martedì 20 settembre 2016

Guida agli Ottavi di Copa Sudamericana




Santa Cruz (Brasile) vs Independiente Medellin (Colombia)


Decifrare il momento del Santa Cruz non è semplice. La squadra allenata da Doriva, arrivato al posto dell'esonerato Milton Mendes, ha vinto un solo match negli ultimi due mesi di Brasileirão, collezionando una marea di magre figure. In Sudamericana il Serpiente Tricolór ha fatto un po' meglio, passando il primo turno nel vittorioso derby in cui - grazie al provvidenziale Bruno Moraes - i rossoneri hanno battuto lo Sport Recife.



Bruno Moraes: l'uomo del momento in casa Santa Cruz


Oggi in campionato il Santa Cruz è penultimo, con sei punti da recuperare alla quint'ultima ed un calendario non facile. Gli scontri diretti per la salvezza sono quasi tutti in trasferta, e la preoccupante sterilità offensiva ormai si protrae da mesi. Esattamente da fine giugno, quando Grafite ha segnato l'ultimo suo gol in maglia rubronegra. Il bomber ex Wolfsburg è entrato in una spirale di eventi dalla quale è difficile uscire, soprattutto perché nel frattempo il resto della squadra è precipitata in basso assieme agli equilibri tattici di Milton Mendes. Oggi il Santa Cruz si affida al già citato Bruno Moraes e a Keno, in gol nell'ultima uscita contro il Santos, ma l'età avanzata della rosa e la rincorsa disperata alla salvezza in campionato, potrebbero influire sull'esito della doppia sfida di coppa. La spinta decisiva potrebbe arrivare dai 50000 dell'Arruda, vero e proprio fattore, catino caldo a appassionato, decisivo per la promozione in A lo scorso anno.

A fare visita alla matricola brasiliana sarà l'Independiente di Medellín, compagine fresca di titolo in Colombia, conquistato in un semestre a tratti dominato. La vittoria ha avuto una doppia valenza, perché oltre a portare in casa rossoblu la qualificazione alla prossima Libertadores, ha permesso al Poderoso di avere la meglio sull'altra metà della città, in cui presenzia l'incombente Atletico Nacional. In questa Sudamericana, l'Inde è arrivato agli ottavi dopo aver superato in sequenza la Universidad Catòlica ecuadoreña e lo Sportivo Luqueño, non senza faticare in entrambe le circostanze. Il cammino interno ha fatto la differenza, con due vittorie e quattro gol segnati, mantenendo la porta inviolata. In trasferta però i ragazzi di Léo Alvaréz hanno avuto diversi problemi, soprattutto a livello difensivo, dovuti ad alcuni cali di concentrazione.


La concretezza dell'IDM: tre tiri e due gol in due partite

Il 4-2-3-1 di Alvaréz funziona bene soprattutto quando sono i suoi a dover fare la partita. Con un leader per reparto, l'Independiente ha superato anche i periodi peggiori capitati a metà dello scorso semestre; di questo lotto fanno parte il centrale difensivo Andrés Mosquera, il centrocampista Jhon Hernandez e il leader della trequarti Cristian Marrugo, riportato in patria dopo l'esperienza messicana. L'ex Millonarios è l'ago della bilancia dell'Equipo del Pueblo: se gira lui, gira la squadra. Del reparto offensivo fa invece parte il goleador Leaonardo Castro, pescato a gennaio in B (spaccava le reti nel Deportivo Pereira), ad oggi autore di 12 gol in 1947 minuti con la maglia dell'IDM.


Cerro Porteno (Paraguay) vs Independiente Santa Fe (Colombia)

Uno dei big match degli ottavi di Sudamericana è sicuramente l'incrocio tra Cerro Porteño ed Independiente Santa Fe. Da una parta, quella guaraní, vi è una squadra ferita, che in campionato non sa più vincere ma - in campo internazionale - ha già dato due belle prove di forza eliminando Fenix e Real Potosi. Ostacoli non probanti, ma saltati ad occhi chiusi; soprattutto il sodalizio boliviano è stato seppellito alla Olla, nel cuore del barrio obréro, dove gli azulgrana hanno dilagato chiudendo sul 6-0.
Anche in campionato l'attacco è il punto forte del Cerro, che viaggia alla media di 1,90 gol a partita. Tutto merito dell'impostazione spiccatamente offensiva impostata da Gustavo Florentìn, avvantaggiato dai grandi nomi presenti in attacco: da Pablo Velazquéz a Guillermo "El Toro" Beltran, passando per José Ortigoza fino ai giovani Cecilio Dominguez e Julio Villalba. Tutti, nessuno escluso, fondamentali nelle rotazioni di Florentìn.

Beltran è capace di fare questo

Le mancanze sono da ricercare soprattutto in difesa, un reparto che risente troppo della poca copertura e spesso risulta slegato dal resto della squadra. Nel Cerro gioca anche una vecchia conoscenza del calcio italiano: Alvaro Pereira. "El Palíto", tanto per non smentirsi, in una manciata di presenze ha già collezionato un'espulsione e due ammonizioni, ma dal punto di vista dell'esperienza può risultare utilissimo alla causa.

I campioni in carica entrano in campo agli ottavi. L'Independiente Santa Fe ha cambiato tantissimo in estate, in primis l'allenatore; al posto di Gerardo Pelusso, trasferitosi in Oriente, c'è l'argentino Gustavo Costas, fine stratega con ottimi trascorsi in Ecuador. Costas, assieme alla società, ha stravolto la rosa inserendo una dozzina di volti nuovi. Delle partenze più dolorose fanno parte Yerri Mina, Wilson Morelo e Miguel Borja, andato a rinforzare l'Atletico Nacional. L'impronta tattica è però rimasta la stessa, con quattro giocatori offensivi supportati da due mediani fisici. Le troppe modifiche hanno comunque inciso sui risultati, tanto che ad oggi la Sudamericana sembra l'obiettivo principale per los Cardenales. Parlando di singoli, non si può non citare il terzino sinistro Leyvin Balanta, mancino con il vizio del gol.


Dopo questo gol Balanta ha dichiarato: "Volevo metterla in mezzo". Onesto.



Atletico Nacional (Colombia) vs Sol de America (Paraguay)


I Verdolagas hanno, volenti o nolenti, scritto un pezzo di calcio sudamericano nell'ultimo triennio. Prima con Osorio, poi con Rueda, l'Atletico Nacional ha monopolizzato il contesto calcistico locale, dispensando calcio di ottimo livello, per poi costruire una squadra dominante anche in coppa. Così nella metà albiverde di Medellín è arrivata la tanto attesa Libertadores, alzata al cielo dopo aver avuto la meglio sull'Independiente Del Valle. In questi successi ci sono grossi meriti dei tecnici; soprattutto di Rueda, perché - paradossalmente - mettere mano alla macchina perfetta di Osorio non era affatto facile, e si correva il rischio di sfasciarla. Invece è successo l'opposto: da squadra bella e impossibile a killer implacabile. Questo sono diventati i Verdolagas nel 2016. Una rosa profonda, con tanto di atteggiamento offensivo e tanta qualità: sono questi gli ingredienti della ricetta in salsa colombiana, ottenuta con tanti ragazzi saliti dal vivaio locale mixati ad innesti mirati e decisivi. A tal proposito, Miguel Borja ne rappresenta perfettamente il prototipo: arrivato dal Santa Fe, dopo essersi rilanciato con il Cortulua, Borja ha deciso tutte le partite più importanti, a partire da semifinali e finale di Libertadores.


Decidere una Libertadores appena arrivati: Miguel Borja, olio su tela



Nella stagione in corso, il feeling con il gol dell'ex Livorno non si è interrotto. Nella doppia sfida con il Bolivar, la punta è andata a segno in entrambi i match, decidendo di fatto il passaggio del turno. Borja è solo la punta di diamante di un gruppo in cui il talento è superato solo dalla concretezza. Nonostante le cessioni illustri (Davynson Sanchéz, Sebastian Peréz e Marlos Moreno), i Verdolagas rimangono tra le favorite nel cammino verso la finale. Contro il Sol de America, disastroso in difesa, l'impatto offensivo colombiano potrebbe essere devastante.

Già, il Sol de America. Ex squadra sorpresa di fine 2015, con la partenza dell'esperto Santiago Salcedo ha perso molto davanti e - probabilmente - vedrà arrivare al capolinea molto presto questa sua prima avventura in campo internazionale. El Danzarín ha un nuovo condottiero in panchina, Javier Sanguinetti, e molto probabilmente (anzi, quasi sicuramente) non potrà contare sull'apporto del piccolo catino di casa - lo scenografico Villa Elisa - per la partita di andata, dato che lo stadio non soddisfa i requisiti minimi della Conmebol. L'ex tecnico dell'Alianza Lima, in mancanza di qualità, ha imbastito un discorso tattico puntando sulla solidità difensiva, con un centrocampo folto davanti alla difesa a quattro. I risultati sono arrivati in parte, con gli scalpi di Jorge Wilstermann e Sport Huancayo conquistati con il minimo sforzo (tre pareggi su quattro partite). Difficile anche trovare la stella della squadra: le ultime uscite hanno messo in evidenza l'esterno Estigarribia, 25 anni, mancino dallo scatto e dal dribbling mortifero.


Belgrano (Argentina) vs Coritiba (Brasile)


Nell'ultimo appuntamento con "Sudamerica Hoy" si era quasi cantato il "de profundis" al Belgrano, arrivato ad una sorta di anno zero dopo l'addio del "Ruso" Zielinski e l'insediamento in panchina del nuovo corso targato Teté Gonzalez. Eppure il Pirata ha conquistato il bottino qualificazione eliminando il ben più quotato Estudiantes, battuto 2-0 da una doppietta dell'esperto Claudio Bieler, uno che di coppe internazionali se ne intende, visti i suoi trascorsi alla LDU durante la gestione Bauza. Lo smantellamento delle ultime due stagioni era inevitabile; dopo lo spareggio vinto con il River Plate - con i Millonarios condannati alla prima retrocessione della storia - il Belgrano ha sfruttato le ultime stagioni per stabilizzarsi in Primera, valorizzando tantissimo giocatori: uno su tutti, Franco Vazquéz.


"Ah, da quando Vazquéz non gioca più" (nel Belgrano)



In quella squadra c'era molta più qualità di oggi; l'attuale Belgrano si appoggia sull'esperienza del già citato Bieler, del portiere Olave, di Velazquez e di Lema, ai quali si è aggiunto un arrivo inaspettato dall'Europa, che però non ha ancora inciso a dovere. Si tratta di Matias Suarez, ex punta dell'Anderlecht, ad oggi ancora imballato dopo la presentazione in pompa magna. La Sudamericana potrebbe essere un'ottima vetrina per tutti, grazie anche ad un ottavo che - almeno sulla carta - vede il Pirata partire leggermente favorito.

Ad arginare l'entusiasmo argentino ci sarà il Coritiba, una squadra molto difficile da inquadrare. Tosto e rognoso in casa, il Coxa in campionato è invischiato nella lotta salvezza, e l'aver eliminato il Vitoria nel primo turno non è particolarmente indicativo. Per cercare di risollevare il morale di una squadra psicologicamente abbattuta, la società si è addirittura affidata ad un santone della panchina come Paulo Cesar Carpegiani; lo scafatissimo tecnico brasiliano si è ritrovato una rosa dall'età media avanzata, ideale per giocare un calcio conservativo e poco dispendioso, sperando nella forma di Klebér e Neto Berola, le due punte titolare. Il cambio in panchina ha comunque raddrizzato, almeno parzialmente, la situazione: il Coxa ha vinto tre delle ultime cinque partite giocate. segnando ben sette gol.


San Lorenzo (Argentina) vs Deportivo La Guaira (Venezuela)

In ogni edizione di Copa Sudamericana gli scontri in stile Davide contro Golia sono all'ordine del giorno. Non fa eccezione l'ottavo di finale tra San Lorenzo e la matricola venezuelana del Deportivo La Guaira. Il Ciclón è senza dubbio una delle favorite per arrivare in fondo alla manifestazione; l'attitudine copéra del San Lorenzo si è sviluppata nell'ultimo biennio sotto la guida di Juan Antonio Pizzi ed Edgardo Bauza, inciampando in un parziale empasse nello scorso semestre. Nulla di catastrofico, comunque; a Boedo è arrivato Diego Aguirre, tecnico che ha fatto le fortune - tra gli altri - dell'Atletico-MG. Con l'uruguagio in panchina il San Lorenzo ha iniziato la stagione con tre vittorie e due pareggi, non ultimo quello che aveva aperto la doppia sfida con il Banfield, poi strapazzato 4-1 la settimana scorsa. Al Nuevo Gasometro c'è voglia di calcio spettacolo, ed il mercato sembra essere stato fatto in funzione proprio di questa campagna internazionale: Angeleri, Coloccini e Bergessio sono nomi altisonanti per queste latitudini, e sicuramente sapranno dare l'apporto necessario alla causa nel corso del tempo.





L'uomo copertina di questo San Lorenzo però è Nicolas Blandi. La punta, riscattata sei mesi fa dall'Evian, ci ha messo un po' per ritagliarsi spazio nel Cuervo. Ha lasciato il Nuevo Gasometro per ben due volte, prima di tornarci definitivamente. L'inizio di stagione ha confermato la bontà della scelta di puntare su di lui, a segno sei volte (tre in campionato, due in Sudamericana, una in Copa Argentina) e - più in generale - sempre decisivo nei momenti importanti. Uno di questi era certamente il ritorno di coppa contro il Banfield, in cui - con una doppietta - ha contribuito in maniera decisiva a regalare il passaggio del turno agli azulgrana.

Chiamato ad un miracolo sportivo, il Deportivo La Guaira non può che godersi il momento. Arrivare agli ottavi è quasi un miracolo sportivo, per un club tra i più piccoli del Venezuela. Il Depor non può permettersi esborsi economici folli, ed anzi - vista la situazione interna del paese - la società ha dovuto anche tagliare sulle trasferte della squadra, ormai abbonata agli spostamenti in bus. Eppure la forza di volontà può portare a risultati insperati. Il fattore campo è risultato sino ad oggi positivo: al Metropolitano di Barquisimeto, ad oggi, sono arrivate due vittorie importanti contro Tolima ed Emelec. Il match giocato contro gli ecuadoreñi è un esempio di filosofia offensiva applicata al calcio: 4-1-4-1 con cinque giocatori di sacrificio, ma dalle spiccate doti d'attacco. A cucire quest'abito tattico addosso alla piccola società di Caracas ci ha pensato l'allenatore italo-venezulano Eduardo Saragó. Chiamato a maggio dopo le esperienze alla guida di Caracas e Deportivo Lara, Saragó ha accettato una sfida sulla carta impossibile. I suoi discorsi motivazionali hanno permesso all'ambiente di costruirsi una mentalità vincente, mentre la sua preparazione ha fatto il resto. Ah, per la cronaca, Saragó ha appena compiuto 34 anni. In campo il leader è il nazionale Franklin Lucena, il talento l'esterno mancino Darwin Gonzalez, classe 1994 e giustiziere dell'Emelec.


Segnatevi il nome di Darwin Gonzalez



Palestino (Cile) vs Flamengo (Brasile)


E' ormai passato più di un anno e mezzo da quando il Palestino si affacciò alla ribalta del calcio internazionale per la prima volta. Nella Libertadores 2015, il club cileno eliminò al preliminare il Nacional di Montevideo, staccando il pass per la fase a gironi. L'eliminazione sfortunata nel match decisivo contro il Boca Juniors non ha spento gli entusiasmi della gente di La Cisterna, barrìo ubicato nella zona sud di Santiago. Così, dopo una stagione passata a ridosso delle grandi, gli Árabes si sono ritrovati di nuovo a competere con le big del continente, qualificandosi in Sudamericana. Una Sudamericana iniziata molto bene, con la doppia vittoria sul Libertad e la qualificazione - molto più sofferta - conquistata ai danni del Real Garcilaso.





L'architetto del miracolo Palestino è Nicolas Cordova, immancabile acquisto al Fantacalcio in Italia per tutti gli amanti hipster della Serie A. Rientrato a giocare in patria, Cordova ha dovuto ben presto fermarsi a causa di problemi fisici ormai cronici, entrando nei quadri federali come vice di Tocalli nella sub 20 cilena. A gennaio il Palestino gli ha dato la prima occasione per mettersi in mostra e lui l'ha subito sfruttata a dovere, portando il Tricolór a ridosso delle prime posizioni. Viste le ridotte risorse economiche della società, Cordova ha dovuto attingere energie sul piano motivazionale. In campo ci va un forte nucleo argentino, rappresentato principalmente dal bomber Benegas, che in Cile ha già segnato molto in passato e potrebbe risultare un'arma letale contro la fase difensiva del Flamengo.

Il Flamengo, dal canto suo, arriva all'appuntamento rinfrancato da due fattori in particolare: il primo è la rimonta sulla Figueirense, in una doppia sfida risolta solo dai gol in trasferta. Il secondo fattore riguarda invece il trend che il Fla sta intraprendendo nell'ultimo periodo; il cambio in panchina (Zé Ricardo per Muricy Ramalho) ha fatto bene ai rubronegros, bravi a scalare le posizioni in campionato fino a piazzarsi a ridosso del Palmeiras capolista. Il grosso del lavoro lo ha però fatto il club, fortissimo sul mercato con gli arrivi di Diego, Leandro Damião, Donatti e Cuellar, che si aggiungono al colpo effettuato in primavera quando a Rio de Janeiro è stato firmato Mancuello.





La forza offensiva del Flamengo è a tratti devastante: Damião, Guerrero, Fernandinho e Felipe Vizéu assicurano gol e rotazioni sempre abbondanti, mentre Diego ed Everton - oltre a vedere discretamente la porta - confezionano tonnellate di assist. Come detto in precedenza, è la fase difensiva a lasciare a desiderare; le difficoltà ad arginare un'avversaria che pressa sono state evidenti soprattutto nella sconfitta dell'andata contro la Figueirense, in cui la retroguardia carioca è stata presa in mezzo tra le linee. Il problema è facilmente individuabile, ma difficilmente risolvibile: per supportare la manovra d'attacco ci vanno giocatori che sappiano toccare la palla. A discapito, spesso, delle capacità in fase di non possesso. Nonostante ciò, il Fla ha diversi uomini in grado di risolvere la partita: se volete puntare il classico euro, fatelo su di loro.


Independiente (Argentina) vs Chapecoense (Brasile)

Secondo incrocio tra Brasile ed Argentina, questa volta con distanze decisamente più rimarcate. Il Rey de Copas arriva agli ottavi dopo aver spazzato via il Lanus e, soprattutto, aver convinto a livello di prestazione. Tre gol fatti e Granate a secco: questo è il verdetto. Parlare delle qualità del Diablo viene persino difficile, dato che di giocatori interessanti ce ne sono molti. Entrando però nella categoria dei decisivi, la menzione è d'obbligo: Emiliano Rigoni. Il centrocampista ex Belgrano è probabilmente la mezzala box to box più forte del Sudamerica, ed essendo un classe '93 viene da chiedersi come mai in Europa ancora nessuno lo abbia cercato. Le sue capacità di inserimento senza palla hanno pochi eguali, idem la sua intelligenza senza palla, che lo porta sempre ad anticiparne la traiettoria.


Rigoni attacca benissimo gli spazi leggendo in anticipo ogni situazione di gioco



Ma Rigoni non è la sola individualità a disposizione di Gabriel Milito. Il tecnico, entrato già nelle grazie della tifoseria, può contare su un ottimo reparto arretrato sorretto dal portiere Campaña e dalla coppia di centrali composta da Toledo e soprattutto Cuesta, quest'ultimo nel giro della nazionale. In mezzo la quantità la garantiscono il Cebolla Rodriguez ed il Marciano Ortìz, mentre Rigoni - tra le linee - si è cucito addosso il ruolo di "tuttocampista". L'abbondanza riguarda anche il reparto d'attacco: Denis, Lautaro Fernandéz, il rientrante Albertengo e Diego Vera, out per un brutto infortunio. A loro si aggiunge la scheggia impazzita chiamata Martin Benitez, decisivo contro il Lanus. "Favoriti? Come facciamo a considerarci favoriti se dobbiamo ancora giocare gli ottavi?" si è chiesto Milito in conferenza stampa. Vero, il termine giusto potrebbe essere "ambiziosi".

Qualche spunto lo offre anche la Chapecoense. Vittima sacrificale della scorsa stagione, la Chape non solo si è salvata, ma lo ha fatto anche in scioltezza. Lo stesso epilogo pare possa esserci anche quest'anno, dopo una partenza a rilento e una rimonta che ha portato i ragazzi di Caio Junior all'attuale decimo posto. Per questo i brasiliani, ormai tranquilli in campionato, potrebbero fare all in in Sudamericana, gettando il cuore oltre (il grosso) ostacolo argentino. La Chapecoense è la squadra delle seconde, o ultime possibilità. Sono tanti i giocatori in cerca di rilancio o alla ricerca delle ultime soddisfazioni in carriera: Martinuccio, Josimar, Gil, Cléber Santana e lo scafatissimo bomber Bruno Rangel, tra i giocatori più pagati della storia del club.


Montevideo Wanderers (Uruguay) vs Junior Barranquilla (Colombia)


Nell'ultima sfida in programma si affrontano Montevideo Wanderers e Atletico Junior. La premessa è doverosa: le due squadre probabilmente si equivalgono, così il ritorno in altura a Barranquilla potrebbe risultare un fattore decisivo. Partiti in maniera straordinaria in campionato (primi dopo quattro turni) gli Wanderers potrebbero ben presto consegnare al calcio mondiale un nuovo talento. Si tratta di Matias Santos, trequartista dall'assist facile e vero gioiellino della cantéra locale, esploso negli ultimi mesi. E' lui, nonostante i 22 appena compiuti, a guidare la squadra diretta da Gaston Machado. Una squadra mediamente giovane, da buona tradizione charrùa, con alcuni elementi di esperienza del calibro di Ignacio Gonzalez e Sergio Ruben blanco a fare da chioccia alla nuova generazione bohemia.




Tra le quattro colombiane in lizza, l'Atletico Junior è forse quella meno attrezzata per arrivare a vincere la Sudamericana, ma - almeno in parte - sembra stiano tornando i tempi d'oro per il club. El Tiburòn è tornato a competere con le grandi in patria, e ben presto - magari con qualche innesto mirato - la possibilità di togliersi qualche soddisfazione potrebbe verificarsi prima del previsto. L'atavico problema del gol non è mai stato risolto sin dalla partenza di Bacca, perché nessuna punta passata da qui dopo il milanista è riuscita a rimanere su certe cifre. Oggi la coppia Ovelar - Toloza funziona, e la crescita dei gioco più risultati passa soprattutto dalle loro reti,
Giovanni Hernandéz si è fatto consegnare una rosa futuribile ed interessante dalla Grupo Olimpica, multinazionale alimentare a capo del club, che in cambio ha chiesto risultati nel breve periodo. Il primo passo sarà eliminare il Bohemio.

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