venerdì 16 settembre 2016

Qatar Anno Zero


Giocatori conosciuti da proporre in copertina, sponsor milionari dietro, allenatori che importano tattiche e filosofie di gioco da tutto il resto del mondo. Sotto queste premesse nasce la Qatar Stars League 2016-17, edizione numero quarantaquattro di un campionato considerato come il Paradiso calcistico in termini economici.

Non molto tempo fa infatti, uno studio pubblicato dal magazine mensile della FIFA aveva messo proprio la massima divisione qatariota al primo posto - ovviamente nel contesto asiatico - per ricavi e soprattutto per il pagamento degli stipendi ai giocatori. L'obiettivo è unico ed è fin troppo evidente: aumentare a dismisura la fetta di appassionati ad un torneo che, fatta eccezione per sceicchi e (pochi) tifosi locali, fatica a decollare. Da queste parti gli amanti del calcio seguono principalmente le gesta di Messi e Neymar, piuttosto che l'appassionante Premier League, evento di punta del colosso satellitare BeIN Sport, che in terra araba - grazie a spese di gran lunga superiori al resto dei paesi in cui è presente - si è accaparrata i diritti tv di una grossa fetta di calcio mondiale.

Quella iniziata in questi giorni non sarà un'edizione come le altre, perché un mese fa - tanto per rimpinguare le casse della federazione - due main sponsor si sono fatti concretamente avanti: si tratta di Toyota e Qatar Airways. La prima, come tutti sapranno, è una nota azienda automobilistica con sede in Giappone nell'omonima città, mentre la seconda è la compagnia aerea nazionale. Entrambe erano già presenti come sponsor nelle scorse stagioni, ma quest'anno hanno entrambe deciso di dare man forte al movimento locale, chiamato ad una stagione di rilancio dopo un torneo - quello passato - in cui le gesta di Al Rayyan, Lekhwiya e delle altre dodici squadre al via, sono state messe in secondo piano dal ben più seguito torneo che si gioca nei vicini Emirati Arabi. La federazione avrà il compito di gestire al meglio le risorse, magari iniziando a costruire qualcosa di interessante anche a livello di nazionale. Un capitolo in cui il Qatar non solo ha ben poco da dire, ma spesso colleziona - vedi ultime due partite di qualificazione a Russia 2018 - figure non propriamente consone ad una realtà così economicamente sviluppata.


In campo invece, se non possiamo permetterci di definire la QSL un cimitero degli elefanti, davvero poco ci manca. Anzi, a conti fatti, ben sette squadre su quattordici superano i 28 anni di media in rosa. Tra queste non c'è l'Al Rayyan (resta di poco sotto) campione in carica, compagine giovane e sbarazzina, allenata dal preparatissimo santone uruguayano Jorge Fossati. "El Profe" ha a disposizione una squadra qualitativamente discreta, che lo scorso anno ha sfruttato gli impegni in campo internazionale delle favorite per affondare il colpo in campionato. Le stelle sono una per reparto: l'arcigno Gonzalo Viera in difesa, il paraguayano Victor Cacéres in mezzo e lo spagnolo Sergio Garcia, ex bandiera dell'Espanyol, davanti.

Nel novero delle favorite parte ovviamente il Lekhwiya, che ha monopolizzato il calcio locale vincendo quattro degli ultimi sei titoli, e fallendo l'assalto al campionato nella scorsa stagione per concentrarsi sulle fatiche in Champions League. Fallito l'obiettivo, quest'anno il collettivo diretto dall'algerino Belmadi sfrutta uno dei fattori che più fanno discutere: le naturalizzazioni selvagge. Infatti sono ben nove i giocatori stranieri eleggibili per la nazionale qatariota, e anche su questo tema la FIFA in prima persona sta cercando di fare luce. Il mercato estivo ha portato in rosa Youssef El Arabi, reduce da alcune stagioni positive con la maglia del Granada, che aggiungendosi ai rinnovi (faraonici) dell'estroso Msakni e di Chico Flores consegnano ai Red Knights i favori del pronostico.


La palma di regina del mercato se la prende invece l'Al-Arabi, una delle sei squadre di Doha e grande delusa della scorsa stagione: alla corte di Gerardo Pelusso, altro tecnico charrúa, arrivano Luis Jimenez, Imoh Ezekiel ed il colosso difensivo Sall. L'Al-Wakrah sistema invece l'attacco con il trio latino composto da due esterni, Sangoy e Pablo Zeballo, più Olivera. Seydou Keita, 36 anni e fresco di svincolo dalla Roma, chiuderà la carriera all'El-Jaish.

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