sabato 14 maggio 2016

Brasileirão 2016 - La Preview del Torneo


Dopo gli antipasti arriva sempre il momento del primo piatto. In Brasile il weekend scorso ha archiviato definitivamente gli Estaduais, e da questa sera riparte il Brasileirão con quattro anticipi e tanta carne al fuoco in vista di una stagione che si annuncia – come sempre – più che appassionante.
Per il Brasile sono stati mesi difficili – questi del 2016 – soprattutto a livello sociale. Lo status di recessione è tornato ad alzarsi progressivamente dopo anni di ripresa, la presidentessa Dilma Rousseff è stata messa al centro di uno scandalo politico che ha portato il governo a chiederne l’impeachment, ed ovviamente in questo clima di crisi a risentirne è stato anche lo sport nazionale. A pochi mesi dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro il Brasile deve far fronte quindi ad una situazione abbastanza tesa, in cui la violenza ha preso largo a più riprese anche in ambito calcistico, usando l’espediente di aggregazione per antonomasia come altoparlante per un popolo che non vuole più essere vessato.
 
Per quanto riguarda il campo, il Brasileirão che sta per iniziare è uno dei più poveri in assoluto, perché nella scorsa sessione di mercato si è aperta una vera e propria tratta con la Cina, che ha costretto le società verdeoro a cedere i pezzi migliori. A farne le spese è soprattutto il Corinthians campione in carica, letteralmente depredato dalle follie dei magnati d’Oriente, che hanno portato la società a ridisegnare metà della squadra titolare vincitrice a man bassa dello scorso campionato.

Tite, tecnico del Corinthians

SICUREZZA IN PANCHINA
Per fortuna il Timão è riuscito a trattenere l’artista capace di plasmare quell’opera perfetta nella scorsa stagione. Nonostante le (tante) lusinghe della nazionale, Adenor Leonardo Bacchi detto Tite è rimasto sulla panchina del Corinthians per provare a ripartire da capo; dopo la brutta eliminazione dalla Copa Libertadores, la squadra ha una sola competizione sulla quale concentrarsi, e nonostante le assenze causa vari impegni della Seleção, Tite ha assicurato che quest’anno vedremo ancora un Corinthians protagonista. Così come da protagonista è stata vissuta la prima fase di stagione, con l’ottimo impatto in Copa – cosa del tutto non scontata viste le cessioni eccellenti – e la mezza delusione del Paulistão (sconfitta ai rigori in semifinale), dove il Timão comunque si è imposto, dominando, per grossa parte della competizione. Si parlava del mercato; da San Paolo sono partiti verso la Cina il centrale Gil, Renato Augusto, Jadson e il tuttofare di centrocampo Ralf, mentre Malcom – uno dei talenti chiamati a prendersi la maglia da titolare – ha ceduto alle lusinghe del Bordeaux. Tite ha così lavorato con il club per portare all’Arena Corinthians sostituti validi nel reparto offensivo, individuati in Marquinhos Gabriel, Guilherme, Giovanni Augusto, Marlone ed Alan Mineiro, oltre al centravanti di scuola Santos André. Le conferme di Cassío, Elias, Fagnér e Uendell sono gli altri “colpi” di mercato, il paraguayano Romero e Lucca i giovani in rampa di lancio.

Gabriel Jesus, asso del Palmeiras in orbita Juventus

VOGLIA DI RILANCIO
San Paolo è una città che ha voglia di tornare protagonista. Dopo la pessima campagna in Libertadores, il Palmeiras vuole provare a giocarsi finalmente il campionato. Per farlo occorrerà però più attitudine mentale rispetto allo scorso anno, quando il Verdão – partito fortissimo – fu poi risucchiato nella lotta per il quarto posto ottenuto solamente in extremis, all’ultima giornata. Lo sa bene lo scafatissimo tecnico Cuca, il quale è stato privato dalla società del bomber Leandro Pereira (in attesa di capire il destino di Gabriel Jesus), ma in entrata può contare sul riscatto di Barrios e l’arrivo dell’interessante Erik dal Coritiba. Inoltre, il Palmeiras si è assicurato le prestazione di Roger Guedes, 19enne trequartista preso dal Criciuma. A Vila Belmíro il Santos sogna di tornare grande; essere riusciti a trattenere Ricardo Oliveira, capocannoniere dell’ultimo Brasileirão, ha rappresentato la miglior notizia in casa Peixe. La società si aspetta molto dai suoi “meniños“: Gabriel Barbosa, Thiago Maia e Zé Carlos sono chiamati alla stagione di consacrazione. Tra le operazioni interessanti c’è Maxi Rolón, argentino prelevato dalla Barcellona B. Prospettive? Le traccia il tecnico Dorival Junior: “Voglio che la squadra giochi a calcio come sa fare. Se ci riusciamo, diventiamo molto difficili da affrontare“. Ah, nota a margine per i romantici: in mezzo al campo si disimpegnano ancora – con ottimi risultati peraltro – Renato ed Elano. La panoramica sui club paulisti non può che chiudersi con il São Paulo; il Tricolór quest’anno ha voluto cucirsi addosso un abito copéro, e per questo in panchina è stato chiamato Edgardo Bauza. In attesa di capire se i ragazzi del Patón a luglio saranno ancora in Libertadores, al Morumbí rischia di smorzarsi l’entusiasmo che accompagnerà all’addio di Calleri, impegnato con l’Argentina a Rio e poi probabilmente colpo di mercato di qualche club europeo. Il São Paulo rimane comunque un ottimo collettivo in cui tutto ruota attorno a Paulo Henrique Ganso; se “l’oca” gira a pieno regime è tutta la squadra a giovarne, specie la folta batteria di mezzepunte a disposizione di Bauza. Ah, questo sarà anche l’anno 1 d.R.C. (dopo Rogerio Ceni): Denis, il suo vice, ne ha già preso il posto da inizio anno.

 
Paolo Guerrero: il Flamengo si affida ai suoi gol

TRIS CARIOCA ALLA RISCOSSA
Alla fine dello scorso campionato si è certificato il fallimento dei club carioca. Il Vasco Da Gama, dopo una rincorsa encomiabile, è retrocesso, mentre Flamengo e Fluminense hanno chiuso anonimamente a metà classifica, senza particolari sussulti di gioco o d’orgoglio. Parallelamente però il Brasileirão riacquistava il Botafogo dopo un solo anno di purgatorio nella serie B, stravinta grazie ai gol dell’uruguayano Alvaro Navarro, trascinatore dell’Estrella Solitaria che noi appassionati avevamo lasciato in crisi profonda alla fine dell’epoca Seedorf. Il Bota torna tra le grandi, e lo fa con Ricardo Gomes in panchina; è proprio il tecnico ad aver tracciato la linea di risalita partendo da zero, impostando una nuova metodologia di gioco e lavorando molto sull’aspetto mentale dei suoi. Il mercato gli ha portato via proprio Navarro, il bomber principe, ma nell’omonimo barrío di Rio de Janeiro è arrivato un suo connazionale, Juan Manuel Salgueiro. L’ex San Lorenzo e Cerro ha le capacità per incendiare una tifoseria calda e passionale con le sue giocate, che hanno già contribuito ad arrivare sino alla finale dello statale perso contro il Vasco. In casa Flamengo si sono fatte le cose in grande, con Muricy Ramalho che dal mercato ha ottenuto due pezzi da novanta come Federico Mancuello ed il colombiano Cuellar, oltre alla riconferma di Canteros e Guerrero. Il Fla, al netto della crisi societaria ormai senza vie d’uscita, potrebbe davvero candidarsi per le posizioni che contano, soprattutto se dovesse finalmente limitare i periodi di blackout che troppo spesso sono sopraggiunti a mitigare le aspettative della piazza. Lo stesso discorso può essere applicato al Fluminense, trascinato dai gol di Gustavo Scarpa – mezzapunta tra le più talentuose in circolazione – ed in ripresa nonostante la pessima figura fatta nel Carioca. Il rinnovo di contratto di Fred ha rasserenato il centravanti, che ha riappianato i rapporti con Levir Culpi, subentrato a marzo al posto dell’esonerato Eduardo Baptista e subito vincitore della Primeira Liga.

La torcida dell'Atletico-MG

PRETENDENTI AL TITOLO
Atletico Mineiro ed Internacional si candidano a ruolo di guastafeste per le grandi delle metropoli. Il Galo non ha certo bisogno di presentazioni; da diversi anni gli alvinegros sono sulla cresta dell’onda perché abbinano risultati e gioco in una combo a tratti micidiale. Impossibile poi non menzionare Lucas Pratto, argentino dal killer instinct innato e vero punto di forza della squadra diretta da Diego Aguirre. Al Parque Independencia ci si aspetta molto dal tecnico charrua e dal suo 4-3-3 in cui spiccano le individualità di Junior Urso – appena rientrato dalla Cina – e del giovane Carlos. La squadra più giovane del campionato è invece l’Internacional di Porto Alegre, che con 24 anni di media si presenta al via come outsider da non sottovalutare. In attesa del rientro di Valdivia (che non è il cileno Jorge ma un trequartista classe 1994 parecchio futuribile), il Colorado punta forte sulla coppia d’attacco composta da Vitinho ed Eduardo Sasha e sul leader della mediana Fernando Bob. Fucks ha poi avuto il grande merito di rilanciare giocatori come Anderson (ex Fiorentina) e Nilton. Da vedere come reggerà la retroguardia all’addio di Alisson, che lascia Porto Alegre con la conquista del Gauchão. Belo Horizonte e Porto Alegre sono anche sede di rifondazioni. Quella del Cruzeiro, fresco di nomina in panchina con Paulo Bento nuovo allenatore, e quella del Grêmio, classica squadra troppo forte per non entrare in Libertadores ma troppo limitata per vincerla.

L'eterno Grafite
NEOPROMOSSE ALLA RISCOSSA
Il Brasileirão riacquista, a dieci anni dalla sua ultima retrocessione, il Santa Cruz. Spiegare cosa rappresenti il Santa Cruz è difficile se non si è mai respirato in pieno il fascino del calcio brasiliano. A Recife fino ad oggi sono state Sport e Nautico a fare la voce grossa, ma la Tricolór pare tornata in grande stile con gli oltre 40000 mila tifosi che regolarmente riempiono l’Estadio Arruda ed un tecnico – Milton Mendes – che pare aver terminato la sua carriera da giramondo fermandosi a Recife. La squadra è di esperienza, basti pensare ai suoi giocatori più rappresentativi: Léo Moura, il portiere Tiago Cardoso e soprattutto il bomber Grafíte (ex Wolfsburg). Un occhio di riguardo lo merita anche l’America Mineiro, squadra di cui si parla troppo poco a causa dell’assenza totale di giocatori “con il nome”, ma che negli ultimi anni è stata protagonista di ottime stagioni. Nonostante sia annoverabile tra le squadre “ascensore”, il Verdinegro ha appena vinto il Mineirão: “Crediamo di poterci salvare e toglierci qualche soddisfazione“, hanno detto i due leader della squadra, Borges e Rafael Bastos, “abbiamo un buon affiatamento e sappiamo giocare a calcio“. In serie A torna anche il Vitoria, unica rappresentate di Bahia, rinforzatasi con elementi di esperienza quali Kieza, Marcelo Mattos e Leandro Domingues.

 

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