lunedì 20 giugno 2016

La rivincita


Ci sono voluti diversi anni, per la precisione quattro, ma il cerchio – finalmente – si è chiuso. L’Independiente Medellín è campione e sale meritatamente sul trono colombiano. Un trono stregato, che per diverso tempo è apparso come meta irraggiungibile e – oltre a questo – aveva assunto le sembianze di una sorta di frutto proibito.

Per tre volte di fila infatti i Diablos della città antioqueña sono arrivati ad un passo dall’obiettivo, venendo sistematicamente in finale; è accaduto nel 2012, quando i Millonarios giustiziarono l’Independiente ai calci di rigore, così come nel Clausura del 2014, semestre in cui ebbe la meglio l’altro Independiente, il Santa Fe. A chiudere il tutto ci ha invece pensato il Deportivo Cali, che ad inizio 2015 – sempre tramite la lotteria dei rigori – ha strappato al DIM l’opportunità di tornare in Copa Libertadores.


Il DIM mette il punto esclamativo sulla finale

Profeta in patria
Già, il DIM (come lo chiamano gli hinchas locali), orgoglio della metà rossa di una città che vive di calcio sette giorni su sette, questa volta ce l’ha fatta. Ed il successo non poteva essere più provvidenziale di così, visto che l’altra squadra cittadina – l’Atletico Nacional – negli ultimi anni ha fatto incetta di titoli monopolizzando il calcio colombiano. Riequilibrare le forze era indispensabile, come ha detto Léonel Alvarez nella conferenza stampa post finale, vinta davanti a quasi 41 mila spettatori in un “Atanasio Girardot” tirato a lucido. Il dt del DIM ha parlato chiaro: “Questa è una città che viaggia parallelamente al momento calcistico delle sue squadre. Portarle in alto significa rivitalizzare ogni barrío, ogni angolo di questo splendido posto“. Missione compiuta, quindi, proprio dallo stesso Alvarez, classe 1965 e stranamente profeta in patria, dato che proprio con i colori del DIM iniziò la sua carriera di centrocampista. Dopo tanto girovagare tra Colombia, Messico e Paraguay, Alvarez nel 2004 decide di appendere gli scarpini al chiodo e dedicarsi a tempo pieno al mestiere di allenatore: “Ho imparato tanto da giocatore – ha detto in una recente intervista a El Tiempoma soprattutto ho imparato molto dai miei ex compagni“. Effettivamente, un ragazzo cresciuto nella generazione degli “años noventa” (Asprilla, Valderrama, Rincon, Higuita e Valencia), qualcosina da insegnare ce l’ha di sicuro.


Corsa e organizzazione
Con almeno quattro squadre più attrezzate per arrivare in fondo, l’Independiente ha dovuto fare di necessità virtù, supplendo alle mancanze tecniche con tanta organizzazione, materia in cui Alvarez eccelle. Per il dt, lanciato dal DIM anche come allenatore, fa fede la cavalcata vittoriosa del 2014 con il Deportivo Cali, portato al successo in campionato dopo diverse stagioni anonime. Richiamato dai Diablos, si è presentato in società con una lista della spesa fatta non di nomi, ma di ruoli – in ordine dalla difesa all’attacco – nei quali era necessario intervenire per colmare parzialmente il gap con le grandi. La società si è fidata, mettendogli a disposizione una rosa abbastanza ben assortita, e soprattutto promuovendo in prima squadra alcuni dei ragazzi che tanto hanno fatto bene a livello giovanile come il fluidificante Parra ed il mancino Maciás. L’assenza forzata di Daniel Torres (impegnato in Copa América) non si è quasi sentita nel 4-2-2-2 tipicamente sudamericano cucito addosso alla squadra come abito tattico, e davanti il talento Lucas Castro ha fatto il suo. La punta ex Deportivo Pereira è stato uno degli innesti mirati di cui si parlava prima, e con i suoi 10 gol – uno, importante, nella finale di andata – ha contribuito in maniera sensibile nella vittoria del titolo.


Leonardo Castro un anno fa giocava nella B colombiana


Tra gli altri protagonisti della cavalcata vanno menzionati il portiere David Gonzalez, soprannominato “Superman” per le sue doti tra i pali, e soprattutto Cristian Marrugo. L’ex Tolima è rientrato in Colombia due anni fa, dopo un paio di esperienze in Messico, voluto proprio da Alvarez per il Deportivo Cali. Con il cambio di squadra, Marrugo ha seguito il tecnico, decidendo con una doppietta la finale contro l’Atletico Junior.


Toda Joya! L'"Atanasio Girardot" esplode al gol di Marrugo

Prospettive
50 punti in 26 partite, con 14 vittorie e 8 pareggi, al fronte di sole 4 sconfitte. Numeri da capogiro, che oltre al meritato titolo, permettono al DIM di strappare il pass per la Copa Libertadores del 2017. Per arrivarci occorrerà gestire al meglio il prossimo semestre non solo dal punto di vista del campo, ma soprattutto nel club. La società ha appena stretto un accordo pluriennale con la Pepsi, che sarà il nuovo main sponsor iniettando nelle casse capitali freschi. Mentre le altre hanno già iniziato a rinforzarsi, l’Independiente sta iniziando a guardarsi attorno per capire come dare continuità al progetto tecnico. Il primo passo, ovvero tornare ad essere competitivi, è stato fatto. Ma per completare il riscatto c’è bisogno di assestarsi e partecipare stabilmente al ballo delle grandi. Solo in questo caso, la rivincita sarà completata.

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