sabato 19 dicembre 2015

Intervista - Matteo Maggio e la Liga NOS

 
Con l'imminente fine dell'anno ricomincia il mio mini ciclo di interviste. Come sapete cerco di dare spazio esclusivamente a colleghi giornalisti/blogger, in quanto credo moltissimo nelle potenzialità del web ed in ciò che hanno da dire questi ragazzi, sempre professionali e sul pezzo. Il giro incomincia dal Portogallo, per il quale ho chiesto di intervenire a Matteo Maggio, tra i massimi esperti italiani di calcio lusitano.
 
Iniziamo con un inciso di carattere generale. Pochi soldi, tanti giovani, solite protagoniste: come se la passa in questo momento storico il campionato portoghese? E perché chi ci legge dovrebbe seguire la Liga NOS?
 
Hai detto bene: pochi soldi. Ormai sono parecchi anni che il calcio portoghese versa in condizioni economiche abbastanza deprimenti. Parlare di crisi economica a livello globale è ormai diventato “di moda”; non che non ne abbia risentito anche il calcio da queste parti, ma di certo alcuni investimenti sbagliati delle piccole società hanno portato le stesse ad un continuo arrangiarsi (basti pensare che dall’inizio dell’attuale campionato sono già stati cambiati 6 allenatori). Chi sta bene sono ovviamente Benfica e Porto che da sempre sono le due società più sane ed attente ai giovani, visto l’ampio ventaglio di osservatori (e soldi) di cui dispongono. Sono quasi sempre loro a proporre giovani interessanti che vengono puntualmente girati nelle realtà più piccole.
E sono proprio i tanti ragazzi giovani a rendere interessante la Liga NOS. Uniamo questa cosa alle belle sfide che ci propongono le grandi (tra cui è giusto menzionare anche Sporting CP e Braga) e troviamo già due validi motivi per cui pescare un buono streaming e goderci in santa pace una partita.

Il protagonista di questa prima metà di stagione è senza dubbio Jorge Jesus. Il suo tradimento in estate ha destato clamore, ma lui - tifoso dello Sporting - è tornato all'Alvalade per riportare la mentalità vincente che da tanto manca alla CP. Ce la farà?
 
Sì, ce la farà. Non so se arriverà subito quest’anno il titolo (sarebbe un traguardo stratosferico) che manca ormai dal 2002, ma Jesus ha dimostrato in questi primi mesi all’Alvalade di saper prendere in mano la situazione. E’ un tecnico con un carattere ed una personalità ben marcati. Ha disciplinato tatticamente la squadra (4-4-2 di base) e la squadra ha deciso di seguirlo. Il tutto condito dal lavoro della società che ha dato un taglio netto ai nuovi ingaggi. Una sorta di ripartenza da zero con Jesus saldamente al timone. Ripeto: non so se arriverà la vittoria finale, ma chiudere nelle prime 3 darebbe quella spinta in più per tornare competitivi al massimo nei prossimi anni.

Sporting vera protagonista, ad oggi, e anche capoclassifica. Quali sono i segreti di questa squadra? E chi, secondo te, si è distinto come protagonista in campo?
 
Il segreto è scritto sopra. Società, tecnico e giocatori che remano nella stessa direzione. In campo si sono distinti in tanti senza che nessuno prevalesse su altri. Chi più chi meno ha dato una grossa mano per arrivare dove è ora lo Sporting. In estate è arrivato Teo Gutierrez, tutt’altro che appagato dalla splendida cavalcata del River Plate e calatosi subito nella realtà europea senza soffrire i diversi ritmi. Hanno aiutato i gol di Slimani che nelle ultime partite non ha sbagliato un colpo. La verve ed il carisma di capitan Adrien Silva, le parate e la sicurezza di Rui Patricio. E poi ancora tutto il reparto difensivo (appena 6 i gol subiti, al momento miglior difesa insieme a Porto e Braga). Sembra aver ritrovato un po’ di smalto anche Alberto Aquilani dopo gli alti e bassi di Firenze. Con un tecnico maniacale ed organizzato come Jesus tutto diventa più facile.
 
L'unica compagine capace di rimanere in scia allo Sporting è il Porto, unica squadra a non avere mai perso proprio come la capolista. Nonostante ciò, pare essere un anno di transizione per i biancoblu di Lopetegui. Che idea ti sei fatto?
 
Nonostante le solite cessioni illustri, per me i Dragoes rimangono i favoriti numero uno per la vittoria del campionato. Sporting e Benfica hanno cambiato guida tecnica ed è inevitabile un iniziale adattamento al nuovo corso. Il Porto dispone di una squadra comunque forte ed esperta. In porta è arrivato Casillas ed in difesa Maxi Pereira e Layun per le corsie. Davanti la partenza di Martinez destinazione Madrid è stata “annullata” dai gol di Aboubakar. Jesus Corona dal Twente, Brahimi e Tello costituiscono un trio tutt’altro che da sottovalutare. Rimane per il momento oggetto misterioso Imbula, complice un infortunio rimediato ad inizio stagione. Da non dimenticare anche la fame che hanno al Dragao: tutti sanno che gli ultimi due campionati sono stati vinti dal Benfica, un’ ”onta” che va assolutamente archiviata e cancellata. Differente il discorso per quanto riguarda l’Europa dove è arrivata l’eliminazione nei gironi di Champions. E pure il sorteggio in Europa League non è stato dei più rosei avendo pescato il Borussia Dortmund. Più che di transizione, parlerei quindi di cambiamento. Ma per il Portogallo la rosa è secondo me la più completa e tecnica.

Il Benfica è invece l'unica squadra a non aver mai pareggiato (dato curioso) e, cosa da non sottovalutare, è uscito ridimensionato nel post derby del Da Luz, dove è arrivato un clamoroso 0-3. Che succede alle Aguias?
 
Succede che è cambiato l’allenatore. In estate è arrivato Rui Vitoria che lo scorso anno aveva fatto un lavoro encomiabile al Vitoria Guimaraes, portandolo ai preliminari di Europa League.
Il problema è che Vitoria è arrivato al Benfica nel più completo scetticismo. Leggevo spesso di tifosi scoraggiati dall’arrivo del tecnico, accusato soprattutto di avere poca esperienza ad alto livello.
Oltre a quello di campionato, è stato perso anche il derby che valeva la Supertaça ad agosto (vittoria dello Sporting 1-0 grazie a Teo Gutierrez). Per di più se ci aggiungiamo le sconfitte con Arouca e Porto nel Superclasico, più il pareggio con il neopromosso Uniao Madeira, abbiamo un quadro completo della precaria situazione in casa biancorossa. Il vero anno di transizione è quello del Benfica, sempre che Rui Vitoria riesca a tenere ben saldo il timone della nave.
 
Chi dobbiamo tenere d'occhio come possibile sorpresa? Il Braga sta facendo bene, ma anche Rio Ave e Paços tengono botta in zona Europa League...
 
Il Braga è ormai una splendida realtà già da qualche anno (da non dimenticare la finale di Europa League persa 4 anni fa contro il Porto). Tra le squadre “normali” è sicuramente quella che merita la maggiore attenzione. Da questa stagione siede sulla panchina Paulo Fonseca, giovane allenatore classe 1973 che fa dell’organizzazione difensiva il suo credo; non a caso, oltre alla già citata miglior difesa in campionato, i biancorossi hanno avuto anche la seconda difesa in Europa League, seppur in coabitazione con altre squadre. Per quanto riguarda il Rio Ave questo deve essere l’anno del riscatto. Ha rinnovato capitan Tarantini e l’attacco sta funzionando a meraviglia. Il tallone d’achille è la difesa che fino ad ora non ha subito gol solamente in un’occasione. Tornare in Europa League è obiettivo minimo. Molto bene anche il Paços a cui non avrei dato un centesimo nel trovarlo a ridosso della zona Europa. In tal caso grande merito al tecnico Jorge Simao che ha assemblato al meglio una squadra giovane ma allo stesso tempo matura. Da non sottovalutare il Vitoria Setubal di Quim Machado, trascinato dai gol del coreano Suk (fossi in qualche squadra italiana ci farei più di un pensierino), una prima punta mobile che tiene sempre sul "chi va là" le difese avversarie. Ha solo 24 anni ed un costo del cartellino che non dovrebbe - per ora - superare i 3-4 milioni di euro.
 
Capitolo delusioni. Un nome lo faccio io: il multietnico Boavista, affidatosi un mese fa ad una vecchia gloria come "Platini" Sanchez. Ce la farà il team di Oporto a salvarsi?
 
Tornato in Primeira Liga un paio di anni fa, il Boavista è per ora la squadra che ha deluso più di tutte. Se da una parte è stata mantenuta la categoria, dall’altra ci si aspettava un piccolo salto di qualità all’inizio di questa stagione. C’era molta fiducia attorno a Petit che però ha deciso di dimettersi ad inizio dicembre (ora è al Tondela) a seguito di alcuni risultati deludenti sia sotto il punto di vista del gioco che dei risultati. Il ritorno di Erwin Sanchez sulla panchina del do Bessa è stato salutato con grande entusiasmo nell’ambiente bianconero, dove il boliviano è stato protagonista anche da calciatore. Per ora, però, è arrivato un solo punto in due gare. Altra delusione, o meglio una squadra da cui mi aspettavo di più, è sicuramente il Belenenses di Sà Pinto (sollevato dal proprio incarico qualche giorno fa). Dopo la storica qualificazione ai gironi di Europa League pensavo che dalle parti del Restelo si potesse vivere un’altra stagione di alto profilo, come quella condotta da Lito Vidigal prima e Jorge Simao poi, lo scorso anno. Il lento affievolirsi dell’entusiasmo post-qualificazione, qualche infortunio ed un gioco che ha stentato a decollare unito alla confusione su chi impiegare da parte del tecnico portoghese, hanno spedito Os Azuis nei bassifondi della classifica.
 
In zona retrocessione sembra già spacciato il piccolo Tondela. Chi la accompagnerà in Liga de Honra?
 
Il Tondela è alla prima esperienza nella massima serie, inevitabile che la mancanza d’esperienza e di qualità si faccia sentire. In estate sono stati cambiati un numero spropositato di giocatori. In difesa si è deciso di puntare sull’esperienza di Kakà, in arrivo dall’APOEL Nicosia. Ma neanche il 34enne brasiliano è sembrato all’altezza della situazione, rimediando più cartellini che belle prestazioni.
Sta ora a Petit tentare l’impresa titanica di mantenere la categoria dopo le dipartite di Vitor Paneira e Rui Bento. Detto di Boavista e Belenenses, lotteranno per non retrocede anche l’Academica Coimbra, ripresasi ultimamente dopo un inizio da 0 vittorie in 6 partite che sono costate la panchina a Josè Viterbo, ed il neo-promosso Uniao Madeira di Luis Norton de Matos che alterna ottimi risultati a partite non all’altezza di una Primeira Liga. Queste le mie cinque candidate per gli slot 17 e 18 in classifica che varranno la discesa di categoria.
 
Portogallo, terra di giovani. Molte società pescano a piene mani dai loro vivai viste le scarse disponibilità economiche. Ci fai qualche nome che, in ottica, ti stuzzica?
 
Uno su tutti: Iuri Medeiros. Esterno d’attacco nato nel 1994. Brevilineo ed utile anche come seconda punta. E’ nel giro della nazionale under-21 con cui ha disputato lo scorso europeo terminato col secondo posto. Attualmente è in forza al Moreirense in prestito dallo Sporting CP. Poi c’è Gonçalo Paciencia, classe 1994, figlio dell’ex Porto Domingos. Anch’esso attaccante, sta trovando un po’ di continuità nell’Academica in prestito dai Dragoes. Il 1994 è anche l’anno in cui è nato il brasiliano Maurides, attaccante brasiliano che l’Internacional ha prestato all’Arouca. Suoi un terzo dei gol messi a segno dalla squadra di Lito Vidigal. Nel Benfica si è segnalato all’inizio dell’anno il terzino destro Nelson Semedo. Dotato di grande passo, garantisce spinta e copertura. Nelle stesse Aguias stanno trovando spazio il 19enne Gonçalo Guedes, trequartista esterno, ed il 18enne Renato Sanches, preziosissimo elemento davanti alla difesa dove coniuga qualità e quantità unite ad una personalità davvero rara per uno della sua età. Altro nome da segnarsi sul taccuino è quello del classe 1997 Ruben Neves, centrocampista cresciuto nel Porto e già punto fermo delle nazionali giovanili portoghesi. Porto che già da qualche anno annovera nelle proprie fila il difensore centrale cileno Igor Lichnovsky, impiegato nella maggior parte dei casi con la squadra B.
Nel Braga stanno facendo molto bene il centrocampista offensivo Rafa Silva, dotato di un’ottima visione di gioco ed il sorprendente Nikola Stojiljkovic, attaccante serbo pescato dal Cukaricki. In ultimo citerei due giocatori del Vitoria Setubal ed uno del Paços Ferreira. Nel primo caso sono il difensore centrale Frederico Venancio, cresciuto nel club e finito al Benfica B qualche anno fa, ed il centrocampista André Horta, tra i fiori all’occhiello del club biancoverde: 19 anni sulla carta d’identità, 10 in più sul rettangolo verde. Nel Paços ha trovato un buon minutaggio il trequartista Andrezinho, classe 1995. La dirigenza dei Castori proverà in tutti i modi a trattenerlo il più a lungo possibile. Impresa ardua a dir poco. Ci si aspetta poi il salto di qualità definitivo da Joao Mario, centrocampista centrale che bene sta facendo nello Sporting di Jesus. William Carvalho e Jesus Corona completano un parco giovani tra i più interessanti dell’intera Europa. Chiudo col citare anche Franco Cervi, trequartista argentino che il Rosario Central ha ceduto al Benfica (vinta la concorrenza dello Sporting). Per chi è riuscito a vedere qualche partita della squadra gialloblu, non può che aver ammirato lo straordinario talento del classe 1994, schierabile dall’inizio della prossima stagione. 10.
 
Chiudiamo con la nazionale. Girone di ferro agli Europei, contro Islanda, Ungheria e soprattutto Austria. Come pensi si comporterà il Portogallo ad Euro 2016?
 
Penso che si comporterà bene. C’è da dimenticare la brutta figura dello scorso mondiale e la squadra ha raggiunto un’esperienza tale da poterla elevare tra le prime otto del continente. Passare il girone è d’obbligo, vista anche la formula che premierà le migliori terze. Se ci basassimo sui nomi delle avversarie sarebbe una passeggiata di salute, ma Austria ed Islanda sono avversarie tutt’altro che da sottovalutare per quanto mostrato nelle qualificazioni. Da prendere con le molle anche l’Ungheria che contro pronostico ha fatto fuori la Norvegia nello spareggio. Il Portogallo è per me la favorita del girone insieme all’Austria, ma nella testa dei giocatori deve essere ben presente un messaggio: non si può dipendere sempre da Cristiano Ronaldo, ognuno si prenda le sue responsabilità e dia alla squadra ciò di cui ha bisogno.
 
Puoi leggere Matteo Maggio su Twitter, Facebook e sul blog Alla Faccia del Calcio.

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