giovedì 12 gennaio 2017

FourFourTwo's Best U21 Wonderkids

(credito: fourfourtwo.com)


La rivista FourFourTwo, una delle più vendute e rinomate al mondo, ha stilato l'annuale classifica di migliori 59 giovani talenti sbocciati nel 2016. Nel mazzo ci sono davvero tanti nomi interessanti, quasi tutti da seguire in questo 2017 che si preannuncia ricco di spunti dal punto di vista giovanile.

Pronosticare, ma soprattutto compilare una graduatoria che metta d'accordo tutti è praticamente impossibile, in quanto - essendo dotati di spirito critico - non esistono fattori oggettivi che ci aiutino a parametrare l'annata migliore di un giocatore rispetto ad un altro.

La redazione di FourFourTwo usa un mix di buon senso fatto da analisi personali e oggettive, mescolate da una bella dose di numeri e statistiche. Per questo li ritengo affidabili e - in questo pezzo - commento la loro classifica.


1. Dele Alli (Tottenham)
Impossibile non premiare il talento di casa Spurs.
Alli ha giocato un 2016 di livello assurdo, terminando a giugno la sua prima vera stagione nel professionismo in cui si è ritagliato - pezzo dopo pezzo - la titolarità nello scacchiere tattico di Pochettino. 
Nell'ultimo anno e mezzo ha letteralmente bruciato le tappe. Da segnalare il suo primo gol in Premier League (contro il Leicester), la prima marcatura in Europa (contro il Qarabag) e soprattutto la gemma segnata a Selhurst Park contro il Crystal Palace.
Alli ha tutto per diventare un top: fisico, senso del gol, capacità tecniche di base estremamente sviluppate, intelligenza tattica. Nell'ultimo periodo, vista la scarsa vena realizzativa di Kane (assente anche per infortunio), è diventato anche il bomber della squadra. Gli inserimenti senza palla sono il suo pezzo forte, così come il gioco aereo. Insomma, Alli rappresenta in campo il concetto di giocatore completo. Piace anche all'estero: secondo voi potrebbe impattare?





2. Kingsley Coman (Bayern Monaco)
Il passaggio da Guardiola ad Ancelotti ha un po' arrestato l'ascesa del francese, per il quale il tecnico emiliano pare non stravedere. Nel 2016 ha però chiuso con 31 presenze e 6 gol tra Bundesliga e Champions League. 
Dargli il secondo posto significa provare a guardare oltre, soprattutto se si dà ormai per scontato che questa stagione lo vedrà come comprimario e - di conseguenza - potrebbe rappresentare un piccolo stop (niente di irrecuperabile, comunque).
Coman, al netto di qualsiasi considerazione, ha comunque bisogno di migliorarsi in alcuni fondamentali come per esempio la gestione delle situazioni in fase di non possesso.
Trovare un allenatore che ne esalti le qualità e - nel contempo - lo migliori tatticamente, sarebbe l'ideale per questo ragazzo.


3. Renato Sanches (Bayern Monaco)
Classe 1997, letteralmente dominante in patria quando ha vestito la maglia del Benfica.
E' bastata una stagione (nemmeno completa) per far sborsare al Bayern 35 milioni, il valore del suo cartellino.
Ah, ancor prima che si giocasse l'Europeo francese.
Sanches ha esordito in Champions League a novembre 2015, ed una settimana dopo ha segnato un eurogol in campionato, calciando da più di trenta metri di distanza, nel match contro l'Académica.
La nuova stagione non è cominciata benissimo a causa di alcuni problemi fisici che non gli hanno permesso di ritagliarsi uno spazio adeguato nell'ingolfatissimo centrocampo bavarese.
Per lui vale lo stesso discorso fatto per Coman: forse c'erano giocatori più meritevoli del podio, ma se il discorso è fatto in prospettiva, allora ci può stare.



4. Gianluigi Donnarumma (Milan)
Ripetete con me: "Grazie Sinisa Mihajlovic per averlo lanciato nel calcio professionistico".
Fatelo, a mo' di mantra.
Siamo davanti ad un fenomeno vero. Il 2016 lo ha visto esordire in Serie A a 17 anni ancora da compiere e, soprattutto, inanellare paratissime a ripetizione.
Non sono mancati alcuni incidenti di percorso, è vero, ma la sensazione è che si sia di fronte al nuovo Buffon.
Qualche tempo fa lessi che qualcuno lo paragona, per il fisico e per alcune sue attitudini tra i pali, al primo Van der Sar. Raggiungere i livelli del portiere olandese dovrebbe però essere il worst case per questo classe 1999.
Il valore del cartellino di "Gigio", non ancora maggiorenne, si aggirerebbe già sui 40 milioni.



5. Marcus Rashford (Manchester United)
Era una partita di Europa League come le altre quando, visto l'infortunio di Martial, Louis Van Gaal decise di mandare in campo un ragazzino dell'Accademy. L'avversario era il Midtjylland, il ragazzino Marcus Rashford. La squadra danese ancora non sapeva che la furia del diciottenne ben presto si sarebbe scatenata sulla loro difesa. Il risultato? Una doppietta per lui, ed esordio bagnato da grandi elogi.
Tre giorni dopo arriva il 3-2 all'Arsenal, e Rashford va di nuovo in gol.
"Who's this lad?", si chiedono ad Old Trafford?
Da quel momento Rashford entra nelle rotazioni e a giugno ci arriva con 6 gol segnati nella stagione d'esordio. Non male.
Non male nemmeno l'incontro con José Mourinho e Zlatan Ibrahimovic, rinforzi estivi fiammanti.
Oggi Rashford è diventata una certezza, tra gol decisivi e prestazioni generose.
Ad Old Trafford nessuno si è più domandato chi sia quel ragazzino...


6. Gabriel Jesus (Manchester City)
Non mi è facile parlare razionalmente di Gabriel Jesus.
Il talento di casa Palmeiras mi ha subito rapito il cuore sin dalle prime uscite con la maglia del Brasile under 20. Tra lui e Gabriel Barbosa aka Gabigol, il talento cristallino è lui.
Il che non implica lo sminuimento della punta acquistata dall'Inter, ma rafforza il concetto che di giocatori come l'asso del Palmeiras - in giro - ce ne sono davvero pochi.
Non a caso Tite, nel processo di rifondazione dl Brasile, ne ha fatto un punto fermo dell'attacco, affiancandolo a Neymar. E, di fatto, componendo una coppia che sulla carta potrebbe produrre risultati decennali.
Ora c'è da capire cosa succederà nel passaggio in un campionato difficile e complicato come quello inglese. Un torneo in completa antitesi con la tipologia di giocatore in questione.
L'ipotesi migliore: con Guardiola mette su conoscenze tattiche e impara movimenti che mancano al suo bagaglio d'esperienza, diventando di fatto un'ottima alternativa.
L'ipotesi peggiore: inizia a girovagare in prestito, perdendo tempo e limitando le sue potenzialità.
Chi lo conosce ne parla come un ragazzo serio: il City lo voleva già in estate, ma lui ha detto che prima - per una sorta di debito morale - voleva portare il titolo nella parte Verde di San Paolo.
MISSION COMPLETE!


7. Anthony Martial (Manchester United)
In gol all'esordio contro il Liverpool.
La parabola di Martial sembrava quella del predestinato.
E, in effetti, i numeri per sfondare questo calciatore li ha tutti.
Nel Manchester United di Van Gaal ci è voluto un po' per dipanare l'enorme quesito tattico che lo avvolgeva: è un esterno d'attacco o una prima punta/finalizzatore?
Vedendo il gol segnato ai Reds, si potrebbe optare per la seconda ipotesi.
Invece il francese è uno che a 20 anni ha già appreso l'arte del sacrificio (e se non fai così, ad alti livelli non ci arrivi...), dimostrando di meritarsi un posto in rosa anche con Mourinho.
Già nel 2015 Martial era sulla bocca di molti, e venne premiato con il Golden Boy Award.



8. Marco Asensio (Real Madrid)
Asensio è il classico caso di giocatore al quale una stagione in prestito, sebbene in un contesto non felicissimo (l'Espanyol navigava nella parti basse della Liga), ha fatto più che bene.
In Catalogna il classe '96 nativo di Palma de Mallorca ha giocato una stagione da titolare conquistandosi la leadership della squadra grazie alle sue giocate d'alta scuola.
Zidane lo ha voluto in rosa e sin da subito lo ha buttato nella mischia alternandolo da mezzala e da esterno offensivo.
Per Asensio è stato un 2016 molto positivo, culminato anche con due reti in campionato segnate a Las Palmas e Real Sociedad.
Personalmente lo vedo un elemento perfetto per il ricambio generazionale che si sta cercando di dare alla nazionale spagnola.



9. Leroy Sané (Manchester City)
Sané ha lasciato la Bundesliga e lo Schalke ancor prima dell'Europeo di giugno.
Lo voleva Guardiola per il suo nuovo progetto di Manchester City, staccando da parte del club un assegno da 37 milioni di pounds.
Sané, dopo un primo periodo di adattamento, ha impattato bene nella nuova realtà.
Ma questa classifica prende in considerazione la maggior parte del periodo passato a Gelsenkirken, in una squadra spesso trascinata da Sané stesso a suon di gol ed assist.
L'esterno ha esordito a 18 anni e sin da subito è parso predestinato ad una carriera da top.
Tecnicamente è migliorato molto col tempo, abbinando colpi non più fini a sé stessi con numeri (dribbling, finte) che molto spesso disorientano gli avversari, spesso se presi in velocità.
Sané sembra un giocatore costruito apposta per il 4-2-3-1: dà profondità, salta l'uomo, può rientrare al tiro, pensa ed esegue nei minimi tempi l'ultimo passaggio.
Il 2017 ci dirà molto riguardo al suo prosieguo di carriera.


10. Ousmane Dembele (Borussia Dortmund)
Gli ultimi due anni sono stati un'escalation di emozioni, giocate, skills e gol per questo francese classe 1997 che il BVB si è portato a casa in estate.
Guardando la Ligue 1 dello scorso anno, ci si rendeva subito conto di come Dembele avesse una marcia in più rispetto anche a giocatori molto più esperti di lui.
In tanti considerano Dembele un attaccante in ascesa grazie soprattutto al fisico; in realtà, Dembele - dati alla mano - è uno dei giocatori che ha più variabili a disposizione per andare in gol.
Al Rennes ha conquistato i tifosi in pochi mesi, concludendo il suo primo (ed unico) campionato in Francia con 12 gol, dopo i 14 messi a segno l'anno prima nella squadra riserve.
Di questa top ten, Dembele è forse - assieme a Donnarumma e Asensio - quello con le potenzialità più illimitate.
Il suo inserimento rapido in un contesto come quello del Borussia Dortmund dimostra di come in realtà il ragazzo sappia adattarsi bene, al contrario di ciò che si è sempre detto.
La sua affinità con Aubameyang è una delle cose migliori di questa Bundesliga.
Certo, passasse più spesso la palla...


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