lunedì 19 settembre 2016

Non è mai troppo tardi


Ci sono storie che vale la pena raccontare. Ci sono storie che, soprattutto se legate al calcio, assumono contorni magici per come vanno a concludersi.

Una delle storie del momento è senza dubbio quella di Islam Slimani, nuovo attaccante del Leicester, acquistato quest'anno dallo Sporting Lisbona per dare profondità ad un reparto - l'attacco - in cui i soli Vardy e Musa non potevano bastare. All'esordio in Premier League l'impatto è stato a tratti devastante; due gol al malcapitato Burnley, giustiziato senza pietà, e lo zampino nell'autogol che ha chiuso la partita mettendola in ghiaccio a metà ripresa. Il tutto, condito da una prestazione che fa ben sperare per il futuro. Il rodaggio in settimana, nella trasferta vittoriosa in Champions League sul campo del Club Brugge, si è rivelata un ottimo rodaggio: Islam è pronto per stupire, e Ranieri se lo gode.

Testa e piedi: Slimani ha tutto. Lo conferma anche un "certo" Jorge Jesus

Già, Ranieri. Quel tecnico che lo ha fortemente voluto in estate mentre intorno a lui si scatenavano le critiche più feroci, un fuoco incrociato tra media ed addetti ai lavori vari, che si domandavano se 40 milioni di pounds per un ventottenne non sarebbero stati uno schiaffo alla miseria. Ma Sir Claudio ci ha creduto, dopo averlo attentamente visionato la scorsa stagione, e ha pensato subito a lui quando sembrava che Vardy potesse cedere alle lusinghe dell'Arsenal.

L'appunto principale, ovviamente, riguardava il contesto: potrà mai impattare in Premier League una punta che fino ad oggi ha giocato in Portogallo? La risposta parrebbe positiva, almeno sino ad oggi. Ma Ranieri non è il primo allenatore a credere in Slimani; nel 2012, Vahid Halilodzic - allora CT dell'Algeria - lo nota durante una partita di campionato, durante un tour svoltosi nei primi giorni del suo insediamento: "Volevo capire se c'era qualche giocatore che poteva farmi comodo - ha detto tempo fa il croato ad un quotidiano di Algeri - e quando vidi giocare Slimani rimasi colpito".

La vetrina delle vetrine: Brasile 2014.

In effetti Slimani, fino a quel momento, era conosciuto come uno dai piedi quadrati: dopo essere cresciuto in una piccola realtà del quartiere natale, Islam passa al Belouizdad da un club di terza categoria, in cambio dell'equivalente di ottomila euro. Una cifra irrisoria, ma comunque importante per un ragazzo che stava meditando di lasciare il calcio per dedicarsi nuovamente alla pesca, con cui impegnava le giornate da ragazzino aiutando il padre. Dopo una quarantina di reti in quattro stagioni, Halilodzic - che già lo aveva fatto esordire in nazionale - gli concede la vetrina più importante di tutte: Brasile 2014.

Slimani gioca un ottimo torneo, l'Algeria arriva agli ottavi e lui sentenzia la Russia con il gol qualificazione. A fine torneo arriva la chiamata dello Sporting, alla ricerca di pedine per allungare la rosa. Il primo anno a Lisbona è di apprendimento, e Slimani lo inizia con la squadra B per poi esordire in Primera. La seconda stagione va già meglio, con la conquista della titolarità a discapito di Montero e 12 reti che accendono le sirene di molti club europei, anche di prima fascia. Ma è lo scorso anno che arriva il botto definitivo: 27 gol in campionato lo incoronano capocannoniere, mettendo in evidenza tutte le sue doti migliori. La svolta non è solo numerica, ma anche tattica; Slimani viene infatti sensibilmente avvicinato alla porta, e la sua prolificità miete vittime illustri nel reparto offensivo dello Sporting (una su tutti, Téo Gutierrez). La chiamata del Leicester, a fine agosto, non poteva che rappresentare il naturale epilogo.


Il prossimo step sarà la Coppa d'Africa di gennaio, nella quale la punta delle Foxes avrà l'importante compito di guidare le Volpi algerine verso la vittoria. Il ct Rajevac punta molto su di lui e sulla generazione d'oro di talenti nati tra la fine degli anno '80 e l'inizio dei '90. Sullo sfondo c'è sempre Halilodzic, colui che lo ha plasmato mentalmente e preparato professionalmente. Colui che lo ha lanciato nel 2012 e, quattro anni dopo, ha visto aumentare il suo cartellino di centoquindici volte.

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