sabato 1 settembre 2018

The Resolutor


Richarlison

Tra le tante produzioni che spopolano attualmente negli Stati Uniti c'è Better Call Saul. La serie tv racconta le vicende di un avvocato squattrinato che, dopo essere stato messo alla porta da un importante studio legale, decide di mettersi in proprio per provare a salvarsi la
carriera, ormai in picchiata. Per farlo, James Mc Gill usa mezzi non troppo convenzionali: mente per conquistarsi i casi su cui lavorare, inganna, si mette nei guai, ma alla fine trova sempre una via d'uscita. Nella versione originale del telefilm l'avvocato Mc Gill, che più avanti prenderà l'identità del ben più celebre Saul Goodman in Breaking Bad, viene spesso nominato come “The Resolutor”, il risolutore.

Già, il risolutore, lo stesso termine usato dal Liverpool Echo, uno dei quotidiani più venduti del Merseyside, il giorno dopo l'acquisto di Richarlison da parte dell'Everton. Annunciato in pompa magna come rinforzo top dell'estate dei Toffees l'attaccante brasiliano, vista la cifra pagata dal chairman iraniano Fahrad Moshiri per acquistarlo dal Watford, è atteso alla stagione della consacrazione. Oltre 40 milioni di sterline più cinque legati a bonus vari, una cinquantina di milioni se parliamo di euro, è il prezzo strappato dalla famiglia Pozzo all'Everton. Troppo? Forse, ma Richarlison è stato fin dall'inizio un'espressa richiesta di Marco Silva, nuovo manager del club, che proprio al Watford ha avuto l'occasione di conoscere il talento brasiliano, lavorarci su e sgrezzarlo fino alla definitiva esplosione, avvenuta nei primi mesi della stagione scorsa. Una stagione in chiaro scuro, cominciata molto bene sulla scia di un fattore sorpresa che ha portato Richarlison a segnare cinque gol tra fine agosto e novembre. Dopo l'ultima rete, timbrata nel match vittorioso contro il West Ham, il suo rendimento ha cominciato a calare di pari passo con quello di tutta la squadra, che nel girone di ritorno ha totalizzato solo 19 punti – peraltro mal distribuiti – contri i 22 dell'andata.

Ciononostante, Richarlison a fine anno è stato inserito nella formazione degli under 21 più promettenti della Premier League, segno di come – dopo Marco Silva - anche l'intero ambiente inglese abbia percepito le potenzialità di questo ragazzo.

Un jolly offensivo

Il tecnico portoghese è il suo primo e più grande estimatore. In primis per le sue doti tecniche, che fanno di Richarlison un attaccante completo, capace di utilizzare con la stessa efficacia entrambi i piedi ma anche di rendersi pericoloso nel gioco aereo, nonostante il fisico non propriamente da corazziere.
Poi tocca alla parte tattica, sulla quale Marco Silva ha lavorato in prima persona. Richarlison nasce come esterno d'attacco, un ruolo che è sempre sembrato l'ideale per un giocatore con le sue caratteristiche atletiche: la sua corsa, la capacità di giocare verticalmente e in profondità e l'abilità nel dribbling, in particolare nello stretto, lo rendono un esterno molto efficace, soprattutto per le squadre che giocano principalmente sulle ripartenze.

Partendo da queste certezze, l'attuale manager dell'Everton ha cominciato il suo percorso di costruzione su un calciatore molto particolare. Arrivato dal Brasile portando con sé una buona dose di anarchia, Richarlison aveva bisogno di trovare una collocazione fissa, qualcosa che potesse valorizzarlo anche in un calcio profondamente diverso da quello a cui era abituato. Così la prima parte di stagione con il Watford, il classe 1997 l'ha passata tutta a sgommare sulla fascia sinistra, in un ruolo che – fino a dicembre – lo ha visto mettere assieme la bellezza di cinque gol e cinque assist decisivi. Col passare del tempo, e la necessità del tecnico di cambiare qualcosa a causa di squalifiche e infortuni, Richarlison si è poi adattato anche sulla fascia opposta, terminando infine la stagione 2017/18 da centravanti.

Nonostante i numeri dicano che il talento di Nova Venécia sia calato alla distanza, è curioso notare come questo stesso calo sia coinciso con un miglioramento del singolo dal punto di vista tattico. Col passare dei mesi, Richarlison è diventato fondamentale anche in fase difensiva, imparando a gestire meglio le proprie forze durante i novanta minuti e sacrificandosi spesso in ripiegamento, anche a costo di perdere un po' di smalto negli ultimi metri.

Un miglioramento sensibile, che ha portato Marco Silva ad appuntarsi il nome del ragazzo in cima alla lista della spesa da presentare alla dirigenza dell'Everton: «Richarlison è un ragazzo straordinario – ha dichiarato il portoghese a Sky Sports, dribblando i dubbi sul prezzo pagato per il cartellino – e le polemiche sul suo acquisto personalmente non mi interessano. Sono cifre normali nel calcio di oggi, e comunque non mi pare foste così critici lo scorso anno quando il club comprò Pickford». Parole dure, che certificano però il rapporto di stima tra i due, confermato dallo stesso Richarlison al The Guardian: «Marco Silva è un ottimo motivatore, ma soprattutto uno dei più grandi allenatori al mondo».

Gol da predestinato

Per portarlo in Inghilterra il Watford ha speso oltre 12 milioni di euro, una cifra importante che – oltre a far felice il Fluminense – ha portato ossigeno alle casse di America Mineiro e Real Noroeste, i due club che lo hanno calcisticamente formato.

Nato nello stato dell'Espirito Santo, famoso per le sue spiaggie e per le le fabbriche che producono acciaio e lavorano il petrolio, Richarlison si è approcciato al fútbol come tanti suoi connazionali, ovvero cominciando dal futsal, disciplina che richiede una grandissima tecnica di base, velocizzandone contestualmente lo sviluppo.

Cresciuto in una zona del Brasile molto povera, per pagarsi il bus che lo portava agli allenamenti col Real Noroeste il talento brasiliano vendeva per strada delle praline di cioccolato preparate dalla madre. La famiglia ha avuto un ruolo fondamentale nella sua crescita: mentre papà e mamma cercavano di non fargli mancare nulla per tenerlo fuori da giri pericolosi, soprattutto legati allo spaccio di droga, lo zio lo fece innamorare della Premier League: «Ero impressionato dalla velocità del gioco, la palla non si fermava mai. Era uno spettacolo incredibile, che mi teneva incollato alla tv».

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che Liverpool, solo qualche anno dopo, sarebbe diventata la sua casa. Nemmeno lui, che a sedici anni si vide la vita passare davanti agli occhi dopo lo spiacevole incontro con un boss della droga: «Mi puntò la pistola alla testa perché avevamo invaso il loro territorio giocando a calcio. Non ce n'eravamo accorti: se avesse premuto quel grilletto, oggi non sarei qui» racconterà in un'intervista.

Poco dopo arrivò la svolta della sua carriera: Renato Velasco, uno scout del Real Noroeste, lo portò a sostenere un provino con l'America Mineiro, club nel quale Richarlison giocherà due anni prima di passare al Fluminense. Sbarcato a Rio de Janeiro, non ci mette molto a prendersi un posto da titolare: il 26 giugno del 2016, durante il suo primo FlaFlusegna agli odiati rivali cittadini sul campo neutro di Natal, approfittando di un'incertezza difensiva e regalando così il clássico al Fluzão.

Un brasiliano con l'Inghilterra, ma soprattutto Liverpool, nel destino. Al suo esordio in Premier League, contro i Reds, Richarlison entra a inizio ripresa con i suoi sotto di un gol, guidando il Watford alla rimonta e mettendo lo zampino nel 3-3 definitivo di Britos. Poche settimane dopo segna all'Everton, club poi abbracciato quest'estate in cambio di una cifra record, che ha fatto storcere il naso all'opinione pubblica e nello stesso tempo esaltato i tifosi dei Toffees.

La sua doppietta al Wolverhampton, nonostante l'inferiorità numerica, ha permesso alla squadra di uscire con un punto dal Molineux. È proprio a questo che serve un risolutore, a togliere le castagne dal fuoco quando la situazione si fa complicata. Lo sa bene Marco Silva, che ha deciso di affidarsi al suo asso brasiliano, proprio come la gente di Albuquerque si appoggiava all'avvocato James Mc Gill. E lo sa anche Tite, che lo ha chiamato in occasione delle due amichevoli giocate dal Brasile contro Stati Uniti ed El Salvador, quest'ultimo battuto 5-0 grazie anche a una sua doppietta. The Resolutor, come lo hanno già rinominato a Liverpool, è solo agli inizi.

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