uscire palla al piede. Il carattere è da migliorare, perchè non sempre l'eccessivo agonismo paga, ma anche qui di buon materiale - da plasmare - ce n'è parecchio.

Mauricio Isla
MAURICIO ISLA (Cile) - Ha giocato sulla fascia destra, ma pur di non escluderlo lo dirottiamo a sinistra dove comunque sa disimpegnarsi molto bene. Isla, come Medel, è un altro giocatore che a livello di club fatica a trovare pace, per poi rendere al massimo quando gioca con il Cile. Sampaoli lo adora per la sua versatilità e pare che, in questo mese, lo abbia catechizzato a parte per aiutarlo a scegliere il suo futuro. Che, pare, sia in Bundesliga. E forse è un peccato, perchè Isla in Italia qualcosa poteva ancora dare, ma paga la scelta troppo frettolosa di trasferirsi alla Juventus. In Coppa America invece non ha sbagliato nulla, oltre a risolvere con un gol la complicata sfida dei quarti contro l'Uruguay.

JAVIER MASCHERANO (Argentina) - "L'ho sempre detto che nell'Argentina deve giocare Mascherano. Poi sugli altri dieci possiamo discutere". L'endorsement arriva direttamente da Diego Armando Maradona, incalzato qualche settimana fa da Diario Olé, e spiazza un po' tutti. Ma come, non è che voleva dire Messi? No, è proprio "el jefecito" il pallino del Diez. E come non dargli torto, alla luce della finale giocata. Riportato in mediana, lui che ormai è un centrale difensivo nel Barcellona, Mascherano è il cuore e l'anima di un'Argentina che troppo spesso si affida a giocate estemporanee dei suoi fenomeni. Preciso, puntuale, non sbaglia un pallone ed è sempre l'ultimo a tirare i remi in barca. Su questo insuccesso albiceleste ci sono le firme di tanti, ma la sua non la troverete nemmeno per sbaglio.

ARTURO VIDAL (Cile) - Tre gol e stimmati da leader nonostante la brutta avventura extra campo. Finalmente Vidal si trasforma in un trascinatore anche con la nazionale, togliendo le castagna dal fuoco ai suoi in tutte le circostanze complicate che davanti al Cile si sono parate. Per Sampaoli è una mezz'ala "box to box" che spesso si alza fino a fare il trequartista per duettare con Valdivia, e con l'andare delle partite questo ruolo gli si cuce addosso fino a calzargli a pennello. Tra l'incidente d'auto e le voci costanti di mercato (Arsenal o Real Madrid? Sia chi sia, la Juve non lo cede a meno di 30 milioni) non era facile rendere al massimo. Ma Vidal ce l'ha fatta: Arturo il maturo.
Charles Aranguiz
CHARLES ARANGUIZ (Cile) - Il giocatore complementare di Vidal. Corre per chilometri e lo fa pure bene, con costrutto, e con l'apice finale della grande semifinale giocata contro il Perù. Vedendolo muoversi sul terreno di gioco viene da chiedersi come l'Udinese, da sempre attenta a questi talenti, non lo abbia portato in Europa quando lo aveva per le mani. Oggi gioca in Brasile, e chi lo vuole dovrà spendere parecchi soldi. Oltre ad una colonna della nazionale cilena, Aranguiz è anche uno degli scudieri di Sampaoli, protagonista sotto la guida del ct della splendida cavalcata - nel 2011 - della U de Chile in Coppa Sudamericana. Potenzialità assolute, merita un top club

JAVIER PASTORE (Argentina) - L'intuizione di Martino è di quelle giuste. Il ragionamente è stato: ho tanti giocatori di classe, ma Pastore è in forma. Che fare? Semplice, gli si parla e lo si convince a partire qualche metro più indietro, da mezz'ala con compiti offensivi senza dare riferimenti agli avversari, in modo da sfruttare gli spazi aperti da Messi ed Aguero. Missione compiuto, perchè il Flaco entra tra i migliori in quasi tutte le partite dell'Argentina, e quando il Tata lo cambia (la staffetta con Banega è stato uno dei leit-motiv di questa Copa) molti storcono il naso. Un Pastore così non si vedeva dai tempi del Palermo, e questa rivoluzione tattica personale potrebbe aprirgli nuovi spiragli a livello di club.

Paolo Guerrero
PAOLO GUERRERO (Perù) - Capocannoniere nel 2011, miglior marcatore in coabitazione con Vargas quattro anni più tardi. In barba alle critiche che da sempre gli piovono in testa, "el bàarbaro" è uno dei trascinatori di questo Perù targato Gareca. In questo momento storico in cui i talenti peruviani latitano, Guerrero è l'unico attaccante di fama internazionale che la Franja può permettersi, nonostante - e questo va detto - la sua carriera sia costellata di comportamenti e bravate poco consone ad un professionista. Con gli altri quattro senatori ha tirato la proverbiale "carretta" per una nazionale che alla fine è arrivata terza. Di nuovo, come nel 2011. Questa volta ha ragione lui, che proprio prima di partire per il Cile ha lasciato il Corinthians per firmare un nuovo contratto con il Flamengo.

EDU VARGAS (Cile) - Sampaoli lo guarda e lui capisce al volo. Edu Vargas, come Aranguiz, c'era in quel dicembre 2011 quando con la U vinse la Sudamericana al termine di una finale tiratissima. Il trofeo alzato a Santiago rappresenta un cerchio che si chiude; un cerchio con in mezzo tante difficoltà, divise equamente tra Napoli (dove Mazzarri non lo vedeva proprio), Spagna e QPR tra equivoci tattici e difficoltà di ambientamento. Nonostante l'ottimo torneo disputato, Vargas lascerà nuovamente il Napoli, magari in maniera definitiva. Potenziale affare? Qualche euro lo si può tranquillamente scommettere.

ALTRI GIOCATORI - Pedro GALLESE (Perù), Juan Carlos PAREDES (Ecuador), Bruno VALDEZ (Paraguay), Carlos ASCUES (Perù), Ezequiel GARAY (Argentina), Ever BANEGA (Argentina), Jorge VALDIVIA (Cile), Cristian CUEVA (Perù), Martin SMEDBERG (Bolivia), Derlis GONZALEZ (Paraguay), Enner VALENCIA (Ecuador), Lucas BARRIOS (Paraguay).


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